Recensioni per
Predestinato
di boll11

Questa storia ha ottenuto 240 recensioni.
Positive : 240
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Nuovo recensore
28/03/06, ore 17:31
Cap. 30:

questa storia ti tiene inchiodata al pc!!!! certo che un severus così umano fa quasi tenerezza!

Recensore Veterano
28/03/06, ore 17:06
Cap. 30:

No, niente fazzoletto questa volta (e mi sono persino scordata che esista James Potter, se non fosse che tu preannunci catastofi nel rispondere al mio commento).
Niente lacrime, solo un bel sorriso disteso, come quello di Severus.
Solo gratitudiene per Remus.
Adoro il tuo Remus, è splendido e mi ha riconciliato con il mio che mi ha fatto tanto adirare a fine 6° libro.
Amo il tuo dolce Lupin ed ho un pò paura per lui. Timore che si farà del male, inseguendo il fantasma dell'uomo che amava.
Speriamo di no.
Baci

Niky

Recensore Master
28/03/06, ore 10:21
Cap. 30:

Sorrido sorrido! Questo capitolo mi ha fatto sorridere! La tenerezza e la gentilezza di Remus sono imbattibili. Nessuno è come lui e credo che anche per questo soffra molto interiormente. Tranne in qualche occasione è difficile che abbia degli scatti nervosi...Severus si sta sbilanciando un po'...sorride! Bene, grazie ancora per questa ff deliziosa (oddio, sembro Dolores Umbridge!) Baci Lady Snape

Nuovo recensore
28/03/06, ore 09:36
Cap. 30:

ok.. mi hai lasciata senza parole (forse è un bene...) Adesso avrò in testa tutto il giorno l'idea di come si sono addormentati e del sorriso (sicuramente stupendo) di Severus... devo proprio aspettare domani per leggere i pensieri di Severus?!?? (sempre che abbia indovinato...)

Recensore Master
27/03/06, ore 20:57

Recensione breve: come sempre sei brava e diretta....qui la tenerezza l'ha fatta da padrone...carina l'idea della rosa nera in bossio, ma Severus ha ragione. mancano le spine! Baci Lady Snape

Nuovo recensore
27/03/06, ore 16:10

andrai avanti fino alla fine del 7mo libro? ^_^

Nuovo recensore
27/03/06, ore 15:12

Ormai non so più cosa dirti.... Migliori sempre più!!!! La storia è sempre più bella, le frasi sembra mi mettano veramente davanti agli occhi le scene......... Fantastica,veramente fantastica!!!!!!!!

Ida59 (senza login)
27/03/06, ore 11:54

Sogna: ovviamente me lo aspettavo.
“-Per me.- riusciva solo a pensare –Per me.-“
Effettivamente non è che gli capiti spesso.
“E incredibilmente pensò che fosse vero.”
E questo gli capita anche meno spesso.
“Severus arrossì.”
Dio che tenerezza. E che belle le parole di Sirius (fanno a pugni con l’idea che ho di lui, ma ho deciso che per gustarmi la scena è meglio che mi dimentichi del tutto del “mio” Sirius)
Una rosa senza spine, affinchè non potesse farsi male…
“Lo faceva sentire meravigliosamente bene.”
Sensazione forse mai provata prima.
“Il suo nome odiato su quella bocca amata.”
Bello!
Scena innegabilmente eccitante, se solo Severus non fosse passivo (fa così a pugni con l’idea che ho di lui che non riesco, non riesco proprio a lasciarmi andare all’immaginazione).
“Aspirando il suo profumo.
Mordendo il suo sapore.”
Bellissimo!
“Mai.
Mai si sarebbe scordato quel momento.
Il momento in cui aveva detto addio al suo cervello.
Il momento in cui, nei suoi occhi stupiti gli tremarono le prime lacrime.”
Semplicemente stupendo.
“Ti prego.” bisbigliò piano al corpo abbandonato su di lui “Non farmi male.”
Maledettamente struggente sulle labbra di Severus.
Lacrime di rimpianto, non di gioia. Ancora ricacciate in gola. Ma lacrime.
Quei petali di rosa: li ha conservati. Ovvio, che ti pensavi mai Ida, che Severus potesse scordarli?
“Era l’unica cosa bella che avesse avuto, e non voleva dividerla con nessuno.
Era solo sua.”
Alla fine ci sei riuscita a farmi venire il nodo alla gola!
E la commozione è salutare, sì, lo è sempre, anche quando apparentemente non sembra.

Ida

(E il tocco della sue mani impresse sulle anche - a pag 5)

Recensore Veterano
27/03/06, ore 09:38

Cara Alexia è giunto il momento che io giri a te lo stesso complimento che una volta ha fatto a me Ida: tu sei un mostro. Nel senso buono del termine, intendo.
Sei un portento!
Ma come diavolo fai a commuovermi ogni volta di più?
Tutte le volte che leggo un nuovo capitolo, mi dico: Ok, adesso Alexia picchia duro, sono preparata.
Preparata un corno, mi stendi sempre al tappeto.

Come immaginavo, ecco un altro sogno, maledettamente bello e struggente.
Cominci dubito con quel James Potter che non si fa i fatti suoi e io lo detesto sempre di più. Conta che a me nemmeno Codaliscia sta altrettanto sulle scatole. Sono James-fobica, ed ho il fortissimo timore di quel che il tuo James potrebbe combinare.
Poi, a tradimento, quella stanza finalmente non più squallida, ma trasformata in un piccolo “nido d’amore”, da Sirius (e già che tu sia riuscita a rendere credibile questo, merita l’applauso) per Severus. Quel: -Per me.- riusciva solo a pensare –Per me.- è la ciliegina sulla torta.
Mano mano che leggerai “Roweena” (prometto che stasera o domani lo aggiorno) capirai perché quelle parole mi fanno tanto effetto.
Il tuo e il mio Severus sono molto diversi, ma, caspita, quella è proprio la reazione del mio Piton.
E la rosa? Diavolo, un uomo che regala una rosa ad un altro uomo può (anche se non dovrebbe, quando si parla di sentimento) suonare ridicolo da morire, invece tu ne fai qualcosa di terribilmente struggente. Il paragone è calzante e bellissimo e quando Severus parla di spine, io sorrido, ma è un sorriso commosso.
Tanto mi ero già commossa per quell’inesorabile contrapporre ragione e istinto.
Tutto il resto è dolce, anche le ultime ritrosie di Severus, il modo affettuoso in cui Sirius lo chiama “istrice”, sì, persino il fatto che Black abbia pensato ad usare un lubrificante. Normalmente potrebbe suonare squallido o indifferente, ma tu sai come scrivere di sentimenti di qualunque cosa parli. Sei maledettamente brava a farlo.
Brava al punto che la scena è anche decisamente eccitante, come anche lo slash può esserlo se scritto come si deve.
Dopo di che, questa frase: Non riusciva a resistere. Lasciatemelo questo. Almeno per un po’. Il suo sapore. Il suo odore. Tre le sue labbra aperte.Splendida! (Avrai delle belle sorprese leggendo i capitoli 8 e 9 di “Roweena”, vedrai… Ida lo sa).
E vogliamo parlare di questo passaggio: “Ti prego, non trattenerti Severus.” sospirò roco Sirius “Non farlo con me. Non più.” Allora capì che era stupido non lasciarsi andare. Stupido e impossibile. Perché il fuoco in lui divampava. E aveva bisogno di lasciar uscire tutto quel calore. Schiuse le labbra titubante. Esitante. E la sua voce proruppe senza più vincoli. Incontrollata. Fremente. Implorante. Tu sai proprio come farmi impazzire per il tuo Severus.
Infatti, mi dai il colpo di grazia con il finale del sogno:Era così stramaledettamente bello. E così suo. Almeno sembrava. “Ti prego.” bisbigliò piano al corpo abbandonato su di lui “Non farmi male.” “Non ti farò mai più male, Severus. Mai più.” E alle parole si sostituirono le sue labbra. Quelle labbra rosse che non avrebbe mai più dimenticato.Quel non farmi male mi ha levato il fiato. Detto da Severus è… non ho parole…
E finalmente le lacrime. Dio se ci volevano, anche se sono di rimpianto. Grazie, Alexia.
Dopo questo, il tuo sempre dolcissimo Remus e le sue premure, e quel negare la confidenza, non più per mancanza di fiducia, ma solo per tenere almeno qualcosa per sé. Solo suo, solo di Severus.
Ottimo, e mi serviva per riprendere la lucidità.
Sai che ormai ho paura di ogni nuovo capitolo?Mi tocca leggerli con accanto il fazzoletto. Ma non ne farei a meno per nulla al mondo.
Complimenti e un bacione

Niky (inutile ogni formale nick-name con te).

Ida59 (senza login)
26/03/06, ore 14:31
Cap. 28:

Cavolo, ma come fai, come diavolo fai a commuovermi così profondamente anche con i pensieri di Albus? Lui non è Severus, e quindi io non sono lui, eppure, ugualmente, il cuore ha dei balzi leggendo le tue parole.
“Dovevano scrivere quello sulla sua lapide:
Egli eternamente sorride.
Latore di morte e di vana saggezza.
Dispensò distruzione tra gli amici.
Ah, Merlino!
Il cinismo di Severus era contagioso.”
E tu sei veramente brava!
Remus è arrivato solo ora alla comprensione, ma è profonda, molto profonda:
“Non puoi chiederglielo. Non è pronto ad arrendersi. Non puoi togliergli anche la speranza.”
Mi rendo conto che è da un po’ che sto commentando le tue parole usando ancora e sempre le tue parole: ma è molto difficile trovarne altre, e migliori, delle tue. Quindi, dovrai accontentarti che io sottolinei le frasi che più di altre mi hanno, commosso, o emozionato o, in qualche altro modo, fatto vibrare leggendo questa splendida, delicata ed intensa fiction. Se penso che ho rischiato di non leggerla! Ero al telefono con Niky quando l’ho vista è l’avevo liquidata con poche ed irose parole: la solita schifezza slash, non perdere tempo a leggerla, Niky! Grazie al cielo, invece, poi sono tornata a darle un’occhiata!
“Ti prego, almeno tu.”
Povero Albus, dietro a tutti, a tirare i file delle altrui vite, ricercando errori che spieghino il presente, lasciando che l’amarezza prenda il posto di quell’eterno sorriso. Sono sempre stata scettica nel giudicare Silente, l’eminenza grigia che tutto manovrava e sapeva sacrificare. Non ero sicura che mi piacesse ed avevo lasciato in sospeso il mio giudizio, in attesa del maturare degli eventi. Poi l’evento è arrivato, il suo sacrificio a ripagare tutti i sacrifici che aveva sempre imposto per il bene superiore. E su Silente, ormai, il giudizio è dato. Almeno io, io ho compreso: non mi piace, ma è giusto così, in una maledetta scelta obbligata.
“Si guardò le mani rugose.
Tristi rappresentazioni della sua esistenza.
Con una dava.
Con l’altra sottraeva.”
(manca l’accento sul successivo tornò)
Remus, le sue parole ed il solito doloroso nodo alla gola: tutta la sua frase, ma queste parole in particolare.
“Indosserà la sua maschera con te. Ma lo farà per l’ultima volta.”
Ti prego, non farmi pensare che in questa storia ci sia solo un finale pieno di disperazione, dove la morte è l’unica vana speranza.
Ancora affondi il coltello:
“In fondo c’era una sorta di cupa giustizia nel modo in cui aveva scelto di morire.
L’aguzzino ucciso dalla vittima.
Solo che non aveva propriamente scelto.
E la vittima non voleva assolutamente vendicarsi.”
Mi lasci solo la speranza di Remus che “era riuscito a vedere. Molto più di lui.”
Questo povero dolce e rassicurante Remus, che non riesco più ad amare da quando, verso la fine del 4° libro, ho improvvisamente scoperto il mondo che esisteva dietro ai freddi occhi neri di Severus. Questo Remus dilaniato dai suoi bestiali istinti, eppure così profondamente attaccato alla sua intensa umanità. Quanto gli ho voluto bene, quanto mi è difficile volergliene ancora, dopo ciò che JKR gli ha fatto dire: benedico la tua storia che mi regala un’altra visione.
Una volta tanto, il finale mi strappa un sorriso sollevato.

Ida (e con questro ho recuperato il mio mostruoso arretrato!)

Recensore Junior
26/03/06, ore 13:49
Cap. 27:

“E Severus aveva bisogno di quel momento.
Non voleva negarglielo.”
Cosa darei, cosa darei perché fosse così, veramente! Ci sono rimasta così male leggendo quegli ultimi capitoli del 6° libro, con Remus che, primo fra tutti, dava contro a Severus dando il via a tutti quegli odiosi discorsi: in qual punto anche JKR è riuscita a portarmi pericolosamente vicina alle lacrime. Quando Minerva ha detto a Slughorn che poteva rappresentare Serpeverde… è stato come se il Professor Piton, improvvisamente, fosse morto davanti ai miei occhi, e fosse rimasto solo Severus, disperato, Mangiamorte tra i Mangiamorte.
“Dopo il dolore fisico, anche quello dell’anima gliene aveva svelato la profonda fragilità.”
Difficile trovare parole mie per commentare le tue, per benedire quel Remus che, semplicemente, “non l’avrebbe permesso.”
Quell’identificazione nel dolore e nella voglia di mollare tutto è perfetta ma, ancora di più, riflette il mio pensiero quella differenza tra le loro solitudini, solo interiore quella di Remus, tremenda e totale quella di Severus. Dove esiste solo un ricordo, di ciò che per due volte ha perso: Sirius.
“Un sussurro senza intonazioni.
Solo una lieve ironia.
Non sembrava avesse importanza per lui.
Il tono non gliel’aveva data.
Ma Remus sorrise.
Ormai capiva.”
Adoro questo tuo Remus, che di nuovo sa farmi piangere e sorridere insieme.
Ma, come sempre e da perfetta sadica, non dimentichi la stoccata finale:
“Niente incubi quando dormo. Solo ricordi.”
E dalla voce, sembrava gli facessero più male quelli.”

Ida

Ida59 (senza login)
26/03/06, ore 13:25
Cap. 26:

Di banale, nelle tue storie io non ci trovo proprio nulla. Indubbiamente ha fatto una cazzata, non c’è altro termine per definire quel dannatissimo Voto.
Già dalle prime righe intuisco che sarà dura leggere questo capitolo, molto dura. Soprattutto se Severus è vicino al crollo.
Il raffronto degli occhi, morti e vivi, e quell’accenno alla possibilità di specchiarsi, ancora, per sentirsi nuovamente vivo, come un tempo.
Il disperato rifiuto di cedere ed arrendersi, a quel dovere maledetto, che non gli lascia scampo.
“Il sorriso del vecchio lo tormentava.
Quel sorriso, aveva accettato.
Quel sorriso, lo aveva condannato.
Ancora.”
Splendido e terribile: la vita e la morte in un sorriso.
Senza possibilità di scelta.
Mi hai fatto piangere, ma non sai il perché.
L’immagine di Bellatrix “nera e dannata” è bellissima.
Poi l’ammissione che attendevo:
“E quella volta, solo quella dannata volta, aveva perso la sfida.”
Una piccola chicca quel cambiamento negli occhi di Remus: la perdita della quiete.
La tua capacità di emozionarmi a fondo, e di commuovermi quasi fino alle lacrime, migliora ad ogni capitolo. Ma io resisto, sai, anche io sono un osso duro, proprio come Severus.
Terribili quei pensieri di morte, la sua ricerca come liberazione dal nulla ed approdo, infine, alla propria salvezza. Veramente duro da mandar giù quel paragrafetto.
Poi ancora Remus, necessario e deciso, per tornare alla realtà, per specchiarsi nei suoi occhi, per vivere fino in fondo la propria disperazione.
(Tu mi vuoi morta, Alexia, confessalo! Ma io stringo i denti e vado avanti)
La comprensione di Remus e le sue parole, che a me sanno portare solo occhi lucidi e nodo alla gola (maledetta Alexia, lo sapevo che con questo capitolo sarei di nuovo finita in questo stato), a spronarlo, a raccontargli altro dolore, ma anche speranza.
Ma al suo perdono, no, a quello proprio non so resistere… e le lacrime cadono sui tasti.
Tu non sai, Alexia, ma hai toccato una corda delicata, molto delicata… e continuare a leggere è difficile, come difficile è accettare il perdono: chissà se, altrove, qualcuno potrà mai perdonare.

E così Severus smette di nascondersi e si lascia andare, finalmente, non alle lacrime - ancora il tempo per quelle non è venuto e tremo al pensiero di quando arriverà - ma solo ad un abbraccio, che sa comprendere e condividere.

(non so cosa darei perché le cose stessero veramente così, anche nella diabolica mente di JKR e Remus, almeno lui, sapesse ciò che Severus deve fare.)

Ida

Recensore Junior
26/03/06, ore 12:08
Cap. 25:

Il titolo è Remus, ma il soggetto è Severus, interpretato da Remus.
Tu non hai letto Antica Magia, ma io ho ritrovato il mio Severus che, senza mangiare e senza dormire, cerca sui libri una soluzione che non esiste: quel libro incantato con le pagine che girano vorticose è semplicemente splendido, come sublime è la mano di Remus che ferma la follia.
Una preparazione lenta, ma partecipe, per la stoccata finale che come sempre tieni in serbo: “Le labbra a trattenere, con una smorfia di disgusto, il dolore, che si affacciava a tratti nei suoi occhi.
Per essere poi ricacciato giù.
Deglutito faticosamente. E infine, con un sospiro roco, sfinito, tremulo:
“Ho fatto una cazzata, Remus.”
Semplicemente divino, Alexia, veramente.

Ida

Ida59 (senza login)
26/03/06, ore 11:49

Belli e difficili i pensieri di Silente, rassegnati eppure battaglieri, vanno in profondo lunga la linea disegnata da JKR eppure la cambiano.
“Sperò ardentemente che Severus capisse quanto lo amava.
Anche se il compito che gli aveva dato, bruscamente e senza possibilità di rifiuto, l’aveva distrutto. Ancora manipolato.
> Ma questa volta, si disse il vecchio preside, per puro e semplice amore.
Severus, non doveva morire.”
Impossibile aggiungere altro, se non che “qualcuno che facesse quelle scelte doveva esserci”, nella speranza che “altrove, qualcuno l’avrebbe, alla fine, perdonato.”

I pensieri di Severus sono assolutamente terrificanti, mi chiedo come può vivere in quel modo, di frenetica noia e di morte.
“Il silenzio come un urlo.
Le urla attorno a lui.
Lui, che aggiungeva pietre a quel vuoto nulla che era la sua anima.”
Nodo alla gola, puntualissimo.
(Tu e Niky vi siete accordate e mi volete morta con questo Severus così terribilmente depresso!) “Guardarsi allo specchio, dopo, e non riconoscersi.

E non potersi specchiare in altri occhi.

Per sentirsi dire da qualcun altro, che non era solo un pallido riflesso.”
E ti aspetti che io sia in grado di aggiungere altro?
Ma no, non ti bastava ancora, dovevi ancora affondare il coltello nella piaga del dolore e del dovere e rigirarlo per benino. In quanto a sadismo è una bella lotta tra me, te e Niky!
“Se lo avesse fatto, sarebbe stato dannato per sempre.
Sarebbe stata l’ultima pietra.
Ma lui sapeva che avrebbe fatto comunque quello che c’era da fare.
E chissà che altrove, qualcuno l’avrebbe, alla fine, perdonato.”

Questa volta hai veramente picchiato duro, altro che capitolo di raccordo.
Anche la parte su Remus è terrificante, sebbene io abbia cercato al massimo di non lasciarmi coinvolgere in una immedesimazione dolorosa. Ma è stato praticamente impossibile non essere colpita da certe frasi, certi occhi certe sensazioni e certi risvegli:
“E quegli occhi bordati di rosso sangue.
Occhi così simili ai suoi.

Solo sensazioni.
Piacevolmente bestiali.
Umanamente terrificanti.

E soprattutto, con il risveglio del suo animo umano.
Che piccolo e atterrito, in un angolo, si contorceva lamentandosi.”
Poi la magica parolina “Severus” ha fatto il resto ed io sono nuovamente crollata, la gola dolorante e gli occhi lucidi persa in quel ricordo di Remus che è anche mio.
Poi il colpo finale, quando ormai la mia immedesimazione era completa:
“E quel grazie.
A lui.
Lui che non ricordava in cosa, o chi avesse affondato le sue immonde zanne.
A cosa o chi, avesse fatto assaggiare i suoi artigli affilati.”
Ma ormai sapevo che non era finita: ancora mancava l’appello al dovere ed alla scelta obbligata, stoccata finale prima della speranza del perdono. E tu non puoi avere idea di quanto questi temi abbiano una profondissima presa in me.
”Sapeva che quello che c’era da fare, andava fatto.
E chissà che altrove, qualcuno l’avrebbe, alla fine, perdonato.”

Intensissimo capitolo, Alexia, tutt’altro che fumoso: non potevi essere più esplicita di così.

Ida

aska
24/03/06, ore 16:49
Cap. 28:

questa fic appena scoperta mi ha stregata!!!! sei un genio! non vedo l'ora di leggere il seguito! grazie