C’è qualcosa nel suo sguardo. D’altronde, c’era sempre stata una luce cupa nei suoi occhi, sin dalla prima volta in cui lo vidi, seduto sull’erba a gambe incrociate nel parco Kaivopuisto.
Fumava, allora: la sigaretta ormai spenta tra le labbra quasi blu, serrate dal freddo che sferzava la città senza alcuna remora. Ricordo come fosse ora quanto stetti a fissarlo, ammaliata dalla sinuosità dei suoi movimenti e dall’agilità delle sue grandi mani: il tempo esatto di tre sigarette. La velocità in cui lui terminava di fumare era pari a quella di un respiro. Un respiro affannato, a dire il vero.
Lo vidi sfregarsi le mani e asciugarle su quei jeans neri troppo stretti, alzandosi velocemente, senza nemmeno barcollare, per poi allontanarsi dalla mia vista per molto, troppo tempo.
Ora è qui, di fronte a me, ancora. Eppure quella scintilla nella pupilla scura non è affatto cambiata.

“Non te ne andare. Ti prego.”
“Devo. Ti farei solo del male.”
“No… Non lasciarmi, non così!”
“Non ti lascio. Sarò sempre qui, con te. Aspettami.”

Una ragazza qualunque, una mente oscura piena di segreti e paure.
Sesso e amore.
Nero e bianco.
Caos e silenzio.
«Non so cosa mi succede e non so se voglio scoprirlo»

A volte le persone comuni non capiscono perché una persona si taglia o cade nel vortice delle sostanze illegali. Facile giudicare da fuori.
Ci possono essere tanti motivi, traumi, tutte morti non fisiche ma profondamente dolorose.
Vi consiglio di non fermavi al primo capitolo e di leggerlo fino in fondo.

Sonny Trues è uno spacciatore,di recente riceve lettere da un anonimo acquirente ,che gli indica il luogo dove portare la merce e il luogo dove lui avrebbe depositato i soldi , Sonny si fidò ciecamente e consegnò gli stupefacenti,e i soldi erano lì dove erano stati indicati,tutto filava liscio,quando Sonny ricevette altre lettere dallo stesso autore ,anche queste,come la prima,indicavano tutti i dati in modo preciso,ma dopo un pò queste lettere diventavano un pò invasive dello spazio di Sonny,sembrava che l'autore sapesse tutto della vita di Sonny e agisse al posto suo,prendendo decisioni riguardo la sua famiglia e i suoi affari,Sonny non resiste tutto questo stress e disturbo psicologico,così decide di suicidarsi finendo sotto un treno,alla fine i detective che lavoravano alla morte di Sonny scoprirono che in realtà Sonny soffriva di una malattia psicologica molto particolare . .

Ero lì.lo fissavo,avevo paura e sapevo che quello ero il mio unico ostacolo,quell'ostacolo ero io.Era così difficile pensare al domani,era così difficile,anzi no non lo era,ero spaventata,spaventata del fatto che quella sarebbe potuta essere la mia vita,ero spaventata all'idea che la mia vita si sarebbe incentrata sul dolore.La cosa più brutta e che credevo di meritarlo.Vorrei svegliarmi è sentirmi felice,non volevo soldi,fama cellulari all'ultima moda,no.Volevo solo qualcuno che mi amasse,per davvero.E ora ch e mi trovo qui,so che non era colpa mia,ero colpevole solamente di essermi procurata dolore,che non meritavo.

Ero lì.lo fissavo,avevo paura e sapevo che quello ero il mio unico ostacolo,quell'ostacolo ero io.Era così difficile pensare al domani,era così difficile,anzi no non lo era,ero spaventata,spaventata del fatto che quella sarebbe potuta essere la mia vita,ero spaventata all'idea che la mia vita si sarebbe incentrata sul dolore.La cosa più brutta e che credevo di meritarlo.Vorrei svegliarmi è sentirmi felice,non volevo soldi,fama cellulari all'ultima moda,no.Volevo solo qualcuno che mi amasse,per davvero.E ora ch e mi trovo qui,so che non era colpa mia,ero colpevole solamente di essermi procurata dolore,che non meritavo.

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[Martina aveva sempre amato le favole. Credeva nelle favole. E conosceva l'amore.
Martina aveva definitivamente cancellato la parola amore dal vocabolario. E aveva strappato tutti i libri di favole che aveva. Perché le favole erano solo frutto dell’immaginazione di qualcuno. E la vita, o almeno la sua, non era affatto una favola.]

Una semplice pagina di diario di un ragazzo al proprio amore, descrivendo le sensazioni che prova...

Perché ormai sei davvero stufa di molte delle persone che conosci, che un tempo reputavi importanti, che un tempo credevi ti fossero amiche, e che invece adesso non ci sono, ti hanno pugnalata alle spalle. Non ti fidi più di nessuno, perché in passato hai sempre commesso l'errore di fidarti di tutti e di essere troppo buona, con l'unico risultato di esserti affezionata immediatamente, senza -forse- essere ricambiata, e di essere stata usata, ingannata perché troppo generosa e disponibile.

Lei, una ragazza depressa. Lui, un ragazzo vuoto. Una storia breve, che non può funzionare.

"Per scoprire il valore di un secondo, chiedilo ad una persona che è sopravissuta a un incidente"
Gli ultimi pensieri di una ragazza, mentre viene portata d'urgenza in ospedale dopo un grave incidente.
Dal testo:
"Mi sento, invece, come se fossi dentro una grande bolla soffocante, una di quelle che i bambini usano per rotolarsi nell'acqua. Le ho provate anche io da piccola, solo che non riesco a ricordare in questo momento."

“Perché non giochiamo a mamma e papà?” propose Ashley con voce bassa, innocente.
Sentì distintamente gli sguardi di tre bambini puntati addosso.
“Questo è veramente disgustoso” proclamò infine Julia, con la faccia contorta in una smorfia.
“Credo sia divertente” questa volta, il tono parve più sicuro e accennò ad un timido sorriso.
“Che schifo” quasi urlò la ragazzina, mise su un ghigno divertito.
“Ti piacciono i maschi” disse infine con voce divertita.
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“Chi ti ha fatto questo?” chiese dura Sarah, mentre l’altra le accarezzava i capelli.
“Nessuno”
“Ashley” ripetette “Chi ti ha conciato così”
La piccola sentì le lacrime cominciare a bagnarle il viso “Non lo so”
“Voglio sapere i nomi in questo istante”
Ispirata a questo cortometraggio: http://www.youtube.com/watch?v=CnOJgDW0gPI

Quello sconosciuto ci cambiò la vita, anche se non ci aveva mai rivolto la parola. In silenzio, ci insegnò molto più di quanto avessero fatto tutti gli altri con centinaia di discorsi.
E noi non lo avremmo mai dimenticato.