Recensioni per
Saga e Aiolos (BDT – Big Damn Table - 100 prompt)
di titania76
Se c'è una persona che riesce a descrivere bene Saga e quello i prova, i suoi sentimenti, il suo dilaniarsi interno...quella sei tu. |
Allora aveva proprio ragione chi sosteneva che le cose che possiedi alla fine ti possiedono. Sembra che il mascherone sacerdotale abbia smesso da tempo di essere un simbolo di responsabilità e rispetto. Adesso sembra diventato una specie di droga per fuggire da se stesso. Lo intuisco dalla necessità di indossarlo, come se senza di esso mancasse una parte irrinunciabile senza cui la vita diventa impossibile. Vogliamo dirlo che dipende da quella maschera? Il fatto è che, grazie al pasticcio immondo in cui si è cacciato, la bussola è completamente persa. Addirittura, rispetto a tutto questo, sarebbe meglio se non la volesse mollare per questioni di onnipotenza e arroganza, a ribadire che il capo è lui e ci vuole rimanere. In realtà è smodatamente peggio: la maschera serve a nascondersi dagli occhi del mondo e a cancellare completamente la parte vera di lui. Conoscetemi solo come Grande Sacerdote, come manichino, ed evitare assolutamente di scoprire chi c'è sotto, perché non ha nessuna importanza. Certe volte mi sembra che la doppia personalità sia lui vs grande sacerdote, più che una paturnia mentale o possessione XD |
Ora qualcuno finalmente saprà cosa significa privare del senso del gusto le altre persone! In questa occasione credo sia addirittura peggio che avere le papille addormentate: non manca fisicamente, anzi i sapori si sentono distintamente, ma manca la cosa più importante in assoluto. Gustarseli. Sembra che dopo il ritorno in vita sia questo il danno più esteso: la vita non sa di niente. Anche se i sapori rimangono netti e riconoscibili, sono insoddisfacenti. Sarebbe superficiale adottare una serie di scusanti quali il troppo lavoro o le responsabilità che gravano sul testone di chi siede sul trono di comando (un ruolo a caso per una persona a caso, vero? >_>). Sembra che il problema risieda, come sempre, nel senso di colpa. Spesso si dice che la morte cancelli ogni peccato mortale commesso dall'individuo quando era in vita e in qualche modo contribuisca a lavarne l'immagine e alleggerire le responsabilità. Solo che nessuno era mai tornato in vita per confermare... e da quanto si capisce qui, in caso di ritorno in vita le cose non sarebbero affatto semplici o risolte come si potrebbe pensare. Un'azione disdicevole o un abbaglio ingiustificato preso lasciano trascichi che possono durare a lungo (true story -_-) e sicuramente non si cancella tutto con un colpetto di spugna o con un'assoluzione ricevuta. Quanto fatto, anche se frutto di un comportamento di cui si è poco responsabili, continua a pesare. Forse non è mai stato riportato in vita del tutto. Mi piace pensare che sia un ritorno alla vita solo formale e fisico, ma a cui manca il gusto per l'esistenza. Come dire che manca tutto. |
Eh si...allora ricordavo bene il tuo talento per l'introspezione :) |
Il fascino dell'antichità può affondare chiunque con il carisma che si porta dietro, ma cela anche oscure responsabilità, come si è ben visto in questo caso. Sono azzeccatissimi i paragoni, ma io mi sono soffermato in particolare sulla cenere funeraria, è quello che mi è rimasto più impresso. Forse perché è il più veritiero. Quando erediti un'armatura, compresa nel prezzo c'è anche la volontà dei propri predecessori. Non sono solo imprese eroiche, quelle che tutti sognano di ripetere. Ci sono anche gli aspetti meno considerati, come i decessi eroici. Sfido chiunque a non dare più importanza al decesso... ricevere una simile reliquia è un ottimo sinonimo di morte, quasi scontato. Shion ha focalizzato bene il punto. Quello diventerà tutto il loro mondo. Muoiono gli uomini, muore la vita normale, nasce il guerriero, a breve morirà anche quello. Ogni sensazione è concentrata nel tatto. Io ci vedo, in sintesi di tutto quello appena detto, una sorta di sacro timore anche solo a sfiorare il premio che hanno inseguito così a lungo. Un conto è battersi per raggiungere qualcosa, un altro è ritrovarselo tra le mani. Poi è interessante che uno se le immagina fredde come il metallo e perfettamente splendenti, mentre qui mantengono quell'aria di vissuto e antico. Tutte cose che possono vivere soltanto toccando, quasi come se il sogno/incubo fosse finalmente diventato tangibile. Sono proprio le imperfezioni, addirittura i piccoli graffi non riparati, a portare quella piccola nota stonata in tutto il quadretto. Dal punto punto di vista è tutto a posto, hanno realizzato la prima parte del loro percorso e non si pongono troppe domande. La morte per loro non è mai un problema, sono lì per quello. Però, in un momento in cui tutto dovrebbe essere perfetto, c'è sempre un particolare sinistro che spezza l'atmosfera. Finiranno in cenere come tutti e quella polvere è lì perfettamente a ricordarlo. |
Esistono sensi meglio sviluppati, o almeno sensi che si intensificano quando gli altri vengono meno. Siamo in ambito udito e secondo me è stata un'ottima idea inibire la vista. Mi è piaciuta particolarmente l'idea della danza delle ombre e l'atmosfera di finta solitudine che si è creata. Giocare con i sensi crea questi effetti, questa brutta sensazione di non essere mai soli nonostante le apparenze. Esistono ombre striscianti che possono solo essere avvertite ed è questo che le rende così inquietanti e pericolose. Esisteranno davvero? Saranno manifestazioni? Succederà qualcosa di spiacevole da un momento all'altro? Da sempre, stare sospesi è la cosa più pesante da sopportare. L'importante non è ciò che accade... è ciò che potrebbe accadere da un momento all'altro, senza mai avere la certezza che avvenga davvero. Eppure li senti. Questo ti dà la certezza di non essere solo. Sarebbe molto facile dare la colpa ai tuoni, alla stanchezza, ai rumori che provengono dall'esterno. Oppure... oppure c'è quella presenza che ti segue sempre, ti toglie l'equilibrio e ti ricorda che tu gli appartieni. È un sottile gioco mentale, ma che bisbiglio dopo bisbiglio porta rapidamente alla pazzia. |
Bella. |
Terribile. |
Sì, ce lo vedo molto bene il quadrupede cacciatore! E se non avessi abbastanza fiducia nelle sue qualità, eviterei di immaginarmelo mentre si sbatte l'arco su muso invece di scagliare le frecce. |
Già, mancava davvero poco. Essendo io però fan estremo del moribondo, che alla faccia di pecore e pecoroni che parlano con lo stampino e il disco rotto in un vero proprio pensiero unico, diciamo che non mi sento dispiaciuto più di tanto per come è finita. D'altro canto lo insegnano spesso in ogni ambito a non cantare vittoria prima dell'effettiva conclusione di un evento: tutto può succedere e a volte un solo secondo di distrazione può costare l'intera posta. Anche, o forse soprattutto, in questo caso, dove gli antagonisti erano numerosissimi e non sempre all'esterno. Se in fondo perdere contro il più forte mai visto e che mai si vedrà ci può stare, perché in certi casi bisogna solo fare i complimenti e arrendersi alla bravura esterma, ben diverso è il discorso contro la personalità interiore. Quando si dice il punto di vista! Eppure "lui" è il titolare ufficiale della mente, quello apprezzato da tutti e che ha fatto la fortuna dell'uomo e del saint. Per il lui ambizioso e crudele, non rappresenta nient'altro che un ostacolo al raggiungimento dei propri obiettivi di dominio. Ribaltare le situazioni e subire un doppio conflitto del genere inevitabilmente porta alla pazzia e a non capire più dove sta la legittimità di un obiettivo e dove invece si sta eccedendo oltre ogni limite. La parte usurpatrice emerge prepotente e anche sadica, ridefinendo i concetti stessi di etica e convincendosi di essere nel giusto, nonostante lungo il cammino in tanti ci abbiano lasciato la pelle per essere stati coinvolti in un disegno più grande di loro. Tuttavia, come nei migliori finali, alla fine il giusto riesce sempre a prendere il sopravvento, o almeno la predominanza. Proprio il lasso di tempo rende tutto più gustoso: quando gli spazi sono ristretti e il tempo manca, soltanto un colpo di genio può risolvere la situazione. Questa è l'ingiustizia del "non è finita finché non è finita", poiché più il trono è alto e più la caduta può far male. |
Bellissimo mistero quello dell'illusione diavolesca. Uno scenario che Mastro Kuru per primo non aveva minimamente previsto, come non aveva previsto nient'altro di quello che è accaduto. Lui ha fatto come gli girava e come gli piaceva, ma mai avrebbe immaginato di avere fan armati di lanternino di ingrandimento pronti ad analizzare ogni singola parola che lui abbia mai scritto, perfino i "ku ku ku" e i "mmmmmfp". Non se la immaginava di certo una vivisezione simile al suo lavoro e che ci fosse gente in grado di chiedersi se la barriera agisce solo sugli esseri umani e non sulle piante. A lui piaceva un colpo speciale utilizzabile dalle alte sfere. Mai avrebbe pensato di scatenare un flame così feroce sull'attribuzione del colpo. Salvando capra e cavoli, sarà una tecnica proibita dei gemelli custodita nelle sale del grande sacerdote, di cui anche lui giocoforza viene a conoscenza. Ma se la usano solo i gemelli... |
Chapeau. |
Sulla domanda, passo. Non mi assumo nessuna responsabilità visto che troppe cose mi sfuggono e lascio parola agli eventuali chiamati in causa. Meglio tacere e dare l'impressione bla bla bla |
Dubito sinceramente che esista un momento in grado di rinnovarsi e offrire miliardate di spunti come questo. La prigione del capo è peggio di una scatola da prestigiatore. Quando pensi che sia vuota e abbia svuotato il proprio contenuto, ecco che qualcosa spunta sempre fuori dal quintuplo fondo. L'idea dei dardi avvelenati è proprio azzeccata per le parole di Kanon: in quel momento aveva tirato fuori tutta la cattiveria e la perfidia possibile, studiando con cura le parole migliori per fare del male e provocare la marea di danni che aveva in mente. Sappiamo bene che l'anatema è stata solo una cosa superficiale: lì voleva esclusivamente sfogare la rabbia che aveva in corpo e destabilizzare il fratello nel nervo più scoperto in assoluto. Desiderio di far male. E tutti gli elementi di contorno del paesaggio sembrano essere in sintonia con quella dimostrazione di odio e vendetta. I gradini insolitamente pericolosi che possono riservare più di un'insidia quando sono scivolosi, il mare in tempesta, il vento... |
Sembra proprio vero che in prossimità della morte c'è una sorta di pace che cancella le sofferenze di una vita intera. Forse sono il premio che ripaga di tutte le sofferenze provate in vita. Chissà, magari è soltanto la perdita di sensibilità del corpo che anestetizza il dolore e in fondo non è il caso di passare gli ultimi momenti a rammaricarsi. Quel che è fatto è fatto. Inutile ripensare ai voltafaccia, ai muri sfondati, alle ferite lungo tutto il corpo. Il ciclo della natura è a suo modo spietato e perfetto al tempo stesso. L'alba generalmente rappresenta l'inizio, il nuovo che sopraggiunge. Proprio per questo è ironico che una vita si spenga proprio in questa fase. Ripensandoci a fondo non è un male. A volte si entra nel mito più per quanto non si è fatto che per quanto si è fatto. Aver salvato una vita e assicurato una speranza alle future generazioni è già qualcosa di enorme, ma lo sarebbe stato meno se fosse rimasto in vita. Le leggende nascono proprio dalla voglia della gente di esplorare pagine mai scritte e rendere tributo all'eroe di turno. Il suo dovere l'ha fatto, non vivrà per vederne gli effetti ma in fondo non è necessario né desiderabile: tutto è già scritto. Uscire di scena a questo punto significa semplicemente aver dato un senso alla propria esistenza. Tutto il resto è superfluo. Così è l'alba di un nuovo giorno, l'alba di una nuova era, l'alba di una guerra da vincitori. Solo la sua vita è al crepuscolo, ma ogni eroe ha bisogno di un velo di romanticismo e amarezza per essere tale. |