Recensioni per
Errando nella nebbia
di Hotaru_Tomoe
Considerando la struttura con cui hai organizzato la tua long, ritengo che questo sia il capitolo più impegnativo perché l’incontro tra Sh e John è il momento centrale cui afferiscono tutti gli altri, dalla disperazione di John di fronte al (finto)suicidio di Sh alla convinzione di quest’ultimo che il suo blogger non gli porti rancore e che tutto tornerà come, anzi, meglio di prima. Tu l’hai sviluppato con attenzione ad ogni singolo particolare, gesto ed espressione, attraverso cui Sh e John esprimono il loro viaggio nelle emozioni forti che si accendono quando si vedono. Dopo il movimentato approccio con la signora Hudson che rischia un infarto nel trovarsi di fronte chi credeva morto e sepolto, Sh si trova faccia a faccia con il suo blogger e tu |
In questo capitolo usi efficacemente l'omicidio di Ronald Adair per permetterci di avvicinarci alla "tigre" Moran facendoci conoscere il suo aspetto più pericoloso e spietato: non è solo un abilissimo giocatore di poker ma, soprattutto, un killer crudele, addirittura quello che avrebbe dovuto uccidere John. Inoltre, è stato efficace ed evocativo quell’accenno malinconico al rapporto più profondo che aveva con Jim e che lo porta, perciò, ad odiare Sh perché lo ritiene responsabile della sua rovina. |
Il capitolo si apre con il ritorno di Sh a Londra, colpito nel corpo ma fiducioso che il ritrovare John possa avvenire senza brutte sorprese. Trova accoglienza da parte di Mycroft e di sua madre che, ovviamente, capiscono di lui molte più cose egli lasci trapelare con il suo comportamento. Crei un efficace contrasto tra la figura stanca, ma sempre legata al suo passato, del consulting e quella di John, che ritrai immerso in un'atmosfera ovvia, banale, come si trovasse in una bolla d'aria. Si capisce perfettamente che lui si sta "lasciando vivere", affidandosi completamente a Mary. Il suo cercare di non farsi sopraffare dal dolore per la perdita di Sh non si esprime in una reazione con un senso positivo di tentativo di ricostruire un percorso di vita, anche se lui pensa di aver intrapreso una strada sicura, con Mary. Ma, come chiaramente stai facendo emergere tu, è lei che conduce l’esistenza di John verso una direzione che porterà a crisi certa. Il tuo John, perfettamente IC, non è un uomo mansueto, questo potrebbe apparire ad una prima, frettolosa considerazione. In realtà è una persona che ha una carica interiore, molto forte, d’attrazione per l’avventura ed il pericolo e, tutto questo, era soddisfatto da Sh. Inoltre John, come possiamo capire, si scopre perdutamente innamorato del consulting, e la disperazione causata dalla perdita lo annichilisce e lo travolge. Perciò si aggrappa a Mary, ma non potrà essere per sempre. |
In questo capitolo lo scenario cambia, hai ripreso in considerazione le figure che ruotavano attorno a Sh, rappresentandole nel loro atteggiamento post Reichenbach. Ora i riflettori si spostano su Sh, sui momenti del suo “esilio” lontano da Londra ma, soprattutto da John. Perfetta l’ambientazione iniziale nell’antico monastero, in cui ritroviamo, nascosta tra le pietre antiche ed il silenzio di luoghi affascinanti, addirittura Irene che, tra quelle mura, ha portato con sé quell’aura ammiccante e perversa che ha fatto colpo anche su Sh. Non hai avuto bisogno di presentarcela con nome e cognome perché hai saputo mettere in risalto, con poche parole, quelle caratteristiche che abbiamo conosciuto molto bene nella Serie. Mi è piaciuto molto come hai descritto, sempre con tratti precisi e ricchi di suggestione, l’incontro tra i due “cadaveri”, come efficacemente indichi Sh e l’Adler. Lei paga il debito contratto con il consulting a Karachi, in cui è stata salvata da morte certa, e così Sh può aprire la caccia per catturare una preda che, finalmente, ha un nome, Moran. L’ultima parte del capitolo è quella in cui dilaga la malinconia e la sofferenza per la lontananza che fanno da compagne a Sh durante la “missione” e che egli cerca di esorcizzare facendo vagare il suo sguardo per Londra, seguendo virtualmente John. E quello che vede non gli piace affatto. Due parole mi sono sembrate particolarmente efficaci per racchiudere l’inquietudine del consulting nell’ottica di un suo ritorno a casa: ”vibrazione inquieta”. Hai scelto proprio un’espressione originale ed adeguata per dare un nome al presentimento che vaga sotterraneo nella mente e nel cuore di Sh: quando rivedrà John, sarà tutto come l’aveva sognato da due anni? Con il mio vantaggio di recensore che ha già visto il futuro di questo scenario, posso veramente affermare che quella ”vibrazione inquieta” si trasformerà in un terremoto devastante. Almeno nelle Serie, ma temo che qui tu abbia precorso gli eventi cui abbiamo assistito allibiti da TEH a TFP. Noto che una certa tendenza alla premonizione ti è caratteristica… |
Il capitolo inizia con una normale giornata nell’ambulatorio in cui il dottor Watson cerca di trovare, nel suo lavoro, un motivo per andare avanti dopo il vuoto e la disperazione in cui l’ha gettato il suicido di Sh. A questo proposito, interessante l’osservazione sulla rinnovata scala di valori mediante la quale egli considera i fatti che gli si presentano: la tua è una posizione reale, credibile nella sua validità. Infatti, quando purtroppo capita qualcosa di doloroso, a noi o a chi conosciamo, gli avvenimenti vengono visti in una luce diversa, che rende più netto il confine tra ciò che ora appare irrilevante e ciò che non lo è. |
2013: “Errando nella nebbia”. Recuperata anche questa. Ti avevo già detto che mi dispiaceva aver “perso” della ff tue. Qui siamo nel post Reichenbach, in questa scena hai ben rappresentato la tristezza ed il rimpianto della signora Hudson, ovviamente conseguenza della (finta)morte di Sh e la freddezza impenetrabile di Mycroft. Egli sa benissimo che il fratello non è morto ma la situazione, riguardo alla pericolosità della rete di Moriarty, impone quel “gioco…crudele e meschino”, per cui il suicidio di Sh deve essere creduto vero. Hai descritto con pochi, ma efficaci tratti il 221b, vuoto e messo a tacere da quei teli bianchi che ricoprono ogni cosa. In quest’inizio di capitolo, sullo sfondo si agita l’ombra inquietante della disperazione di John che ha dovuto abbandonare quell’appartamento perché incapace di convivere con quelli che, per lui, sono solo ricordi dolorosi di un tempo che non potrà più ritornare. Ben costruita sia la seduta dalla psicologa, in cui la sensazione dominante è il vuoto terribile ed il silenzio in cui la fine di Sh ha gettato John, rendendo inutili tutti i tentativi di fargli accettare l’accaduto perché possa essere superato, sia la malinconica accettazione del suo nuovo, umiliante ruolo a Scotland Yard, di Greg. Andando avanti nella lettura del capitolo, vedo che tu hai realizzato qui una panoramica di quei personaggi che hanno costituito lo sfondo alle vicende del consulting, concluse tragicamente. Operazione che ti è proprio riuscita perché sei stata brava a tirare tutti i fili sparsi della trama, ricostruendo uno scenario credibile e perfettamente IC, nella caratterizzazione di chi ha interagito con lui. Un buon pezzo. |
... Devo riprendermi... ho appena finito di leggere questa fantastica fanfiction!!! Giuro non so cosa dire. L'inizio, i primi capitoli sono stati davvero difficili da leggere! Assolutamente non per come è scritta (sempre DIVINAMENTE) ma per tutta la tristezza che traspare dai pensieri e dai gesti di John e Sherlock. Quando poi finalmente si sono riuniti, quasi non riuscivo a crederci! Fantastici i due capitoli dedicati interamente al rapporto tra i due a letto e non... e l'ultimo é davvero perfetto! Sposati e con un figlio, e una vita senza segreti e finalmente senza problemi di alcun tipo (Mary e avvocato compresi)... che sogno! |
Ciao :) |
Ho letto con molto piacere questa ff. Il tuo stile di scrittura è molto buono, corretto, scorrevole, intrigante. L'angst non mi ha pesato per nulla, anzi, è stato bello poter leggere questo approfondimento, e la costruzione della storia mi è parsa curata e assolutamente credibile. |
Ok, è stato un "volo a leggere il prossimo capitolo" che in pochissimo tempo si è trasformato in un "volo a leggere tutta la Fan Fiction". Ieri notte ho letto il secondo capitolo e fino alle 4 del mattino non mi sono staccata dalla storia, ma non ho recensito perché dal telefono è un'impresa degna di un eroe mitico. |
Riiiiiiieccomi! :) |
Ciao! Nuova lettrice! |
Ciao! ** |
Ciao ho appena finito di leggere la tua storia e volevo farti sapere che l'ho adorata. E' scritta molto bne, ricca di particolari senza risultare tediosa e sia John che Sherlock sono abbastanza ic da risultare piacevoli. Sai, ho sempre desiderato scrivere una Johnlock ma Sherlock è un personaggio così difficile e complicato che sono sicura mi verrebbe fuori troppo diverso. Perciò ti ammiro perchè nonostante i tuoi timori sei riuscita a fare un ottimo lavoro. Ciao ciao |
Questa storia è straziante! Giuro, leggendo i primi capitoli non facevo altro che piangere, tanto che alle volte mi son dovuta fermare per asciugarmi le lacrime e poi ancora proseguendo con la trama, m domandavo perché mi facevo tanto del male leggendone ancora. E te lo dico sinceramente, ho continuato a leggerla perché avevo notato il rating rosso e mi sono detta che se il rating era così elevato, allora ci sarebbe stata una lemon, o un bacio... insomma una scena d'amore tra loro due e speravo in un finale felice. E infatti piano piano le cose hanno iniziato ad aggiustarsi! Te lo giuro, penso che nessuna storia mi abbia fatto piangere come questa, sei davvero meravigliosa! è scritta benissimo e i sentimenti sono così chiari che li provavo anch'io insieme a loro. Ho trovato la rabbia di John perfetta, ma la cosa che mi ha straziato per davvero è stato il dolore di Sherlock, quella scena del matrimonio, secondo me è stata scritta in una maniera praticamente perfetta. Anche il finale è meraviglioso, e leggendolo hai la sensazione che valga doppio perché hanno sofferto tanto. Tralasciando che se all'inizio ero commossa per l'angst alla fine lo ero per la gioia. |