Hey eccomi finalmente. Io amo questa fanfiction e per leggerla aspetto il momento adatto per recensirla in modo perfetto (oltre che leggerla in tranquillità)
E così Juliet andò a vivere con Zayn e Jade con Niall. Che carini che sono tutti e quattro e mi fa piacere che hanno reagito "bene" alla notizie e tutto il resto. Anche perché altra scelta non l'avevano.
Comunque...Ora in pratica Juliet la salute di Juliet dovrebbe migliorare,anche se c'è quell'altra cosa che Zayn deve dirgli.
A te non piace questo capitolo? Io lo adoro. AHAHAH Vabbeh è scontato tanto.
Corro a leggere il prossimo e ti cito qui le mie parti preferite:
[Le sue parole risuonarono nella mia mente.
Vivere.
Insieme.
Con Zayn]
["Stai dicendo... che lo dovremmo dire a Jade?" domandai incredula, era un'idea che non mi era mai passata per l'anticamera del cervello. Non volevo metterla in pericolo, no. No, no, no.
"Prima o poi avrebbe notato qualcosa, e visto... visto la tua salute, è un po' improbabile che tu te ne vada via con uno sconosciuto così, casualmente. Sappi solo che non sarà indeterminato. Solo fino a quando starai meglio." era incredibile quando si preoccupasse per la mia salute, contando che era lui l'artefice dei miei dolori.
Annuì lievemente, mordendomi le labbra "E questo tempo determinato sarebbe...?"
"Non posso ancora dirtelo, mi spiace." abbassò il tono della voce.
"È... è carino quello che stai facendo per me. - mi guardò incredulo - Nel senso, escluso il nostro incontro, non mi hai uccisa, e ora potresti benissimo lasciarmi a rimettere gli organi chissà dove. Se posso dirlo in questi termini, mi hai ferita, ma stai cercando di lenire i dolori." avrei voluto aggiungere un ringraziamento, ma non lo ritenevo necessario.
"Non ti avrei mai potuta lasciare, su questo non ci sono dubbi. Penso che quello che ti abbia fatto sia orribile, e dentro di me mi sento malissimo, quindi è il minimo." mormorò.
Sorridemmo entrambi, per non pensare ad altro.
Feci per spostare una ciocca di capelli dietro l'orecchio, ma la sua mano sostituì la mia.
Sorridemmo entrambi.
Feci per aprire bocca, ma le sue labbra si posarono pronte sulle mie.
Sorrisi stupita.
Feci per approfondire il contatto, ma mi precedette anche questa volta.
Sorrise sulle mie labbra.
Il suo profumo fresco e leggero m'invase, scacciando via tutti i brutti pensieri e abbandonandomi al piacere.
Ci staccammo, non più sorridenti ma con un'espressione confusa sul volto.
"È-è meglio che ora vada. Devo andare a scuola." sussurrai.
"Penso che tu oggi la possa anche saltare - controllò l'ora - È ancora presto. Vieni, passo a prendere una cosa da Louis e poi ti faccio vedere dove abiteremo..." detto così suonava tanto - troppo - da giovane coppia innamorata]
["Sempre meglio che vivere tre in un camper, almeno. Penso che non ti serva portare grandi cose, alla fine non sei molto lontana da casa tua, un quarto d'ora a piedi e dovremmo esserci se ci sbrighiamo." spiegò dalla cucina, bevendo un bicchiere d'acqua.
"Per me va bene, supera le mie aspettative. E davvero, non è un problema, posso dormire sul divano, è spazioso-"
"Non se ne parla nemmeno, Juliet. Sul divano ci dormo io." intimò severo.
"Non so quanto costi la casa, ma sei pur sempre tu a pagarla e non mi sembra corretto…" non mi sentivo a mio agio a imbrogliare le persone.
"Ti ho quasi uccisa e potrei provarci di nuovo, se solo ti avvicini a quel divano. È chiaro?" rise mentre riprendeva in mano le chiavi.
"Se proprio insisti..." accettai pensando che forse la convivenza sarebbe stata piacevole: un letto comodo e niente sveglie all'insegna di dolori e sangue]
["Juliet, cosa ci fai qui?" domandò mano nella mano con Jade, che mi salutò imbarazzata. Era una situazione nuova per entrambe.]
[Ci sedemmo in salotto, e cominciò a narrare nei dettagli ogni singola cosa, o, perlomeno, tutte le cose che aveva detto anche a me. Ascoltai senza riuscire a guardare Jade negli occhi per più di cinque secondi.
Loro, d’altro canto, rimasero sempre più attoniti, non trovando parole per ribattere: Jade inizialmente era delusa perché non gliene avevo parlato, ma cominciò a capire, almeno più di Niall. Zayn era un abile oratore, descrisse alla perfezione, e penso che gli persuase anche della sua bontà. Dopo una mezz'ora di parole e una dimostrazione della sua forza straordinaria, il biondo si abbandonò contro lo schienale del divano.
Il silenzio era interrotto solo dal rumore delle macchine che passavano giù in strada, dove tutto era normale. Una normalissima banalissima giornata come tante.
"I-io non so cosa dire. Alla sprovvista, v-veramente è... è... nel senso, cazzo." iniziò a confabulare.
"Io direi che è solo un problema. Un casino. N-non riesco a capacitarmene... cosa succederà a Juliet dopo questo 'tempo determinato'? Cosa le succederà durante questo 'tempo determinato'? E dopo?!" mormorò Jade con gli occhi lucidi.
"In questi mesi potrebbe avere dei miglioramenti o dei peggioramenti. Dopo, custodirete il nostro segreto. Non vi vogliamo fare del male, non siamo quel genere di parassiti. Sappiate che però, se lo direte a qualcuno o tradirete la nostra fiducia, non potremo chiudere un occhio..." nemmeno Zayn sembrava convinto delle proprie parole.
Durante il lungo discorso, avevo capito che c'era qualcosa che non andava, qualcosa che non mi aveva detto, e che i fatti erano diversi da come li aveva raccontati. Più volte si era fermato e aveva cambiato l’inizio di una frase: qualche domanda in più e sarebbe potuto crollare. In quei giorni, in quelle settimane che avrei passato con lui, avrei dovuto scoprire il suo segreto, perché sentivo che mi riguardava troppo ma che al tempo stesso lui non lo voleva rivelare a nessuno, forse neanche accettarlo di per sé.
"Quanti siete? Nel senso, a Londra... è pericoloso..." chiese il biondo.
"Al momento, a Londra saremo quattro o cinque. In città solo io e Louis, che per il resto è mio amico e non vi attaccherà. I restanti sono fuori città, ma non possono avvicinarsi a voi. Se provassero ad uccidervi, sentirebbero che siete attaccati a me, e non ci riuscirebbero. Potrebbero ferirvi, ma non a quel punto. Vi ho sotto la mia Protezione ora, come se foste vittime, predestinate a me, e gli altri parassiti lo sentono. Una specie di barriera che, appunto, vi protegge. È una delle poche cose positive che sono in grado di fare ora... comunque nessuno ce l'ha con voi, non vedo perché dovrebbero. L'unico consiglio che posso darvi è di non addentrarvi in luoghi pericolosi da soli, tutto qui, e di non esagerare con l’alcool alle feste. Più facili da adescare." la sua voce ebbe un effetto confortante su di me, i miei amici non correvano nessun grande pericolo. ]
[Come mi aveva imposto, presi la camera da letto, mentre lui si accomodò sul divano. Era tutto molto strano, ci comportavamo come se fossimo amici da secoli, e forse era proprio l'energia vitale che mi aveva sottratto e che ora circolava nelle sue vene che mi rendeva così facile e piacevole stare in sua compagnia.
Più che probabile, in effetti.
Nel letto, quella sera, pensai a cosa mi avrebbe riservato il futuro, a quanto tempo avrei dovuto trascorrere con quel ragazzo, a come sarebbe cambiata la mia vita da quel momento. Dormii profondamente, come mai in vita mia, e quando la sveglia suonò preannunciando una giornata di scuola, mi sentivo più leggera ed ero in ottima forma fisica]
Ciao. Ciao. |