Recensioni per
Dove nascono le nuvole
di Francine

Questa storia ha ottenuto 173 recensioni.
Positive : 173
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
23/06/14, ore 16:25
Cap. 18:

Perché qualcosa mi dice che Milo è più un tipo da cani? ;)
Mi ha fatto impazzire che chiami l'animale per il suo nome generico con la maiuscola...ci manca solo che ne parli ai compagni come 'Voi-Sapete-Cosa'...Quell'uomo! XD
E comunque, Milo, tesoro mio bello, è inutile che t'arrabbi, il micio voleva giocare da solo! Se ha voglia di un umano, ti viene a cercare lui, non lo sai? *dobbiamo davvero insegnargli tutto, eh, Phi?*

Grazie per questa chicca! :D
JudithlovesJane

Recensore Master
23/06/14, ore 13:46
Cap. 18:

*sbatte la testa fortissimo contro il tavolo*

Vogliamo parlare cinque secondi del muso e dell'espressione che mettono su i gatti quando inseguono qualcosa?
Occhi dilatati, fauci socchiuse e orecchie a spoiler: li amo! ♥♥

C'è Milo, c'è Phi e questo felino dispettoso e arrogante - come tutti.
C'è un sentimento di quotidiano affetto che mi fa sorridere e mi deprime quando penso al finale.
C'è una coppia che mi piace moltissimo e che sono grata che tu abbia inserito.
Ci sono i miei complimenti, che non saranno mai abbastanza per queste piccole perle: grazie di cuore. ♥♥♥♥♥

*è tornato caldo: passa tè freddo*

Recensore Junior
23/06/14, ore 12:52
Cap. 18:

Eh la lungimiranza di Phi è qualcosa che scalda il cuore! E lui che le da ascolto perché, sì. perché è così che deve essere, dopotutto.
Perché tutti i grandi, che sino uomini o santi o dei, prima o poi, capitolano. Prima o poi vedono al di là delle cose. E i gatti, si sa, sono molto, molto, molto permalosi!
Baciottissimi

Recensore Master
20/06/14, ore 16:47
Cap. 16:

Io personalmente concordo con Aphrodite, ma senza meschinità, anzi con tutta la sincerità (e l'aria da gallina tonta) di cui sono capace.
Mu che dice "si faccia coraggio, passerà" sembra che stia parlando con qualcuno in un letto di ospedale XD
Però il fatto che non abbia una squadra di calcio da tifare perché il suo stato non esiste mette un po' di tristezza.
No, accidenti! Il Po-popo-popopo-poo ero quasi riuscita a rimuoverlo! Perché lo hai scritto?!
Comunque sì, Saori, tranquilla, passerà, nel frattempo dedicati allo shopping finchè i tuoi prodi guerrieri non saranno rinsaviti.
Perché sì, sono santi e tutto quello che vuoi, ma mettigli davanti un pallone e tornano uguali a tutti i maschi della terra -_-"

Recensore Master
18/06/14, ore 18:43

La notte prima degli esami, come dimenticarla. 
Quel momento in cui ti stacchi dal ritmo già programmato del liceo e ti butti nel mondo, appelli che saltano e professori indolenti, disciplina che devi importi e frustrazioni che sfoghi stringendo i denti e guadagnandoti un posticino in più. 
La notte prima degli esami è quando tiri le somme, quando ti confronti con quello che hai fatto e, se sei stato un buon insegnante, anche con quello che hai lasciato ai tuoi alunni, se ce la faranno e quanto gli costerà. 

Mi ricorderò sempre la mia prof. di filosofia contenta perché le avevo detto che le sue lezioni su Kant mi erano servite per il test d'ingresso all'università e niente, in quel momento a apprezzato tantissimo il rapporto insegnante-studente. 

Questa flashfic ha colto appieno quei sentimenti, i dubbi che colgono Marin e che non può mostrare al suo allievo - quando tutto il tuo lavoro è nelle mani di un altro. 

Bellissima e, per il mio debole cuore, anche malinconica. Grazie mille. ♥♥♥♥♥♥

*porge torta alla crema catalana*

 
(Recensione modificata il 18/06/2014 - 06:44 pm)

Recensore Veterano
18/06/14, ore 17:31

Ah, già, la notte prima degli esami. Momento inciso a fuoco nella mente di tutti, sia che l'abbia passata a studiare in preda al panico, fuori con gli amici per esorcizzare la paura...
...o a dormire come un sasso, come me. Perché l'ansia, a me, arriva appena chiudo il libro dopo l'ultimo ripasso, e la mattina dopo, cinque minuti prima di entrare in aula e sedersi.
E solo con l'orale. Il mio incubo personale dai tempi delle medie. Con tanto di dieci minuti di pianto tra le braccia della mamma perché pareva che non riuscissi ad esporre la tesina nei dieci minuti richiesti.
Adesso guardo i volumi da ottocento pagine su cui mi dovrò curvare e penso: "Ma sul serio mi ero preoccupata per quella roba?"
E sono passati solo due anni. Sia benedetto Zeus.

E' bello vedere il lato dell'insegnante, per una volta. Marin in questa storia incarna tutti i prof pieni di passione che durante l'anno ti facevano sudare per farti rimanere in testa un po' di sana cultura, ma numi celesti come spiegavano bene (ho avuto la fortuna di incontrarne un bel po' nella mia carriera scolastica), che in fondo soffrono un tantinello anche loro con gli studenti quando arrivano le buste con le tracce, o i colleghi della commissione esterna.

Mi permetto di rinnovare l'augurio di buona fortuna ai professori, ché a loro poveretti non ci pensa mai nessuno!
Ottimo lavoro, come sempre.
E scusa per la digressione sulla vita personale.
JudithlovesJane

Recensore Junior
18/06/14, ore 06:48

Ecco, grazie. Che oggi a parte la levataccia e i buoni propositi, vederli lì nei loro banchetti con il viso da agnello sacrificale sul patibolo, mi fa dire che no, non sono pronti per essere giovani uomini e donne, sono solo ragazzi. Hanno le labbra sporche di latte e fanno i saputi e scelgono facoltà impossibili e pensano a domani con ancora la speranza di farcela. Di sicuro. Nonostante l'avversario sia il doppio di loro. Nonostante le cinquecento flessioni...
Un abbraccio!

Recensore Junior
18/06/14, ore 00:27

Tu.fai.male.
Perchè questa è una pugnalata al cuore. Sappilo.
Vedi l'ora? Ecco. Io me ne sto qui, adesso, come Marin. E mi chiedo che esame mi faranno, i miei studenti, domani. Perchè sì, domani si inizia. E sarà giugno e non settembre. E sarà un esame in cui non si rischia (per fortuna) la vita.
Ma in fondo è il premo vero confronto che si ha, nella vita. Il dover rispondere ufficialmente di qualcosa. Come dici tu: studenti e professori. E io, i miei studenti, non li potevo mandare a far flessioni, se non ce la facevano a stare in classe. Purtroppo; che a volte una boccata d'aria fresca avrebbe giovato.
Sono di parte, in questa fanfic.
Troppo di parte. Mi ci rivedo in Marin. Mi ci rivedo nelle sue domande e nelle sue preoccupazioni. In quel ce la può fare che mi sono, che gli insegnanti si pongno, in ogni momento. Per cinque anni mentre vedono un ragazzino/a crescere e plasmarsi, e poi lo lasciano lì. Davanti a quella commissione, al "Cassios" di turno che sono assieme tanto forti e tanto fragili. Che gli faranno sputare sangue o forse polvere; che lo metteranno alla prova per testare il lavoro, il tuo lavoro, degli anni precedenti.
Ci puoi uscire con le ossa rotte, da quel confronto. Rotte rotte.
O ci puoi uscire con qualche ammaccatura e un pareggio. O ancora con la tua bella armatura lucente.
Io auguro a tutti di vincere! 100, 90 60 che sia, sia solo il proprio guadagno con impegno e fiducia e serenità!
E a te un grazie dal profondo del cuore!
Dieci anni fa la facevo io, la maturità.
E i "nostri" ragazzi mi erano accanto (più di quanto tu creda XD). Oggi, grazie a te, questa attesa da insegnante e non più da studente la vivo con di nuovo loro accanto. E un'insegnante d'eccezione con cui confrontarmi.
GRAZIE!

Recensore Junior
15/06/14, ore 21:54
Cap. 16:

E certamente, ché, in fondo, sono uomini, maschi, quindi il parallelo ci sta, ci sta eccome! Anche con la birra ghiacciata, con quella trepidazione negli occhi, quel fischio d'inizio che sembra una tromba dell'Apocalisse.
E poi tutti noi abbiamo un ricordo particolare, una partita del cuore che ci riporta agli anni d'oro. Come quella Milan-Steaua 4-0, con i cori in giro per la città e i bandieroni, in macchina con mio padre, che allora non aveva ancora 30 anni.
O i mondiali in Italia nel 90, che io ho seguito dalla Grecia, col tricolore fuori dalla casa dei nonni.
Ecco, la tua storia mi riporta a questo, ai ricordi, al tifo, ai sorrisi, ai cortei per la vittoria, alla delusione della sconfitta.
E all'acqua di rose XD
Un bacissimo!!

Recensore Master
15/06/14, ore 19:19
Cap. 16:

*squittisce. Squittisce più forte. Sviene*

No, vabbé, mi arrendo: questo capitolo vince la settimana, senza contare il pensiero di un Cancer che saltella in mutande davanti alla televisione. 

*sbava*

Bellissimo ritratto di una quotidianità che trascende il fatto di essere Saint o meno, uno spaccato di vita che mi ha fatto sorridere (soprattutto al pensiero di Mu - il sempre calmo Mu - che incita la sua nazionale IN MUTANDE. Sì, oggi ce l'ho con le mutande, non so perché)

Centordici complimenti, davvero deliziosa. ♥♥♥♥♥♥♥

*porge biscotti alla Nutella con zucchero a velo*

 

Recensore Veterano
15/06/14, ore 19:18
Cap. 16:

Tu...donna...tu hai appena realizzato il mio sogno. GIURO. *si prostra ancora in preda a risate incontrollabili. I Gold mi guardano male-malissimo, ma chissene!*

Il Santuario in febbre da Mundial è qualcosa di supremo! Chissà se Al ha attaccato bandiere del Brasile allo stipite della Seconda?
E che il Giappone le ha prese dalla Costa d'Avorio, ho paura di sapere in che stato mentale sono i Cinque dell'Apocalisse...non essendoci né la Cina né la Russia a 'sto mondiale, per chi potranno mai tifare Shiryu e Hyoga? Riesco ad immaginare Ikki che minaccia di morte l'arbitro...ah, no, scusa, quello è Kanon...e DM, ma lui non ha avuto motivi di farlo, almeno non nella scorsa partita! Erano già tutti resuscitati, nel 2006? Perché non oso pensare cosa possa aver fatto quel debosciato! *non sa se ridere o essere inquietata. Camus ha appena fatto una faccia BRUTTISSIMA. Deve avere delle pessime rimembranze, anche perché il cancretto sta sghignazzando come uno psicopatico.*

Ma sai che cosa mi ha uccisa più dell'immagine di Milo, Saga, Kanon e Aiolia che si disperano bestemmiando o di Shura che infierisce su qualunque cosa puzzi di Olanda o Shaka e Mur che si staranno guardando come per dire 'e noi da quando gestiamo un asilo nido'?
Vedermi davanti la scena di Julian Solo, POSEIDONE, che sbircia i risultati col telefonino sotto la tovaglia! #morteviolenta #lerisateciseppelliranno

Posso concordare con Saori sui ventidue uomini in mutande che corrono dietro ad una palla (fossero dei maschioni come i rugbisti, almeno!), però mi diverto un sacco a compilare i calendari con i gironi e poi l'atmosfera è contagiosa...

Meglio che vada, DM insiste per provare i cori da stadio. Da quando ha scoperto che non sono stonata non mi lascia in pace un secondo. Anche perché prima smette, meno probabilità ci sono che Camus e Shura gli spacchino la faccia. Di nuovo. Aggiungendosi a Kanon, Phro, Aiolia, Milo, Ikki...*ragazzi, se proprio dovete picchiarvi, fatelo FUORI DA CAMERA MIA! E mettetevi in fila, che diamine!*

JudithlovesJane

Recensore Junior
15/06/14, ore 19:00
Cap. 16:

Premesso che, per me, il calcio è e resterà sempre quello di Holly e Benji e che proprio ancora non riesco a capire che gusto ci sia a guardare una partita senza potersi azzardare ad aprir bocca, altrimenti si rischia il linciaggio; aggiungiamoci pure che vedere 44 uomini (almeno i gatti della canzone erano un'immagine di infantile bellezza) correre come dei pazzi dietro ad una palla (magari mettessero un decimo di quell'entusiasmo nei lavori domestici!), non riuscirò mai a capirlo.
E no! Non si tratta di femminismo, sessimo o simili.
Io proprio non capisco.
Ma tralasciando questo, riemergo dai libri per commentare questa piccola perla che ci regala uno spaccato di quotidianità e vita che fa male. Sì: da male. Un male quasi ironico, quasi tragico.
Perchè li vedi, questi cavalieri. Li vedi e ti accorgi che sono solo ragazzi. Ragazzi che cercano di raccattare dalla vita quel poco di quotidianità che ancora è loro concesso. Quel qualcosa che li restituisca ad un'altra esistenza, a quella che hanno difeso sputando sangue e denti e che, in fondo, non conoscono davvero.
Per questo fa male. E per questo è così bella, così umana. Come lo è Saori.
Estranea come dea al modno dei suoi cavalieri, con cui condivide tutto e cui non può sostituirsi; estranea come donna a quella febbre che li ha colti tutti, dal primo all'ultimo, e che ha rispormiato solo chi, in fondo, non conosce il concetto di "tifoso" per assenza di "squadra prima".
E a quell'ossessione maschile, fatta di voci che Saori, in fondo, ascolta con un sorriso di piacere, con una punta di materno (o femmineo) divertimento, fa da perfetto contraltare lo svago di una ragazza che nella stessa circostanza si riapporpia della sua "umanità", di quella leggerezza e frivolezza che la dea non può permettersi.
E poi quel coupe de theatre.
Quell'elegante concessione di un pranzo fra amiche, per evitare di litigare con un uomo che terrebbe una mano sulla sua e l'altra sul cellulare per seguire le partite.
Ho amato quel rimando a Julian. L'ho amato tantissmo!
Voglio vederne ancora, di loro quadretti, della loro relazione (?).
A presto (spero!^^).
E bravissima come sempre!

Recensore Junior
15/06/14, ore 18:57
Cap. 16:

Popopopopopopooooooooo...spero che Fiona non se la prenda troppo e si unisca al trenino mio, di Françoise, Tonio e Mask (o che almeno non ci tiri dietro troppe maledizioni). E dopo l'esplosione di gioioso tifo, lasciami dire quanto mi sia piaciuto che con i solito, pochi, azzeccatissimi tratti tu abbia mostrato un altro spaccato della vita dei Saint. Senza nemmeno il bisogno di nominarli, tutti questi scalmanati li hai inquadrati a puntino. Anche la reazione di Saori, che ha capito serenamente quanto sia meglio prenderla con filosofia, la rispecchia per come l'hai fatta apparire nelle tue storie. Ed infine, non può non far ridere allegramente l'immagine di Julian che sbircia i risultati delle partite sotto un chicchissimo tavolo da ristorante millemila stelle Michelin. Good job!

Recensore Junior
09/06/14, ore 14:27

Mi piace il gioco dell'ipocrita, che in greco vuol dire attore. Mi piace il gioco di Saga, che porta il nome di un dio, esattamente come Aiolos. Mi piace il teatro che hai evocato fatto di colori, di mare, di cose concrete e quotidiane, esattamente come i mostri del buio. Quella parte di noi, che abbiamo tutti, chi più chi meno, che emerge a spizzichi e bocconi, un po' come il riflesso della luna sull'acqua.
quella parte nella quale, per citare Dimitra, "non devi andarci da sola", severa, come la raccomandazione di una madre apprensiva.
Ma Saga, che è troppo circondato dalla luce, per vedere le ombre, lui ci va eccome, e ci sguazza, perché il peso di quel sole è troppo forte.
...e alla fine diventa attore, ipocrita, e vittima di se stesso...

Recensore Master
09/06/14, ore 13:33

*stritola*

C'è qualcosa nella tua prosa che mi incanta - mi costringe a volerne ancora e ancora e ancora.
Questo ritratto del dualismo di Kanon e Saga è spettacolare.
I due personaggi si compensano, lottano, si affiancano brevemente ed entrano in scena sovrapponendosi, ostacolandosi - fino a quando non è solo Kanon a prevalere.
Ci sono poi alcune frasi, come le nuvole, che per darsi coraggio a vicenda si accoccolano sulle tegole del cielo che introducono il nucleo centrale della storia e che mi fanno impazzire ogni volta, perché hanno un loro forza visiva che non deriva dalla brutalità o dall'eccesso, ma dall'abilità chirurgica di sapere come e dove tagliare.
Questo capitolo è una piccola perla, fattelo dire. Complimenti! ♥♥♥♥♥♥

*porge gelato. Che gusto vuoi?*