Recensioni per
Il giorno in cui sparì il Cavaliere Nero
di VeronicaFranco

Questa storia ha ottenuto 198 recensioni.
Positive : 198
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
06/02/16, ore 15:54

Mi dispiace non aver recensito tutti gli ultimi capitoli ma avendo poco tempo, ho preferito arrivare in fretta fino a qui! Adorabile storia! Bellissimo il percorso che porta Bernard ad innamorarsi di Rosalie, riuscendo a mettere da parte l'atteggiamento aprioristico di rifiuto di Oscar e di tutto ciò che da lei proviene, compresa Rosalie, appunto. Bello anche Bernard e il suo fervore da ragazzino, istintivo, non filtrato dalla maturità. Ed è Rosalie che con la sua dolce fermezza, la tenera caparbietà. ..inizia a cambiarlo....E ora? Riuscirá a liberarla dalle grinfie della Polignac?
Fantastica Veronica.....alla prossima!
Un bacio .
Sandra

Recensore Master
06/02/16, ore 02:55

Scusa il ritardo ma credo manchi ancora qualcuna " all'appello".Ho avuto problemi di salute e non.
Passo immediatamente al dunque: il capitolo è diviso in due parti:- un confronto chiarificatore fra Bernard e André, velato di chiaroscuri di detto e non detto che restano sospesi nell'aria ,pesante di reciproca reticenza, un'urgenza da parte di Bernard di rintracciare il prima possibile la ragazza che sente di amare di cui teme per la sua incolumità ,e al tempo stesso un misto di senso di colpa che fatica a rimuovere verso André che in modo sotterraneo gli scava la coscienza ma Bernard ' come un bambino, vorrebbe autoassolversi e dimenticare in fretta.
La seconda parte e' ancora più drammatica ed emotivamente sofferta perché ci fa scoprire una contessa Polignac ben più malvagia e ostinata di quella dell'anime che, nonostante il suicidio della sua secondogenita e il rifiuto della prima figlia giustamente di prendere il suo posto per soddisfare i capricci e la bramosia di potere materni, persevera nell'errore/orrore di trattare Rosalie come una bambola nelle sue mani non una persona con diritti e libertà da rispettare.
A sua "discolpa" sebbene soltanto parziale, c'era la consuetudine in quei tempi ,di combinare matrimoni di interesse non solo fra regnanti(Maria Antonietta e ' l'esempio più classico) ma anche fra ricchi casati nobiliari.Ho letto di Anglee (vero nome di Charlotte) nata nel 1768 (mentre sulla nascita di Rosalie c'e'un doveroso punto interrogativo visto che Ikeda e Dezaki danno tempi e anni diversi alla storia)mi risulta sia stata sposata a 12 anni e mezzo e a 14 aveva già il primo figlio. Chissà magari, come sostieni tu nei commenti, sarà stato il suo ANCHE, col tempo un matrimonio felice , avranno aspettato abbastanza mesi prima di "consumare", tuttavia x la nostra società contemporanea, sono sempre definiti sposalizi forzati e abuso di minore (accadono in India o in Africa ancora oggi) perciò, sebbene contestualizzando il tutto alla sua epoca, mi riesce difficile se non impossibile giustificare l'animo crudele di Yolande memore del motto " errare umanum est , perseverare est diabolicum"
Perdona gli errori e la forma scorretta ma non ho riletto ed è notte fonda sono stanchissimo ma non posso dormire.Oggi va'cosi'. La prossima volta ti prometto una recensione decente. Ciao!
(Recensione modificata il 06/02/2016 - 11:30 am)

Recensore Master
02/02/16, ore 20:47

Veronica perdona il ritardo.
Un capitolo che si puo' dividere in due parti.
Nella prima Bernard e' sempre piu' determinato e preoccupato,cio' che gli racconta Andre' di Rosalie non gli fa dubitare che lei non provi piu' nessun desiderio di vendetta per la Polignac,parla con il cuore,e' sicuro di conoscere l'animo di Rosalie. ( Che tormento immaginare Andre' cosi' sofferente da non riuscire neanche a pronunciare il nome di Oscar)
E continua ad avere dei sensi di colpa verso Andre' Bernard,visto che esita e un po' di imbarazzo lo prova nel togliersi la maschera. Sensi di colpa che pero' soffoca confortato dall'idea che Andre',seppur con un occhio solo,ci vede e puo' guidarlo. E qui la voglia di spargergli un po' di sale sulla ferita torna!
Nella seconda parte la Polignac,carogna come nell'anime,non si piega neanche davanti al ricordo di Charlotte e la povera Rosalie non puo' che sperare che Bernard la trovi presto. Comunque questa brutta avventura le sta servendo per capire che qualcosa prova per Bernard.
Non ci resta che aspettare pazientemente il seguito.
Scusa ancora per il ritardo.
Anna

Recensore Master
02/02/16, ore 17:25

E’ veramente una tosta questa Polignac. Non si arrende mai.
Su Rosalie io personalmente ho delle teorie molto particolari ed è un personaggio che non mi sta molto simpatico.
Invece a te probabilmente piace e ne ammiri una forza che io non le riconosco.
Bellissima come sempre la tua narrazione.
E’ una ragazza fortunata. Anche sta volta qualcuno verrà ad aiutarla...

Recensore Master
02/02/16, ore 11:28

Capitolo decisamente interlocutorio, suddiviso in una parte ''al maschile'' in cui troviamo Bernard e Andre e una parte '' al femminile '', con il duro scontro tra Rosalie e sua madre.
Riguardo alla prima, commovente il senso di colpa che ancora affligge il giornalista e che lo fa esitare a togliersi la mashera...ma nello sguardo di Andre anche stavolta non legge rimprovero, né odio...e la maschera cade definitivamente, svelando l'uomo che è veramente, un uomo innamorato che non ha dubbi né incertezze nel comprendere Rosalie, pur conoscendola da così poco tempo. Se André, nonostante l'affetto,ha infatti un momento di incertezza, Bernard col cuore sente che ''non lo farebbe mai''. Ed evidentemente qualcosa suggerisce ad André che l'uomo che ha davanti ne sappia più di lui sulla donna che Rosalie è diventata.
. Nella parte relativa a Rosalie e a Madame de Polignac troviamo invece una Rosalie comunque fiera a dispetto della prigionia, e che non esita ad accusare la madre delle peggiori nefandezze. La Polignac in realtà non è molto diversa da altri nobili del tempo, in fondo matrimoni combinati anche tra figli in tenera età non erano una novità... la novità è questa sua spietata filosofia sulla vita, che però non la preserva da quel piccolo cedimento al ricordo di Charlotte; ma è solo un breve momento di debolezza, per questa figlia estranea e ribelle non ci può essere pietà. Aspetto quindi la cavalleria (!), e spero che si sbrighi ad irrompere....unica nota positiva, la prigionia sta costringendo la dolce fanciulla a riflettere e a rivedere molte molte cose... un bacio!

Recensore Master
01/02/16, ore 08:43

Il tuo Bernard qualche senso di colpa se lo fa venire, ma é rapido al cedere alla rassicurazione: sì ci vede, tanto male non va. Ancora molto infantile in questo.
Più deciso nello scegliere di salvare Rosalie.
André invece è spento, ed anche il lasciar fare finale rientra in questa stanchezza esistenziale; in altri momenti non avrebbe ceduto.
Rosalie è sfinita, cede alla made, anche se immagino che, se la farai infine cedere al sonno, la troveremo più combattiva.
Più interessante di tutto, il punto di vista della Polignac sui deboli ed i forti, e quel momento di spiegazione su Charlotte, il fatto che non avrebbe lasciato che avvenisse ...prima del tempo. Vaghe giustificazioni, che perlomeno dimostrano come ci abbia pensato, come forse sia stata sfiorata dal dubbio persino lei.
Brava!

Recensore Master
01/02/16, ore 00:16

Bernard è una persona schietta, che ha intenzioni buone verso la giovane Rosalie; tutto il contrario della perfida Polignac, Rosalie adesso lo ha capito! Il confronto tra André e Bernard era doveroso.

Recensore Master
19/01/16, ore 12:29

''Quando la maschera cade...'' è il titolo perfetto di questo capitolo quasi d'azione, in cui però s' inserisce il mirabile confronto tra Bernard e André, che porta allo svelamento di colpe e verità. Mi hai emozionato tanto Veronica, perché se da un lato ci fai vedere il tormento di André, inserendoti ad hoc, subito dopo lo strappo, nella trama originaria (e vederlo così sofferente mi commuove sempre, non ci posso fare niente!), dall' altro in un crescendo di pathos porti Bernard non solo a scoprire che André soffre per amore di Oscar, ma soprattutto che ha perso l'occhio ferito...e la colpa è soltanto sua. Ecco quindi che come se si squarciasse un velo, egli vede sia le.conseguenze del suo gesto che la grandezza dell'uomo che ha di fronte, troppo giusto per serbare rancore. Inevitabile allora diventa il lacerante rimorso, celato anche in quelle scuse dolorosamente accorate dopo l'opportuno ''bagno'' , scuse che non sono legate alle maniere forti usate per farlo riprendere dalla sbornia. A questo proposito, mi è piaciuto molto come hai impostato la.loro drammatica conversazione, sarà che sono sempre affascinata dalle grandi amicizie tra uomini (colpa dei tre moschettieri secondo me, era il mio libro preferito da ragazzina!) e forse perché penso, non so se utopisticamente, che in questo siano migliori di noi, capaci magari di allearsi per uno scopo comune o di mostrarsi più facilmente solidali tra di loro. Da qui (oltre che dal buon cuore del nostro André) nasce la spedizione per liberare Rosalie...e l'ultima maschera a cadere è involontariamente il terribile segreto legato alla sua nascita. Bello bello bello...mannaggia che mi tocca aspettare due settimane ancora!! Un bacio Silvia

Recensore Master
18/01/16, ore 22:52

Ti confesso che questo confronto lo aspettavo...e mi sembra più logico e naturale di quello eventuale con Oscar. Perché "lei" resta sempre un po' "antagonista" nell'immaginario di Bernard, almeno fino alla sua progressiva "metamorfosi"...perché ha bisogno di "sapere" per ritrovare Rosalie, però non si vuole ancora "confondere" con lei. Perché mi piace che Bernard dia modo alla frase sibillina di lei detta poco prima di lasciarlo andare nel suo "rifugio" ( "Andrè ha dimostrato di essere più uomo lui del Cavaliere Nero"), di trovare una spiegazione...
Dato il "momento" pensavo proprio che Bernard giungesse a casa Jarjayes nel bel mezzo di una bufera. In realtà la "bufera" si è da poco scatenata e lui si ritrova a tentare di rimettere il guinzaglio ai "demoni" di Andrè. Si ritrova, suo malgrado, testimone quasi impotente di un dramma e quasi per caso pianta i semi di un'amicizia futura, senza averne avuto l'intenzione...
Ma tutto il dolore di Andrè si rovescia inesorabilmente su di lui. Anche questo "riconoscerlo",questa strana empatia che si crea involontariamente al solo osservarne i gesti sono chiari segni del percorso di Bernard verso una totale "maturità".
Poche volte ho letto di un Andrè tanto straziato, vinto, disilluso, perso...così tanto da confessare quasi il suo inferno a quello che, a tutti gli effetti, sarebbe un perfetto estraneo. Paradossalmente non narra i suoi tormenti ad Alain ( almeno non ancora) che a tutti gli effetti ne diventa amico: in questo frangente lui è ancora l' "oblio", colui che cerca di anestetizzare le sue paure ed allontanare i suoi spettri.
Bernard è un po' il "suo spettro": colui che lo ha ferito, colui che gli chiede di "lei", che gli ricorda fin dove la sua agonia può arrivare...forse il suo "specchio". Gli intima di togliersi la maschera e lo ammonisce sulle conseguenze: riconosce in lui sé stesso, l'assurdità di una vita vissuta cercando di non far crollare gli argini della Verità. L'ostinata caparbietà nel voler nascondere l'evidenza, nel tentativo di domare il fuoco di quell'Amore che , nascondendone malamente le braci, è divampato inesorabile incenerendo in un attimo sogni ed illusioni.
Credo che Bernard non abbia agito così impulsivamente verso Andrè, solo per la necessità di averlo "presente", ma anche per una sorta di "cruda generosità" come tu la definisci...che poi, scoperta tutta l'amarissima realtà ( la menomazione permanente)sulla sua sorte e sulle sue scelte, diventa la base sincera di quell'empatia di cui prima facevo cenno..e che diventerà poi amicizia.
Certo nemmeno Andrè si smentisce mai. Nonostante l'animo scorticato dai recentissimi avvenimenti, non nega il suo appoggio ad un uomo che ( neanche poi tanto velatamente ) ha sempre segretamente "rispettato" e che in quel momento vede determinato a raggiungere il suo obiettivo, a rispondere all'unica legge del cuore.
Immagino che Andrè nel ruolo di "guest star" ci abbandoni presto...im fin dei conti "questa" non è la "sua" storia...ma vederlo da quest'angolazione, del tutto nuova e particolare, in qualche modo lo ha ulteriormente "completato" ai miei occhi..
Ormai te l'avranno detto in molte: alla faccia della "storiuzza"!!!
Aspetto sempre fiduciosa che si ripeta la tua "magia"...a presto!
Tamara Alessandra.

Recensore Master
18/01/16, ore 13:46

Ciao Veronica
quale maschera cade? Quella di Bernard o quella di André?
Perché André ha sempre indossato una maschera, quella di un uomo che non ha sogni,aspirazioni,sentimenti. Che vive all'ombra della donna soldato senza nulla chiedere e nulla essere mai.
Poi una notte tutto cambia e Bernard lo incontra quando è più vulnerabile, solo,non completamente lucido per l'alcool,completamente cosciente nel suo dolore.
E Bernard scopre la verità, lo ha privato di un occhio,ma lui lo ha perdonato,sembra quasi felice André che solo un suo occhio abbia visto andar via Oscar. Seppur colpito,ora Bernard non sembra essere colpito da tutto il peso del senso di colpa,c'è Rosalie da salvare.
E chissà che questa missione non aiuti anche André ad uscire dal tunnel di dolore kn cui è entrato.
Non è una storiella se riesco ad avvincere così.
Alla prossima.
Anna

Recensore Master
17/01/16, ore 16:55

Chiamala "storiuzza"!! :Secondo me è uno sbaglio sottovalutare le enormi potenzialità narrative e lo spessore umano e morale che stanno emergendo da questa bellissima storia. Certo che la fiction avendo come protagonisti due personaggi secondari non particolarmente amati, anzi, direi, a volte ostili, non ha riscosso fra le lettrici lo stesso tripudio di ammirazione di altre storie centrate su Oscar,tipo Rivoluzione o le amicizie pericolose; invece secondo me questa tua meriterebbe a pieno titolo una menzione speciale all'interno del fandom:ben costruita, mai banale, gestibile quanto a lunghezza di capitoli ed infine verosimile,anzi gemella dell'originale Lady Oscar solo ovviamente ampliata dov'era davvero necessario un focus o un chiarimento a punti interrogativi rimasti nell'aria da sempre.
In questa tua geniale fiction il linguaggio prolisso e le scene zuccherose che non tutti adorano (....) non trovano spazio; é l'immagine a dominare , è il dialogo, ed e'l'azione a caratterizzare nel quadro generale come nel minuscolo particolare ogni singola sequenza, sempre emotivamente all'apice del pathos
Per fare solo un esempio cito il sorprendente inedito confronto fra Bernard e André, tu li hai resi giganti, entrambi senza maschera oramai, uno vive smascherato accanto al proprio dolore, cieco da un occhio ma col suo amore impossibile visibile alla luce del sole l'altro, sebbene orgogliosamente non lo dimostri, ha ritrovato, tolta l'arrogante facciata, la sua umanità nascosta.
André con la bottiglia in mano, lo spettro della cecità e la consapevolezza di aver perduto per sempre il suo grande amore, mi ricorda quell'André dell'anime che incontra il mendicante invalido, colui che con tanto buonsenso lo conforta e lo invita a non perdere mai la speranza. ....
Le parole che fai dire ad André nel suo delirio semi cosciente sono emblematiche, "Il mio occhio è morto, viva il mio occhio che non l'ha vista andare via " solo per questa frase evocativa di altro e di acuta rimembranza, il capitolo sarebbe da incorniciare.
C'è infine da sottolineare che Bernard avvicinatosi ad André e reso partecipe del suo conflitto interiore, pur non potendo fare nulla , gli offre una ragione valida per rendersi utile, stavolta protagonista della sua vita , collaborando con lui, in autonomia a perorare una giusta causa, non al servizio dei soliti nobili da difendere o i superiori da obbedire e Oscar da proteggere
E 'un passo fondamentale di crescita personale di André, tale parentesi gli permetterà in quei giorni di estrema solitudine e colpevole frustrazione di non impazzire di dolore o danneggiarsi la salute con gli effetti nocivi che l'abuso di alcool comporta.
P.S.:mi ha fatto sorridere la tua nota di fine capitolo, io avevo profetizzato vero l'incontro fra André e Bernard senza Oscar, ma a quanto pare non sono stata l'unica!lo spoiler te l'hanno fatto già altri! Non ti piace ma e ' andata così. ....le tue lettrici sono molto attente! Ciao a presto!
(Recensione modificata il 18/01/2016 - 12:22 am)

Recensore Master
17/01/16, ore 10:16

Nonostante il titolo, questa volta ti concentri su André, visto attraverso il filtro di Bernard.
Che non sa, però intuisce, la maschera di ubriachezza (solo a metà), di voluta disperazione, e che comprende che qualcosa di grave deve essere accaduto.
Che si stupisce del perdono, e forse per la prima volta prova a sentirsi in colpa.
Che si ritrova aiutato, quasi fin troppo, quasi suo malgrado.
Ora sono da un lato curiosa di vedere come svilupperai l'avventura, dall'altro mi chiedo se Bernard sarà una leva per altro o se lascerai cadere questa parte.
Scritto bene, fluido, scorrevole, reso leggero dall'inserimento della canzone da bettola, molto visivo e godibile.
Brava.

Recensore Junior
17/01/16, ore 00:25

Uelà, ma che capitolo emozionante..Con l'entrata in scena di André si fa tutto più interessante e più avvincente..Certo la sua sofferenza qui è al top, e questo fa soffrire anche noi, ma la sua presenza farà prendere nuovi sviluppi a quest'avventura di Bernard..Innanzitutto sarà utile per Bernard stesso e per la sua intrusione a Versailles negli alloggi della Polignac..e poi spero che serva a Bernie e Rosalie, a far loro rendere conto della fortuna che hanno..di essere innamorati e di poter stare insieme liberamente..Certo che chi l'avrebbe mai detto, sti due mi stanno riuscendo quasi simpatici, mi fanno addirittura tenerezza, soprattutto lui, che si è già scoperto molto innamorato di lei..Alla prossima lettura, bellezza!
(Recensione modificata il 17/01/2016 - 12:33 am)

Recensore Master
16/01/16, ore 23:08

Bel capitolo Veronicuzza,
entra in scena André e questo mi piace assai...
Anche pecchè... tu sei bravissima a tratteggiare le persone e infatti ci rendi benissimo l’idea del senso di abbandono di lui e della sua idea chiara in merito alla risolutezza e alla testardaggine di Oscar...

Recensore Master
16/01/16, ore 21:15

Bernard e André sono amici perché uniti dal dolore; la disperazione alcolica di André è evidente, Bernard da vero amico lo scuote; André ha certamente un piano.