Ciao, Shilyss!
Con immenso piacere riesco, finalmente, a passare da questa meravigliosa storia (che, tra l’altro, ho riletto ieri mattina mentre aspettavo di entrare al supermercato, per cui grazie per la compagnia!).
Immagino di avertelo già detto, ma sono veramente felice di avere iniziato a leggerti, perché le tue storie sono davvero stupende, e ogni volta resto ammaliata dalle tue parole e dalla tua abilità nel tratteggiare universi sempre nuovi per i tuoi Loki e Sigyn.
Credo ci voglia davvero una grandissima bravura per riuscire a mostrare sempre gli stessi due personaggi in così tanti contesti, rimanendo fedeli alle caratterizzazioni dategli, riuscendo ogni volta a dare l’impressione di qualcosa di interamente nuovo e originale: davvero, non ci si potrebbe mai stancare di questa coppia, non importa quante storie tue si leggano! Sai sempre creare una varietà così vasta di innovazioni e nuove interazioni tra i due, senza mai snaturare la natura del loro legame e il mito che li vuole inevitabilmente uniti, da incantare ogni volta. Personalmente sono deliziata da ogni nuova storia che leggo e sempre più contenta di avere iniziato a leggerle: sono storie che sanno di casa, perché si sa già chi si incontrerà e come sarà, e allo stesso tempo sono meraviglie tutte nuove da scoprire, lasciandosi incantare dalle tue parole.
Credo di averti già ripetuto più volte quanto ami il tuo stile e come tu sia bravissima ad adattarlo a ogni nuovo contesto, ma in questa storia in particolare mi ha conquistata ancora di più: si è fatto da fiaba a sua volta, mi pareva di essere tornata bambina ad ascoltare le anziane del paese raccontarci storie seduti nella piazzetta del paese.
Ho veramente adorato come poi non raccontassi una storia sola, quella eterna di Loki e Sigyn, ma anche un’infinità di altre storie nascoste nella narrazione, da Fáfnir alla spada Gramr: pareva davvero di ascoltare uno skáld narrare antichi miti, collegandoli a tanti altri in un meraviglioso mosaico (anche perché, alla fine, nella mitologia tutti i miti sono in qualche modo legati agli altri).
Ma ora passo ai personaggi!
Avrò già detto anche questo, ma resto incantata ogni volta a vedere come sai tratteggiare Loki, mantenendolo sempre coerente a se stesso, in personaggi così diversi tra loro. E, beh, chi meglio di lui poteva incarnare la strega del mare che ordisce inganni ai danni della povera Ariel… ehm, Sigyn?
Ammetto di essere a mia volta caduta nelle sue trame come la povera Sigyn, non avevo davvero colto che fosse stato sempre lui a presentarsi a Sigyn e farla innamorare sin dall’inizio: che lei avrebbe finito per amarlo mi pareva una certezza (come potrebbe eludere il destino intessuto dalle Norne per lei, dea della fedeltà destinata in qualsiasi mondo a trovare il dio degli inganni?), ma che fosse stato Loki sin dagli inizi non me lo sarei mai aspettata. E dire che dovrei ben sapere come il dio sia solito programmare con estrema accuratezza qualsiasi piano! E probabilmente era già tutto lì, in “Erik” che dice a Sigyn come sia bella con la coda (e quando mai avrebbe potuto vederla senza?) e la affascina con i propri racconti, ma hai saputo costruire tanto bene l’intreccio da convincere anche me che quello fosse realmente un umano disgraziatamente naufragato su Asgard.
E poi abbiamo Sigyn, così innamorata e fedele (!) a quell’idea di cosa sia l’amore che si è fatta in una sola notte, da rinunciare a tutto pur di raggiungere l’uomo che crede di amare, e così infrange i divieti di Padre Tutto (mi è piaciuto moltissimo l’uso di questi epiteti, come i Nani fabbricanti di gioielli, contribuivano ancora di più a rendere l’atmosfera dei racconti narrati oralmente), pur sapendo quanto questo potrebbe costarle e trovandosi a pagare un prezzo altissimo, più del previsto. Eppure, come è nella sua natura, non smette di cercare di essere fedele a quel mortale e all’amore che crede di provare, anche quando inizia ad avvertire attrazione per il dio che l’ha ingannata. Il lettore lo sa che, inevitabilmente, lei e Loki saranno destinati a incontrarsi (e lo spera, perché è impossibile leggere le tue storie senza finire per innamorarsi di questi due), eppure non si può non sentire sulla propria pelle e vivere a propria volta il dolore della giovane per non essere corrisposta da Erik e anzi trovarsi inaspettatamente a desiderare il dio (non credo proprio che alcun mortale potrebbe mai realmente competere con lui).
Ho davvero adorato l’intreccio di elementi tratti dal cartone Disney e la fiaba di Andersen, come il finale amaro che vede il matrimonio di Erik con un’altra e la consegna del pugnale perché Sigyn uccida i due sposi e si salvi. Eppure, il tuo di pugnale deve colpire l’uomo amato, e allora Sigyn si reca da Loki. Loki che si sa che non la salverà, ma che è l’uomo che lei ama – è stato davvero un bellissimo rivolgimento nella trama per cucirla addosso a questa coppia!
Ancora più bella, sicuramente, è la lezione che Sigyn apprende tanto dolorosamente a proprie spese, per cui l’amore, quello vero ben lontano dall’infatuazione, si alimenti dell’anima, della conoscenza, e soprattutto dello scambio di idee, pensieri, racconti, motivo per cui un mezzo di comunicazione da parte di entrambe le parti della coppia le serve, per poter amare ed essere a sua volta amata. E, ancora una volta, delle parole di chi potrebbe innamorarsi se non di quelle di Loki, affabulatore per eccellenza?
Insomma, immagino si sia ben capito quanto io abbia amato questa mini-long e sia sempre più affascinata da questi infiniti universi in cui narri di Loki e Sigyn, e spero tanto che questa recensione finale (sono una persona terribilmente curiosa, non è che potevo leggere un capitolo per volta, dovevo assolutamente sapere come andava a finire, e subito!) e infinita non ti abbia annoiata.
Ti rinnovo i miei complimenti, sei sempre bravissima e leggerti è ogni volta un grandissimo piacere!
Un abbraccio e a presto,
Maqry |