Recensioni per
Pills of Johnlock
di Darlene_

Questa storia ha ottenuto 28 recensioni.
Positive : 28
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
04/02/20, ore 20:31
Cap. 13:

Quel che concatena le Drabble di questo tredicesimo capitolo, il "Fil rouge" se così possiamo dire, è il passato. Un passato precedente, e anche di molto alla serie e che c'entra in special modo con Sherlock. Parto dall'ultima perché è quella che più mi ha colpita, sarà per la presenza di Eurus che non mi aspettavo minimamente e che tu hai inserito mostrandoci uno scorcio di lei e di Sherlock da bambini. Interessante, e anche tanto, è fatto che sia il suo punto di vista al centro della scena. Lei ha tessuto questa trama sottile e terrificante e lo ha fatto per un unico motivo ovvero giocare con suo fratello. Da pazzi davvero, a pensarci. Ancora non mi capacito di quel personaggio, ma anche per altre ragioni. Ad ogni modo, Eurus e le sue considerazioni che arrivano in un momento in cui già tutto è successo. Victor, Barbarossa, è morto. Lei lo ha ucciso e Sherlock ne piange la morte, non era pronto a dirgli addio. E come si potrebbe? Trovo incredibile la freddezza che hai delineato in lei, il suo averla ritratta bambina eppure tanto gelida e spietata, certamente sociopatica, in un'immagine che la serie ci ha mostrato a piccoli pezzi e di cui noi abbiamo dovuto tanto inventare. Ti sei imbarcata in un'impresa dolorosa e difficile, il sole cento parole era da pazzi, e il risultato ferisce e stordisce come è giusto che faccia.

Le altre due Drabble sono relativamente più tranquille, se così possiamo dire. Nella seconda abbiamo Sherlock e la droga, in un periodo che si intuisce essere prima della serie, dall'assenza di indizi che conducono a John. Notiamo Mycroft, forse Lestrade? Di certo un'ambulanza. In un primo momento avevo pensato tu l'avessi collocata dentro The Abominable Bride, ma poi mi sono ricreduta. Credo che il fulcro sia ancora Eurus, ancora la morte di Victor e che questo sia uno Sherlock giovane e perduto in luoghi del suo palazzo mentale che non riesce a sbrogliare. Non sappiamo a quale caso si riferisca, ma se c'entra il suo palazzo mentale di certo è qualcosa di legato al passato. E infine c'è la prima, che analizzo per ultima perché me la sono tenuta per il più bello. Affascinante e anche molto interessante (ormai l'ho ripetuto un'infinità di volte, lo so). Mi piace sempre tutto ciò che è legato a John e al pre-Sherlock. Qua è giovane, e ancora non è andato in guerra. Sta per succedere, ma intanto lavora in ospedale. Non sappiamo se militare o meno, non sappiamo nulla. Neanche dici il nome del paziente che gli è capitato sotto mano. Noi sappiamo che è Sherlock, la magrezza, la denutrizione, l'essere a digiuni, sono già il primo sintomo che si tratti di Sherlock Holmes. La certezza arriva soltanto dopo. Beh, trovo affascinante che si siano incontrati prima di A study in Pink. Io ritengo che un incontro loro nel passato avrebbe avuto conseguenze simili a quelle che conosciamo nella serie, cambiando la loro storia, ma non sappiamo nulla di questo incontro se non la determinazione di John, che arriva molto ben chiara e forte, così come ogni sentimento che trapela dalle tue Drabble.

Come sempre hai fatto un lavoro egregio.
Ora corro a recensire l'ultima.
Koa

Recensore Master
04/02/20, ore 20:16
Cap. 12:

Ciao di nuovo, torno a lasciarti le recensioni che mi restano. Ho notato che la raccolta è segnata come completa, presumo quindi che la challenge sia finita. Un po' mi dispiace, ma ho ancora un pochino da recuperare...

Anche queste Drabble mi sono piaciute davvero tanto, ma non ce n'è davvero una che non mi sia piaciuta. Nella loro semplicità e brevità riescono a emozionare e a riportare con la mente a specifici eventi che riguardano la serie di Sherlock BBC. Perché ormai ho capito che ciò che collega più o meno tutto è il missing moment. Forse non "missing moment" in senso stretto, ma ogni Drabble è legata in qualche modo alla serie. Viaggi sempre dentro ai limiti del canon, la sola sostanziale differenza sta proprio nel fatto che in tutte queste Drabble, Sherlock è innamorato pazzo di John e soffre per la lontananza e per questo amore non dichiarato. John è più un mistero invece, anche in queste tre Drabble per esempio... non è chiaro cosa provi per Sherlock, non lo è mai stato del tutto e sicuramente non ha mai fatto nulla per oltrepassare la soglia. In effetti e in questo devo essere onesta, quell'avvertimento slash mi aveva lasciato intendere altro, ma sono contenta anche così perché il dolore di Sherlock, questo amore non ricambiato, mi tocca sempre nel profondo e mi piace sempre tanto da leggere. Certo, mi sarebbe piaciuto leggere anche di una loro gioia magari come coppia. In questo caso ci muoviamo nella terza stagione che è credo il periodo che più hai trattato. Molto interessante la Drabble scritta dal punto di vista di John, in cui vediamo anche Mary e dove intuiamo la sua opinione in proposito. In apparenza radersi è un gesto da niente, ma quella frase di Mary buttata là un po' con ironia e scherzando, lascia in realtà intendere anche un certo disagio da parte sua. Io l'ho sempre pensato. John che è il suo compagno, l'uomo che ama non si rade perché lei glielo chiede, ma lo fa solo ed esclusivamente perché Sherlock ha fatto un commento a riguardo. Un commento in negativo, ovviamente. E questo credo che in una piccolissima parte ferisca Mary, ma siamo comunque ancora all'inizio. Sherlock è appena tornato e lei non lo conosce proprio. Qui però analizziamo John e il suo punto di vista. John che sa, però mente a se stesso e questo è rilevatore di un John in un certo periodo della serie. Ciò che trovo ancora più interessante è l'accenno alla ferita ancora aperta. Ferita che ovviamente c'entra con la menzogna di Sherlock in merito alla sua morte. Ed è come se John trovasse in questa ferita aperta, una giustificazione alla bugia che racconta a se stesso ovvero il "non mi rado per Sherlock Holmes", che è una cosa da niente, ma anche no. Ma è anche un pochino seria, in questo caso lo è senz'altro. Insomma, hai centrato la complessità di John, le bugie che racconta a se stesso mostrandoci anche per un istante Mary, davvero ben fatto.

Molto bella anche la Drabble che racconta della domanda di fare da testimone. Qui il punto di vista cambia, è quello di Sherlock. Di nuovo intuiamo il suo disagio nello stare accanto a John, un disagio che sembra perenne. Il suo rendersi conto di parlare tanto con John, di trascorrere tanto tempo insieme, ma il sapere di non dirsi mai le cose che contano. A The Lying Detective, che è un punto avanzato della serie, quasi stentano nel considerarsi amici. Sherlock e John non parlano mai di niente d'importante e di certo di niente che riguarda i sentimenti. E mi piace molto che Sherlock lo percepisca, che senta il proprio disagio. La concatenazione di pensieri è breve, siamo pur sempre sotto le cento parole, ma ci conduce verso la richiesta. E lì ci si trova davanti il senso di inadeguatezza di Sherlock, il suo rendersi conto che John lo considera così tanto suo amico e il suo non sentirsi amico di nessuno. Il non aver mai pensato di poterlo essere, almeno. Ma soprattutto il capire di non riuscire a far trapelare il giusto terremoto emotivo, infatti Sherlock appare di sasso. La scena è comica, fastidiosamente comica nella serie. A me ha urtato per il tono leggero, in realtà c'è molta pesantezza in questa immobilità di Sherlock. Sottolinea tutta la sua solitudine, il fatto che non abbia mai avuto amici né relazioni come ce l'ha con John. Il suo essere convinto che mai di nessuno avrebbe potuto essere il "best man". Ed è molto triste, ma al tempo stesso è una delle ragioni per cui amo così tanto Sherlock e questa serie.

L'ultima Drabble che analizzo, invece, vede Sherlock rendersi conto dei cambiamenti. Di nuovo c'è tanta sofferenza, tanto senso d'inadeguatezza. E soprattutto c'è solitudine. Non è più come una volta e tutto ciò che Sherlock ha sperato di ritrovare è andato perduto, almeno parzialmente. Non è solo per le spinte e i pugni, non è per la rabbia, ma è per il rendersi conto che non è come Sherlock ha sognato a lungo. C'entra col fatto che John non capisca cosa ha passato e cosa gli è costato. Trovo che in questo, le tue Drabble siano quasi brutali. Analizzano la realtà per come l'abbiamo vista nella maniera più dura, mostrandoci uno Sherlock solo e sofferente, con accanto un uomo, John Watson, che non lo capisce e forse non arriverà mai a capirlo del tutto. Davvero molto triste.
Alla prossima!
Koa

Recensore Master
03/02/20, ore 09:19
Cap. 11:

Ed eccomi già subito qui, a lasciarti una recensione. Questo credo sia il capitolo (o serie di Drabble che dir si voglia) che mi è piaciuto di più. Sarà che "The Great Game" è ancora oggi uno dei miei episodi di Sherlock preferiti, ma in tre Drabble di pochissime righe, hai ricalcato perfettamente l'intero episodio. Dalla noia delle prime righe, dal senso di inadeguatezza e solitudine che Sherlock sente, un'apatia data sicuramente dalla mancanza di casi e di conseguenza di stimoli cerebrali che lo tengano un po' sveglio. Sino alla famosa scena della piscina, osservata qua da due punti di vista. Il primo è quello di John, che nella seconda Drabble si ritrova a domandarsi chi sia quel tizio con un abito fatto su misura, che sembra matto da legare e che gli ha messo un giubbotto imbottito di Semtex addosso. Di Moriarty non ci dici molto, soltanto ciò che John recepisce ovvero che è un tizio molto elegante che però pare lo voglia vedere morto. La breve osservazione che fai di lui, così come il pensiero rapido di poter morire che gli attraversa la mente nelle primissime parole della seconda Drabble, viene spazzato via quando vede Sherlock. Gli appare quasi come una visione, e cancella ogni sentimento negativo, ogni pensiero riguardo alla morte che ha fatto. Ha paura di morire, ma non solo perché ha paura anche di fare del male a qualcuno pur non volendolo. E poi arriva Sherlock e allora John diventa consapevole del fatto che è lì per salvarlo, per mettere ogni cosa a posto e questo sembra bastargli.

Nell'ultima Drabble invece la situazione viene vista dal punto di vista di Sherlock. Ti dico che mi sarebbe piaciuto tantissimo leggere anche qualcosa dal punto di vista di Moriarty, in questa scena, ma anche così va benissimo. Sherlock arriva alla piscina e sa perfettamente cosa sta succedendo, fa un accenno al gioco con Moriarty, conosce bene la sua intelligenza (o almeno la sta scoprendo poco a poco), ma per quanto ora la noia della prima Drabble se ne sia andata, per quanto la sua mente sia ora più stimolata, tutto ciò di cui gl'importa è John. E questa è una nuova consapevolezza della quale Sherlock si rende conto in quei frangenti. Capisce che John sta per morire e che lui non lo accetta. Anzi, la sola idea lo blocca e lo manda nel panico più totale. Lui ha bisogno di John, ha bisogno di lui e non vuole che tutto finisca ora. Di nuovo, mi ritrovo a pensare che è quasi un peccato che tutto sia così breve. Sarebbe stato molto interessante anche vedere tutto questo esplorato in un qualcosa di complesso. Certo, anche così mi piace moltissimo sia chiaro...

Proseguirò prestissimo a recensire i capitoli che mi mancano, intanto complimenti.
Alla prossima.
Koa

Recensore Master
03/02/20, ore 09:07
Cap. 10:

Ciao, sono rimasta indietro con questa raccolta di Drabble. Non mi ero affatto dimenticata di dover recuperare queste mancanti, ma nel fine settimana mi sono data alla scrittura intensiva e di leggere non ho avuto praticamente tempo. Inizio ora a lasciarti un commentino veloce a questa, e man a mano recupererò anche le altre.

Ho notato che di tanto in tanto i capitoli hanno un filo conduttore che va a unire le tre Drabble in questione, più o meno evidente, in questo è indubbiamente il ritorno di Sherlock dopo i due anni di lontananza a causa del super-lavoro per distruggere la rete di Moriarty. Non sono del tutto sicura che la terza sia da ambientare in quel preciso momento della serie, ma senz'altro avviene dopo quel momento (almeno nella mia testa è così). Ad ogni modo mi piacciono i fili conduttori, l'idea che ogni Drabble sia in qualche modo legata a una successiva o precedente che sia, per trama, ambientazione, eccetera. In questo caso il fulcro resta Sherlock per tutte e tre le Drabble. Uno Sherlock a cui è mancato il suo dottore in una maniera che definirei viscerale. Uno Sherlock che arriva quasi a farsi piacere l'essere spintonato a terra e soltanto perché in questo modo può avere un contatto con lui (tra l'altro, giusto ieri sera nel gruppo Johnlock commentavamo quel momento lì). E John che naturalmente non si rende conto di niente, in nessuna delle Drabble che ho letto finora, John si era reso conto della portata del sentimento di Sherlock. Un amore che anche qui ci appare come disperato e totalizzante. Un sentimento che viene fuori molto bene dalla maniera in cui Sherlock si fa curare e accarezzare dal suo John. C'è molto hurt/comfort tra queste righe, ma in nessuna mai mi è pesato che ci fosse. Lo trovo sempre molto leggero e in fin dei conti naturale, John è un dottore e col lavoro che fa, Sherlock si ferisce spesso. Quindi ogni contesto è verosimile, questo è un fattore che tengo molto in considerazione quando leggo Hurt/Comfort, perché non amo particolarmente il dolore gratuito e spesso ne ho trovato leggendo storie di questo genere. Non è, come ho detto, questo il caso. Ogni Drabble mi è sembrata sempre sensata nel quadro generale. Certo mi farebbe piacere che Sherlock avesse una gioia ogni tanto, anche se piccola. Perché dal primo capitolo è una mazzata dopo l'altra, senza sosta praticamente. Anche questo è verosimile purtroppo, hai ritratto personaggi non dissimili da come li immagino io. Sherlock, che non fa capire nulla di sé per quanto sia innamorato perso. E John che non sa niente, non capisce niente e non si rende conto mai di ciò che prova Sherlock. Anche se d'altra parte, non mi sento di dare a John ogni colpa, capire Sherlock Holmes non è affatto semplice.

Ma sto divagando... anche questo capitolo mi è piaciuto complimenti. Dovrei fare in tempo a recensire anche il prossimo.
Koa

Recensore Master
25/01/20, ore 09:43
Cap. 9:

Questo capitolo è, credo, tra i più angst o comunque drammatici che hai scritto sino a questo momento. Gira tutto attorno a The Lying Detective, il peso di quell'episodio (uno dei miei preferiti oltretutto) lo si percepisce in ogni parola che hai scritto. Ognuna ha un proprio peso specifico, non è leggera né facile da digerire. Eppure è necessaria, ogni tanto serve anche trattare questo tipo di dolore. A me poi piace particolarmente leggere cose del genere, anche dove c'è frustrazione come in questo caso. La droga fa da collante, ma non soltanto. La droga è una conseguenza del dolore di Sherlock. Lui arriva a drogarsi dopo la morte di Mary non soltanto per riconquistare John, ma perché non riesce a gestire la solitudine e il pensiero che potrebbe rimanere solo per il resto della sua vita. Lui ha bisogno della droga, per evadere e spegnere il cervello. Ci sono passaggi in queste tre drabble che conosciamo benissimo, a iniziare dall'incontro con Eurus, che Sherlock crede una cliente come un'altra. La figlia di Culverton Smith per la precisione. Questo Sherlock strafatto che senza rendersene conto registra dettagli sulla "cliente" in questione, che vede un John seduto sulla sua poltrona che sa perfettamente non esserci, a mio avviso trasuda dolore da tutte le parti. Quello è uno Sherlock dal cuore spezzato e in ogni passato Cumberbatch ce lo ricorda con la sua magnifica prova d'attore. E poi arriviamo alla seconda drabble. La linea temporale non è consequenziale, anche se il periodo resta quello. Sherlock qui è apatico, non ha quasi più voglia di lavorare perché farlo non lo diverte più. E il divertimento era ciò che lo spingeva, assieme alla curiosità, a svolgere questo insolito lavoro di consulente investigativo. Ma senza John e con un peso così grande da portare, che senso ha? Sherlock non lo trova e infatti il suo caso diventa uno soltanto, degli altri non gl'importa ormai più niente. Lui deve riconquistare John. Pare quasi imperativo, se non dovesse riuscirci... beh sappiamo che alla fine ce l'ha fatta, ma a che prezzo? E soprattutto cosa sarebbe successo se John non lo avesse più seguito? Se non lo avesse perdonato, o meglio, se non avesse ammesso che in realtà Sherlock non aveva nessuna colpa? Io credo che se fosse successa una cosa del genere, Sherlock si sarebbe distrutto sino a morirci. Ne sono assolutamente convinta.

La terza Drabble non è più allegra, né meno pesante da digerire anzi. Là ci racconti proprio quel momento, quello più discusso e meno tollerato dai fan. Comprendo la ragione, ma a me è piaciuto tantissimo lo stesso. E forse la ragione è che è un momento disturbante e, di fatto, sbagliato. Trovo ingiusto che Sherlock colpevolizzi così tanto se stesso e trovo insopportabile la maniera in cui John arriva a dare a Sherlock colpe assurde, non solo d'aver ucciso sua moglie, ma anche quando non capisce come abbia fatto a uccidere Magnussen, dandogli quasi dell'assassino che uccide senza senso. Ci sono passaggi legati a John, in quell'episodio, che mi hanno fatta imbestialire. Eppure amo tantissimo questa scena, perché mostra tutto il dolore di Sherlock. Colui che per anni è stato descritto dal fandom come un robot. Ma soprattutto mostra la debolezza di John, mostra il suo lato oscuro. Fa capire che John non è un essere perfetto, che sopporta tutte le stranezze di Sherlock Holmes con eterna pazienza. Ma è un essere umano che sbaglia e che qui commette il più grosso errore della sua vita. Uscirne non sarà facile, ma questo è comunque solo l'inizio.

Alla prossima.
Koa

Recensore Master
25/01/20, ore 09:30
Cap. 8:

Ciao, eccomi di nuovo a recensire questa molto ricca raccolta che continua a interessarmi capitolo dopo capitolo, ogni giorno di più. Sono molto contenta di trovare così tanti aggiornamenti e così tante belle Drabble da leggere. E a questo proposito... in questo capitolo, il filo conduttore è meno evidente che nelle ultime che ho recensito l'altro giorno. Là era la terza stagione oppure il pre incontro e la vita di John prima di Sherlock Holmes. Qui invece trovo sia Sherlock stesso il filo conduttore. E anche nella prima in cui hai usato un punto di vista interno, dove il narratore è John stesso ed è lui che racconta ciò che accade dal suo punto di vista, beh, anche allora trovo sia Sherlock Holmes il solo protagonista. Nelle due successive è in realtà molto facile trovarcelo. La seconda parla di un argomento in realtà molto delicato che, intuiamo sia dai ricordi mostrati che dai racconti di Mycroft e Sherlock sulla loro infanzia, che non è senz'altro la prima volta che Sherlock viene bullizzato in questo modo. Sarà anche una persona a cui piacciono cose insolite, sarà che ha una passione per il macabro e sarà anche che non prende una lira dal lavoro che fa per Scotland Yard, il che potrebbe considerarsi strano o quanto meno atipico, ma sta di fatto che agenti come Donovan non fanno altro che bullizzarlo e trattarlo malissimo quando dovrebbero baciare la terra su cui cammina, e questo a me ha sempre fatto imbestialire. Sherlock risale con i ragionamenti lungo la strada che dalla parola "freak" a mio avviso intraducibile in italiano, ma il cui elenco che hai fatto rende molto bene l'idea, e arriva sino a rendersi conto che in realtà gl'importa che la gente lo chiami in quel modo. Certo che gliene importa a nessuno scivolano davvero addosso certi insulti o accuse di vario genere, io credo tanto meno a una persona sensibile come lo è Sherlock Holmes. La Drabble però non è drammatica in questo senso, ci mostri il dolore e il lato peggiore dell'essere umano, ma ci fai vedere anche un faro di speranza. Una luce nella nebbia. Sarà strambo per qualcuno, ma per John è unico e questo scalda il cuore di Sherlock, e rende questa seconda Drabble molto più leggera di come sia iniziata. Quindi sì, la seconda è incentrata su Sherlock, ma anche la terza in cui abbiamo sempre John di riflesso, in cui abbiamo Mary presumibilmente morta poco. In cui c'è Sherlock che prega, per la prima volta in vita sua. Il breve ragionamento su Dio sarebbe stato bello approfondirlo, per il semplice fatto che l'argomento Sherlock-Dio-Religione lo trovo molto affascinante, ma mi rendo sempre conto che sono Drabble e che quindi ci sono dei limiti di parole da rispettare, che sono già difficili da mantenere di per sé (questo lo so bene, credimi). Certo, comunque sia è stato interessante che tu abbia inserito quel breve ragionamento. Sherlock non ha mai creduto in Dio, ma crede in John Watson e soprattutto conosce bene la gestualità religiosa. E quindi prega John in ginocchio, ha bisogno di redimersi. Non di lavarsi la coscienza, ancora crede di aver ucciso Mary, come ci ricorda il finale. Deve solo chiedere perdono, ne ha bisogno. Non conosciamo la risposta di John in questi passaggi, ma temo non sia delle più rosee. Ad ogni modo, anche la prima a mio avviso parla di Sherlock. Devo ammettere che non ho mai creduto troppo nello Sherlock inappetente a vita. Io sono convinta che Sherlock non mangi durante i casi, perché l'atto lo distrae, ma non che faccia storie in generale nella vita. Anche perché nella serie mangia spesse volte, specialmente dolci. Quindi non sono mai troppo d'accordo con questa visione del personaggio, ma appunto è una visione e apprezzo comunque ciò che hai scritto. Anche perché ricordo sempre che sono scritte per un gruppo Hurt/Comfort e in un certo senso quella prima Drabble è Hurt/Comfort. John si prende cura di Sherlock, in un certo senso. Molto particolare la scelta della prima persona, se non sbaglio questa è la prima volta che cambi narrazione, mostrandoci la prima persona. Diciamo che sono rimasta sorpresa ecco, ma mi è piaciuto molto come l'hai gestita.

Alla prossima.
Koa

Recensore Master
24/01/20, ore 15:22
Cap. 7:

Ciao, eccomi di nuovo. Come accennavo ho saltato il capitolo sette perché le storie sono identiche a quelle del capitolo 6, ma intanto recuperò questo capitolo e poi, quando correggerai, passerò direttamente a quello. Anche qui, come per l'altro capitolo, il sesto, c'è un filone narrativo e se là era la terza stagione e tutto ciò che ne derivava, qua invece è quel periodo di cui sappiamo poco che c'è poco prima del primo episodio. Un'epoca affascinante a mio avviso e il cui approfondimento da parte del fandom altro non fa, a mio avviso, che sottolineare quanto John sia in realtà rinato dopo l'incontro con Sherlock. Incontro che qui non viene mostrato direttamente, ma di cui notiamo le conseguenze. Il John Watson della prima Drabble è già profondamente diverso rispetto a quello dell'ultima. Nella prima, si trova ancora sul campo di battaglia. Gli hanno appena sparato, ma tutto ciò a cui pensa non è potrebbe anche morire (se non per quel colpo, magari per un colpo futuro sparato da qualche altro nemico), no, il suo primo pensiero è che dovrà lasciare l'esercito. Ciò di cui sappiamo di John Watson è che ha concepito l'esercito come la sua famiglia e lasciare il campo di battaglia, ma anche i compagni e soprattutto l'idea di non avere più una divisa da portare, sono state un peso enorme per lui. Tanto che come sappiamo tutto questo gli mancava. E quindi il John sconfitto della prima Drabble, quello che medita il suicidio della seconda, incontrano Sherlock Holmes e tutto cambia. Ottimo lo stratagemma del post del blog, un passaggio solo in cui ci fai capire quanto si senta già rinato, quanto l'adrenalina abbia già fatto il proprio dovere e soprattutto quanto John sia rimasto affascinato da Sherlock Holmes. Se non sbaglio, tra l'altro, usa anche parole simili a queste... Mi è piaciuto molto anche il fatto che tu abbia citato Mike Stamford, una figura molto ignorata, ma che a me piace sempre ritrovare in qualche fanfiction. Lui è stato importante, è stato il primo a essersi reso conto che Sherlock e John potevano avere qualcosa da condividere e non soltanto un semplice appartamento. Letteralmente Mike salva entrambi. Dalla noia, dalla solitudine e da una vita monotona. Sebbene in modi diversi, perché anche Sherlock è stato salvato da John Watson. Ha ritrovato la sua umanità perduta, ha scoperto il piacere di avere degli amici o qualcuno a cui volere bene. Insomma, hanno trovato entrambi una ragione in più per vivere. E questa sensazione viene molto fuori dalla tua storia.

Complimenti e alla prossima.
Koa

Recensore Master
24/01/20, ore 15:09
Cap. 6:

Ciao di nuovo, avrei voluto passare ieri sera a dire il vero, ma ero troppo stanca per lasciare delle recensioni. Le leggo comunque tutte quante adesso intanto che ti lascio qualche parere.

Sempre parlando di continuità, argomento che come ben sai è venuto fuori moltissimo nelle passate recensioni, in questa serie di tre drabble l'ambientazione è una soltanto, il che significa che un minimo di continuità contestuale c'è ed è quella della terza stagione. Il punto di vista cambia dalla prima alle successive due e credo, per quanto tutte bellissime, che le seconde due siano quelle che mi sono piaciute di più. Vuoi per intensità emotiva, che è molto più incisiva nella seconda e nella terza... l'aiuto arriva sicuramente dall'aver collocato le due Drabble in un momento molto delicato della storia, entrambi i quali riescono efficacemente e mostrare la debolezza di John, ovvero Sherlock. Nella seconda la causa scatenante di certi sentimenti, su tutta la gelosia, è Janine e la familiarità con cui interagisce con Sherlock. Sappiamo che è una finta, sappiamo che Sherlock non ci ha fatto niente, ma sappiamo anche che John non lo sa. E quella scena in cucina con la semplice espressività facciale di Martin Freeman, vale molto più di mille parole e frasi. Lui è geloso di Sherlock, Sherlock sostiene che ha per lui una sorta di ossessione e la gelosia ne fa certamente parte. In questa drabble il ragionamento che fa è per forza di cose molto veloce e la successione di pensieri non è intricata, però è invece molto chiara. Janine cammina per l'appartamento del 221b mezza nuda e chiama Sherlock con un nomignolo. Lei lo può fare, John (che ha sempre voluto) invece no. John è geloso, John è innamorato però è sposato da più o meno un mese e con un'altra persona che tecnicamente dovrebbe amare. Eppure non è di Mary che John è geloso, ma sempre e solo di Sherlock. Questo la dice lunghissima e infatti alla fine della drabble arriva anche un mezzo "Ti amo" che butta là subito dopo aver ammesso di odiarlo. Ma si sa che odio e amore sono facce della stessa medaglia. Così come il desiderio, John è lui che vuole e basta. Nell'ultima drabble addirittura John si spinge oltre. C'è, in quest'ultima breve storia, un miscuglio molto netto di sentimenti. Paura e sollievo, perché hanno appena sparato a Sherlock, ma anche amore. Tanto amore, che John esprime con un bacio rubato. Uno che non ha, ancora, il coraggio di dare a Sherlock alla luce del giorno, ma che ruba qui perché felice che sia sopravvissuto. Ciò che viene fuori molto bene comunque, è la frustrazione di John. Il vivere una vita che non gli appartiene del tutto, l'amare invece una persona che lui per primo reputa impossibile è un po' una costante di questa raccolta di brevi storie. Finora John non ha ancora trovato il coraggio di aprirsi con Sherlock, anzi a malapena ne ha trovato per ammettere con se stesso che cosa prova. Di conseguenza arrivano molti sentimenti negativi che lo riguardano, finora il mio desiderio più grande è schiaffeggiarlo e proteggere Sherlock da ogni male. Il che è più o meno la mia costante dalla terza stagione in avanti.

Infine due parole sulla primissima delle tre Drabble. Una hurt/comfort in piena regola. Scritta dal punto di vista di Sherlock. Uno Sherlock che è chiaramente appena tornato dai due anni di assenza e che riflette sul fatto che quella è la prima volta che John si concentra totalmente su di lui invece che su Mary. Forse mi azzardo a dire che è addirittura felice d'essersi fatto male. Naturalmente non in modo serio, ma ha tutta l'attenzione di John e reputo Sherlock una persona sufficientemente egocentrica, ma soprattutto bisognosa di affetto da formulare pensieri di questo genere. Insomma, lo trovo molto IC. Una visione che comunque corrisponde alla mia, di "visioni" in merito a Sherlock, il fandom ne ha diverse. Questa è quella che si avvicina di più a quella che ho io. Anche per questo mi sta piacendo questa raccolta.

Corro a leggere le prossime...
Koa




Ps. Te lo dico direttamente qui dato che me sono accorta soltanto adesso, le drabble del capitolo 7 sono identiche a queste del capitolo 6. Certamente si tratta di un errore, ma intanto te lo segnalo. Comunque ora passo al capitolo 8.
(Recensione modificata il 24/01/2020 - 03:12 pm)

Recensore Master
22/01/20, ore 20:12
Cap. 5:

Se dovessi definire con poche parole questo quinto capitolo, o meglio le tre drabble che le compongono, direi che è una bella: variazione su tema. Il tema sono sempre John e Sherlock, la Johnlock. La variazione sta nel fatto che in tre drabble hai toccato così tanti punti diversi che forse neanche una long di mille e mille parole avrebbe sfiorato. Nel primo si ha quasi la sensazione di trovarci dentro a un AU. Non ho altra spiegazione a quella Drabble. Sappiamo che Sherlock è rimasto pulito dalla droga almeno fino a The Sign Of Three, dove John di certo non lo conosceva da poco. Ho quindi presunto che dovesse trattarsi di un universo differente, uno in cui uno Sherlock che ha conosciuto da poco John Watson, è già preda della droga. Per la precisione di una cristi d'astinenza, il che vuol dire che si sta disintossicando e proprio grazie a John, che alla fine gli dice un "ti amo" che ammetto mi ha colta in contropiede. Qui è tutto diverso, lo sono John e Sherlock e probabilmente lo è stato anche il loro primo incontro. Non sappiamo altro e quasi mi dispiace, per la prima volta mi piacerebbe saperne di più. Ma invece tutto resta in ombra, lasciato al non detto. Se ce la farà Sherlock a disintossicarsi e cosa ne sarà di loro in futuro, questo non lo sappiamo. Forse però basta quel "ti amo" a spiegare tutto e a farci capire come andranno le cose. Per questa prima Drabble sottolineo anche la citazione al teschio, mi è piaciuta molto. Un riferimento "all'amico" di Sherlock citato nei primi episodi e poi quasi del tutto dimenticato da quelli successivi.

La seconda è invece molto interessante. Perché siamo concentrati interamente su John e sulla sua gelosia. Qua siamo nel pieno del caso di Irene Adler e John è roso dai dubbi, dai tormenti ma questa volta sono di genere amoroso. Sherlock ama quella donna? Sherlock lo amerà mai? Quell'episodio a mio avviso sottolinea alla perfezione il complesso d'inferiorità di John nei confronti di chiunque ritenga più intelligente e abile di lui. Lui si sente piccolo e stupido, poca cosa se paragonato a una persona come Irene Alder, che invece è bella e intelligente e pare avere tutto per essere all'altezza di un genio straordinario come Sherlock Holmes. E quindi rimugina, e si ha un po' la sensazione che John stia marcendo assieme a questi pensieri. O almeno è il sentore che ne ho avuto io. Si chiede se Sherlock lo amerà mai e ho amato questo gesto della mano sulla spalla. Sherlock lo vede rimuginare e gli dà un conforto, senza però sapere che è lui la causa di quei tormenti. Se si trattasse di chiunque altro avrei detto che in realtà sapeva, ma Sherlock Holmes è lento in queste faccende sentimentali e allora... se non si parleranno non ci arriveranno mai, ma davvero mai. Purtroppo.

Nella terza invece ci catapulti dentro a un mondo, o meglio un periodo temporale, del quale sappiamo davvero poco e per quel poco intuiamo sia stato anche parecchio violento e tormentato per Sherlock. Che è stato torturato ne abbiamo la certezza, a cosa stesse pensando nei momenti più bui possiamo invece intuirlo. A tornare a casa, a tornare da John... non sono pensieri poi così assurdi. Al contrario sono perfettamente naturali. Ciò che colpisce è la forza delle tue parole. Lo stile, e qui parlo per tutte le storie che hai scritto finora, mi piace sempre molto. Lo trovo incisivo e che arriva in maniera importante, lo fa come già avevo avuto modo di osservare, attraverso la chiarezza dei termini che usi, la violenza delle parole oltre che l'immediatezza del significato, più che attraverso l'emotività. Eppure colpisce e anche molto.

Per ora è l'ultima che leggo, ma dato che hai detto che scriverai molto allora aspetto aggiornamenti.
Alla prossima.!
Koa

Recensore Master
22/01/20, ore 19:59
Cap. 4:

Ciao, rieccomi di nuovo qua e molto prima rispetto al previsto. Anzitutto permettimi di dire, che lasciarti queste recensioni è davvero un piacere. Mi piace sempre recensire gli autori, quando le storie sono così belle poi, è ancora più piacevole.

Per passare invece alle drabble. Dunque, nella precedente recensione avevo accennato al fatto che l'ordine era un po' sparso, cosa che per altro tu confermi nelle note autore di questo capitolo, ammettendo che in effetti non c'è un ordine logico. Conoscendo eventi come quello a cui stai partecipando, mi rendo perfettamente conto che seguire un ordine mentale è pressoché impossibile. Tuttavia in questo quarto capitolo, le tre drabble si susseguono in quello che potrebbe essere considerato come un ordine vero e proprio. Prima c'è Reichenbach, con la sofferenza che per questo fandom è un tormento che si può dire eterno, con questi Sherlock e John separati e che soffrono ognuno per motivazioni differenti. Il primo perché ha dovuto mentire e dovrà continuare a farlo per altri due anni, che ha detto addio alla sola persona che abbia mai amato in vita propria. Mentre il secondo, che ha visto il proprio migliore amico, l'unico di cui si sia mai davvero fidato (e al primo impatto aggiungerei), buttarsi dal tetto di un palazzo. Sono speculari queste sofferenze, simili eppure molto diverse ma una cosa ce l'hanno in comune ovvero il fatto che l'uno senza l'altro non esiste.

Nella seconda drabble ci ritroviamo dopo il ritorno di Sherlock, al matrimonio di John e Mary. Sono passati due anni ed è cambiato tutto nella vita John. Sherlock invece è rimasto fermo, ha girato il mondo, ha distrutto la rete di Moriarty e il suo nome è stato riabilitato, ma il suo cuore è rimasto in un luogo ovvero al 221b di Baker Street, a Londra, con John. Si può dire che ha vinto, insomma, ma non tutto. Che Moriarty avesse o meno previsto un allontanamento tra John e Sherlock noi non possiamo saperlo, di certo una piccolissima vittoria il buon Jim l'ha ottenuta. Sherlock è tornato, certo. John lo ha perdonato, vero altrettanto (o meglio quasi vero, per me, John non l'ha mai del tutto perdonato a dire il vero). Eppure è tutto diverso rispetto al passato. Sherlock in questa seconda drabble ha il cuore spezzato e lo si intuisce dal passo indietro che fa, nell'attimo in cui si rende conto che John è andato avanti, che ha una vita. Che addirittura si è sposato. E lui, che di John è innamorato e che vorrebbe essere lui quello stretto tra le sue braccia, se ne va e rinuncia a lui. Forse crede addirittura di non meritarlo, in fondo lo ha ferito profondamente, sebbene sia stato necessario. E infine arriviamo alla terza. Qui c'è di nuovo una separazione. Siamo dopo l'omicidio di Magnussen, Sherlock è agli arresti e sa che ormai il suo destino è segnato. Sa che dovrà obbedire e andare in quella missione suicida che il governo gli ha "gentilmente" offerto, ma sa che morirà e che dovrà lasciare John per la seconda volta, questa volta per sempre. La scelta della droga non arriva per caso, non per Sherlock Holmes. Ha sempre detto di non esserne dipendente, e io in un certo senso gli credo. Lui ne ha bisogno per accedere a certi luoghi del Mind Palace, per cancellare il dolore e la sofferenza, così come l'assenza di John. Sappiamo che qui Sherlock sta già lavorando al caso di Emelia Ricoletti, che sta elaborando come Jim sia sopravvissuto allo sparo, cosa che riterrà impossibile, ma la sua fuga dalla realtà c'entra con John Watson e con lui soltanto. D'altronde è ciò che traspare dalle tue drabble, da tutte quante in effetti, che siano più o meno tristi, più o meno fluffose o leggere, si evince che John Watson è il centro della vita di Sherlock Holmes. Sull'opposto non ci metterei la mano sul fuoco, in tutte queste drabble John deve ancora capire tantissime cose. Purtroppo.

Corro a recensire il quinto capitolo.
Koa

Recensore Master
22/01/20, ore 17:28
Cap. 3:

Ciao di nuovo, devo ammettere che aggiorni piuttosto velocemente e ovviamente ne sono parecchio felice. Spero solo di riuscire a starti dietro-. Intanto recensisco questo capitolo. Sto notando che l'ordine di pubblicazione è completamente scollegato, per citare una frase famosa, è come una scatola di cioccolatini... non sai mai quello che ti capita! Non so, mi è venuto in mente il cioccolato, sarà che sono appena stata alla Lindt o sarà che queste piccole drabble mi ricordano proprio dei cioccolatini, ma l'accostamento ci sta. Ognuna è diversa dalla precedente, alcune sono collocate dentro la serie stessa (come la prima di questo trio) altre invece no e hanno un'ambientazione molto generica. Apprezzo questo ordine sparso, rende ancora meglio l'effetto sorpresa e poi come dicevo, non sai mai quello che ti capiterà quindi è ancora meglio.

Per quel che riguarda la prima, riporta in maniera drammatica a un punto della serie che senza dubbio è tra i più tragici. Abbiamo già visto in una delle drabble precedenti, quale sarà la reazione di John, beh qua abbiamo un punto di vista di Sherlock e proprio nel momento appena successivo alla morte di Mary. La consapevolezza di essere lui il colpevole, di averla uccisa lui, l'ha maturato molto in fretta. Mi piace molto il fatto che voglia, ma non faccia. Che chieda quasi a se stesso di accarezzare John e di rincuorarlo, ma il suo non farlo e cedere a Mycroft che lo trascina via, lontano. Che Mycroft abbia presagito le reazioni successive di John? Può essere, intanto lo porta via da lì. Lontano. E Sherlock lo segue, anche se non vorrebbe. Non vorrebbe perché il cuore gli suggerisce di restare e prendersi cura di John, ma il senso di colpa lo frena. Non è stato lui e poi in un momento cruciale, John stesso arriverà ad ammetterlo ma intanto è tutto molto fresco, troppo perché riescano a interagire con la dovuta calma.

Nelle due successive invece, l'atmosfera è decisamente più rilassata. Nell'ultima abbiamo una hurt/comfort in tutto e per tutto, anche le due precedenti hanno qualcosa che ricorda questo genere (di cui non sono una grande esperta, quindi potrei dire cavolate), il bisogno di prendersi cura di qualcuno è piuttosto forte, ma è soltanto nell'ultima che uno dei due è effettivamente malato. Lo Sherlock con la febbre e John che se ne prende cura, è uno dei classici di questo fandom che mi fa sempre piacere ritrovare. Così come Sherlock inappetente, che decide di non mangiare perché il cibo lo rallenta. Nel passaggio finale della seconda drabble fai menzione a una malattia, immagino che tu stia parlando del non mangiare. Altrimenti mi sa che non ho capito a cosa ti riferivi. Sherlock comunque sembra accondiscendere, ma non dà troppo a vedere. In effetti sole cinquanta parole sono davvero poche per approfondire un tema così ampio come questo. Sappiamo comunque che lo Sherlock canonico non ha problemi alimentari, come è stato detto anche in questa storia, lui mangia quando il suo cervello ne ha un effettivo bisogno. Diciamo che digiuna durante i casi eh... però c'è John a tenerlo in riga. Questo è un altro aspetto canonico molto affrontato dal fandom.

Intanto ti faccio i complimenti per queste stupende drabble.
Alla prossima.
Koa

Recensore Master
20/01/20, ore 15:52
Cap. 2:

In questo mini capitolo (come ce lo descrivi) torna la stessa struttura della precedente. Solo che in questo caso ogni breve drabble segue di pari passo fatti accaduti o raccontati nella serie. Rigorosamente non consequenziali e in ordine sparso. E quindi si va da Moriarty e il processo contro di lui, fino a The Lying Detective e le sue immediate conseguenze. Questo sembra, almeno finora, il tema portante della tua raccolta. Quello su cui hai speso più parole. Nell'ultima drabble Sherlock si sta disintossicando dalla droga mentre nella seconda John torna da lui dopo la morte di Mary, qua non se ne parla strettamente, ma il periodo della serie è quello e Sherlock sta nelle condizioni che sappiamo. Si parla molto di fiducia in quella drabble, ne fa da prompt e in un certo senso dà quasi da titolo. Mi piace molto perché è proprio quello che è successo. In fondo e nonostante tutto, John si fida ancora di Sherlock. Quello che non riesce a fare è perdonare se stesso e anche lui di conseguenza. Però lo segue, e gli sta dietro anche durante la disintossicazione. Il fatto è che John non riesce a fare a meno di lui e forse non lo vuole nemmeno.

Come sempre, ottimo lavoro. Spero di leggerne presto delle altre.
Koa

Recensore Master
20/01/20, ore 15:46
Cap. 1:

Ciao, ho subito notato ieri questa raccolta di drabble molto brevi e ho pensato di fare un salto a lasciarti due parole. Sono in giorni un po' critici per la vista, quindi ti lascerò poche parole adesso perché altrimenti temo che dovrò aspettare giorni prima di lasciarti una recensione e quindi eccomi qua. A dirti due parole ci tenevo anzitutto perché di te e delle tue storie mi ricordo piuttosto bene e poi perché era parecchio tempo che non leggevo nulla di tuo.

Le drabble stanno andando molto forte ultimamente e questo non può che farmi piacere perché è un genere meraviglioso da leggere, tanto quanto è difficile da scrivere. Mi piace sempre tantissimo leggere la maniera in cui ognuno le interpreta, anche con lo stile per esempio. Ne ho lette di molto enfatiche e poetiche, per fare un esempio. Queste al contrario sono molto descrittive. Non nel senso che descrivi la scena o i personaggi in quanto tali, ma nel senso che riassumi brevemente quanto sta succedendo. Sherlock fa questo, John fa quest'altro. Sinceramente e a memoria, credo che sia la prima volta che le leggo impostate in questo modo. Sono appunto molto riassuntive, è un'interpretazione diversa e anche molto interessante ecco.

Detto questo, ho notato che più o meno seguono tutte l'andamento della serie. Cioè sono incentrate su un fatto specifico. La droga, Sherlock e la notorietà che viene distrutta per colpa di Moriarty e infine John, in una scena che però non richiama la serie, ma che presumo sia di tua invenzione. Mi è piaciuta molto la prima, quando si tocca sempre la droga come argomento si va in un certo senso sul sicuro. Perché un argomento delicato e importante, ma al tempo stesso d'impatto. E poi sappiamo che con Sherlock è canonico, che quanto hai descritto è successo veramente. Dalla tua drabble i sentimenti dei protagonisti, appunto come dicevo per via dello stile usato, non escono in maniera enfatica o importante, però sono molto chiari. Cose come la preoccupazione, l'ansia, la paura che succeda qualcosa di grave, quella della perdita e infine quella di rimanere soli. Tutto è molto chiaro e in definitiva, le drabble sono un piacere a leggersi.
Ora corro a recensire anche il prossimo capitolo.
Koa

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