Ma... ragazze quanto scrivete?!?!? Non trovavo più la storia...
Okay, solo una parola... sono IMPERDONABILE!
e così ho detto tutto!
passiamo alla storia che è meglio... tu hai chiarito prefettamente il mio dubbio e devo dire che ho azzeccato in pieno la risposta!
basta...
adesso ti riporto la mia frase preferita, cioè no.. okay è più o meno un quarto del testo! :D
"Castle, non…”--“No. Lui deve sapere. E sappi che io ti starò vicino, sempre.”-
-“Non ti importa che sia di Josh?”-
-“No, io voglio solo starti accanto. Voglio prendermi cura di te. Voglio poter stare con te. E non mi importa chi sia il padre. È tuo figlio e ti aiuterò come posso.”-
Ormai erano di nuovo vicini, a pochi passi di distanza l’uno dall’altra.
Kate finalmente aveva alzato lo sguardo.
Sentire che si sarebbe preso cura di lei e che non gli importasse di chi fosse il bambino, la rassicurò.
Forse Castle non era così immaturo come lo definiva spesso. In fondo si era appena offerto di aiutarla, e di starle accanto, ed era proprio ciò di cui Kate aveva bisogno, avere qualcuno che fosse presente nella sua vita.
Finalmente era riuscita ad aprire il suo cuore e a fidarsi di lui.
Castle era disposto a starle accanto a costo di soffrire ogni giorno nel vedere crescere il figlio di un altro.
*Grande Rick!!! E brava Kate!*
Sorrise, si avvicinò ancora di più a lui e lo abbracciò, come non aveva mai fatto prima. Le sue braccia muscolose la tenevano stretta, questa volta non sarebbe andata via.
Ma Kate staccandosi un poco rispose:
-“Il bambino… non è di Josh, Rick. Sono incinta di 6 settimane.”-
Castle impallidì e balbettò:
-“S-sei settimane? Ma è quando noi… cioè io e te… cioè… Josh non c’era sei settimane fa…”- disse convinto alla fine.
-“Esatto…”- rispose Kate.
Si sentiva un po’ come una maestra che aiuta il suo alunno ad arrivare alla risposta, come se lo conducesse lei alla verità.
-“Per cui, non può essere di Josh…”-
-“No, infatti…”- questo gioco iniziava a essere divertente per Kate.
Per una volta, Castle era in evidente difficoltà verbale.
Non riusciva a formulare un pensiero che contenesse le principali regole grammaticali.
Nella sua mente si riformarono tutte quelle immagini che aveva pensato il giorno prima sul taxi, dallo stare con Kate all’aspettare un bambino da lei.
*quando ho letto il capitolo in cui è nel taxi mi sono chiesta... Non sarà mica una coincidenza??*
La guardò e pensò che fosse bella come una fata. Come una creatura magica.
L’aveva completamente stregato.
Con un dito le sfiorò le labbra desideroso di poterle di nuovo avere per sé e piano piano avvicinò la sua bocca a quella di Kate, per avvolgerla in un lungo e lento bacio.
Kate gli cinse il collo con le braccia e si abbandonò a quel dolce bacio.
*Dooooolci!*
BELLISSIMA!
Scusa, ancora!
Kia
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