Finalmente sono arrivata qui anche io! (con un mese di ritardo, come al solito)
Tu mi avevi avvisata, e ho iniziato a leggere questo capitolo con una certa ansia di sapere che cosa di brutto fosse successo. No, ma io spero ancora che si siano tutti sbagliati e che Shura sia un gran burlone. Vero? Vero?!
Anche perché non puoi eliminarlo, dopo QUESTA meravigliosa descrizione, che veramente mi ha fatto tremare il cuore e sentire la fierezza, la grandiosità del Decimo Custode, tutta la solennità che si respira in quella casa:
"Quello stesso tempio che conosceva meglio di qualunque altro, quel tempio dove la venerabile statua d'Atena consegnava nelle mani del suo cavaliere la sacra spada Excalibur. Spada forgiata per proteggere, arma concepita per tagliare, braccio teso per fendere le ingiustizie del mondo. E Shura, così come ogni cavaliere del Capricorno, ne era il legittimo detentore. Un Saint leale, giusto e fiero pronto ad eguagliare le abilità della sua spada con il suo forte spirito."
Mi rifiuto di credere che sia un epitaffio. Signor giudice, io mi oppongo.
Deliri a parte, le riflessioni di Mariea inizio capitolo sono splendide. Morire per essere eternamente ricordate, a tal punto adora il suo maestro. Al punto di credere di non essere mai abbastanza per lui, quando invece, per Shura, lei è già il suo fiore all'occhiello.
Si rivela un rapporto di una complessità mai emersa prima. Marie ama Shura (amare in senso ampio, ma totale) al punto da rischiare di rinnegare i suoi stessi insegnamenti, da andare contro al credo del suo maestro, seppur involontariamente.
In secondo luogo, la rabbia di Marie si esprime in modo sublime. è furiosa, razionale, umiliata e fiera.
Il tuo personaggio, in questo capitolo, dà veramente il meglio di sé, si offre completamente. Entra definitivamente in una storia, con l'orgoglio dei soldati semplici: non sarà un gran generale, ma questa guerra è anche sua, e così l'onore di essere nei ranghi di Athena, che nessuno può offendere.
Un complimento, come sempre, va alla splendida dialettica di Death Mask: ": “Bene, tutto perfetto. Ora, perché io sono ancora vivo e voi state cianciando tante chiacchiere inutili?"
Sempre di più, Cancer è una figura che si compone delle sue parole e dei suoi gesti, un personaggio che non è costantemente protagonista, ma che l'ultima parola, in qualche modo, riesce sempre ad averla.
è così da lui, tutto questo.
Che sia nel torto più marcio o nella situazione più nera, non ce n'è per nessuno: deve farsi sentire, deve disarticolare la serietà della situazione, ridurre la solennità della guerra a ciò che è davvero: un combattimento e basta.
Il credo di Death Mask risiede nella legge del più forte, una moralità quasi arida, realista. Davanti alla teatralità dei cavalieri delle Moire, Cancer è quel personaggio che si alza dal pubblico e butta all'aria lo spettacolo. Piantatela con le vane parole, questa è una guerra e la guerra si combatte e basta. Nient'altro.
Death Mask che dissacra tanto i buonismi sulla giustizia, quanto la vuota
retorica bellica.
Tanti tanti complimenti, aggiorna presto! :) |