Recensioni per
The Destiny of a Knight
di GioTanner

Questa storia ha ottenuto 192 recensioni.
Positive : 192
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Master
17/12/15, ore 09:23

Bonjour!
Mi sono presa una nottata per metabolizzare tutto quello che succede in questo capitolo. Voglio dire, ci dai due dico due rivelazioni, insomma, mica potevo affrontarle con la palpebra calante ed il cervello che minacciava di spegnersi da un momento all'altro, no?

Meno male che Mu c'è.
Mi fa sorridere, in un certo senso, vedere come il Santo dell'Ariete sia considerato da noi fan una sorta di fattorino (tranquilla, mi ci metto in mezzo anche io!). Con un potere come il suo, in effetti, si risparmia un casino sui biglietti di treni ed aerei!
Mi ha fatto sorridere involontariamente sia Jonah (che sembra quasi dire "ehi, così non vale!" all'apparizione di Mu e Aiolia) sia Mu (che con quel suo "Vado, pensaci tu" se ne lava le mani e torna a fare il facchino!). Ma una cosa mi ha fatto accapponare la pelle. Quel "Atena sa".
Porca miseria!

Sì, Athena sapeva e sapevano anche Shura e DM. E adesso si spiega perché Shura abbia ordinato a Marie di tornare indietro senza che lei conoscesse l'identità del nemico che li stava attaccando. Serviva solo dire a chi di dovere "È successo". lei, Athena, avrebbe capito.
Ma siccome Athena è una che bara - senza offesa - si è premunita di mandare i rinforzi.

Quanto alle tre Moire, capisco che ad Atropo l'inevitabile possa essere saltata la mosca al naso nel vedere che quei dodici (facciamo tredici, ché c'è pure Sion!) fili recisi siano tornati tra quelli da filare. Insomma, qui non si finisce più! XD
Scherzi a parte, capisco perfettamente il loro punto di vista.
Quei tredici guerrieri rappresentano un'anomalia. Un'anomalia che rischia di compromettere tutto. Perché è vero, se Marie non è morta nel suo paesello, è perché Shura è tornato giusto in tempo (quando si dicono le coincidenze!) e il destino della ragazza è cambiato.
Però, mi sembra strano che Atropo - perché Cloto non si azzarda a parlare e Lachesi si limita ad un "senza rancore", quasi che l'ira della sorella possa spazzare via anche lei! - batta su questo punto con la stessa intransigenza con cui batte sullo sgarbo (perché sembra che sia una questione personale, quasi) che è stato fatto alle sue forbici riportando in vita delle persone che dovevano essere polvere nel vento.
Ai miei occhi di profana mortale, la vera colpa è quella che ha commesso Athena riportando i vita i suoi paladini (e io mi chiedo che male le abbiano fatto i Santi d'Argento per restare morti, morti, morti...). Il resto, è una conseguenza.
Capisco bene il discorso delle tre sorelle. Creare un precedente può rivelarsi pericolosissimo. Perché a questo punto, chiunque può fare quello che ha fatto Athena. Occcorrerà solo attendere la prossima divinità.

L'unica cosa che ho notato essere un po' stonata è il livore (il disgusto) con cui Atropo apostrofa i due guerrieri. Mi sembra che cozzi con il carattere imperturbabile ed inflessibile di questa divinità, qui resa umana, troppo umana, forse.


E poi, l'accenno affettuoso a Marie. Capisco che lui sia il maestro e lei l'alleiva e che tra mentore e discepolo si crei un legame forte, molto simile a quello che lega padre e figlio. Però, fossi in Marie, mi incavolerei, e parecchio pure, se sapessi che il mio maestro mi reputa 'una ragazza'. No, scusa. Ho sputato sangue e lacrime, ho indossato una maschera per celare al mondo la mia femminilità e tu continui ancora a considerarmi una ragazza?!

Recensore Master
17/12/15, ore 00:35

Adoro essere sorpresa e contraddetta!
Aspetta, insomma, contraddetta quasi mai. ma in questo caso facico un'eccezione!

Mi pareva strano che nessuno si fosse accorto di Marie e si fosse lanciato al suo inseguimento ("per tutte le coste della Sicilia")! Bloody hell! E complimenti per l'arguzia. Attaccare solo quando la barca sta lasciando l'approdo, non prima. Ottimo, ottimo (well, well, well...).

Sappi che niente e nessuno mi toglierà dalla mente l'accento da puro eastender di Jonah. Il quale è una bella gatta da pelare per la povera Marie: una bussola in balia del vento. C'è da sperare che il magnete non si stacchi, o l'ago girerà come una girandola (appunto) lungo tutto il quadrante!

Se posso darti un suggerimento (per il futuro s'intende) NON dare spoiler e/o anticipazioni di ciò che accadrà nei capitoli successivi. No, no, no! Guasti la lettura. Nello scorso cpaitolo ci avevi presentato cinque guerrieri. Ora, io sapevo che in giro ce n'erano altri due e non è stato difficile prevedere come sarebbero andate a finire le cose. Che bel colpo di scena sarebbe stato, invece, trovarmi Jonah all'improvviso, come è successo a Marie! Invece, avendomi dato un'anticipazione, hai smorzato la sorpresa con le tue stesse mani. È come ascoltare una barzelletta raccontata da un tizio che ha usato la battuta clou come titolo.

Perdona lo strale da zietta. Ma un lettore si gusta meno una storia quando l'autore gli dice "Ehi, aspettati qualcosa di inaspettato nel prossimo cpaitolo!". Ed è un vero peccato.

Tornando a noi, di che stracaspita stai parlando, Jonah boy? Ancora che minacciate Shura? Forse non mi sono spiegata bene. Fammi andare al capitolo successivo, così vediamo un po' cosa vogliono questi gaglioffi!!

Recensore Master
17/12/15, ore 00:21

Per ora sono molto 'frasi fatte/presentazioni fighe'. Ma li affronterò 'al meglio' e saranno mento tronfi e più 'umani'.


Cliché. Mentre leggevo pensavo, "Urcallero! I cattivi si presentano SEMPRE uno per volta. E MAI che attacchino chi sta per scappare!". Ma ci sta. Sbeffeggiare il nemico prima di darsele di santa ragione è una tecnica validissima. Serve a fiaccare il morale dell'avversario. E a farsi odiare dal lettore (minacciate ancora una volta Shura e vedrete...). Helene (senza accenti? Alla greca?) mi sta simpatica. La vedo come Mask, irriverente e canzonatoria. Insomma, mi piacicono i personaggi così. Che noia e che pizza quelli fighi ad ogni costo, pure quando sbattono le palpebre (eccetto Shura. Lui può).

Ma soprattutto.
Soprattutto.
Le Moire.


Occcaspiterina!!!

Insomma, divinità minori un par di balle! Ma scherziamo? Nessuno può opporsi a loro, nemmeno gli dei. E visto che Athena ha sottratto loro quei due baldi fanciulli che sono in scena al momento, ci credo che girino loro le scatole. Eccheddiamine!

L'entrata in scena delle tre sorelle conferma quanto ti dicevo nel cpaitolo precedente: hai una storia in mente. Un intreccio solido. Le Moire. Il destino. Che in greco si dice, appunto, moira.
Qui le cose sono due: o ti sei andata ad impelagare in una faccenda grossa quanto tutte e dodici le Case del Santuario, oppure ti sei andata ad impelagare in una faccenda grossa quanto tutte e dodici le Case del Santuario.
Io, intanto, mi frego le mani e ridacchio malvagiosissima, con tanto di tuoni, lampi e fulmini e ramo scheletrico dietro la finestra.

Recensore Master
17/12/15, ore 00:07

Hello, it's me.
Mi ha fatto piacere scoprire che non solo non vuoi la mia testa su una picca, ma ti sono piaciute le mie recensioni! Dico davvero. A volte mi è difficile spiegare quello che penso, e riuscire a farlo per benino. Quindi, doppia soddisfazione!

Non giustificarti. Mai. Ho imparato a conoscerti tramite delle storie recenti. Ho messo in conto che il tuo stile, all'inizio, potesse suonare diverso, differente, acerbo. È logico. Mi sarei stupita del contrario!! Nessuno nasce imparato, si dice dalle mie parti. Nessuno. Pure i geniacci della narrazione hanno avuto i loro fiaschi (sì, pure Stephen King!). Ci sta. Mi è sembrato opportuno dirtelo, per una questione di onestà intellettuale.
Perché il discorso, qui, non è tanto lo stile o il resto. Quello s'impara. Così come si impara a scrivere una trama. Quello che non s'impara è l'avere una storia da raccontare. Un intreccio. Qualcosa da dire.
Tu ce l'hai, eccome. E questa storia è genuina, fresca e godibilissima. Fregatene, adesso, di sistemarla. Finiscila e solo poi pensaci (se vuoi il consiglio spasisonato di chi ci è passata, non farlo. Lascia questa storia così com'è, o non chiuderai mai una porta.).

La storia c'è. E si inscrive nel solco della tradizione. Sta succedendo un non meglio specificato problema in Sicilia. Andreste a dare un'occhiata, ragazzi?
Ci sta.
Ci sta anche che Shura e Death disimpegnino la donzella Marie e la spediscano a chiedere rinforzi. Certo, avrebbe avuto più senso se Marie fosse tornata indietro con due notizie in più, giusto per far mettere nella giusta cornice gli eventi ed approntare una soluzione, ma ehi: non si possono fare le nozze coi fichi secchi, giusto?
Giusto.
Quindi, corri, Marie. Corri più veloce del vento e torna ad Atene, mentre 'sti due reggono il fortino!!

Recensore Master
16/12/15, ore 15:12

Eh, Marie, Marie.
La speranza sarà pure l'ultima a morire, ma anche lei, prima o poi, muore. Verissimo. Ma non me la sento di prendere le distanza dal suo comportamento. Tutti noi avremmo agito allo stesso modo. Perché magari, qualcuno, in qualche modo avrebbe potuto essersi salvato. Come quando assistiamo ad un incidente. Accorriamo. Hai visto mai che? Ed è a quell'"Hai visto mai che?" che Marie si è aggrappata, con le unghie e coi denti, andando anche oltre, fino a parlare con un cadavere. Che fa molto shojo, okay; ma Marie sta parlando a se stessa. Perché ne ha bisogno.

E menomale che Cancer c'è -2.
Menomale che lui è sufficientemente distaccato dalla ragazza quanto basta per impartirle una ramanzina coi controfiocchi. Non è tanto il fatto che Marie sia corsa avanti e abbia lasciato maschera ed armatura, quanto il fatto che non ha mantenuto i nervi saldi. Aveva ragione lui, a non volerla tra i piedi. Aveva ragione lui, che qualcosa di grosso bolle in pentola, eccome!
E chapeau per il modo con cui le porge la maschera. Facendole venire un paio di capelli bianchi. E anche a Shura. Ma Mask è un guascone che si diverte a provocare. E che sa che l'ultima cosa di cui hanno bisogno, in questo momento, è di una ragazzina che deve tentare di ammazzarlo per ripristinare il proprio orgoglio ferito. Però, vuoi mettere il divertimento nel vedere la strizza congelare lei e far sbiancare Shura?

Recensore Master
16/12/15, ore 14:57

Okay, i foschi, foschissimi presagi si sono avverati.
Povera Marie, ma, soprattutto, poveri ragazzi.
Mi sembra strano che non si sia fatta parola dell'accaduto in precedenza.
Capiscimi: è vero che al Santuario arrivano solo alcune, sparute notizie, e sempre filtrate da chi di dovere. Ma mi pare strano che strada facendo non si sia colto nulla, nemmeno Shura che sviava Marie dai giornali e/o dal televisore (un bar strada facendo l'avranno trovato, no?). Perché, sempre se ho capito bene ed il paesino si trova lontano dall'Etna, è alquanto irrealistico credere che sia tutta colpa dell'Etna. Voglio dire, tralasciando la natura dell'Etna, con attività sia effusiva che esplosiva, per fare quello scempio, l'eruzione si sarebbe dovuta portare appresso mezza Sicilia, o quantomeno anche le zone che dall'Etna portano al paesello.
Invece nulla. Niente. Nisba. Nada. Zero.
O i nostri tre compari se ne sarebbero accorti.
No, c'è puzza di imbroglio, qui. Un imbroglio bello grosso.

Recensore Master
16/12/15, ore 14:43

Il Destino c'entra sempre.
In una storia che si chiama "Il Destino di un Cavaliere", mi stupirei che non c'entrasse nulla, nemmeno per sbaglio, neppure di striscio.

Meno male che Cancer c'è!
Dico davvero!
Rimette in riga Marie in un nanosecondo, dovesse averle dato alla testa l'investitura fresca fresca!
Ha ragione lui a volerla fuori dai piedi il prima possibile. E te lo dico non tanto perché mi stia antipatica Marie, ma perché lei è lì per piacere; loro due, per dovere. E se non fai parte della missione, sei un intralcio. E potresti farti molto, molto male. In più qualcosa- il mio quinto senso e mezzo - mi dice non solo che la missione riguarderà proprio l'orfanotrofio da cui proviene Marie (Lost Canvas, anyone?), ma anche che Mask, in una maniera contorta e perfettamente lineare allo stesso tempo, non vuole che lei stia in mezzo anche perché potrebbe farsi del male.
Ha ragione Shura. Se il Sacerdote ha inviato due Gold ad occuparsi della faccenda, deve esserci qualcosa di molto, molto grosso che bolle in pentola. Altroché!

Sarò sincera: questa storia è lontana anni luce dalle due one shot che ho letto. Si vedono le ingenuità, i primi, timidi passi, le incertezze, come se dovessi, in un certo senso, prenderci la mano. Ma sei dannatamente brava a tenere viva l'attenzione del lettore e ad interromperti sul più bello. Insomma, padroneggi il cliffhanger. E per fortuna mia, i cpaitoli che sto leggendo sono tutti on-line. Se avessi dovuto aspettare la pubblicazione dei successivi, sarebbero stati dolori!

P.S.: unico appunto. Le baite sulla spiaggia siciliana? Le BAITE?!

Recensore Master
16/12/15, ore 14:06

Per rispondere alla tua ultima domanda, non lo so. Non saprei. Mi sembrano forse troppo ingessati nella parte che il fandom conosce e che ha cucito addosso a loro.
Mask che ride (e vabbé) e Shura 'mi spezzo ma non mi piego'.
Immagino sia una questione più complicata. Questa storia ha qualche anno, quindi è logico trovarvi qualche parte che abbisogni di una limatura.
I dialoghi, ad esempio, cozzano con le sfumatura della voce narrante, che sviola spesso e volentieri nel parlato, come se fosse un racconto che ci fa un amico, davanti ad un caffè.

Mi piace l'idea di vedere quei due collaborare.
Nemmeno io appartengo alla parrocchia che li vuole amiconi e compagni di merende (e forse qualcos'altro) solo perché entrambi erano fedelissimi del Sacerdote. Ma de che?! Mask sapeva. Shura, no.
E mi piace vedere questa dualità. L'integerrimo e lo scanzonato. Gli opposti si attraggono, alla fine, e spesso i difetti che ci irritano negli altri sono gli stessi che riconosciamo in noi stessi, diceva qualcuno. O forse aveva ragione mia nonna a dire che i detrattori sono ammiratori segreti. Chi lo sa?
Sarà divertnte vederli collaborare, e già mi aspetto di vederli fare scintille.

Fa tenerezza vedere che Marie ci tiene così tanto a scrivere quella canzone con Cristian. Se ci pensi, potrebbe sembrare stupido: sei un Santo di Athena. Spacchi gli atomi schioccando le dita. Che te ne frega di imparare ad usare il pentagramma?
E invece, no.
E invece, a volte, tutto quello che vogliamo è una scusa per scendere dalla giostra. Per un giro soltanto, e tornare ad essere persone normali.
Non capisco cosa facesse Marie alla Prima Casa. È amica di Mu? Come mai, visto che lui se n'è stato per fattacci suoi, fino a quando Saori non è atterrata al Santuario?
Spero che tutti i nodi vengano al pettine.
Intanto, continuo la lettura, ché temo davvero di sapere perché Mask e Shura debbano seguire Marie in Italia... c'è di emzzo l'orfanotrofio, per caso?

Recensore Master
16/12/15, ore 13:50

A dire la verità, io credevo ti fossi rifatta agli allievi di El Cid!
Sì, Virnam me lo ricordo bene. Uno che dirotta un jet con la forza del pensiero non lo scordi tanto facilmente (peccato che poi esca di scena per non far più ritorno, come se non fosse mai esistito). Se non sbaglio, è un'illazione dei fan il fatto che Virnam potesse essere il Santo della Bussola; sia quel che sia, abbiamo il Santo della Bussola qui tra noi!

Si sente moltissimo l'influenza della serie classica. Si deve iniziare con lo scontro per l'armatura - come Seiya - e si ha un motivo per tornare indietro, una promessa innocente ed infantile - come Seiya. Non prenderla come una nota negativa. L'ho trovato molto umano. Umano perché per inserirti nella tradizione giochi coi topoi della stessa. Ed umano perché tutti noi abbiamo bisogno di promesse a cui aggrapparci.
"Ti aspetterò"
"Saremo amiche per sempre"
"Ti amerò per sempre"
Sono tutte frasi che non hanno valore per quello che diciamo (possiamo dire quello che ci pare, ma tanto è il destino che decide), quanto per i sentimenti che ci mettiamo dentro. Sono promesse. Ed in virtù di quel che ci è stato garantito - nonostante tutto - tiriamo avanti. Stringiamo i denti. Perché abbiamo una promessa da mantenere. E se anche il Destino ci dovesse aver messo lo zampino, almeno saremo stati di parola con noi stessi.
E non è poco.

Approvato il colpo di Marie. Approvata l'analogia col fioretto. Da cotanto Maestro, non si poteva che avere cotanta allieva. Ora, però, occorrerà vedere se la lasceranno partire. Qualcosa mi dice di no...

Recensore Master
16/12/15, ore 13:37

Ciao, Giò.

Avevo adocchiato questa tua storia da un po' (avere tra i personaggi Death Mask e Shura è come buttare un'esca grassoccia e succosa alla sottoscritta, sappilo!), ma complice la vita che ti tira per la giacchetta ho sempre rimandato la lettura (Procrastinazione è il mio secondo nome!!). Fino ad oggi. Approfitto dei cinque minuti che mi restano prima di gettarmi nella follia che accompagna il Natale per lasciarti, intanto, le mie impressioni sulla Prefazione.

Confesso che mi ha lasciato perplessa sapere che la ragazzina che Shura va a pescare in orfanotrofio si chiami Marie. Perché siamo in Italia. Certo. E perché per me è importantissimo trovare una sorta di coerenza interna. Nessun problema sul bimbo che si chiama Cristian. Ce ne sono a carrettate di ragazzini con questo nome, o con il più corretto Christian. Ma perché lei si chiama Marie, alla francese, se siamo in Italia? Mi sarei aspettata di trovarmi una Maria, forse meno delicato e più banalotto, ma più in linea con la nostra lingua. A meno che, mi sono detta, l'orfanotrofio non sorga sul confine, magari in Val d'Aosta. O anche in Alto Adige.
Insomma, prendila come una mia fisima mentale, ma è come se mi fossi trovata con un dettaglio fuoriposto.

Non so se Marie possa o non possa essere una Mary Sue. Questo ce lo dirà il tempo, e sinceramente, a quattro anni di distanza dalla pubblicazione del primo capitolo, non ha molto senso parlarne. Non su Marie. Quel che è fatto è fatto, insomma.
Ma parlando per ipotesi, il problema non è tanto aver inserito una probabile MarySue nel tuo intreccio (una o più, poco importa), quanto tutto il carrozzone che suddetta fanciulla si porta appresso. Il problema delle MarySue non è il loro essere l'avatar dell'autore, quanto la spia di una storia che è un'accozzaglia di frasi fatte e momenti slegati, tutti volti ad esaltare la liaison amorosa. Una storia debole, ecco.
Questo è il problema reale, non che Tizia o Caia abbia un filarino con questo o quel personaggio.

In tutto ciò, Marie avrà pure vinto un biglietto per lasciarsi l'orfanotrofio alle spalle; ma mi chiedo quanto sia davvero fortuna, la sua. Cristian non lo sa, non può saperlo; e a volte il non sapere è una benedizione.

Insomma,

Recensore Master
28/10/15, ore 08:09

Ebbene, eccomi qui! ~
​Giungo in ritradissimo ma finalmente ce la faccio a commentare questo capitolo così bello e "significativo" che, la prima volta che lo lessi, mi fece scappare un grido acuto sul finire. Ho da farti i complimenti per l'ottima stesura ed articolazione di questo lavoro che ha saputo colpirmi per le ottime descrizioni dell'ambiente cuocente e per la sempre più complessa ( quanto splendida ) introspezione di Marie. Ho sfortunatamente pochissimo tempo a mia disposizione - dato il mio trovarmi in metropolitana ed avere poche corse a mia disposizione per l'articolazione del mio commento - quindi sarò breve e forse un po' troppo coincisa; sappi, però, che questo capitolo mi ha davvero molto colpito e che ha superato i precedenti per ciò che sei riuscita a trasmettermi attraverso un'eccezionale periodare.
​Ma partiamo da Marie. Tu hai parlato di una contraddizione, ma - se devo essere sincera - a me il batuffolo di zucchero mi sembra quanto di più coerente e logico. La ragazza, prima di togliersi la maschera, ha quel brillante monologo che non può non conquistare il lettore - che urla disperato "Togliti quella fottuta maschera! Vuoi crepare?" - e che giustifica perfettamente la natura della sua azione. Marie è perfettamente compresa, amata per questa sua complessità e quasi tenera in quel suo pensare colpevole agli insegnamenti del suo maestro. Il discorso che fa sulla guerra mi ha positivamente colpito: in Saint Seiya non si accenna mai allo stato psichico dei cavalieri dopo la guerra, appaiono così brillanti e fieri della loro missione da convincerci che nulla li ha davvero turbati. Ma la vita ( e la storia ) ci insegna che la Guerra non è certo una pentola di fagioli che, lentamente, si digerisce; ma una ferita sempre infetta che ti porta ad amputare una gamba. È il suono di un ordigno che continua ad esploderti nell'orecchio, è la paura, è la solitudine e soprattutto un cieco istinto di sopravvivenza che spinge a farti strada fra cadaveri per poi affondare pentito contro di essi. Marie mi appare così accurata come personaggio, così vicina al dolore umano e a ciò che è il soldato. Non è perfetta ma così piacevole starla ad ascoltare da conquistarsi la scena e il cuore del lettore.
​Mi ha commosso questo suo dire addio a Shura. Ci ho sofferto una cifra e quasi temo che Shura non l'accetti per quel che ha fatto - perché Shura è un'eroica capretta dei monti, certe cose non gli passano manco per l'anticamera del cervello. E mi spiace. Mi spiace così tanto perché il loro rapporto maestro/allievo - che io continuo a definire paterno nonostante tutto - era splendido. E nonostante sia felice che Marie abbia aderito agli ideali più veritieri - quelli di Death Mask- mi piange il cuore
​Glisso sui Bronze perché non li supporto ( e loro non sopportano me ) ma sappi che ho davvero apprezzato il loro discorso incentrato sul comportamento di Death Mask - anche se ciò mi hanno ricordato una cerchia di comari con quel loro discutere su gente non presente.
​Concludendo, splendido capitolo. Ottimo lavoro. L'ho davvero apprezzato e mi complimento con te. Spero di recensire presto anche il prossimo capitolo! ~
mughetto

Recensore Junior
17/10/15, ore 09:02

Davvero un ottimo capitolo, molto introspettivo, relativamente poca azione, e tuttavia capitolo di grandi cambiamenti.
Marie si toglie la maschera, e non hai idea di quanto tempo fosse che lo aspettavo. L'ultima volta in cui si era toccato il delicato argomento, ella era in ginocchio, distrutta dal dolore, Death Mask le ha riconsegnato il suo pudore e il suo orgoglio. Ma ormai la guerra é iniziata, e la guerra é sempre tutta un compromesso. Se vuoi vivere, devi cedere qualcosa.
Mi piace che sia Death Mask colui che dá il comando di togliergliela, un bel parallelismo.
Marie, scoprendo il volto, supera anche in qualche modo l'ascendente pesantissimo che Shura esercita su di lei. Fino ad ora ci si era eiferiti a lei come "l'allieva" di Sura, ora anche lei prende oosto come soldato a tutti gli effetti nella Guerra Santa. E con questo scendere a compromessi, si avvicina molto alla figura di Death Mask che conosce la vera realtà della guerra e non ha paura di affrontarla.
Mi piace sempre il modo in cui fai comportare Canrer nei confronti del rapporto tra Marie e la maschera: ne emerge una figura molto djgnitosa, snza naturare ciò che lui sia veramente.
ti faccio tanti complimenti!

Recensore Junior
16/10/15, ore 15:30

Finalmente sono arrivata qui anche io! (con un mese di ritardo, come al solito)
Tu mi avevi avvisata, e ho iniziato a leggere questo capitolo con una certa ansia di sapere che cosa di brutto fosse successo. No, ma io spero ancora che si siano tutti sbagliati e che Shura sia un gran burlone. Vero? Vero?!
Anche perché non puoi eliminarlo, dopo QUESTA meravigliosa descrizione, che veramente mi ha fatto tremare il cuore e sentire la fierezza, la grandiosità del Decimo Custode, tutta la solennità che si respira in quella casa:
"Quello stesso tempio che conosceva meglio di qualunque altro, quel tempio dove la venerabile statua d'Atena consegnava nelle mani del suo cavaliere la sacra spada Excalibur. Spada forgiata per proteggere, arma concepita per tagliare, braccio teso per fendere le ingiustizie del mondo. E Shura, così come ogni cavaliere del Capricorno, ne era il legittimo detentore. Un Saint leale, giusto e fiero pronto ad eguagliare le abilità della sua spada con il suo forte spirito."
Mi rifiuto di credere che sia un epitaffio. Signor giudice, io mi oppongo.

Deliri a parte, le riflessioni di Mariea inizio capitolo sono splendide. Morire per essere eternamente ricordate, a tal punto adora il suo maestro. Al punto di credere di non essere mai abbastanza per lui, quando invece, per Shura, lei è già il suo fiore all'occhiello.
Si rivela un rapporto di una complessità mai emersa prima. Marie ama Shura (amare in senso ampio, ma totale) al punto da rischiare di rinnegare i suoi stessi insegnamenti, da andare contro al credo del suo maestro, seppur involontariamente.
In secondo luogo, la rabbia di Marie si esprime in modo sublime. è furiosa, razionale, umiliata e fiera.
Il tuo personaggio, in questo capitolo, dà veramente il meglio di sé, si offre completamente. Entra definitivamente in una storia, con l'orgoglio dei soldati semplici: non sarà un gran generale, ma questa guerra è anche sua, e così l'onore di essere nei ranghi di Athena, che nessuno può offendere.

Un complimento, come sempre, va alla splendida dialettica di Death Mask: ": “Bene, tutto perfetto. Ora, perché io sono ancora vivo e voi state cianciando tante chiacchiere inutili?"
Sempre di più, Cancer è una figura che si compone delle sue parole e dei suoi gesti, un personaggio che non è costantemente protagonista, ma che l'ultima parola, in qualche modo, riesce sempre ad averla.
è così da lui, tutto questo.
Che sia nel torto più marcio o nella situazione più nera, non ce n'è per nessuno: deve farsi sentire, deve disarticolare la serietà della situazione, ridurre la solennità della guerra a ciò che è davvero: un combattimento e basta.
Il credo di Death Mask risiede nella legge del più forte, una moralità quasi arida, realista. Davanti alla teatralità dei cavalieri delle Moire, Cancer è quel personaggio che si alza dal pubblico e butta all'aria lo spettacolo. Piantatela con le vane parole, questa è una guerra e la guerra si combatte e basta. Nient'altro.
Death Mask che dissacra tanto i buonismi sulla giustizia, quanto la vuota
retorica bellica.

Tanti tanti complimenti, aggiorna presto! :)

Recensore Junior
11/10/15, ore 22:41

E finalmente ho raggiunto i capitoli recenti ache io! 
Intanto ti faccio i complimenti per l'evoluzione dello stile. Se nel 2011 eri molto evocativa, qui hai il merito dell'esatezza: le immagini sono meno sfumate e più definite, si adattano benissimo a questi scenari di battaglia, soprattutto adesso che l'assalto alle Dodici Case ha raggiunto i "piani alti" e che la desolazione della battaglia comincia a diventare opprimente.
Ribadisco la virtù della lucidità nello scrivere nel modo di trattare Saga davanti alla morte del fratello. Egli è nell'ultimo istante prima di "comprendere" la morte: ce l'ha davanti, ma sembra quasi che non la raggiunga completamente. L'ha compresa razionalmente, ma non emotivamente. 
Scaccia Marie, quasi, per ritagliarsi proprio quell'istante. è un Saga tenebroso, incomprensibile eppure sensibile come ce lo ha mostrato la serie originale, così controverso.
Complimenti vanno spesi anche per la figura di Aiolos, in poche parole emerge in tutta la sua statura completamente eroica. Mi ha fatto quasi male vedere come, questa volta, i ruoli dei fratelli siano stati invertiti: adesso tocca al maggiore concepire la morte del fratello.
Attendo con ansia di vedere Shura e Camus in azione, sono curiosa di vedere di che ruolo investirai loro due!
Ho tenuto per ultimo il dialogo tra i bronze che hai riportato all'inizio perché... Cioè. 
Quanta angoscia ne emerge? Finalmente vedo i Bronze UMANI. Pronti a lanciarsi in un'impresa suicida, e in ogni parola emerge la consapevolezza del peso di questa scelta, dell'ansia nel trovarsi davanti a questo dovere. 
E tutto in poche parole, nessuno sbrodolamento sentimentale. Un ragionamento razionale ed esatto che rivela naturalmente la gravità della situazione.
Mi piace anche il bannerino, nell'immagine Shura e Death Mask hanno lo stesso sguardo - non sono due mondi così distanti. 
Tanti complimenti! 

Recensore Junior
11/10/15, ore 22:15

Capitolo importante, ricco di svolte, di mutamenti.
Mi sono perdutamente innamorata di Jonah, sappilo.
è un personaggio così libero, contraddittorio, assoluto. Il signore del vento ottiene l'armatura in un modo che ricalca il patto con il diavolo, incarna il paradosso di un'anima libera incatenata, il vento imbrigliato, strappa una vittoria che sancisce la sua fine. Tutto oscilla in un continuo affermarsi e negarsi, e questa dimensione del microcosmo di Jonah si estende, alla fine, a tutto il macrocosmo della storia.
Anche a livello di divinità, dominano i paradossi (quando uso il termine "paradosso" faccio un apprezzamento, s'intende): il Fato stesso che sconvolge il Fato, che viola le leggi del Destino spinto dal sentimento.
Voglio dire: il Destino Implacabile che, pur di muoversi, rinnega la sua stessa logica di ordine assoluto.
E allo stesso tempo emerge un destino che non è completamente maligna: è solo la parte più bassa di esso, la morte, ad essere realmente ingiusta. Ma il destino può regalare anche qualcosa di bello, di giusto, perché destino è anche vita, non solo fatalità.
è un'idea così bella che mi toglie tutte le parole di bocca.
Bravissima!
(Recensione modificata il 11/10/2015 - 10:16 pm)