Recensioni per
The Destiny of a Knight
di GioTanner

Questa storia ha ottenuto 192 recensioni.
Positive : 192
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
10/10/15, ore 19:30

Eccomi qui.
Allora, abbiamo Saga e Kanon. Il loro rapporto è così torbido nella storia e qui mi sembra acquisire un'ulteriore complessità che non so proprio da dove iniziare.
Loro due, più di tutti, mi sembrano stanchi della guerra e della vita. è come se, tra loro, con la vita, con la realtà, fossero un nodo che, per quanto si tiri, non può che andare sciogliendosi.
In quel Saga così immobile, spalle al muro, sembra di rivedere la parte buona rispetto alla cattiva in Arles. Kanon qui sembra voler essere scagionato - o meglio: sembra che Saga voglia trovare un modo per scagionarlo e perdonarlo a tutti i costi. Ma il minore non può che rimanere una figura terribilmente ambigua.
"Ancora una volta stava ingannando il suo nemico o chiunque gli si parasse di fronte", mi sembra di vedere Saga con gli occhi sbarrati mentre assiste a tutto ciò. Lui si dice che la menzogna di Kanon è solo in suo favore, ma questo, appunto, è quello che pensa lui. Non significa assolutamente che sia la verità.
Poi magari mi sbaglio, ma io non riesco a vedere Kanon come perfettamente immacolato: non sto dicendo che sia un traditore, ma la sua attrazione per l'esercizio del potere non può essere dimenticata.
Ha sottratto anche qui la Cloth a Gemini, gli ha detto che è per lui, ma, come viene detto, "Kanon mente".
è proprio come il paradosso del Mentitore, qualunque risposta si possa dare, la figura del minore sfuggirà, presenterà sempre un riflesso oscuro.
Poi magari tu volevi dire tutt'altra cosa, ma, a parer mio, questo è ciò che emerge (o ciò che ho letto, e, come nel caso di Saga, non deve essere la verità). E questo mi piace davvero molto, perché esplica in modo davvero affascinante, torbido quel rapporto così difficile.
Spero di essermi espressa in modo sufficientemente chiaro ^^
Sono contenta del ritorno di Jonah, è il mio preferito!

Mi è piaciuta moltissimo la scena sui Cavalieri del Destino, una parata di sconfitti, che cercano disperatamente un motivo per andare avanti, molto molto più umani del quartetto di Kurumada.
Ricordano un po' la scalata di Saga, Shura e Camus. Una processione sconvolta, nemmeno del tutto convinta.

E questo vorrei aggiungerlo anche a proposito dei capitoli precedenti, in cui mi ero dimenticata di scriverlo, apprezzo la costante percezione di "relativismo". La crisi delle certezze pervade tutti, Cavalieri di Athena e del Destino: combattono solo perché servono diversi padroni, alla fine il nemico è solo quello che ha un'armatura diversa.
Una tale relativizzazione del concetto di Giustizia, nella serie classica si era vista in Death Mask, qui tu riprendi il motivo in modo decisamente più elegante e argomentato, pur mantenendo le atmosfere di battaglia e di vocazione alla vittoria.
P.S. Scusa, le mie recensioni oggi fanno schifo, è giornata.
Complimenti!
(Recensione modificata il 10/10/2015 - 07:32 pm)
(Recensione modificata il 10/10/2015 - 07:34 pm)

Recensore Junior
10/10/15, ore 19:01

Quando ho iniziato a leggere ero di umore decisamente nero. Ho dovuto rileggere le prime due righe almeno quattro volte.
Però poi sono entrata nella storia e... Mio dio, la testa di Marie è rilassantissima. Questo personaggio mi mette una strana calma addosso, una calma cupa, proiettata verso un futuro che sa di tenebra, prima di una battaglia. Eppure è come se si portasse sempre così i suoi affetti, e ciò le dà quel suo sostrato emotivo stabile.
"Non mi interessa cosa ne pensi. Loro vogliono la mia morte e io non sono disposto a regalargli la mia testa. Che ti siano più simpatici di me questo a me non interessa.”
Questa frase mi ha fatto scoppiare davvero in una sonora risata, quando Mu ha detto la frase che ha scatenato la risposta ho pensato esattamente alla stessa cosa! Death Mask è mito!
Ed ancora più bello il momento leggermente amaro in cui afferma: "Mi terrò stretto il cuore", è una frase che significa tutto e niente, ma questo la rende bellissima. è come se Death Mask volesse finalmente emergere come l'uomo cambiato ma fosse reticente a farlo, perché è sempre Death Mask e in quel ruolo ancora non riesce a stare.
Volo al prossimo capitolo, c'è SAGA che aspetta! *A*
Bravissima e grazie per aver dissipato le nebbie della mia ira XD

Recensore Junior
03/10/15, ore 18:56

Non so come iniziare la recensione. Bene.
Saltiamo tutti gli inutili preamboli: Death Mask torna sul luogo della sua precedente sconfitta, ed è un Death Mask cambiato, ma resta sempre lui.
Risparmia l'avversario, ma non si capisce mai veramente se lo faccia perché pensa davvero che la vita valga qualcosa o solo per evitare di ritrovarsi nei casini come l'ultima volta.
è vero che Cancer ha pietà del ragazzo, ma non c'è un motivo ideale dietro: semplicemente, ci si è ritrovato anche lui, sa che cosa significhi.
La verità è che Death Mask è e resta sempre solidale con se stesso, principalmente. Il rispetto per gli altri è contemplato solo nel momento in cui questi si inseriscono profondamente nel suo mondo.
Il rispetto per Shura è nato solo nel momento in cui hanno combattuto assieme, quello per Marie nel momento in cui lei lo ha "superato".
Questo è Death Mask, ed è il più umano di tutti questi cavalieri.
Lui non vaneggia su qualche ideale, lui si regola a seconda delle situazioni: è mutevole, è come l'acqua che prende la forma del recipiente.
“In Ade non c'è Luce che tenga, cavaliere del Destino Luminoso. Nella morte non c'è mai Luce.”
Bellissima immagine.
Tra l'altro, mi piace l'assonanza tra il nome Elikonis ed Helios, "sole". Magari non c'entra nulla, ma sonoramente li ho sempre accostati.
Il sole sull'abisso: ma quello che lo aspetta non è il tramonto, no. La dissoluzione è totale.
Death Mask è un nodo di malinconia, può ancora farsi grande con la legge del più forte, ma, sul cratere che conduce all'Ade, ha i toni di un uomo in ginocchio.
Sembra quasi che supplichi Elikonis di non farsi uccidere. Death Mask è morto una volta, e, per quanto continui a farneticare di voler uccidere ancora, nel momento in cui si trova davanti ad uomo che sta per morire, non ce la fa più.
Death Mask è cambiato. Non sarà mai più tipo da buonismi, ma è consapevole, lucidamente e realisticamente, della morte.
Non è più la sua dea, solo il suo peggior incubo.

Il rifiuto di dire il proprio nome è una cosa così rara nel clima di gloria di Saint Seiya che non può che fare uno strano effetto.
Abbiamo un uomo che si propone non come eroe che cerca la gloria, ma solo come messo del destino. Spero che nel prossimo capitolo ci siano dei chiarimenti su questa persona.
Il suo rifiuto è una cosa che trovo assolutamente ammirabile ma atipica e vorrei capire.
Sei. Troppo. Brava. Punto e basta.

Recensore Junior
03/10/15, ore 18:27

Sono reduce da una sessione di studio in cui ho visto passarmi davanti l'antropologia criminale seguita da Odoacre e Attila: avevo voglia di ritrovare l'entusiasmo di vivere e sono venuta qui.
E ohmiodio.
Ci sono stati un paio di momenti in questo capitolo che mi hanno fatto andare seriamente in estasi.
Comincio da un'analisi generale della storia: qui più si va avanti più si migliora. Il sarcasmo di Death Mask, il lucido fatalismo dei cavalieri delle Moire, l'eleganza di Mu pervadono ogni cosa.
In questa battaglia Cancer è meraviglioso: è disperato e strafottente, è atterrito terribilmente ma recita una delle sue parti migliori.
Un nemico esterno vede il lui solo un terribile buffone, un uomo che vive della sua crudeltà e del suo egocentrismo: così appare Death Mask ai nemici di ora, come era apparso ai Bronze.
Ma lui trema dentro. Le sue sceneggiate sono solo un modo per esorcizzare la paura, un gran fracasso per dimenticare un silenzio assordante, il sibilo del terrore nella sua testa.
La battuta sul tom tom mi ha fatta ribaltare dalla sedia. Adoro gli autori che si concedono di deridere i loro personaggi, ogni tanto. Penso che proprio da qui si capisca l'attaccamento per la tua protagonista, personaggio che, tra l'altro, apprezzo sempre di più.
Qui Marie tace completamente, questo suo silenzio è specchio perfetto del congelamento che sta vivendo.
Tra l'altro vorrei sottolineare l'espressione "freddo tepore" con cui hai descritto l'assideramento. All'inizio, trovandomela davanti, mi sono trovata un attimo spaesata: come Marie non riuscivo a capire a che cosa ti riferissi, cosa volessi dire. Quando vengono date le giuste spiegazioni, non posso che dirti che migliore espressione non avresti potuto trovarla.
Te l'ho detto centro volte, ma questa tua precisione nell'uso di termini, i contraddittori che si sposano e descrivono perfettamente, senza bisogno di aggiungere nulla, è una dote rarissima e assolutamente mirabile.
E poi Mu, oh Mu.
Giusto oggi ho guardato un episodio della serie Hades e adoro follemente il modo in cui dice: "Starlight EXTINTION!", hai presente? Sembra un po' Hitler sul punto di avere una crisi isterica. Ma io lo adoro, trovarlo in questo capitolo mi ha caricata! ahah
Idiozie a parte, questo: // “Giungete sin qui pur sapendo cosa vi aspetta cavalieri, venite qui per portare morte, sangue e rancore. Chi vi dice che voi siate nel giusto?” (...)
“Sciocco. (...) Il Destino non deve essere giusto per poter essere eseguito. Il destino è legge. Che sia una legge di giustizia non l'ha mai detto nessuno.” //
L'ESTASI.
Le Moire si rivelano come l'esatta nemesi di Athena. Altro che Hades.
Qui non c'è possibilità di discussione, non ci sono aperture: La Giustizia sono Io, e mi chiamo Destino.
Che cosa può essere Athena a confronto?
Tutto l'onore dei Saint si riduce ad essere polvere e sangue spero invano.
Un discorso così breve basterebbe a far sprofondare tutto il Santuario con uno schiocco di dita.
La ragazza è interrotta, ma Mu non cerca nemmeno di rispondere. Prepara le difese, ma è anche una difesa da quella verità, che, assieme ai suoi soldati, gli sfugge dalle mani.
Mu passa il testimone ad Aldebaran, sarà in grado di sostenere l'urto del Fato (sappiamo che Taurus non è proprio uno dei Cavalieri più fortunati)?
Complimenti, complimenti davvero!

Recensore Junior
26/09/15, ore 21:25

Eletto ufficialmente capitolo preferito.
Già in precedenza adoravo la relazione tra questi due, questo capitolo mi ha mandato in brodo di giuggiole.
Mi sono piaciuti entrambi i momenti: sia la solitudine di Cancer che il dialogo con Marie.
Death Mask prende dunque fiato un istante, è un istante solo per lui.
è il paradosso della guerra: da una parte, essa incombe, minaccia di morte ed è all'origine delle riflessioni di Death Mask, d'altra parte, la sua stessa coscienza è così presa da se stessa che la spinge lontana.
è come l'alba che sta sorgendo: un momento sospeso, una tregua tra la notte precedente e il terribile giorno che si prepara.
Marie, da parte sua, cercava un momento di pace e ha trovato Death Mask. Per un istante persino il suo cosmo non era che oro puro: quando Cancer abbassa le difese, si ritrova il suo nucleo originario, quello che lo ha consacrato alla Quarta Casa.
Mi piace il modo in cui in questo dialogo emergano analogia e differenze di Marie sia rispetto a Shura che, soprattutto, a Death Mask.
Il gold Saint non può nemmeno negarle un apprezzamento: forse non glielo dirà mai, ma lei, di fronte alla morte, è forse più valorosa di lui stesso.
Death Mask si era fermato all'affermazione "non voglio morire". Marie è un passo avanti: "Io voglio vivere".
Era stato proprio lui a fare quel discorso sull'ergersi contro il destino, Pixys non solo ha imparato, ma ha amplificato la forza di quelle affermazioni: non solo non ho intenzione di accettare una forma di dispotismo, ma prenderò io stessa il comando.
Non a caso, il problema di Death Mask è sempre stato essenzialmente questo: un uomo senz'altro fuori da ogni regola, ma, effettivamente, poco tenace. Non lo si vede mai davvero lottare invano.
Quando Sirio comincia a prendere il sopravvento, Death Mask cade progressivamente, senza riuscire a contrattaccare.
In questo Shura è la sua totale negazione: Capricorn non cede di un passo davanti a nulla, nemmeno se, come la morte di Aiolos, quel qualcosa lo sta divorando da dentro, uccidendo poco a poco.
Shura è l'avvocato delle cause perse, insomma.
Marie è ancora meglio: lei si incapponisce meno del suo maestro, concede spazio al sentimento, ma non molla un colpo.
è il perfetto equilibrio tra Shura e Death Mask, si flette meglio di loro nelle svariate situazioni che si è trovata davanti.
La difficoltà che ha incontrato all'inizio con il Cavaliere del Cancro, ora lo capisco, non erano legate a differenze caratteriali quanto all'avere nel suo orizzonte solo il modo di ragionare di Shura.
Lo stesso per DM, si aspettava un altro Capricorn.
Shura è il perno attorno a cui ruotano entrambi, è impossibile ignorarlo all'interno di questa dialettica.
E poi boh, non so più cosa dire... Questo capitolo parla da solo... Sono rimasta senza fiato.
(Recensione modificata il 26/09/2015 - 09:27 pm)

Recensore Junior
26/09/15, ore 20:20

Ai em senz parol, oh ies beiiiibi.
Mettiamo in ordine le cose: abbiamo Shura che vede la sua maschera sgretolarsi poco a poco, Shaka che si erge in tutta la sua maestà a custode dell'ordine, e un Death Mask che lui... è Death Mask, è sempre nel posto sbagliato, ma a noi piace così.
Partiamo da Capricorn.
Ecco, quando io parlo di IC intendo anche questo: far svelare poco a poco i personaggi dietro le impalcature dei loro freni inibitori.
Se Shura di solito fa la statua di sale, ma noi sappiamo benissimo che statua di sale non è, è giusto che in certi momenti ci siano dei cedimenti.
Tu hai reso bene il suo piccolo crollo e hai saputo manetenere Shura all'altezza del suo personaggio perché in lui permangono una dignità totale e l'assoluta elevatezza e purezza dei sentimenti.
E già solo questo basta a farmi togliere il cappello.
Ciò che però mi è piaciuto più di chiunque altro qui è Shaka. Forse più di tutti gli altri nell'intera FF.
Mi hai detto di non riconoscerti in Virgo, ma, capperi, lo hai colto appieno.
è lui, semplicemente lui.
Con quella ferocia sempre malcelata, l'imperiosità, la forza pura e la quiete che fa da sottofondo perenne.
In poche parole riesce a dire a Shura di starsene al suo posto, gli dà anche una motivazione più razionale per farlo (le vite che avrebbe a carico), ma lo minaccia di morte elegantemente e con estrema pacatezza.
Poi non serve che mi ci metta io a descriverlo, al massimo faccio solo danni, basta leggere il suo discorso.
Davvero, davvero la migliore epifania di un personaggio fino ad ora.
A questo punto spero di vederlo di nuovo in scena, è uno spettacolo.

Recensore Junior
24/09/15, ore 03:47

Grazie a dio, posso stare tranquilla anche io adesso.
Ma che piacere rivedere Aiolos, finalmente umano e non fantasma, mi sta quasi simpatico.
Mi chiedo, ora, in quali rapporti possa essere con Shura, e sono certa che su questo aspetto non mi deluderai. Il fatto che Aiolos si sia alzato e ritirato poco prima del suo arrivo sembra quasi sintomatico.
Il capitolo si chiude con un fosco presagio, la guerra sarà interna, stasis, la chiamavano i greci e reputavano che non ci fosse male peggiore.
che vi siano legati proprio Shura e Aiolos?

Recensore Junior
24/09/15, ore 03:30

Oh mamma mia, Shura. Shura.
Questi flashback sono stati così belli che mi hanno commosso. Ho invidiato Marie fino al midollo per essere in compagnia di un uomo così, per essere capace di rubargli un sorriso, per essere degna di lui.
Di solito queste scene così belle sono svolte prima della drammatica morte del personaggio in questione... ma tu non mi tradirai, vero? Non tradirai Shura? No che non lo farai T.T
Mirabile la gestione di Aphrodite, personaggio piuttosto rognosetto da gestire in una fanfiction. Hai estratto di lui il senso di superiorità che lo contraddistingue e che non può essere ignorato, ma è emersa anche la coscienza dei propri limiti emotivi. Eppure rimane sempre una vena di crudeltà latente, una spina avvelenata.
Sei troppo brava, leggerti é un piacere!

Recensore Junior
24/09/15, ore 03:14

Devo cominciare assolutamente da un particolare che mi ha mandata assolutamente in estasi.
Nel momento in cui Saori afferma l'intoccabilità delle Moire, che sovrastano anche gli dei, ecco che, descrivendo un suo gesto, compare il nome di Nike, la vittoria, tenuta tra le mani della dea. E questo mi fa ben sperare per il finale, perché, a questi punti, ho sinceramente paura: i Cavalieri rischiano davvero la fine definitiva. Sono in ansia soprattutto per Shura, non penso che accetterei la sua morte, questo Shura così affettuoso ed umano... mi si spezzerebbe il cuore.
É definitivo, mi hai contagiata con lui.
bello lo spazio riservato ad Athena e alla Saori che emerge in lei. Avrebbe potuto avere altri Santi d'oro, ma ha scelto di far risorgere questi perché le erano cari in quanto individui, non come "umani", come concetto astratto.
Un'altra cosa che mi piace é il modo in cui i Gold si pongono con Marie. La trattano come i giganti con qualcosa di molto piccolo e delicato. Sono consapevoli della loro forza e del loro ruolo, ma sono anche umani. Tutti loro si pongono quasi come maestri.
la delicatezza di Afrodite qui é una chicca, é bello come una delle sue rose.

Recensore Junior
24/09/15, ore 02:58

Soni su telefono per cui non potrò citare (per mia incapacità) e me ne dispiaccio, perché é un capitolo che di citazioni ne meriterebbe paracchie. Andremo a braccio.
Anzitutto, è un oassaggio che crea una bella suspence, mi si apre questo interrigativo: perché proprio Marie é stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso? Dopotutto Jonah lo dice: lei era una semplice umana, ma come mai é proprio questo fatto ad aprire la guerra? Sono curiosa, curiosa, curiosa come una bertuccia.
in secindo luogo, avrei un'altra domanda: il nome Jonah é molto particolare, mi lare abbia origini bibliche, e l'avevo ritrovago in un altro anime chiamato Jormungand, in cui il protagonista é un tizio altrettanto particolare. Lo hai attribuito al Cavaliere delle Moire per qualche motivo particolare?

Passiamo alla storia: tu sai che Aioria non mi va granché giù, ma il suo discorso é troppo bello ed eroico. Meriteremmo di morire perché non siamo stati codardi? No, siMo homini che si ergono contro il destino, ecco un pizzico di affascinantissimo Sturm und drang.
te lo giuro, i tuoi personaggi sono cosparsi da una passionalitá pazzesca, una voglia di vivere violenta, disperata. Gli é messo di fronte un nemico che non può che esaltarli al massimo.
tra poco vedremo i gold saint tutti riuniti, e non vedo l'ora, volo al prossimo capitolo!

Recensore Junior
20/09/15, ore 18:39

Qui mi sono piaciute tante, tante, tante cose.
In primis, l'entrata di Mur. Giusto prima mi stavo chiedendo "Chissà cosa sta facendo", e ora il suo arrivo spezza bene il ritmo, portanto la sua ventata di gentilezza ed equilibrio, che addolcisce il contrasto portato dall'apparizione di Jonah.
Poi, tu sudi amore per Shura, non c'è niente da fare, e finisci per far fare a tutti la stessa cosa. Ma dio, quanto è bello quando Marie non è smossa dal pensiero di Athena ma dal ricordo del comando del suo maestro?
è così vero e così umano.
Marie non porta avanti una crociata, ma vive la sua vita, la quale è nell'esercito di Athena, ma non è un'invasata. Quanto mi sarebbe piaciuto vedere questi approcci anche nella serie originale.
Death Mask torna alla carica. Non penso assolutamente che quella frase rivolta a Shura lo porti ad essere OOC: semplicemente, lui capisce bene il suo compagno, se lo lascia pure scappare, ma subito compensa quanto detto, perché tutto deve tornare allo status quo e lui deve restare cattivo.
"Cancer non capiva a chi mai si stesse riferendo, ne aveva ammazzati pure troppi lui.", questa è una finezza nella caratterizzazione. Qui Death Mask di mostra leggermente distratto e quasi disinteressato, la sua mente si distrae dalle parole delle divinità e corre dietro ad un pensiero.
Qui c'è Death Mask, perché lui è uno che c'è e non c'è in continuazione. Cancer è uno che spesso sconnette il cervello, che non è mai toccato abbastanza da qualcosa da doversene preoccupare del tutto.
E poi c'è la svolta: Shura si fida di lui. Le loro divergenze sono qui funzionali. Death Mask non cede all'idea del fatalismo, non importa se poi il Fato effettivamente ci sia o no, e quello che dice è pronunciato sempre con una tale leggerezza che non si può non credergli. Non si può non essere salvati da un uomo così.
Quanto alle Moire, le immaginerò sempre come nel film di Hercules della Disney in cui si girano in tre un occhio solo. Quindi, appena ho letto il loro nome non ho potuto nascondere un sorriso, peril contrasto con questa situazione.
è bellissima la tua Lachete, dietro alla filippica di Atropo, fa capolino la vita con un sorriso quasi nascosto. "Mi dispiace", dice, come se fosse solo una marachella.
Gli uomini possono vedere il loro continuare a vivere come lotta con il destino, mentre gli dei, tolta Atropo che è stata offesa direttamente, non possono vedere queste "insubordinazioni" che come qualcosa di molto contenuto. E se da una parte, il Fato incarnato da Atropo, quindi come morte, si adira con questi uomini, colei che tende il filo della vita è un Fato buono che partecipa e aiuta gli uomini.
Adesso smetto di blaterare, quello che mi piace assolutamente di questa storia è che dietro a queste scene c'è così tanto da dire, emerge una tale complessità che potrei scriverci un libro.

Recensore Junior
20/09/15, ore 18:06

Ecco che il Fato bussa alle porte. Mi piace, mi piace davvero.
Il contrasto tra l'ode alla forza dell'uomo incarnata dai Saint, quasi una forma di titanismo, e la Tyche che sempre torna a porre ordine è perfettamente adatto e specchio della mentalità greca che fa da sfondo all'opera.
Marie doveva morire: se da una parte è diversa da Shura perché è integralmente viva, un'ombra è gettata su di lei.
Ho amato il contrasto tra il cielo tinto di rosso , rosso come l'armatura di Jonah, il calore soffocante che ancora sembra emanare l'Etna, con la gelida scia della morte che qui tutto adombra.
Nell'Ade scorrono il Flegetonte, fiume di fuoco, e il Cocito, gelato; qui l'inferno è portato in terra: il fuoco dell'Etna e della battaglia (un macrocosmo) e il gelo che pervade questi splendidi personaggi, il gelo della fine sempre più incombente (a livello di microcosmo). Epicissimo.
Bellissimo, poi, il modo in cui Marie sia sempre più simile a Shura che in questo assume le fattezze di un padre, oltre ad essere maestro. E ora si rivela anche un salvatore.
Potrei morire di gioia qui e adesso.

Recensore Junior
19/09/15, ore 15:27

Arrivata in mezzo alla devastazione, Marie era quasi inorridita davanti allo stoicismo dei due Gold. La loro calma era stata quasi più orrida dello spettacolo lì intorno. Ma ecco la risposta: loro conoscono quel gelo, ne sono stati parte, non provano più il ribrezzo che può provare una persona che è ancora un unico nodo con la vita, come Marie.
Ed ecco qui la grande differenza fra loro, non è questione di armature o gradi, ma di vita e morte.
Tu ami Shura, ma qui è Death Mask il tuo capolavoro, quasi mi spiace dirlo. Shura, lo abbiamo detto, è nato per essere pedana di lancio e non è nella sua natura emergere completamente. Ciò che mi piace è che Death Mask qui è il suo catalizzatore, esplode e si pronuncia lui per Shura, non in termini prepotenti. Sono il naturale completamento l'uno dell'altro.
Oltre a rinnovarti i complimenti, ti dico che erano secoli che non sentivo il bisogno di recensire una storia capitolo per capitolo. Ti garantisco che puoi considerarlo un grandissimo trionfo! Grazie, grazie perché mi fai appassionare così tanto, dopo tanto tempo!

Recensore Junior
19/09/15, ore 14:56

Mi ero dimenticata di dire questo prima, questa storia mi piace molto perché può dirsi un crocevia tra la serie classica e il Lost Canvas. Abbiamo i Gold dei "nostri tempi", ma le atmosfere riportano alla serie della Teshirogi - la città natia preda del fuoco e della morte, il ritorno del protagonista che sancisce la fine della sua infanzia, "Paradise Lost", per dirla come Milton.
Cristian mi ha fatto uno strano effetto, mi ha ricordato un ragazzo che conoscevo che non c'è più, ed era proprio come lui, mi ha lasciato uno strano amaro in bocca, come il ricordo di gioia e vita che lui ha lasciato in Marie.
Bello il gesto di Death Mask e il suo prendere sempre e comunque le distanze dalla nobiltà e da qualsiasi forma di bontà. Come se fosse un vestito che non gli si addice, come se certi sentimenti fossero questione di una casta a cui lui è superiore, come se volesse sfuggire, perché essere brutalmente cattivi e basta, dopottutto, sarebbe più facile.
In questo Death Mask emerge ancora il Cavaliere d'Oro che è in lui, un tratto che Cancer vorrebbe nascondere ma che non riesce a reprimere.
Ancora complimenti!

Recensore Junior
19/09/15, ore 14:33

E finalmente riesco di nuovo a leggere e recensire, anche se, come sempre, con tempi logoranti.
Inizio dicendo che questi due capitoli mi sono piaciuti davvero, davvero tanto. Sai gestire molto bene questi personaggi e anche Marie sta prendendo forma ottimamente.
Ho apprezzato il modo in cui sono stati presentati i personaggi nei primi capitoli, e come ora vengano sviluppati ulteriormente. Avevi espresso benissimo la superficie di Shura e Death Mask e adesso si stanno mostrando anche sotto altri punti di vista, reagiscono e parlano in modo autentico, soprattutto il secondo.
Te lo avevo già detto, ma lo confermo anche qui: il tuo talento è dire tutto di un personaggio con una sola frase da lui pronunciata. Sei una virtuosa della brachilogia! 
Riferendomi anche al precedente capitolo, infatti, mi è piaciuta molto l'affermazione di DM: "Non vuoi proprio toglierti di mezzo", accompagnata però dal modo di pronunciarla: "Laconico". 
è stato strano accostare quella frase e immaginarla detta con quel tono, ma, ehi, così penso proprio che farebbe lui, con quella sua posa un po' da gatto, crudele ma mai troppo interessato. Una frase semplicissima, ma molto interessante e pregnante.
Adoro la relazione, termine che uso in senso ampio, che si sta delineando tra Death Mask e Marie: mi piace la curiosità che tira tra i due, il lieve disprezzo, che è continuamente offuscato dal sortilegio che esercitano l'uno verso l'altro. Sono estremamente diversi, ma li ha cullati lo stesso orizzonte: la Sicilia, l'Etna.
Una terra che Death Mask vorrebbe dimenticare ma che, proprio per questo, è indimenticabile. La terra a cui Marie voleva tornare, ma che riscopre nel suo volto più crudele. E l'impotenza di entrambi davanti alla sua ferocia, quella di ieri e di oggi.
Questa Sicilia emerge come un autentico personaggio all'interno della trama, spietata e meravigliosa come il suo vulcano, sulle cui pendici, proprio per la lava, crescono gli agrumi, la gemma più bella di quella terra.
Shura è meraviglioso, perché è composto e premuroso. Non si spenderà mai troppo in parole, ma i suoi silenzi, le sue cessioni sono la sua più sincera espressione.
Sono molto curiosa di vedere dove si andrà a finire! Complimenti!
(Recensione modificata il 19/09/2015 - 02:37 pm)