Non credo di averti mai recensito DD: Sono un'amica di fighazza (yeahhh la Greee (?)) So che vi sentite su twitter perchè ho visto il tuo nome ** (woo memoria di ferro!) poi boh..
-Zayn è zayn..Cioè..E' anciowrnfiorehow!! (??)
-Niall è talmente puffo che vorrei mangiarmelo (???)Ma magari lui mangia me! (WTF??)
il mio pezzo preferito (eh shi ho un pezzo preferito **)
_«tanto tempo fa, c’era una ragazza di nome..» Liam capì che cercava un nome e sorrise. «..chiamiamola genoveffa!» si girò a guardarlo, sorridendo. «vada per genoveffa. Genoveffa era una ragazza chiusa, che se ne stava nel suo angolo di vita, ignorata da tutti. Da una parte felice, dall’altra era triste perché nessuno si rendeva conto di lei.. Un giorno, due brutti ceffi si sono messi in testa di dar fastidio a qualcuno, e hanno adocchiato la piccola e povera genoveffa, rinchiusa nel suo angolo di mondo, tutta sola. Hanno cominciato a prenderla in giro, dandole del gorilla, facendo giochetti stupidi, prendendola di mira ogni giorno che passava. Dopo quasi un mese, Genoveffa veniva seguita da questi due brutti ceffi, che si erano divertiti vedendo che lei non rispondeva ai loro giochi. Spinte, spallate, tirate di capelli, sassi addosso.» Liam la guardava, curioso. «un giorno hanno deciso di far divertire tutta la scuola, usando Genoveffa come scusa. Quando è suonata la campanella, le hanno fatto lo sgambetto all’uscita di scuola, facendola cadere – anche grazie alla sua goffaggine – e lei si è fatta una piccola rampa di scale con la faccia, per poi finire sul brecciolino.» si girò a guardarlo, e sorrise per poi tornare a guardare di fronte a se. «timida com’era, non aveva il coraggio di alzarsi, perché sentiva le risate della gente intorno a lei. Sarebbe rimasta volentieri lì, stesa su quel brecciolino, per il resto della sua vita. In quel momento si voleva sotterrare dalla vergogna, sentendo tutte quelle risate. Non aveva il coraggio di alzarsi, pulirsi e andare via a testa alta. Ma poco dopo arrivò la sua eroe..» pensò ad un altro nome. «Asdrubala!» ridacchiò. «Asdrubale, una compagna di classe di Genoveffa, le fu affianco e cercò di aiutarla ad alzarsi, ma Genoveffa non voleva alzarsi. Si vergognava troppo, voleva rimanere lì finché ogni singola persona non se ne fosse andata, per poi tornare a casa e seppellire per l’ennesima volta una presa in giro. Ma Asdrubala fu irremovibile. Le fece alzare la testa e appena lo fece, la gente intorno a lei smise di ridere. Non sapeva bene perché, ma vide anche la faccia di Asdrubala. Nei suoi occhi c’era l’odio più profondo. L’aiutò ad alzarsi, e la portò dentro la scuola, per chiamare sua madre. Appena il bidello vide Genoveffa, accorse da loro e l’aiutò a sedersi. Attesero l’arrivo della donna, e Genoveffa vedendo la faccia di sua madre pensò che era incazzata con lei, ma non lo era. Si scusò addirittura, perché credeva di aver sbagliato lei. La donna la portò a casa, e quando entrò dentro casa, all’ora di pranzo vide che la sua famiglia si era bloccata vedendola entrare. Suo fratello, Sebastian si alzò ma suo padre lo bloccò. Solo quando Genoveffa si guardò allo specchio capì perché di quella reazione. Aveva la faccia completamente sporca di sangue, brecciolino e ferite ovunque. Si guardò, si guardò e alla fine senza dar retta a nessuno si chiuse in bagno. Si lavò, si asciugò e si medicò, tutto da sola. Non voleva far vedere a nessuno quella cosa. Per i suoi gusti erano già troppe le persone che l’avevano vista. Quel giorno si sarebbe svolto anche il compleanno di Asdrubala. E lei stessa decise che Genoveffa doveva essere alla sua festa. Venne attaccata in futuro per quella scelta, perché Genoveffa era la sfigata della classe e non si meritava di essere a quella festa. La chiamò, la richiamò finché disse a sua madre che se Genoveffa non rispondeva alle sue chiamate, la sarebbe andata a prendere di forza. Rispose, e Asdrubala riuscì a convincere Genoveffa ad andare alla sua festa. Per tutto il tempo restò di fronte allo specchio a guardarsi, a togliersi le pellicine appena formate, facendo uscire altro sangue.» si girò a guardarlo, continuando a sorridere. «e com’è finita?» chiese, incazzato. «Genoveffa si è fatta una corazza intorno, ha imparato a rispondere, a risolvere le cose da sola. E’ cambiata grazie a quell’esperienza. Purtroppo le è rimasta la paura degli uomini. Quando cammina si guarda sempre intorno, se si trova su una strada da sola con un uomo comincia a sudare freddo. E lì è nata anche la sua paura di essere sotto lo sguardo di tutti, di essere giudicata e derisa. Ma cerca di essere forte, anche avendo queste paure.»
Liam tornò a guardare di fronte a sé. Rimasero in silenzio, per alcuni minuti. «non riesco a trovare il significato di questa storia, se te lo devo dire.» sorrise dolcemente. «Genoveffa ha imparato tanto dall’esperienza che le è capitata. Ha conosciuto il suo angelo custode, sceso dal cielo per proteggerla. Lo fa ancora, sai? Le vuole tanto bene, se non fosse stato per Asdrubala, Genoveffa sarebbe ancora lì stesa su quel brecciolino, pregando dio di ucciderla.» Liam si girò a guardarla, preoccupato_
Io ti stra adoro!Tu sei un grandiiiissssimo genio <3..Non so che scrivere aaargh!
Chia; |