Fu un momento.
Breve come un battito di ciglia.
In quell'unico momento, il suo mondo venne inghiottito dal buio, e da esso cancellato.
Da allora, nulla fu più come prima.
Il prima non esisteva più.
Rimaneva unicamente il presente. Ed era un presente da incubo.
[Sospensione del racconto fino a data da stabilire - Mi dispiace]

(STORIA MOLTO PERVERSA E NON PER STOMACI DELICATI)
Hans era un uomo annoiato dalla vita,Trent lo aiuta a smettere di essere annoiato portandolo alle estreme conseguenze di un gioco perverso.

Julia è mia figlia,nata da uno dei tanti rapporti che ho avuto cinque anni fa. Sono una puttana.
Questa è la mia storia.

questa storia parla di sesso, di violenza, di tortura. parla di sadismo allo stato puro. se siete impressionabili non leggete, non fa per voi.
Non ho tratto alcun sadico piacere da ciò che ho scritto, semplicemente trascritto in parole ciò che una mente è in grado di partorire se lasciata libera di viaggiare con la fantasia.
potete pensare sia perversione, sia disadattamento ma in realtà è vita. non quella che vorremmo vivere, non quella che sogniamo, ma quella che ogni vittima subisce dal proprio carnefice.
....la spinse a terra insoddisfatto. Cercava un’esperienza nuova, diversa, violenta. Erano tutte troppo accondiscendenti con lui. Si era stufato, voleva sentirle poco sottomesse e tremanti. Fu allora che si ricordò del suo amico giapponese.

ATTENZIONE: la storia è diventata una raccolta. Ogni capitolo sarà completamente differente dall'altro e tratterà di argomenti diversi.
- Entro in casa e mi spoglio. Completamente. Mi guardo allo specchio di camera mia. Riesco a vedermi dalla testa ai piedi. I lividi sulle braccia sono quasi del tutto scomparsi, ma ne rimane uno viola sul ginocchio. I tagli sui polsi e sulle caviglie sono diventati bianchi e lucidi. È difficile vederli adesso. -

Quella bottiglina, con su scritto “bevimi”, permette ad Alice di entrare nel paese delle meraviglie. Marie ci pensa e si chiede: “Se la bevo anche io…funzionerà anche per me?” Marie ha 16 anni, vive in un paesino circondato dalla campagna ed ama il teatro. Lo ama perché solo attraverso l’interpretazione di un ruolo può sentirsi davvero se stessa. Una se stessa inventata, ma pur sempre una persona migliore di quella che ritiene di essere. Subisce abusi, Marie. La notte scrive sul suo diario e medita una fuga che le parole di una famosa canzone continuano a suggerirle. Non ne ha il coraggio però, di scappare davvero e cosi continua la sua vita. Una vita, che una vera vita, infondo, non lo è. Sopravvive Marie. E il teatro l’aiuta in questo.
Si ritrova un giorno a dover interpretare Alice e si chiede se anche per lei arriverà il giorno in cui un Bianconiglio la condurrà al suo paese delle meraviglie. Si fa forza Marie e manda giù quel liquido scuro che vi è nella boccetta e, solo allora, inizia il suo viaggio.

Il San Jude,era una scuola femminile stimata e molto frequentata sin dagli inizi del 500. Nel 2008 però una ragazza morì in circostanze inspiegabili,e da quel momento in quella scuola,successe di tutto. Sparizioni. Violenze. Morti improvvise.
Sei ragazze verranno chiamate nel 2011 a frequentare quella scuola. Ognuna di loro per un motivo ben preciso.
Quale sarà la loro missione?
Saranno “le prescelte” e quindi coloro che libereranno la scuola dal male.
O saranno pedine del gioco del male??

"Quando ti trovavi nella veglia della devastazione/ quando aspettavi sul bordo dell'ignoto/ E con il cataclisma che pioveva giù/ piangendo dentro, "salvami adesso"/ eri lì impossibilmente da solo"
Un re solitario che per realizzare il suo desiderio usa un mezzo estremo. Un androide che un tempo tale non era. Una Teoria Ibrida capace sia di portare distruzione che di salvare.
[AU sui Linkin Park di mia totale fattura con idee qua e là estrapolate (oltre che dal mio cervello fantasioso) anche da alcune loro stesse canzoni e video, principalmente dell'ultimo album.]

- Ehi,smettila. Non è colpa tua. Sono io che mi sono fidata di lui . È colpa mia! -
- Non lo dire nemmeno per scherzo. Lui ti ha abbindolata. È colpa sua. -
- Si vabbè ma non pensiamoci. Ormai è successo e non possiamo farci niente -
- Si. Ormai è successo. Ma non succederà più,credimi! -
- Ti credo,Miky. - dissi dandole un bacio sulla guancia.
- Ti voglio bene sorellona -
- Anche io sorellina. Non sai quanto -
Finalmente il braccio di Miky smise di tremare,e io potei chiudere gli occhi per cercare di dormire. Lei si voltò di scatto verso di me,mise la sua bocca vicino al mio orecchio e pochi secondi dopo mi sussurrò quattro semplici parole - Io ti proteggerò sempre -

"Al dolore fisico, intenso e lacerante, si univa quello dello spirito. Mi sentivo violata, mi sentivo trattata come un fazzoletto in cui qualcuno ci si era soffiato il naso. Gettata via, dimenticata, bruciata."
Testo di un po' di tempo fa, spero non ci siano troppi orrori :P

Quando ti ritrovi, a 2 settimane dall'inizio della scuola, con metà dei compiti ancora da fare, dovresti passare tutto il giorno immersa nella matematica e nel latino.
Ma all'ispirazione non si comanda, quindi eccomi qui con una shot drammatica, genere per me quasi nuovo.
-
Sophie vive ad Amsterdam, in una villa dei quartieri alti che nasconde segreti che una bambina di otto anni non può capire, e a cui una ragazza di sedici anni vorrebbe scappare, ma vi è imprigionata.
Sophie cresce tra questi segreti, tanto da diventarne parte.
-
A voi, su un piatto d'argento.

Era un luogo a dir poco lugubre e sinistro.
Ma non ci feci caso...
Poi, alzai lo sguardo.
Vidi una sagoma nera.
Mi accorsi che quel vicolo era cieco.
Quell'uomo o quella donna si avvicinava sempre di più a me.
Volevo scappare ma la paura era troppa e pareva che le mie gambe fossero legate o congelate.
All'improvviso quell'ombra parlò. [...]

I dreamed I was missing
You were so scared
But no one would listen
Cause no one else cared

Non era geloso, oh no! Noah si considerava una persona seria, ma quando non riusciva ad analizzarne con precisione la follia, quella luce che pervadeva lo sguardo di Izzy quando si posava su Owen, si sentiva come un nodo allo stomaco, un groppo in gola, un macigno sul petto che gli bloccava il respiro. [...]

“Io sono gay.”
Ecco, l’aveva detto. Gli era costato tanto, ma si sentiva sollevato, come se si fosse tolto un macigno dal cuore.
Scritta per l’IDAHO (Giornata internazionale contro l’omofobia promossa dall’Unione Europea)