Minific formata da due capitoli nella quale Louis rimane incinto e Harry è il padre del bambino. Una gravidanza difficile, un matrimonio, tradimenti e litigi, i due protagonisti non avranno un attimo di pace.
Louis ha ventiquattro anni, venticinque a dicembre, e le sue relazioni non sono mai durate più di qualche mese. Ha deciso che non si impegnerà mai con qualcuno perché, purtroppo, il suo cuore appartiene ad un uomo che ha deciso di giocarci invece di custodirlo e tenerlo al sicuro.
Purtroppo, oltre a questo, Louis nasconde anche un altro segreto.
Louis/Harry; Louis/Miguel; Niall/Zayn; Liam/Danielle; Harry/OFC.

Harry, proprio non capisce: le persone che vivono a Mosca sanno che la pioggia può colpirli da un momento all'altro ma, nonostante ciò, non portano mai con sé un ombrello per sicurezza, trovandosi così a correre per sfuggire all'acqua che rischia di bagnarli.
Proprio non riesce a capire.
Lui stesso che è li da due mesi, sa del brutto tempo che può sempre colpire la città, ma se lui non lo porta con sé, un motivo c'è.
A differenza degli abitanti, lui ama sentire la pioggia che lo bagna perché, in fondo, è come se lo facessero le sue lacrime.

Odiavo i professori, odiavo la chimica, odiavo la scuola, odiavo…
«Levati gambe corte.»
...Zayn Malik. L'imbecille barra più "figo" barra capitano di non so cosa di questa scuola.
Mi chiamava “gambe corte” per via del mio metro e sessanta scarso ormai a 17 anni.
Ma insomma, ero nella norma, giusto?

Li su quel ponte con i piedi a penzoloni Amanda osservava il suo riflesso nell'acqua:
i capelli ricci erano schiacciati sul suo viso a causa della pioggia, le lacrime rigate del mascara colato e gli occhi spenti.
Ancora non ci poteva credere, non voleva crederci.
Proprio il giorno prima aveva litigato con Harry e, ora, era morto.
Non avrebbe più rivisto quel sorriso completo di fossette.
Non avrebbe più incastrato i suoi occhi color nocciola in quelle iridi verdi di lui.
Non l'avrebbe più abbracciata e lei, non si sarebbe più lamentata dicendo di lasciarla andare.
Non avrebbe più sentito le sue labbra sulla propria guancia al risveglio, quando vi era l'occasione e all'ora di dormire.
E ora, era morto.

STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA.
La vita è davvero strana, come possono due vicini passare dal non sopportarsi all'amarsi? In questa storia è possibile ;)
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Mi aveva davvero sbattuto la porta in faccia? Non ci credo, brutto lama senza cervello ora te la faccio vedere io...
Oh mio caro Harry tu non hai idea di contro chi ti sia messo.
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-Esci con me,molliamoli e andiamocene, solo noi due- disse sorridendo e avvicinando il suo viso al mio. Era talmente vicino che potevo scorgere le piccole imperfezioni che gli caratterizzano il volto, le fossette appena accennate.
Certo che ha proprio un sorriso stupend…stupido. Proprio un sorriso stupido.
-Non faccio volontariato Styles- dissi sbuffando.

Ammetto che l'idea è spudoratamente copiata dal film "Capodanno a New York", ma poi cambia tutto, tranquille ;)
Un Harry perverso (ma dai?) ma anche romantico; una protagonista poco paziente e che ha rinunciato da tempo a trovare l'amore della sua vita. Che ne uscirà?
Il bello di questa storia è che non succederà nulla di brutto, perchè per questo c'è già la vita reale. Quando scrivo questa storia entro nella mia bolla di sapone, e ora ci invito anche voi.
Enjoy it! :D

«E se non le piaccio Louis?» domanda Harry stringendo la mano del ragazzo al suo fianco cercando di opporre resistenza.
Louis si volta leggermente e gli sorride, per poi baciargli la guancia cercando di rassicurarlo. «Tranquillo.»
Un'anziana signora sorride ai due, tenendo per mano una bambina nascosta dietro la sua gamba:
la piccola ha i capelli castani e leggermente mossi, gli occhi azzurri e indossa un vestitino a righe abbinato a della scarpine bianche da ginnastica.
«Ecco Belle, loro sono i tuoi nuovi genitori.» la piccolina si sporge leggermente e, all'incontro con gli occhi verdi di Harry, le guance le si colorano di rosso.
«Posso... Posso abbracciarvi?» domanda timidamente facendosi vedere, questa volta, senza timore.
Louis si china sulle ginocchia e sorride aprendo le braccia. «Ma certo!»
La piccola, con il sorriso, si rifugia tra le braccia del suo nuovo papà che la stringono proteggendola mentre le braccia si stringono al collo come per salvarsi.
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«Amo i miei papà. Sono la bambina più felice del mondo.» sussurra la piccola prima di addormentarsi tra le braccia di Harry.

«Mi scusi?» grida Liam perforandogli un timpano, Louis è costretto e mettersi una mano davanti l’orecchio e a mandargli un’occhiataccia, sono le undici di mattina e lui si è svegliato appena venti minuti fa per volere altrui, il suo corpo è ancora stordito. Si appoggia malamente al bancone e guarda in basso, assonnato, vorrebbe tanto un letto e una coperta.
Da una porta che sbatte ancora, esce un ragazzo con una maglia a maniche corte, sgualcita e sporca di cioccolata, Liam gli fa cenno con la mano alzandosi sulle punte e quello si avvicina con passo frettoloso verso di loro due.
«Posso esservi utile?» chiede più rivolto a Liam che al diretto interessato, poiché Louis ha ancora la testa appoggiata sul palmo e gli occhi bassi, quasi chiusi a perdersi nelle mattonelle bianche e sporche del pavimento del locale.
«Dovremmo ordinare una torta, per il ventiquattro dicembre» mentre parla, Liam, strattona il ragazzo che ha di fianco e lo costringe a rimettersi dritto sui proprio piedi. Ed è proprio in quel nano secondo in cui fa saettare lo sguardo prima sulla maglietta sporca e poi su una massa uniforme di capelli che Louis lo nota.

Io. Ad un loro concerto in prima fila.
Le due affermazioni non combaciavano. Eppure quella sera mi sentivo l’eccezione che confermava la regola.