Clint e Nataša hanno vissuto molto assieme: guerra, morte, distruzione. C'è qualcosa, però, che potrebbero vivere assieme con malcelata paura: l'intimità di un abbraccio.
Rimasero così – abbracciati, intimi come non erano mai stati con nessuno – per diversi minuti.

Mi mancherai Peter.
Mi mancherà tutto di te.
Ma le nostre vite ormai hanno deciso di prendere due strade diverse.
Strade che spero un giorno si rincontreranno...

[Peter/Gwen; Post-Movie]
Non è ai baci delle altre ragazze che Peter sta pensando in quel momento, ma alle promesse.
Promesse nobili, promesse giuste, promesse così difficili da mantenere.

Song fic ispirata alla canzone di Christina Perri "A thousand years" e ad un video sul pairing Peter/Wendy.
Dal loro primo incontro, fino all'ultimo, passando per scene importanti del film.
Spero vi piaccia! Serena_Potter.

[Emma Stone; Andrew Garfield]
"Già. Volevo cenare da solo ma... per errore mi hanno preso un tavolo per due. Nel posto più appartato. Senza pericolosi paparazzi intorno"
"Sarebbe un peccato sprecarlo da solo"
"Già. Vieni?"
"Ci penserò"
"Mi chiamerai?"
"Non lo so"

Guardi per l'ultima volta il fiocco azzurro fra i suoi riccioli castani.
Cerchi di imprimere nella memoria il ricordo dell'abitino che svolazzava mentre volavate via per l'ultima volta verso casa sua.
Eri fiero di essere diverso Peter Pan.
Dietro la tua eterna giovinezza pensavi di trovare anche l'eterna felicità.
Essere un bambino per sempre.
Questo è quello che sognamo tutti.

"Dio ci ha donato la memoria, così possiamo avere le rose anche a dicembre." James Matthew Barrie, lontano 1900. Nessuno scrisse mai quello che successe dopo. E' tempo che vi sia raccontato.

“Siete sempre tu e lei, vero? Molto dopo che noialtri non ci saremo più. Un ragazzo e la sua cabina, in giro a vedere l'universo.”
Ed era così. Era maledettamente vero.
C’erano solo loro due: l’ultimo Signore del Tempo e l’ultima TARDIS.

Non aveva mai creduto alle favole. Non davvero, per lo meno.
Era un qualcosa a cui si credeva a sei anni e che col tempo si iniziava a vedere come vano, inafferrabile, non reale.
Non che non sognasse di viverla, una favola. Semplicemente il mondo intorno a lei le aveva insegnato a non crederci troppo.
Quando si svegliò quindi, quella mattina, pensò di aver sognato tutto. Come ogni altra persona avrebbe fatto.