Iniziò, come tutte le cose importanti, quasi per caso.
Non per un fortuito incidente, nè per un'incomprensione, e stranamente neppure per scherzo. Se anni dopo qualcuno avesse domandato ad uno qualunque degli interessati, probabilmente questi avrebbe risposto che tutto aveva avuto inizio per noia.

Tutti quanti hanno nel proprio passato ricordi dolorosi, che si vorrebbero cancellare, a cui si vorrebbe poter porre rimedio.
Qualcuno, ne ha più degli altri.

Alla tenera età di quattro anni, il piccolo Harry Potter si ritrovò davanti la porta d'ingresso tre signori che dicevano di volerlo riportare a casa. Uno di questi era Albus Dumbledore, che gli sorrideva gentilmente. Gli altri due erano niente meno che Sirius Black, il suo padrino dalla fedina penale pulita, e Remus Lupin, il suo padrino non-ufficiale. Cosa sarebbe potuto succedere se Sirius non fosse mai stato rinchiuso ad Azkaban e se Harry fosse andato a vivere con lui e Remus ce lo racconta Phoenix.
Attenzione! Questa storia è yaoi, chi non è d'accordo a leggere fic del genere, giri alla larga. Uomo avvisato...

Ho sempre amato questi giardini. Sempre.
Hanno la capacità di rasserenarmi solo per il fatto che esistono.
E nonostante tutto, nonostante la funzione che svolge adesso, Hogwarts per me è sempre stata casa.

« Sei mai andato a trovarli? » mi chiede a un tratto Sturgis.
« No, mai. Non ci conoscevamo neanche. Ma dato che Harry potrebbe voler andare e Ron senza dubbio lo accompagnerebbe… »
Annuisce.
Malgrado quello che dice Molly, la tutela di Harry non è assolutamente di nostra competenza. Tuttavia, dato che Harry è di famiglia e che se decide di andare da qualche parte, sicuramente, mio figlio lo segue a ruota, anch’io vorrei sincerarmi della situazione.

Mentre si accendeva nervosamente l’ennesima sigaretta e il padrone di casa gli porgeva il terzo bicchiere di Ogden Grand Reserve con espressione indecifrabile, Peter Pettigrew si ritrovò a formulare il suo primo pensiero coerente. Era la prima volta che metteva piede fra quelle mura.
E probabilmente, per l’estrazione sociale che aveva, si sarebbe sentito grandemente in soggezione… se non fosse appena accaduto quello che era accaduto.

Una storia che è tre storie. Parole che descrivono un uomo raccontando tre vite. Un racconto che parla di Black.
Non vuole esserci verità nelle mie parole.

E' assurdo continuare a mettersi in ridicolo davanti ai compagni di scuola e agli amici per conquistare il cuore di una ragazza mediocre che ti reputa appetibile quanto un Molliccio, questo Sirius lo sa perfettamente: continua a tollerare pazientemente le inutili pazzie d'amore di James solo in nome della forte amicizia che li lega, altrimenti un paio di schiaffi per mettere un po' di sale in quella zucca vuota non glieli avrebbe tolti nessuno.
Allora perchè quando le cose si evolvono improvvisamente in maniera del tutto inattesa e quell'intrusa insopportabile diventa parte del loro gruppo quell'amicizia così perfetta si rivela fragile come vetro?
E' colpa di quell'intrusa apparsa all'improvviso nelle loro vite? E' lei la causa di tutto?
... Oppure no?

Avviso che non sarà una fic "facile". I personaggi saranno cattivi, amareggiati, delusi e si faranno del male l'un con l'altro, per cui se gradite fic più "dolci" forse non è il caso di proseguire oltre.
In caso contrario.... Buona lettura!

Questa storia inizia in un’estate qualunque, come tutte le estati senza nome, di anni senza nome.
Ma per qualcuno può essere l’inizio di tutta una vita: di amori, speranze, tradimenti, illusioni.
Una rapsodia di sentimenti che danza sulle punte, arriva con il vento, si ferma, si espande attraverso le stagioni senza nome, di anni senza nome.

Piccola storia con ben poco senso. Questa fic è nata un po' come uno scherzo, come una sfida. Non c'è molto di serio in queste righe. Spero che strappi un sorriso a qualcuno.

Questa One Shot è nata seguendo un consiglio di JOY per superare i blocchi di scrittura. Sono stata indecisa a lungo sul Rating, e alla fine ho deciso di tenermi larga per sicurezza. Nella foresta proibita tutto non è come sembra...

La collera aspira a punire: e, come osservò acutamente, a questo stesso proposito, un uomo d'ingegno, le piace più d'attribuire i mali a una perversità umana, contro cui possa far le sue vendette, che di riconoscerli da una causa, con la quale non ci sia altro da fare che rassegnarsi.
Alessandro Manzoni.