Sbuffai e mi avvicinai all’oblò, affacciandomi.
Mare, mare e ancora mare.
Non c’era altro se non quella stupida ed infinita distesa d’acqua che si estendeva per miglia e miglia in ogni direzione.
Sbuffai ancora e camminai fino alla sedia di fronte alla scrivania dove mi lasciai cadere a peso morto, lasciando andare indietro la testa e chiudendo gli occhi.
{Storia a quattro mani, Madness in me&Jales}

"Tu hai mai letto Tristano e Isotta?"
"Uhm. No."
"Dovresti."
"Perché?"
"Perché Tristano morì per Isotta. Ed io morirei per te."

"Guardai l’orario sul mio cellulare, le 6.45.
Le audizioni iniziavano alle 8.00, alle 8.30 la porta del Red Lights si sarebbe chiusa portandosi via il nostro sogno.
Mi accesi un’altra sigaretta."

A volte dovevi andare in contro alla morte per temerla davvero, no? Perché è ovvio, tutti siamo bravi a fare i gradassi, “chi se ne frega se muoio”, poi ti dicono che ti stai ammalando e tutti si rovescia.

“Va tutto bene, va tutto bene. Butteremo la cenere di quei quaderni in qualche secchione, più tardi. Quel mostro non può uscire da lì, Hope, quante volte ancora dovrò ripeterlo ? Lui non ti farà del male. Te l’ho promesso. Ti ho promesso che non ti avrebbe toccato, che non sarebbe mai uscito fuori da quelle pagine e così sarà."

Un giorno come tanti, Kay andò dal giornalaio a comprare Rolling Stone, come suo solito. Lo mise in borsa e si diresse a casa per leggerlo sul divano con una sigaretta in bocca.
Sfogliandolo, una notizia la colpì.
Al cuore.
[...]
“Grazie. Grazie di tutto.”
"Grazie a te"