John aprì lievemente la porta e sbirciò all'interno. La scena a cui ebbe modo di assistere era talmente surreale che per un attimo ebbe paura di essere morto assiderato nella tormenta o di essere in fin di vita e che quella fosse solo una tanto strana quanto stupefacente allucinazione. Ma no, per Dio, non era morto e quello... Dannazione, stava succedendo per davvero.
Accanto al letto del bambino c'era Sherlock, in pigiama e vestaglia, intento a cullare tra le braccia un Hamish già per metà o forse anche più nel mondo dei sogni. Stava cercando di farlo addormentare del tutto e ci stava anche riuscendo, realizzò John con una certa sorpresa. Ma ciò che lo stupì più di ogni altra cosa fu il fatto che Sherlock stava cantando ad Hamish una ninna nanna.
John dovette appoggiarsi allo stipite della porta per non cadere a terra.
Parent!lock; Johnlock

Questa è una fanfiction che avrei dovuto scrivere molto tempo fa ma che per mancanza di ispirazione ho sempre rimandato; storia che si svolge sulle note di 'Animals' dei Maroon 5, incentrata sul rapporto di 'nemici con benifici' tra Doflamingo e Crocodile.
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' Cadendo, la goccia scava la pietra, non per la sua forza, ma per la sua costanza.
E in quel momento, mentre si accendeva un sigaro e di fronte a lui Doflamingo ghignava, si sentì proprio come un sasso che veniva logorato pian piano dall'azione molesta dell'acqua. '

AU ispirata al film "300 - L'alba di un impero".
Perché mai aveva visto un uomo così attraente, fiero, sanguinario ma al contempo elegante. Trafalgar Law era un perfetto miscuglio di tutti quegli elementi. E se pensava al fatto che un individuo di così bell’aspetto, dal fisico secco ma aitante, dagli occhi glaciali e penetranti fosse dotato di una tale forza e di un lato così dannatamente oscuro, a Kidd venivano i brividi.

"-Che dire, sei in ritardo come al solito, Eustass-ya.-
Che si fottesse, quel medico del cazzo. Lui si presentava alle stupide visite di controllo per pura noia (o almeno così continuava a ripetersi), non vedeva il motivo di mettersi in ghingheri e arrivare puntuale.
Era stato Trafalgar a convincerlo a farsi impiantare il braccio meccanico, e quindi erano cavoli suoi se il rosso si prendeva la briga di arrivare in ritardo e pure con le palle girate."
Law e Kidd sanno che ammettere ciò che provano non è semplice, specialmente dopo ciò che è accaduto a Kidd.
Eppure, a volte, ci sono cose che non vanno dette.
Semplicemente, vanno vissute.

A volte pensava che il destino fosse davvero beffardo, e dire che lui neanche credeva in quelle cose futili come karma o religione, però in quel momento non gli venne in mente una scusa migliore per giustificare il suo comportamento, non mentre era schiacciato tra un muro della sua camera e il corpo dell'essere più fastidioso che avesse mai incontrato solcando i mari.
E ne aveva vista di gente insignificante che si dava un sacco di arie, ma l'uomo che ora gli stava mordendo il collo con tutta la forza di cui era capace fino a farlo sanguinare, lui, li batteva tutti.
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Prima fanfiction rossa in assoluto, siate clementi (DoflaCroc ovviamente)

Io ritornai da la santissima onda
Rifatto sì come piante novelle
Rinovellate di novella fronda
Puro e disposto a salire alle stelle
Slash! Dante x Virgilio

-Kunimi, mangiami. Divorami.- disse in preda alla lussuria, mentre l'altro col pollice andava a pulirsi un rivolo di sangue da quella bocca, che ne era intrinseca.
[...]
-Allora prendimi.- gli morse il labbro inferiore e glielo strappò, ingoiandolo e poi leccando il sangue grondante che iniziò a stillare dall'amputazione.
La sua lingua incontrò quella del più grande e iniziarono a danzare dolci, rincorrendosi e poi violente come la guerra.
-Dovrai aspettare ancora un po'... Ken- ghignò
Attenzione: storia con scena di sesso particolarmente violenta

Levi vuole mettere le cose in chiaro. Una volta per tutte. Pwp, sesso descrittivo, linguaggio forte - Levi non è un fiorellino di campo. Ereri.

Quando le note di “Talk Dirty to Me” si levarono dal suo cellulare, Sousuke Yamazaki assunse come sempre una specie di ghigno malizioso. Non aveva bisogno di vedere lo schermo per sapere chi era, cosa voleva e dove si sarebbe trovato di lì a poco.

{Aomine Daiki x Kuroko Tetsuya}
“Ma scusa, dici sempre che dovrei leggere qualche libro dei tuoi e ora che mi sto interessando mi tratti così?”
“Hai detto bene: leggere qualche libro, non chiedermi di cosa parlano.”
Le labbra di Aomine si arricciarono in un broncio infantile. Poi, ebbe un’idea. “Perché non leggi tu per me?”

-Cos’è questa?- disse calmo lui. Eren lo osservò per un attimo non capendo bene cosa gli stesse dicendo. Poi spostò la sua attenzione alla mano dell’altro e finalmente capì. Si diede dello stupido una cinquantina di volte. Pensava di averlo fregato, ma niente sfuggiva a Levi.
-E’-E’ panna montata…- balbettò senza sapere che altro dire. Nella mano destra Levi teneva un barattolo di forma cilindrica con su scritto a caratteri cubitali “panna”. Quando Eren l’aveva vista in esposizione insieme agli yogurt e ai latticini gli era venuta una voglia matta di mangiare quella panna e fragole che gli faceva sua madre quando era piccolo. Così, ricordando il suo sapore dolce e schiumoso aveva deciso di prenderla.
-Era nella lista della spesa?-
-No…ma è buona…- disse titubante. Lui si avvicinò lentamente al più giovane che cominciò a sudare freddo. Non gli piaceva quando Levi aveva quello sguardo omicida e gli si avvicinava. Non gli piaceva nemmeno il fatto che fosse stato scoperto perché adesso lo avrebbe punito. E non gli piacevano nemmeno le sue punizioni perché di solito facevano molto male.
{{Assolutamente Riren}}

Himuro aveva sinceramente creduto che quello fosse un caso isolato. Per settimane, mesi, anni, aveva fatto finta di niente, quando Murasakibara sembrava avere la bocca troppo piena per aver mangiato davvero solo un po’ di pudding, o quando aveva le tasche troppo piene ma cammuffate dalla mantella che gli cadeva troppo larga sulle spalle. E avrebbe continuato a farlo fino alla fine dell’ultimo anno, se un giorno poco prima di Natale lui non gli avesse soffiato all’orecchio e gli avesse detto “Devo farti vedere una cosa”. [HP!AU, MuraMuro]

Lo duca e io per quel cammino ascoso
intrammo a ritornar nel chiaro mondo;
e sanza cura aver d'alcun riposo,
salimmo sù, el primo e io secondo,
tanto ch'i' vidi de le cose belle
che porta 'l ciel, per un pertugio tondo.
E quindi uscimmo a riveder le stelle
Slash!! [Dante x Virgilio]

Così, per sbaglio, quando Sanji aveva detto ‘Blacklag’ in un discorso a caso e Zoro aveva ribattuto con un qualche insulto che conteneva la frase ‘va a farti fottere’, i due erano arrossiti entrambi.

Leon S. Kennedy/Chris Redfield
“A chi è che appartieni, Leon?”
La domanda gli sfugge dalle labbra prima ancora che possa rendersene conto.
Leon interrompe i suoi movimenti veloci, senza smettere di respirare in fretta, e i suoi occhi sono socchiusi ma attenti, incatenati ai suoi.
Per un secondo, l'unico suono udibile è quello dei suoi respiri brevi e affannati. Poi Leon schiude le labbra, nell'attimo in cui prende un respiro più profondo, e risponde.
“A nessuno.”