Dean Winchester teme di non essere abbastanza, e si nasconde dietro l'indifferenza. Castiel sembra essere l'unico in grado di capirlo, e glielo dimostra.

Dal primo capitolo.
"Procedeva con piccoli passi insicuri verso gli altri bambini, stringendo forte la mano di quella gentile signora che lo aveva accolto appena arrivato lì. Odiava essere quello nuovo, perché la gente lo osservava come se fosse un alieno e non faceva parte del suo carattere essere felice di trovarsi al centro dell'attenzione. Quindi teneva lo sguardo basso e faceva attenzione a non toccare le linee delle mattonelle del pavimento, poggiando la pianta del piede sulla superficie della ceramica bianca. Appena le porte si aprirono tutto il frastuono che si sentiva poco prima si interruppe improvvisamente, tutti gli altri erano rimasti zitti ad osservare il nuovo arrivato."

La mia prima songfic, non so cosa ne sia venuto fuori ma spero che comunque a voi piaccia. uu

Destiel ambientata tra i banchi di scuola.
Dean e Castiel sono amici, ma il loro rapporto è un po' particolare. Il loro passato li porterà ad unirsi, oppure ad allontanarsi sempre di più?
Se volete sapere come va, non vi resta che leggere!

PUBBLICATO L'EPILOGO
[Revisione completata. Tutti i capitoli sono stati ripubblicati]
Lui: uno scrittore in fallimento, depresso e senza svolte.
L'amico: il suo sostegno, l'unica persona per cui abbia mai avuto considerazione.
L'altro: l'altro....
Una cittadina che nasconde dei segreti, non solo umani.
Un passato oscuro che ritorna, che non da pace.
Il desiderio di far finire tutto perso dopo un'incontro. Quell'unico incontro.
Il resto è oblio.
Entrate a Salem, potreste non uscirne più...

"Mi fermai nel sottoscala e mi schiacciai al muro come una sardina per evitare di esser visto, come facevo da ormai due anni a quella parte. Stavo aspettando Dean, il mio ragazzo che grazie a una società piena di gente ottusa e ignorante non potevo affatto godermi."

"Chiusi la porta. Riuscivo a sentire solo il mio respiro affannato e il sapore metallico del sangue proveniente dal mio labbro. Stavo scappando, ancora, sempre da lui. Il nostro era un rapporto pazzo, malato lo definivano alcuni, ma noi ce ne saremmo resi conto solo quando non avremmo finito per distruggerci a vicenda. Il problema era che solo io ero stata distrutta, lui continuava imperterrito a torturarmi, inseguirmi, farmi sua, ma senza rispetto e senza pietà, senza curarsi dei miei sentimenti e sensazioni."

«Sei stranamente silenziosa.»
M'irrigidii e strinsi compulsivamente il bicchiere di granita che avevo tra le mani. Ecco il mio grande piano che andava in fumo. Se lui mi parlava, diventava assolutamente impossibile dimenticare la sua presenza. Cazzo, cazzo, cazzo.
Non poteva semplicemente starsene lì, zitto, a guardare fuori dal finestrino?
«Non è vero.» dissi, costringendo la mia voce a non tremare sotto la forza dei battiti del mio cuore. «Ho sempre parlato poco. Sei tu, il logorroico.»
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Touko lo ha aspettato per più di un anno, chiedendosi se l'avrebbe mai rivisto. Eppure, quando il miracolo succede, non è nulla di simile a ciò che si era immaginata.
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