Lei è Erin: calma, studiosa e abitudinaria.
Lui è Louis: svogliato, egocentrico, stupido e casinista.
Solo una parete poco spessa divide i loro mondi così diversi...
***
DAL PRIMO CAPITOLO:
“Come sai che l’avrei fatta godere così tanto?” domandò. Sorrisi con strafottenza.
“Perché camera tua confina con la mia e… pare che tu sia… l’amante migliore di tutti i tempi, il ragazzo più dotato che esista, uno che ci sa fare parecchio… cito male forse?” risposi, riportandogli solo alcune delle cazzate più assurde che avevo sentito negli ultimi mesi.
“Invidiosa?” chiese. Io scoppiai a ridere e tornai nel mio appartamento. Neanche qualche minuto dopo Louis tirò un paio di colpi contro la parete facendo rimbombare la mia camera.
“Piantala, porco maniaco!” urlai. Louis rise e continuò a picchiare contro il muro.
“Ora mi toccherà guardare un porno e fare tutto da solo!” disse. Sbuffai.
“Louis Depravato Tomlinson… mi fai schifo!”
***
Se volete sapere cosa succederà alla tranquilla vita di Erin dopo il rumoroso intervento di Louis, entrate e leggete!
Piesse: volevo avvisare che questa storia è a rating ROSSO, non volgare ma comunque ROSSO!

«Fatina mia, se Babù è una streghetta e Vì non lo è, le due sorelle devono essere divise. Le giovani streghe ricevono un'educazione speciale, diversa da quelle delle bambine senza poteri. I Nonmagici non possono conoscere i riti, gli incantesimi, le arti segrete delle streghe: crescere una streghetta e una nonmagica nella stessa casa è vietato.» Il Terribile 21 non è mai arrivato a Fairy Oak, ma è successo qualcosa di peggio: Pervinca non ha ereditato i poteri. Ma le gemelle non possono essere divise, e Tomelilla decide a malincuore di infrangere la legge. La cosa non va a buon fine, e il consiglio dei Saggi stermina la famiglia Periwinkle. Tomelilla riesce a salvare solo Vaniglia e, dopo aver concesso ai Saggi di cancellarle la memoria, scappa con lei e Felì ad Aberdurville, dove vivranno da quel giorno in poi.
Ma tornare a Fairy Oak è il destino di Vaniglia. Ed anche senza la sua memoria, senza sua sorella o la sua famiglia, in un modo o nell'altro il villaggio della Quercia Fatata la richiama a sé.

«secondo me stai benissimo così.»
«stai zitto.»
«no, davvero.» la spinse con un dito, ma bastò a farla cadere di nuovo stesa sul letto, e si mise sopra di lei.
«Oh santo cielo, levati subito o urlo. Ah, dimenticavo di essere comunque in un covo di psicopatici.»
«E se ti baciassi, May?»
«Sarebbe l'ultima cosa prima di mandarti all'ospedale in terapia intensiva.»
Harry si avvicinò, ad un centimetro di distanza dal suo viso. «Accetto la condizione» sussurrò, prima di poggiare le labbra sulle sue.

Sono una ragazza che odia le ragazze, vivo con i maschi, vivo col sesso opposto, qualunque essere vivente del mio stesso sesso mi fa schifo. Perché? Oh, non è difficile, le ragazze sono tutte uguali, smalto, colore rosa, accessori, niente videogiochi che non siano delle barbie e niente calcio, praticamente uno schifo. Io amo giocare a calcio, amo giocare ai videogiochi e odio il rosa.
Questa è la protagonista di questa storia, una ragazza che sin da piccola ha lavorato duro per poter vivere, il suo non è un bel lavoro ma deve farlo.
Possono cinque ragazzi che l'hanno sempre usata diventare quegli amici che l'aiuteranno ad uscire fuori da un brutto giro?

«Ho ventidue anni Zayn, io voglio fare esperienza, capire come si seduce un uomo,
come essere abbastanza per un ragazzo.» sospiro passandomi una mano tra i capelli.
«Annabelle...» inizia accarezzandomi il braccio delicatamente, provocandomi dei brividi.
«Queste cose verranno da sé, devi solo aspettare il momento giusto.» mi sorride per rassicurarmi.
«Il problema Zayn, è che io non voglio essere impreparata quando arriverà.» sussurro imbarazzata,
distogliendo lo sguardo dal suo, mi vergogno troppo per guardargli anche solo le mani.
Il silenzio ci circonda per diverso tempo, fino a quando sento Zayn muoversi
al mio fianco farsi sempre più vicino per poi prendermi il viso delicatamente, voltandolo verso di lui.
«Lascia che ti insegni io allora. Sarò il tuo maestro e ti darò lezioni di seduzione.»

Mi ricordo tutte le prime volte.
Diciannove. La prima volta che facemmo una lunga chiacchierata.
Venti. La prima volta che si sedette accanto a me in mensa e mangiammo insieme.
Ventuno. La prima volta che mi presentò ai suoi amici.
Ventidue. La prima volta che capii di essere innamorata di lui.

-Penso che l’idea di venire qui, sia stata la migliore che ti potesse mai venire- sussurrò Zayn.

Quando il più piccolo gli aveva rivelato di avere in mente una sorpresa per lui – durante un’intervista in diretta nazionale, con un numero non meglio identificato di persone pronte ad analizzare ogni loro possibile espressione, movimento, respiro - Zayn aveva pensato a molte cose, sia piacevoli sia preoccupanti, ma di certo non a quello.
(Slash; rossorossorosso; lieve - ma lieve, lieve, lieve - accenno di bondage)