AUHuman!
STORIA ANTI BULLISMO!
Non dico altro

Nessuno può guardarlo, ne parlarci, ne toccarlo.
Eustass Kidd diventava mostruosamente geloso e pronto a uccidere chiunque gli avesse rubato quello che gli apparteneva.

Guardava e riguardava quel foglio bianco come se fosse lui a dovergli suggerire come iniziare.
Sospirò. Meglio iniziare nel modo più classico possibile, anche perché lui non era un esperto di lettere e letteratura…
“Ciao, Leo…”
Ecco, così poteva andare. D'altronde voleva scrivere quella lettera con la convinzione che lui gli avrebbe risposto.
Con l’illusione che fosse ancora lì con loro, con lui…

Ace sbuffa, cercando un modo di sottrarsi all’impegno, mentre l’altro lo fissa con gli occhi spalancati, ansioso di mettersi alla prova con il numero che suo fratello sta escogitando per lui.
«Per sempre».
«E che numero è? Non l’ho mai sentito».
«Tu conta»
[Ace, Sabo & Rufy Childhood]

"Eustass~ya, piove."
Kidd alzò lo sguardo dalla sua rivista di meccanica per incrociare lo sguardo con quello di Law.
Lo trovò assorto, seduto al tavolo del salotto con il mento appoggiato su una mano, mentre guardava fuori dalla finestra.
Fuori il cielo era grigio, le gocce di pioggia si infrangevano sui vetri con un ticchettio continuo, mentre il vento soffiava portando odore d' autunno.
"Lo vedo" disse il rosso, scocciato, mentre tornava ad occuparsi della sua lettura.
"Tra un po’ dobbiamo andare."
"Lo so".
"Dovevamo andare a piedi fino alla chiesa, Eustass~ya. Non possiamo andare al matrimonio con le scarpe sporche di fango. E dato che non credo che l'edificio si sposterà da solo per te, trova una soluzione."

Raphael Matthew Hamato era sempre stato un "cattivo ragazzo", insomma un tipo poco raccomandabile.
Non era quel tipo di bulletti che prendono in giro e picchiano i ragazzi che considerano inferiori, lui semplicemente ignorava ogni regola; finiva spesso in punizione per via di qualche scazzotata o regola infranta.
E, chissà, forse presto se ne sarebbe pentito.
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-Raphael mi stai ascoltando?!-
-Non è successo niente a nessuno. Non c'è bisogno di farmi la ramanzina!-
-Si, però se continui così qualcuno si farà DAVVERO male!-
-Non succederà!- Urlò Raph correndo nella camera che condivideva con il fratellino.

quattro tartarughe, divise alla nascita, ma unite dal destino. combatteranno, piangeranno, vivranno la loro avventura, tra magie e maledizioni vi propongo ora un fiction un po' diversa dalle altre.
vi avviso, sarò spietata e senza scrupoli, quindi vi avviso, non voglio la vostra perdita della sanità mentale sulla mia coscienza XD
contenuti forti, t-cest, violenza e guerre. ecco cosa vi attende in questa fiction, siete stati avvertiti. ma se volete comunque leggerla...benvenuti ^-^

In un'universo alternativo, la terra è divisa in quattro regni: il regno dei demoni, quello degli angeli, quello dei maghi ed infine quello degli umani. Queste quattro terre sono in continua lotta tra loro, ma nel loro centro vi è una terra neutrale, nella quale creature di tutte e quattro queste razze possono vivere in armonia. Ed è proprio qui che inizia la nostra storia.  

[...]“Ti prego, non sederti vicino a me, ti prego, non farlo, ti prego, ti prego, ti prego”.
Ma, per Freezer, quello era un giorno sfortunato
-Hey, tu, fammi il solito!- sentì mormorare di fianco a lui. Aveva capito, con orrore, a chi apparteneva quella voce e ora l’unica cosa che gli rimaneva da fare era sperare che l’altro non lo riconoscesse a sua volta
-Sei Freezer, giusto?-
Perché quel giorno non gli andava bene nulla? [...]
Cell. Freezer. Un bar malfamato degli Inferi.

Tutti sappiamo che Leo è in gamba, no? E' il leader dei suoi fratelli!!
Il maggiore, il più responsabile: Forte, intelligente ... figo!! Etc, ma ... insomma!! Sappiamo che ha tante qualità ma ... sappiamo anche che purtroppo la CUCINA non è mai stata il suo forte!! ^^'

Un bambino sui 10 anni, dagli occhi blu come il mare e i capelli castani che uscivano da un berretto blu come gli occhi si guardava intorno attento.
Aveva una giacca pesante azzurro e dei jeans, nelle mani, arrossate per il freddo, teneva una palla di neve.
-Booyakasha!-
Il bambino fu colpito da una palla di neve proveniente da dietro le sue spalle.

Michelangelo era seduto sul suo letto, il guscio contro il muro e le gambe piegate, su le quali poggiava un album da disegno.
La mano si muoveva veloce.
Guardava il foglio ma non lo vedeva.
Non sapeva cosa stava disegnando di preciso, lasciava semplicemente scorrere la matita sul foglio.
Si sdraiò lasciando cadere l’album.
Sospirò, non riusciva a disegnare.
Forse era vero.
Nessuno può essere sempre felice.