La Task Force di Tokyo era composta da giovani sotto copertura dotati di grandi abilità che si occupavano di risolvere i casi criminali più complessi o irrisolti.
Dal primo capitolo:
"Dalla ricetrasmittente, uscì la voce del capitano -Mancano dieci secondi.- Izumi corse velocemente veso la pistola caduta a terra. Presa l'arma inziò a correre il più lontano possibile, se non riusciva da affrontarli era meglio ritirarsi.
-Otto secondi.- Le gambe facevano male, era stanca, sudata, le mancava il fiato. Non riusciva a percepire la presenza dei due ragazzi dietro di lei.
-Cinque secondi.- Izumi aveva un brutto presentimento, girò la testa per controllare dietro di lei ma non notò nessuno.
-Quattro.- Un'ombra sorpassò la figura della ragazza dall'alto -Tre.-
Izumi non ebbe il tempo di reagire -Due.-
-Addio Shibata.- Il ragazzo sparò.
-Uno.-"

{Omega!verse: non è indispensabile sapere cosa sia di preciso per capire la storia, ma nelle note ho inserito un link comunque}
{AominexKuroko, all'inizio - AominexKise e KagamixKuroko in seguito}
“Strano. Non hai quell’odore acre tipico dei Beta, anzi…” Si avvicina ancora di più. Il suo respiro caldo gli lambisce il collo. Kuroko è pietrificato sul sedile posteriore dell’auto. Il cuore sembra che gli stia per scoppiare in petto come dopo una lunga corsa. Serra le labbra secche, lasciandosi esaminare come una cavia da laboratorio.
“Il tuo odore è così flebile che persino io stento a sentirlo. E quel po’ che sento non è rivoltante come quello di un Beta, ma neanche delizioso come quello di un Omega.”
Kuroko deglutisce. La conversazione sta minando tutte le sue certezze: la sua identità è messa in discussione; il suo posto nel mondo vacilla. È un terremoto che scuote le fondamenta della sua esistenza. “Cosa sono allora?” chiede, con un filo di voce.
L’Alpha lo fissa, muto, immobile. “Mi permetti di assaggiarti?”

{Questa fanfic è il seguito di 'Harem tales'; nel primo cap potete trovare il link}
{Sousuke x Rin}
“Sousuke” la voce di Rin frena ogni mio tentativo di ribattere al Capitano, che si allontana per lasciarci soli.
“Mi chiami come se fossi sorpreso di vedermi” lo pungolo.
“Te la sei presa comoda. Non lo sai che spetta al Sultano l’onore di presentarsi per ultimo?”
“Immagino che non appena ne avrai l’occasione mi costringerai a farmi perdonare per questa offesa.”
Ghigna, avvicinandosi di più a me. Le sue parole mi scaldano le labbra. Mi dà un bacio, lieve, casto, fugace. “Ormai mi conosci fin troppo bene.”
Fremo già al pensiero.

Au Mafia con accenni all'omegaverse. (Iwaoi)
Nei suoi incubi più terribili, Iwaizumi Hajime era sempre bloccato, qualsiasi cosa lui facesse, per quanto si muovesse non poteva far nulla per impedire ciò che la sua mente già sapeva sarebbe accaduto. Nei suoi sogni, ogni volta, ogni stramaledetta volta, lo vedeva accadere.
Iniziava tutto da un suono assordante, come se qualcosa fosse esplosa, e poi Tooru era per terra, il viso pallido e un'enorme macchia scarlatta che si allargava sul petto.

Koushi Sugawara è un ragazzo particolare e un po' diverso dagli altri in quanto ama indossare abiti femminili.
Vorrebbe degli amici, ma nessuno vuole avvicinarsi. E intanto il tempo scorre e niente sembra mutare.
--- Dal testo: [...] Koushi lo guardò. « Che ci fai qui a quest’ora? » domandò, a bassa voce e stringendosi tra le braccia. L’aria fredda che proveniva da fuori, gli fece venire la pelle d’oca. D'altronde, indossava solamente una lunga canottierina di seta rosa fino alle cosce e dei pantaloncini corti che si vedevano appena.
Daichi non rispose, ma alzò il primo foglio della risma, dove Suga lesse delle parole.
“Lo so che è strano, ma fidati di me.”
Koushi sorrise, annuendo, eccitato.
Daichi allora, seppur con impaccio, riuscì a sollevare il secondo foglio.
“Forse non te l’aspettavi.” Recitava quest’ultimo.
“Ma devo dirti molte cose. Adesso.”
Koushi si appoggiò allo stipite della porta, incitandolo a continuare.
“È da giorni che la mia mente è tormentata da un pensiero fisso".
Daichi cambiò espressione, ora aveva un broncio adorabile.
“Non so più che fare. Ma forse…”
Cambiò il foglio.
“…dovrei essere più diretto”.
E allora Daichi sorrise, guardandolo negli occhi, prima di sollevare il foglio successivo.
“Sei bellissimo”.
[...]

Jack è un ragazzo solo. Ha scelto di non avere amici e tenersi stretto i suoi famigliari. Il suo rifugio è il gioco virtuale "Bloodsword", dove finge di essere un vero guerriero.
Derek invece è un soldato. Ha deciso di allearsi all'esercito, ma si è accorto troppo tardi che quella non era la sua strada.
E se, per uno scherzo del destino, i due iniziassero a videochattare e conoscersi?
----
Il sole è alto, ma non troppo caldo.
La brezza del mare mi solletica il viso. Inspiro l’aria profondamente, godendomi quel sapore salino.
Il cellulare che ho in tasca inizia a vibrare.
Sorrido, rispondendo.
- Sono arrivato. -
- Sì? Bene: fammi un favore. -
- Sì… -
- Scatta una foto. Ma non chiudere la chiamata. Non so se la rete reggerà ancora per molto. -
- Okay. -
Mi sfilo lo zaino dalle spalle e lo poso a terra.
Immortalo il paesaggio in alcune fotografie e ripongo la macchina dentro lo zaino.
- Jack… hai finito? – mi domanda.
- Sì. -
- Okay. Fammi un altro favore. -
- Dimmi. -
La linea cade.
O meglio, così pare a me.
Osservo incredulo lo schermo.
Chiamata terminata.
No. No. No. No.
Non ora, ti prego.
E poi rabbrividisco.
Rabbrividisco quando, alle mie spalle, una voce non troppo lontana dice: - Voltati. -

{Arabian!AU; Sousuke x Rin, principalmente}
“Sai dirmi che cosa sta succedendo?” gli chiedo.
“Cosa?”
Forse per lui è qualcosa di scontato, ma per me non lo è. Mantengo la calma e gli riformulo la domanda. “Il Sultano mi ha affidato a te, ma non so cosa abbia in serbo per me. Potresti spiegarmelo?”
“Be’, semplicemente, il Sultano ti ha scelto per diventare uno dei suoi amanti dell’harem.”
Harem? Ne ho sentito parlare. Dicono che sia un posto dove il Sultano ha raccolto i giovani più belli di tutto il regno e li usi come giocattoli per soddisfare i suoi piaceri. Ma io? Cosa c’entro con tutto ciò?

Lo guardò negli occhi per un momento interminabile «Io e te siamo come il sole e la luna»
«In che senso?» chiese l'altro
«L'uno non ha ragione d'esistere senza l'altro».

Dal capitolo 2:
“In nove partiranno,
e di nuovo greci e romani riuniti saranno.
Per cercare gli scomparsi,
e di antichi problemi occuparsi.
Perché il Caos non riaffiori,
non dovranno aver timori.
Nell’Est risposta troveranno
E nel profondo andranno.”
Dal capitolo 5:
Bene quindi dichiaro iniziato il piano “Fare impazzire il Pesce”. Mi piace come nome … rende!
[...]
“Ma bravo il mio Nico che finalmente si fa vanti, cresce bene il ragazzino … qual è il tuo piano ?” mi chiede Jason curioso.
“Facile… farlo impazzire!” dico con nonchalance mentre un sorriso mi spunta sulle labbra.
[Pernico] contiene spoiler sul libro "Il marchio di Atena"