Apro la porta della cucina ed i miei occhi si illuminano di gioia, proprio come il mio sorriso.
-Niall.
Mi avvicino a lui quasi correndo e mi avvinghio al suo collo. Sento le sue mani circondarmi i fianchi e stringermi in un forte, dolce abbraccio.

Lui rideva, spensierato, ed io lo guardavo come se il mondo dipendesse solo da quella sua risata profonda e calda. L'avevo fatto ridere finalmente, avevo messo fine per un piccolo istante alla sua preoccupazione. Le avrebbe passate le audizioni, l'avrebbero fatto entrare in quella prestigiosa scuola d'arte e spettacolo e sarebbe uscito per sempre dalla mia vita. Non volevo lasciarlo andare, ma ero felice lo stesso, perchè sapevo che non mi avrebbe mai lasciato. Lui mi mi amava, ma l'aveva appena confessato
Niam ...

Era ufficialmente diventato come una di quelle ragazze pervertite.
Per di più era anche stupido, perché in Irlanda rimaneva comunque notte, si ricordò poi accedendo il computer.
(Slash, arancione. Sì: vedo la gente gay)

Sta di fatto che è sempre stata colpa sua. Perché si, voglio dire, io prima stavo bene. Prima di incontrarlo stavo bene nella mia piccola vita incasinata, stavo bene con i discorsi con i miei amici, con i sabato sera improvvisati tra una birra e un’altra, e nello sguardo di uno sconosciuto per strada.

[Larry Stylinson]
La pioggia di Londra prosegue senza sosta da prima di pranzo. Picchietta instancabile sui vetri, producendo un rumore fragoroso ed echeggiante, che gli provoca un forte senso di nausea.
Forse è quella, a non farlo dormire. Lo tengono sveglio le gocce, non quegli strani pensieri che, languidi come una carezza, gli scivolano nella mente, per poi mettere radici nella sua testa all’improvviso, a tradimento.

«Sono un uomo!» dissi solo, premendo un po' le mani contro le sue spalle. Al mio tentativo di liberarmi rise, rincarando la dose di baci. Quando sfiorò il pomo d'Adamo non riuscii a non fremere, mi inarcai un po' su me stesso e sospirai. Perché avevo certe reazioni? Con un uomo, per giunta... Sarei finito dritto all'inferno accompagnato da quel demone peccaminoso.
«Ho notato. Non fa differenza e-» sentii la mia giacca e la camicia cadere a terra e le mani del moro intrufolarsi nei miei pantaloni, slacciandoli «Non negarti, non farlo. Otterrai solo l'effetto contrario-»

Chiaro, no? Non poteva durare troppo a lungo. Sasuke Uchiha lo aveva tradito. Così, alla fine, lui aveva preso il posto di Sakura e, proprio come la ragazza, aveva subito lo stesso destino.
[ Continuo di: Ricordati di Me ]

Sasuke si avvicinò di un passo al biondo e, sussurrando in modo davvero osceno, disse «spogliati.»
Naruto ne era certo: quel bastardo stava giocando con lui!