Everyone knows the phenomenon of trying to hold your breath underwater - how at first it's alright and you can handle it, and then as it gets closer and closer to the time when you must breathe, how urgent the need becomes, the lust and the hunger to breathe. And then the panic sets in when you begin to think that you won't be able to breathe.

(LARRY, TRADUZIONE.)
Harry è stato vittima del bullismo dal giorno in cui ha portato con orgoglio una corona di fiori sulla sua testa quando aveva dieci anni.
Louis è un punk, con una mezzaluna di eyeliner nero che illuminava i suoi luminosi occhi azzurri, aveva i capelli disordinati di rosso brillante che ha tinto in terza media, e innumerevoli tatuaggi che coprivano entrambe le braccia e il petto e alcuni anche sul collo.
Louis e Harry non si erano mai parlati.
Questo fino a oggi.
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‘’Ehi, sono Ashton, sono troppo occupato a farmi una vita sociale per rispondervi, non mi lasciate messaggi, non me ne frega, risolvetevi i problemi da soli.’’

Zayn dorme, Louis no. Liam ha una storia a distanza. Niall è, molto probabilmente, la reincarnazione di Mozart. Per vivere, gestiscono un albergo senza nome.
Harry ancora non lo sa, in realtà, ma presto sarà un poeta. Maschio.
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
[ ATTENZIONE! Questa storia contiene Harry/Louis ] [ Autore: zeroschiuma ]

Un trasloco, un semplicissimo trasloco dall’Italia alla capitale inglese. Dawn non sapeva che proprio così sarebbe cominciato il suo incubo.

Decise di entrare. Nathan era da solo, su una poltrona in un angolo, con in mano un bicchiere. Probabilmente uno dei tanti che si era scolato, guardando lo stato dei suoi occhi verdi. Bella amava quegli occhi, ma non era preparata a vederli così. Anzi non era preparata a vederlo in quello stato. Se proprio doveva andare male, almeno voleva poggiare un’ultima volta le labbra sulle sue, tanto poi, se ne sarebbe andata.

Zoe, si svegliò quella mattina in camera sua, beh la cosa era normale, tutti si svegliano nella propria camera. Si mise a sedere sul letto stiracchiandosi e appena riuscì a mettere a fuoco il biglietto che c'era attaccato sulla televisione, sul comodino accanto al letto, allungò una mano e lo prese.
“Giorno diciotto, vestiti, ti aspetto giù! Oggi è la giornata del desiderio numero diciotto e sono curioso di sapere qual'è … ah, giusto, Auguri Stordita!”