“Ed è una coincidenza fortuita che sia anche il colore della tua camicia, ti sta bene.” Aggiunge, passandosi una ciocca di capelli ricci dietro all’orecchio.
“Mi farai arrossire così, Hermione.”
“Sarebbe la prima volta.”

Fred mi osserva.
Si sofferma sui miei lineamenti, mi guarda, mi mette a disagio.
Mantengo lo sguardo.
Cedo.
Cado.
Sento che sorride.
Alzo lo sguardo.
Sorride.

Poi, d’improvviso, alza gli occhi, come richiamato da una forza centrifuga che rifugge quel centimetro di lana che attira il suo sguardo: si ritrova a cercare sua moglie, l’unica che, con quel profumo di torta alla melassa, con la farina sul naso e sul grembiule, può rimetterlo al mondo con una sola occhiata, con un solo sorriso – anche quelli di rimprovero.

“George, mi sbaglio o sembra che la Granger, sia interessata alle nostre attività sportive extra curriculari?” Domandò quello che finalmente si rivelò essere Fred. La scrutava con un ghigno diabolico dipinto in volto.
“A me sembra molto più che interessata. Magari dovremmo portarcela” insinuò George, assumendo lo stesso ghigno del gemello. Hermione sentì improvvisamente le guance andare a fuoco. Quei due stavano cercando di metterla in imbarazzo e ci stavano riuscendo alla perfezione. Lei li guardò e sostenne quegli sguardi carichi di sottintesi.
“Perché no? Per me possiamo andare anche subito” li sfidò. Entrambi rimasero un secondo interdetti dalla sua sfrontatezza, poi scoppiarono a ridere.
“Sei veramente spassosa. Ne riparleremo quando sarai più grande” Fred le batté affettuosamente una mano sulla testa, come si fa coi cuccioli o coi bambini piccoli. Questo la fece infuriare.
“Ho sedici anni, cocco” sbottò, scansandogli la mano con uno schiaffo. Il sopracciglio di Fred scattò in alto.
“Sei al quinto anno, come fai ad avere sedici anni?” George sembrò confuso.
“Sono nata il sedici settembre 1979, genio” borbottò.
“Quindi tecnicamente il tuo compleanno è tra otto giorni e tu hai ancora quindici anni” calcolò George. Lo divertiva prendere in giro Hermione.
“Ripassa tra otto giorni

"Questa storia partecipa al contest "Una crociata per la Dramione IC" indetto da BessieB sul forum di Efp"
Erano passati solo due giorni, anzi anche di meno. Solo 37 ore e 40 minuti. Eppure un’eternità sembrava essere trascorsa dalla morte della sua Astoria. O almeno così pareva a Draco. I secondi si erano tramutati in giorni, i minuti in anni. Gli sembravano già lontani gli ultimi suoi sguardi, le sue parole di conforto, i dolci e leggeri baci a Scorpius, le carezze gentili con cui aveva asciugato le lacrime che Draco aveva versato. Astoria Malfoy, prima di tutto Astoria Greengrass, perché dei Malfoy non aveva mai avuto nulla: lei, buona, gentile, caritatevole Astoria. La luce della sua vita, strappatagli così repentinamente. “Perché nella mia vita c’è posto solo per tragedie e disastri?” si interrogò Draco.

Dalla storia:
"Senti distintamente le urla di Molly che squarciano la notte, senti Ginny correre insieme a tutti gli altri, tu fingi di dormire; non ce la fai a vederla..."
-
"Hai seguito Harry, l'hai aiutato, non l'hai mai abbandonato anche quando il tuo istinto ti avrebbe voluto portare a miglia di distanza, ma adesso il tuo scopo qual è? È forse Ron? L'hai baciato a maggio e ora vi comportate come una coppia. È questo il tuo tragitto? "
---
Hermione, sempre lineare e decisa, razionale e pragmatica, ma anche umana... e come tale con dei segreti e forse anche dei rimpianti.

"Ti dico io come andrà. Tu sposerai Ron. Perché è giusto che sia così. Perché tutti si aspettano che tu debba sposarlo. E sarai anche felice, all'inizio. Poi, però, con il tempo, capirai che forse, dire "sì", non è stata la scelta migliore che potessi prendere.
Ti ritroverai intrappolata in un matrimonio e in una famiglia che non sentirai tua, perché a quel punto non potrai tirarti indietro, non potrai lasciarlo, perché sai che lo feriresti. E tu non vuoi ferirlo, come non vuoi ferire nessuno. Ma finirai con il soffrire, soffriremo entrambi, e tutto quello che potremmo fare sarà guardarci negli occhi da lontano, di sfuggita, cercando di nascondere il nostro segreto inconfessabile".

- Hermione, piccola mia, se sapessero come sei in realtà, nessuno direbbe che sei rigida come i libri che ti porta sempre dietro. –