Lungo la rotta per Laugh Tale la Sunny finisce vittima di un fenomeno atmosferico catastrofico che la costringe a un’imprevista deviazione su un’altra isola, un luogo apparentemente dimenticato dal resto del mondo. A Drakul Mihawk, messosi sulle tracce di Zoro per un motivo preciso che non intende rivelare, tocca la stessa sorte.
Nami è l’unica che può riportare tutti indietro, e la consapevolezza di avere più vite e sogni nelle sue mani ne mette a dura prova il raziocinio.
No spoiler: eventuali fatti e avvenimenti riferiti a un arco temporale successivo a Wano, così come luoghi e oggetti, sono tutti inventati da me. Citazione interna modificata il 21/11/23 per inizio nuovo arco narrativo:
"Spesso" Nami deglutisce, ha la gola arrochita, "mi chiedo quale sia il mio posto nel mondo, se ne ho davvero uno, o se sono soltanto..."
(uno sbaglio.)
C'è sempre un senso di liberazione dietro l'ammissione della paura. E di sollievo. Ma quando si tratta di se stessa lei e il coraggio viaggiano spesso su rette parallele.
Zoro non le chiede spiegazioni, si fa bastare quella confessione a metà. "Qualunque cosa ti stia capitando, resti sempre Nami."

- E a te fa male? - le chiese a bruciapelo.
- Cosa? - rispose, non capendo.
Le fece un cenno al braccio, dove una girandola e un mandarino si intrecciavano in un tatuaggio che cercava di mascherare la cicatrice lasciata da un altro tatuaggio, cancellato per sempre dalla sua pelle.
- Da morire - gli rispose, copiando le sue stesse parole.

Usop si spinse in avanti con la schiena, stanco di quei giochi che lui vedeva chiarissimi adesso, mentre loro, e soprattutto lui, Zoro, non ci riusciva. L’orgoglio lo divorava e non era capace di scorgere le sfumature, o forse, non voleva più scorgerle.
E, quando vide l’espressione confusa su quel viso minaccioso, non seppe proprio più che pesci prendere.
“Ma non capisci?”
“Che cosa c’è da capire?”
“Nami potrebbe ricattarci tutti, ma ricatta solo te!”
“E questo come dovrebbe farmi sentire, me lo dici?”

Ci mancava solo di trovarsela sotto la doccia, quello sì che sarebbe stato il giorno della sua morte. Un pensiero talmente surreale da essere a suo modo divertente, pensò, mentre apriva la porta del bagno.
Diamine.
Fu come precipitare in un abisso senza suoni. Il pigro scorrere dell'acqua, lo scricchiolio delle assi di legno, il lontano verso dei gabbiani - svanì ogni cosa.
Lei era proprio lì. Nuda. Completamente.