Nel vedere che al posto della professoressa Tutcher sta entrando un ragazzo, nemmeno un uomo, proprio un ragazzo, davanti ai miei occhi si presentano soltanto tre alternative possibili: urlare, piangere, scrivere una lettera di lamentele al direttore di istituto perché, cielo, quello ‘Shakespeare’ non lo saprebbe nemmeno sillabare.

*STORIA REVISIONATA E PUBBLICATA SU AMAZON*
Chiara accusò malamente il colpo, sapendo che lui l’aveva azzeccata in pieno. Era proprio così: oscillante tra i grandi autori che studiava e le banali storielle d’amore su cui sognava – libri di scarse pretese, Harmony, fanfictions -, lei aveva dovuto ammettere che la realtà non poteva mai competere con l’immaginazione, e non era riuscita ad accontentarsi, nella sua esistenza. Così, aveva finito per non avercela quasi, un’esistenza: pochissimi amici, con cui non usciva molto, poche relazioni naufragate di fronte alla sua incapacità di amare gli uomini di carne come amava quelli di carta, poco di tutto. Tranne che di parole. E di amore, che finiva per riversare sulle parole.

New York, Manhattan. David, criminale diciassettenne fuggito da casa e al soldo del più ricercato delinquente della città. Allison, la figlia del capo della polizia, una ragazza con una vita normale. Almeno fino a quando i due non si incontrano. Tra scontri a fuoco e feste danzanti, si snoda la vicenda dei due ragazzi: anche gli opposti si attraggono, no?
(Introduzione a cura di _Panna)
Dalla storia:
"Mi stavo cacciando in un guaio, un guaio da cui non sarei più riuscita ad uscire.
[...]
Una parte di me mi insultava furiosa e mi diceva di denunciarlo alla polizia, l’altra parte, invece, mi diceva di uscirci insieme e di non pensare al resto. Gia, fosse stato facile non pensarci.
L’idea che mio padre potesse venire a saperlo mi terrorizzava, ma allo stesso tempo mi elettrizzava. Il fare qualcosa di proibito, il mettermi in pericolo uscendo con lui che era un tipo tutt’altro che raccomandabile, scatenava in me una serie di emozioni che non avrei mai pensato di provare.
Non ero mai stata un’amante del rischio, né un’adolescente ribelle che si trovava il fidanzato delinquente per esasperare i genitori, eppure quella faccenda mi piaceva da morire."

[OLD FIC]
“Sono anoressica.. ci vado per quello, dalla psichiatra. Però non serve a niente. Perché io non ne uscirò mai. Non sono pazza. Solo… tu mi capisci?” Hai annuito. E avresti davvero voluto capire il suo punto di vista.

Prendo la lametta, l’appoggio sul polso e la faccio scivolare. Esce sangue, è tanto, e va bene così.

Una volta, quando ero piccolo, ma proprio piccolo che non sapevo neanche contare fino a 10; papà mi ha detto che i bambini buoni vanno in cielo, mentre quelli cattivi vanno sotto terra... “E quelli che fanno i cattivi mentre stanno in cielo? Che succede a loro, papà?” Gli ho chiesto io. “Loro vengono qui, sul nostro pianeta.”

“dove sono? Dov'è Edward?!”
“continui a ripeterlo da mesi ormai,Bella. Non esiste nessun Edward,ti trovi nell'ospedale psichiatrico di Phoenix.
Non preoccuparti,andrà tutto bene.”
La verità,certe volte,è difficile da accettare.

Gli scheletri negli armadi
sono fatti per rimanerci.

Ti sei truccata, ragazzina, hai aperto l’armadio con rabbia per diventare una donna. Ti piace camminare con i tacchi, stringere fra le dita una sigaretta, farti un giro e far voltare i ragazzi.

«Lei sa cosa deve fare per mantenere questo equilibrio?» chiese sempre con quell’odioso tono impersonale.
«Non lo so» replicai, troppo stanca per sembrare gelida e distaccata «me lo dica lei.»
«Deve bere molta acqua» spiegò con un lieve sorriso sulle labbra «e usare molte gomme da masticare.»
«Fanno passare la fame?» risposi stupidamente.
[...]
Non diventerò anoressica, mangerò solo un po’ di meno, qui.

Oh, non che tu sia narcisista o vanitosa, no. In quel caso sarebbe facile uscire da quella benedetta porta di casa, alle otto in punto, puntuale come mai sarai nella tua vita. Ti sembra quasi di veder lampeggiare sopra lo stipite un’insegna con scritto a caratteri cubitali: “Perdete ogni speranza voi ch’entrate”.
Sbuffi, pensando che piuttosto nel tuo caso si tratta di un “voi ch’uscite”.

Lei è la nostra signora, la nostra protettrice, la Dea volubile e nascosta che ci concede il più terribile dei doni: il controllo delle ammalianti, ingannevoli, crudeli parole, e l'infinito e devastante potere che le accompagna.

Il primo passo è sempre farsi carine.
Sempre.
Perché si sa, una bella maschera è pur sempre bella, anche se è una maschera.
Una bella maschera, a nessuno importa che sia una maschera.
E’ bella. Questo basta
"Incapaci di fare forte ciò che è giusto, abbiamo fatto giusto ciò che è forte." Blaise Pascal
Are you ready?

Perchè la vita è una monetina Sasso, Carta, forbice. E' come lanciare una monetina. Ma tu, abbi fede.

- Sai, l’altro giorno sono stato al funerale di Dio. -
- Ma dai? L’ho sentito al telegiornale… avrei voluto esserci anche io. –