Ascolta senza emozione quella voce maschile, sorda alle sue sollecitazioni. Arretra di un passo, con sua blanda sorpresa lui le si accosta, finché i loro volti sono vicinissimi, i nasi che si sfiorano.
« Tu mi disprezzi. »
Stavolta non lo nega, annuisce impercettibilmente. « Sì. »
« Perché? »
« Perché mi stai avvelenando l'anima con le tue prediche. »
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Che entrambi si disprezzassero era palese dal modo in cui si guardavano in quegli attimi segreti, quasi come desiderassero annientarsi senza tanti fronzoli. Non era stato l'amore o l'affetto a spingerli l'uno tra le braccia dell'altra, ma un'accezione di vituperio mescolato a strali di rimorso.
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[ItaKonan] | accenni [YahiKonan] | Narutoverse | Pre-384

I. Si era procurato due sottili taglietti a causa dei bordi affilati della carta. Rivoletti di sangue sembrano tracciare dei sentieri rossi lungo le dita, gocciolando sul pavimento.
E ciò significava che al mondo non esisteva alcuna parvenza di fede.
II. Due, tre notti trascorse in quel modo. Un amplesso vissuto a volte con languida abolizione dei sensi, a volte con un ardore che traspariva dai loro movimenti bruschi, quasi stizzosi.
III. « La smetta di donare ciò che resta della sua vita a quel naturale evento atmosferico che tutti noi conosciamo come pioggia. La pioggia non perdona, e soprattutto non le restituirà mai ciò che lei ha perso anni addietro… Qualsiasi cosa sia. »
[...]
VI. Tuttavia l'idea di averla immaginata come un semplice bersaglio semovente col solo scopo di attirare allo scoperto il misterioso maniaco omicida, ora conosciuto come Hidan, aveva provocato in lui un minuscolo moto di preoccupazione.
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[ItaKonan] | Narutoverse
[Raccolta di flashfics/OS]

« Senti, Yakumo… » Un sussurro speranzoso e a tratti intriso di senso di colpa. Sai bene che lui detesta sentirsi chiamare così, perché nell’attimo in cui volgerà gli occhi su di te, il resto della frase gli arriverà alle orecchie, falsamente naturali ed egoisticamente approfittatori delle chimeriche potenzialità offerte da quell’occhio.
Eppure il ragazzo ti osserva con l’espressione di sempre, quell’espressione annoiata e fintamente indifferente che tu, nonostante tutto, hai imparato ad apprezzare.
[Flashfic | [Haruka-centric]

« Si dice che gli occhi siano lo specchio dell’anima… Tu, Itachi, hai intravisto la mia vera anima, intrappolata in quello sporco bozzolo cartaceo, soltanto guardandomi negli occhi? »
« Tu credi che sia facile… Che si tratti di un dono divino, quello di leggere nel cuore e nell’anima di una persona grazie a questi occhi... Per me è solo una maledizione… »
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Era lecito sottolineare che sia lei che Itachi non provavano alcun tipo di amore l’uno nei confronti dell’altra, né erano propensi a donarselo quasi si trattasse di un regalo di bassa lega.
Disprezzo. Amarezza. Risentimento. Dolore. E un pizzico di sfuggente odio. Queste erano le sensazioni, gli stati d’animo che turbinavano incessantemente nelle loro anime.
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« Non esiste un espediente del genere. Si deve convivere con il male, perché più tardi ripagherai con gli interessi. »
« Ricordati che la tua realtà è la mia realtà. Qualsiasi tua astratta illusione rappresenta un modo per far sì che io continui ad accrescere quell’eterna fantasia. »
[One shot]
[ItaKonan] | [Konan-centric] | [Itachi-centric] | accenni [PeinKonan] | Narutoverse | Pre-384

#1 « Ora siamo come fratelli. Nel bene e nel male porteremo la pace nel mondo. »
#2 Hashirama era stato lì, nascosto tra gli alberi e poi, quasi avesse intuito il suo sciocco svago, se n’era andato furtivamente dopo avergli lasciato ciò che agognava.
#3 Senza pensarci, si pulisce la bocca con il primo foglietto.
Un gesto di cortesia che sarebbe rimasto nell’ombra, come più si confaceva a criminali come loro.
[NagaKonan] | [HashiMada] | [ItaKonan] | [???] | [???]
[Raccolta di flashfics]

#1 Itachi.
Donnola, simbolo di sfortuna e morte.
#2 « Dovete festeggiare il vostro compleanno, Itachi-san. È un avvenimento importante. »
Non è degno di festeggiare quella data maledetta.
#3 Non uno ma ben tre stecchini di dango.
#4 Il dolore atroce e il sangue non erano nient’altro che una sorta di vivente memento.
#5 La sua vita era una menzogna.
#6 Lascia cadere la katana a terra e prende, stavolta sul serio, la sua ragazza tra le braccia. Quel tenero gesto le avrebbe garantito un ultimo – e sincero – barlume di conforto.
#7 ???
[Itachi-centric]
[Raccolta di drabble]

Perché un eroe è colui che agisce per il bene di tutti, anche scontrandosi con una realtà fatta di illusioni e di bugie.
Piccolo scorcio sugli ultimi istanti di vita di Itachi durante lo scontro con Sasuke.
[Itachi-centric]
[Drabble]

I suoi vestiti sono ormai incollati contro il proprio corpo come una seconda pelle. E questo grazie all’ingrata umidità di quell’estate. Le braccia sembrano appesantite, i sensi più lenti del normale, e tutti i pensieri convergono in un unico e tipico desiderio: Devo mettermi là fuori sul balcone, sdraiato sull’asciugamano a guardare le nuvole.
Ovviamente il caldo non se ne sarebbe andato con quell’espediente banale.
Non sente ragioni, Shikamaru: attraversa la sala da pranzo di quel minuscolo appartamento per studenti, arriva di fronte alla vetrata della finestra disposta ad altezza d’uomo, la fa scorrere lateralmente, esce sul balcone. Guarda con attenzione se il pavimento è attraversato da qualche fastidioso insetto, controlla se l’ombra sia sufficiente da proteggerlo dai raggi solari.
Poi quell’asciugamano azzurro, impreziosito da guizzanti pesci gialli che sembrano nuotarvi dentro, viene steso a terra e il ragazzo ci si sdraia sopra, le braccia incrociate sotto la nuca, gli occhi socchiusi, lo sguardo levato sul cielo, sgombro di qualsiasi nuvola.
Peccato che mancasse il salvavita estivo: il vento. [ShikaTema]

Tokyo, giorni nostri. La vita di due giovani è unita dal filo rosso del destino che li tiene avvinti nel mondo della prostituzione. Uno di loro vi è invischiato per garantire la salvezza della famiglia ormai caduta nella disgrazia e soprattutto per impedire che il fratello minore faccia la sua stessa fine. Ma la parola di un mafioso come Madara Uchiha quanto può valere? E lui, Itachi, sarà capace di lottare per la propria esistenza e scappare così alla prospettiva di una vita vuota e completamente votata alla distruzione?
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Dall'epilogo:
« Quella è stata la notte più bella della mia vita… » La voce di Itachi si era fatta sommessa, roca. « Era una notte sospesa tra la vigilia e Natale, e mi persi in te. Ti ho tenuta tra le mie braccia, ti ho baciata, accarezzata, soltanto per ricevere un po’ di amore in quel giorno importante. E tu me l’hai offerto, tu che hai aperto il tuo cuore per me, tu che mi hai amato veramente… »
« Io ti ho amato con tutta me stessa. Sei stato il mio primo e vero amore, e dopo di te non c’è stato nessun altro. »
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[ItaKonan]

Non aveva mai creduto al vero significato della parola Addio.
Per lei si trattava di una parola dal concetto incomprensibile e fallace. Perché era stato coniato un simile vocabolo? Già la più usata espressione Arrivederci implicava tante sfaccettature. Cos’aveva un addio rispetto a un arrivederci? [...]
« Addio. »
E solo in quel momento, gli occhiali inforcati, mette a fuoco quel volto tanto amato, e soprattutto mette a fuoco l’oscuro significato celato.
Mai avrebbe potuto immaginare che l’icona di un ultimo commiato sarebbe stata rappresentata da Sasuke, il cui volto esprime una profonda vacuità e un’impalpabile tristezza. [Karin-centric]

Capisci, la comprensione dura un attimo, ma per te è sufficiente. Light è…
Non riesci a terminare il tuo ultimo pensiero.
Le palpebre calano lentamente sugli occhi, velando maggiormente la visuale già spenta.
La morte ti viene incontro come una vecchia amica, tu fai finta di niente, ma avanzi accanto a lei, lungo quel sentiero oscuro.
Un attimo, e i suoni si affievoliscono, i colori svaniscono del tutto, la sua vita si congeda da quel mondo, tutto attorno a lui.
Un attimo, e dopo non c’è più neanche lui.
[L-centric] Piccola flashfic incentrata sulla morte di L.

« Il tuo dono per me? »
Lei annuisce, afflitta. Alzando gli occhi, vede Itachi che la sta fissando, l'espressione addolcita. Non sopporta la sua finta comprensione, così sbotta nervosamente: « Lo so che non ha un bell'aspetto, ma ti prego di non esibire quell'aria di finta accondiscendenza! »
Itachi chiude brevemente gli occhi e sospira con fare divertito. « Vieni qui, Hana... » mormora, invitandola con un gesto della mano. E' un miracolo, o sta sorridendo davvero? Non è un sorriso vero e proprio, è più un accenno di sorriso, ma è già qualcosa. Hanayuki gli vola fra le braccia, stringendolo con tenera furia, mentre lui scoppia a ridere e la circonda nuovamente con le braccia, posandole la guancia contro i morbidi capelli neri. Rimangono abbracciati per quel tempo infinito che sembra durare per anni.
Lui fra sé sorride, è riuscito a risollevarle l'umore ed è segretamente felice nel vederla contenta. La scosta da sé, sempre sorridendo lievemente. « Sei tu il mio dono, Hanayuki. » confessa, quasi a fatica. Ma quelle labbra non perdono quel sorriso. Gli occhi color nero ossidiana hanno un guizzo di luce, è un istante breve, ma per Hanayuki vuol dire tutto. [ItaOC]

Vedi quelle macchie rosse che adornano il tuo corpo, Konan?
È sangue. Il sangue che imbratta Amegakure; il sangue che ha insozzato la tua vita.
Scorre su invisibili sentieri tracciati sulla tua pelle, traccia un disegno di sangue intricato e inequivocabile. Itachi potrebbe leggere il significato che traspare da esso, se solo lo volesse. Ma non lo fa.
Perché, secondo te? Su, fruga nelle profondità della tua mente, scova la risposta da sola. Coraggio, non è difficile. Questi concetti sono abbarbicati nella tua coscienza, non fingere che si tratti di un’ideologia del tutto nuova per te.
Non sei capace di rivelare l'intrinseca verità della tua anima, Konan, e mai ci riuscirai.
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