"Mi piaceva Ivan. Aveva sempre il naso arrossato, gli occhi chiari e affilati, e non sorrideva mai. Diceva che non ce n'era bisogno: se il sole è morto sorridere non serve a niente."

"È questa la punizione che ci spetta per essere quello che siamo, per esser nati sulla Terra. Uno dei Gradi Alti ci osserva da una finestrella a chiusura stagna, pronto a dare il via ai bocchettoni. Osservo le sue labbra muoversi mute dall'altra parte del vetro. Di là ridono, scherzano, ci segnano col dito."

"Io questo lo voglio dimenticare, però.- piagnucolai in cerca di un'alcova di terra più comoda -Io tutto questo non lo voglio più vedere."
"E invece continuerai a vederlo finché non creperai." mormorò aspirando un po' di fumo "Lo rivivrai nei tuoi sogni, nelle donne che abbraccerai la notte, nelle tempeste, nella gente che vivrà serenamente fino alla vecchiaia."

QUINTA STORIA DELLA SERIE "INFERNO!"
La precarietà mi fa sentire al sicuro. Suona strano, vero? E' una frase che è un'antitesi a se stessa. Eppure è questo il mio ordine, la mia armonia.

[QUARTA STORIA DEL CICLO "INFERNO!"]
"Quello che sento in bocca è un sapore particolare. Credo che se la morte potesse essere saggiata, saprebbe di questo. Di sangue e terra, di questo leggero pulviscolo rossastro che si annida tra i solchi dei miei palmi."

[JEFF THE KILLER] [GORE] [RAPE]
"Jeff sparì nella notte, mentre il cielo cominciava ad imporporarsi. Il suo lavoro era finito, ed ora spettava all'assassina più spietata di tutte d'impossessarsi di ciò che le apparteneva. La vita, infatti, come ad ogni alba, aveva cominciato il suo feroce cammino."

Mi manca la mia adorata ma tanto detestata persona, la mia forma corrotta. Bramo il mio peccato. Bramo quella nostalgia.
ATTENZIONE: CONTENUTI FORTI, PEDOFILIA. NESSUNA SCENA ESPLICITA, CONFORME AL REGOLAMENTO.

Dalla finestra scassata filtra un po' di luce, l'aurora. Non posso vederla, ma so che c'è.
La mia carne si raggruma, si condensa compattandosi.
Un altro giorno senza data e senza ora. L'anticamera di un'altra notte.
A nulla servirà prepararmi. Ma all'illusione, mia amata... a lei non riuscirò mai a rinunciare.

In realtà non sento nulla, il mio corpo è muto. Tremo. E stringo il fucile.

Viviamo un eterno inverno atomico.

E fu così che Pazienza divenne Odio.

Prima o poi tutto torna.

Componimento scritto in biblioteca e dedicato a Laura Lanza, la Baronessa di Carini.

"E udite come sonan le squille/ che c'invocan a muta morte/ udite com'a gran voce strilli la prole/ nata nel sangue e nel sudore!"
Feda Kaboom

La bianca bramosia del partorire musicali creature.