Ciao!
Scrivi bene, indubbiamente bene e correttamente. È raro non trovare errori almeno quanto è raro non commetterne per distrazione, ma di questo posso solo che compiacermi! Ammetto di aver adocchiato questa storia da un po’: m’incuriosiva e allo stesso tempo continuava ad allontanarmi. Ti spiego il motivo, però, e bada bene che non intendo offenderti, anzi! Il titolo è la prima cosa che spicca in una storia e anche quello che un lettore comune (tra cui anche me, mio malgrado) nota per primo: può piacere come no, può affascinare o repellere, può invogliare o allontanare; il tuo caso è a sé. Premesso che sono consapevole che si tratti di una citazione molto importante, c’è da dire che appaia per primo e che superi l’introduzione, la spiegazione. È molto altisonante – legittimo, considerando la fonte – e per chi non è così storicamente preparato può sembrare pretenzioso. Dal canto mio ammetto di essermi chiesta “In che senso?” e aver letto consecutivamente l’introduzione, ma non è detto che lo facciano tutti, perché non è detto che tutti si pongano il mio stesso quesito. Nel caso in cui non lo facessero, quindi, passerebbe in secondo piano l’intera storia – e sarebbe successo anche con me se non avessi letto l’introduzione, non vedo perché negarlo o mentire. Lo trovo particolarmente lungo, poco azzeccato per attirare l’attenzione in modo positivo. Ma considera che stiamo parlando di una mera opinione, magari terzi lo vedono diversamente!
Per quanto riguarda il capitolo, turno a dire che è molto corretto e soprattutto intenso. Voglio concentrarmi su di esso, adesso, perciò ti dirò ciò che penso e senza peli sulla lingua – come per il titolo.
La narrazione non è stata velocissima, ma questo anche per via del tempo e del luogo in cui la storia si contestualizza. Azzeccata, quindi, la scelta delle parole e la costruzione delle frasi. Non è un punto a sfavore, bensì a favore – certo è che sarebbe stato epico poter leggere con immediatezza un contesto a me estraneo, un tempo da me mai vissuto, ma è anche vero che si tratta di qualcosa di difficilissimo e pertanto non preteso dalla me lettrice.
In un secondo momento, poi, il ritmo è stato più incalzante e ci siamo avvicinati a ciò che, tra virgolette, definisco epico, perciò complimenti di nuovo. La scena della caccia inoltrata dopo il risveglio di Caterina è stata particolarmente convincente, piena e densa. Anche agghiacciante, sì, ma plausibile a livello storico e soprattutto se consideriamo il nome degli Sforza.
Trovo che aprire una storia con un estratto simile sia davvero una buona idea: non invadente, ma calamitante. Descrizioni misurate e dialoghi pertinenti. L’unica cosa che mi sono chiesta – forse erroneamente, di sicuro sei più preparata di me sul tema – è al riguardo del “voi”. Non erano soliti darsi del “voi” anche tra padre e figlio all’epoca?
Alla prossima,
xoxo |