Recensioni per
Se io potessi scrivere tutto, farei stupire il mondo
di Adeia Di Elferas
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La doppia natura di Galeazzo Maria Sforza si rivela ad ogni ostacolo che si frappone fra lui e gli scopi che si è prefisso. Il duca di Milano non sopporta che chi cli sta intorno ponga ostacoli sulla sua via. Una volta era la madre ad essergli d'impiccio, oggi è Gabriella Gonzaga che non vuole risolversi a sacrificare la figlia undicenne costringendola al matrimonio con un uomo che non le aggrada giusto per far piacere a Galeazzo Sforza. |
La vita di Caterina prosegue fra le mura del palazzo ducale circondata dall'affetto di quelle che lei chiama "le sue due madri". La bambina non si sente sminuita dal fatto d'essere la figlia illegittima del duca Galeazzo Maria Sforza. Dopo tutto il padre la preferisce a tutti gli altri figli e la moglie di suo padre, Bona, la ama come fosse carne della sua carne. Persino Lucrezia, la sua vera madre, va d'accordo con la moglie di suo padre. La sua vita di bambina è felice fra i giochi di guerra che condivide coi fratelli e l'amore di chi la protegge ed ama. Peccato che l'infanzia finisca sempre troppo presto e che l'asprezza dell'esistenza faccia capolino nei discorsi che gli adulti fanno senza badare alle orecchie innocenti dei bimbi. |
"Le dita fredde e grigie della nebbia li cingevano e li tenevano stretti come prigionieri." Milano, il palazzo ducale, una notte di nebbia e dietro i vetri il visetto di una bambina che nella foschia e nelle ombre cerca presagi. Nella sua mente l'oscurità nebbiosa e vorticante prende le sembianze della nonna amata. Nel silenzio della notte Caterina ascolta la voce della donna che suo padre ha allontanato e che lei vorrebbe ancora avere accanto a sé. Le manca quella nonna saggia che racconta meravigliose storie di battaglie e guerre dove Galeazzo Maria, l'amato figlio, è un eroe invincibile. |
Una mattina d'estate, una bimba di pochi anni che però ha una sorprendente consapevolezza di sé. La caccia è un gioco che appassiona e consente alla giovane Caterina di mettersi alla prova. Seguire il padre che ama in questa attività da adulti la gratifica ma lei è solo una bimba che vuol sembrare adulta. Non c'è posto nel mondo degli adulti per la meraviglia dei bambini e Caterina se ne rende conto quando l'amatissimo padre la costringe ad uccidere un daino, piccolo ed innocente quanto lei. E' una lezione quella che Galeazzo Maria Sforza vuole impartire alla figlia: uccidere fa parte della vita che l'attende e non c'è posto, in quella vita, per la pietà né per bestie né per uomini. |
Una donna non più giovane e piena d'acciacchi che s'appoggia ad un giovane frate, la mente persa ad inseguire pensieri. Ricordi che rievocare è doloroso e che stupiscono e confondono il fraticello. Questo è il prologo che ci introduce alla presenza di Caterina Sforza un personaggio che, nella sua esistenza, ha dato molte volte prova del proprio carattere. |
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