Are you mine? Are you mine tomorrow, or just mine tonight?- ripetei la strofa fino alla fine, lasciai andare anche l'ultimo accordo, voltai la testa verso Calum che cantava in parte a me, i nostri sguardi si incrociarono, non so perchè, non so come, allo stesso tempo girammo la tracolla, in modo che non ci fossero strumenti fra di noi, mi attirò a se premendo le labbra sulle mie. Vi assicuro che era come respirare di nuovo, una boccata d'aria fresca, me ne fregai del fatto che più di cinquanta persone aveva gli occhi fissi su di noi, era quello che volevo e niente e nessuno avrebbe rovinato quel momento.
-Are you mine?- mi sussurrò vicino alle mie labbra.
-I wanna be yours- sussurrai a mia volte rincastrando le labbra sulle sue.

Nicole è lo yin.
Michael lo yang.
Sono opposti ma complementari e destinati a rimanere insieme fino alla fine, per sempre.

Ero ad un raduno di Harley. Ero motociclista da quattro anni. Era la mia vita. Rock, birra, batteria e amici. E... Prima del mio universo faceva parte anche Ash. Faceva. Perché fino a quella notte. In cui non avevo la testa per tornare indietro e lasciarlo un'altra volta, fece in modo di rientrare nel mio universo.

Stando lontano da una persona che ami veramente tutto ti ricorda quella e ti porta ad avere una nostalgia troppo grande. E se poi non bastasse a volte siamo noi a decidere di doverci allontanare. Ma non sapendo che il nostro cuore non lo vorrebbe mai.

"Jay..." disse incerto.
​"Si Ash?" rispose lei continuando a disegnare cerchi immaginari sul suo petto. "Devo dirti...una cosa importante"

Sorride con le lacrime agli occhi e la abbraccia forte, senza dire niente.
Perché è vero che il cuore non dimentica.
E lui Ruth non la dimenticherà mai.
Ma è anche vero che non tutti gli angeli hanno le ali.
*
Sequel della One Shot Il cuore non dimentica che trovate sul mio profilo, di cui è consigliabile la lettura.

E, Michael io ti amo, ma tu non lo saprai mai perché questa lettera farà la stessa fine delle altre. Verrà bruciata come le altre infinite lettere, mentre tu sei lì, che dormi beato, coi capelli scompigliati dal cuscino e il respiro un po’ pesante. Ma ti amo comunque.
Il tuo L

Quando una persona pensa che la propria vita sia un disastro e che nulla potrebbe peggiorarla più di così, ecco che le si presenta davanti il 'nulla'. Questo è quello che successe a Maddison Harris, era fin troppo convinta che tutte le sue paure fossero morte dentro di lei dalla morte di sua madre, ma la comparsa di un ragazzo misterioso farà riemergere tutte quelle paure nascoste da fin troppo tempo. Ma la paura più grande di Maddison era proprio lui.
Tratto dalla storia:
"Sai cosa potrei farti per essere venuta qui?" bisbigliò vicino al suo viso irrigidendo i muscoli della mascella.
Lei riuscì a malapena a scuotere la testa abbassandola, le fu difficile mantenere quel contatto visivo.
"Forse è meglio che tu non lo sappia." continuò avvicinandosi al suo orecchio e subito Maddison sentì dei brividi per tutto il corpo.
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"Guardami negli occhi. Riesci a vedere qual'è la mia paura?" chiese lei arrabbiata per come si stava prolungando la discussione.
"Si, hai paura di me."
"Sbagliato! Ho paura di amarti, ma ormai è troppo tardi." A quelle parole il biondo sbiancò di colpo spalancando gli occhi incredulo.
Questa è la mia prima FF e spero possa piacere a qualcuno. Buona lettura.

Mia mamma Maryah fa l’assistente sociale, di solito non agisce personalmente nel suo lavoro, si limita a stare in ufficio, ma il caso di Farneville non poteva andare a Sidney, doveva essere risolto dentro la sua città. Motivo? Boh.
Ashton Irwin, questo era il nome del caso di mia madre.
Questa città sembrava costruita sugli orari, come se fosse divisa tra il bene e il male e questi avessero fatto un patto di convivenza.
Ash non si girò, continuò a sorseggiare la sua birra in silenzio.
«Abituati» decretò «Abituati, perché tutto ciò che conoscerai qui a Farneville sarà il silenzio»
***
«Li chiamano i Silenziosi» mi confessò «E’ iniziata come una semplice bravata da ragazzi, volevamo solo sentirci potenti» continuò «la cosa poi c’è volata via dalle mani, abbiamo imparato a regnare ed a rendere la notte nostra serva»
E li ne ebbi conferma.
I demoni, quelli professionisti, non avevano bisogno di mostrarsi o di spaventare. I demoni di Farneville erano furbi, ti spezzavano, ti prosciugavano, tutto in religioso silenzio. Ma non me, io non sarei morta soffocando le grida, anche in un punto di morte, avrei spezzato quel maledetto silenzio.
Calum Hood ff|Lashton|MikexViv|The Vamps too.

Ero in macchina con mio papà che stavamo andando al Mediolanum forum di Assago per vedere per la prima volta i miei idoli, i 5 seconds of summer, live. Ma adesso mi ritrovo sull'asfalto di fianco al mio corpo privo di sensi. Nessuno può vedermi.. Tutti tranne uno.. Michael.

"Piacere, io sono Calum!", mi salutò con un dolce sorriso sulle labbra e con quegli occhi, neri, profondi.
"Uhm ci-ciao, io sono Ariel", mi presentai, con un piccolo sorriso e con le guance rosse.
E oh, Calum, tu sarai sicuramente il mio piccolo pezzo di paradiso.

Odio non avere una vita normale, odio essere in questa situazione, odio il fatto di avere una malattia che potrebbe portarmi alla morte. Detesto che mia madre si sia fidanzata con uno stronzo che non sapeva essere uno dei più potenti boss del Bronx, detesto vivere qui e dover salvare mia madre dalle sue botte, non ricordo nemmeno quante ne ho prese in tutti questi anni. Odio non poter andare in giro vestita normalmente e dovermi cambiare a scuola, odio farmi del male soltanto per sentirmi meglio, odio questa realtà che mi sta soffocando.
Ma soprattutto, odio mentire a lui, che è l'unica cosa buona che mi sia capitata in tutta la vita, ma non posso fare altro, io devo proteggerlo, devo proteggerlo dalla mia vita.

Erano ancora in acqua, uno di fronte all'altra. Luke non parlava, Gwen a malapena riusciva a tenere lo sguardo fisso su di lui, senza cedere e guardare verso il basso.
«Come mai sei così?» le chiese, dopo un lungo momento di silenzio. «Cioè, non è che uno dei tuoi genitori è un pesce, vero?».
C'era innocenza nella sua voce, un'innocenza che la fece ridere. «No» disse, con voce così bassa che Luke dovette avvicinarsi per sentire. «Sono stata maledetta».

Alice vive in orfanotrofio. Chiusa nella sua tristezza e visione negativa della vita, decide di scappare per inseguire il suo sogno. In fondo, cos'ha da perdere? Qualcosa però le blocca la strada, cioè nove ragazzi che all'improvviso devono prendersi cura di lei. |
"Ashton, non ho capito bene. Hai investito una ragazza e l'hai portata via in macchina insieme a Niall?" disse una voce fuori dalla porta.
"Non la potevo né lasciare lì, né potevo chiamare un'ambulanza perché avrebbe combinato un casino e tutti si sarebbero accorti di noi! Cosa avrei dovuto fare?" | dedicato a chi si sente perso e forse non vuole essere ritrovato.

“Non ho mai dato troppa importanza al giudizio della gente, ed ho sempre pensato che ciò che é giusto per me, può essere sbagliato per te.
Ma, hey, la vita non é giusta per nessuno”