Ciao cara!
Ho avuto il (dis)piacere di seguire la tua fanfiction dall’inizio alla fine e mi pento di aver sprecato il mio tempo così, ma sono una di quelle persone che non ama lasciare a metà le cose, per quanto mi inorridiscano. Quindi sono qui, a lasciarti questa recensione perché voglio essere sicura che tu la legga, voglio che tu capisca i punti deboli del tuo scritto. Spero perciò che sia sufficientemente costruttiva.
Non mi reputo un’esperta in materia, ma ho vinto concorsi letterari ai quali ho partecipato, quindi penso di poterti dare un parere che sia oggettivo che soggettivo.
Dato che sarà un po’ lunga, comincio e non mi perdo in inutili convenevoli.
Partiamo dalla trama: ordinaria, banale, piena di lacune e spesso senza alcun senso logico, a partire dal cinghiale e dalla morte di Daniel, fino alla fine, quando non spieghi la relazione tra i Nosh ed elimini dal mondo “il budino alla vaniglia è sul fuoco”, senza aver dato spiegazioni.
Poi, io mi chiedo, per quale motivo una famiglia dovrebbe mandare il figlio (Harry) in un college maschile solamente perché si dà alla pazza gioia con le donne? Una gravidanza che non è nemmeno stata portata a termine non è una motivazione sufficiente per spedire un ragazzino in culo ai lupi, in una scuola (di cui parleremo dopo) che lascia molto a desiderare.
Onestamente, dopo l’incontro tra H&L ho perso il senso completo della trama. Non c’è coerenza; un momento prima è tutto rose e fiori, un momento dopo il mestruo impazza sovrano tra i personaggi e tra le varie situazioni.
Mi spiego meglio.
I capitoli potrebbero anche essere letti come storie a sé stanti, ma all’interno degli stessi manca un filo logico. I personaggi sono molto buttati a caso e gli eventi che vivono sembrano essere tirati fuori da una lotteria, dai numeri vincenti al bingo o a tombola. Qualcosa di molto casuale, affatto concatenati l’uno all’altro e insensati, come se seguissero il tuo umore, esattamente come la caratterizzazione dei ragazzi.
Un momento prima stai affrontato l’argomento A e poi, nella riga dopo, si affronta l’argomento Z che non ha niente a che fare con la trama originale di base o quella all’interno del capitolo.
Un’altra cosa che vorrei sottolineare è il fatto che tratti gli argomenti senza dar loro il giusto spessore; non entri mai nel dettaglio, ma questa è una caratteristica che ritrovo anche nei personaggi e nelle emozioni, nonché nei luoghi, soprattutto quelli principali. Le scene rosse, inoltre, sono pessime; descritte con una volgarità che nemmeno le Sfumature o chissà quale autore inesperto.
Il linguaggio lascia molto a desiderare perché troppo colloquiale e sboccato, anche questo, come le scene rosse, volgare e inappropriato. Forzato, in alcuni casi e con frasi che nemmeno la più convinta Tumblrgirl pronuncerebbe mai. Spesso fuori luogo e dichiarazioni che non si addicono all’atmosfera (superficiale) creata. I discorsi volano di palo in frasca e nemmeno qui c’è un filo logico, soprattutto manca la coerenza parole-azioni.
Quest’ultime sono troppo affrettate e spesso insensate e random. Casuali e scollegate l’una dall’altra, come dicevo prima. Un esempio è nella morte di Daniel: per quale motivo sarebbe colpa di Louis? Sarà ben colpa dell’istituzione (che non ha recintato la zona del collegio. O forse l’ha fatto? Onestamente non si capisce) e della disattenzione del ragazzo, piuttosto che di Louis, rimasto nascosto dietro una collinetta per tutto il tempo. E l’odio dei compagni nei suoi confronti è ingiustificato, soprattutto perché non conoscono la storia. Il beneficio del dubbio avrebbero dovuto concederglielo; magari tenerlo un po’ a distanza, guardarlo con un po’ di diffidenza, non escluderlo e additarlo come assassino come se avesse la peste, soprattutto se tutti a conoscenza della situazione in cui riversava la scuola. Inoltre, in queste situazioni, logica vuole che venga sporta denuncia da parte dei genitori della vittima e il carnefice finisca in prigione. E non ci sono genitori straricchi o collegi che tengano.
Collegio di cui ora parliamo, perché veramente è la struttura più insensata che esista sulla faccia della Terra: ha una sala da biliardo. Perché mai dovrebbe avere una sala da biliardo, se quei disgraziati devono andare dall’altra parte della città per divertirsi un po’? Ha una disciplina rigida, ma i professori si lasciano intimorire dagli studenti, permettono a persone come Nick di entrare, incuranti dell’età delle persone, e non alzano un dito quando accadono stupri randomici e atti di bullismo. È stato costruito su una rupe, in una radura, vicino a un bosco con dei cinghiali (quindi? Setting in place?) e non è stato recintato, però quando i ragazzi devono uscire varcano un cancello. Perciò io mi chiedo: l’hanno delimitato solo a metà perché non avevano sufficienti simoleon per terminare l’opera? Oppure a nessuno è sbattuta una minchia della sicurezza e dell’incolumità degli studenti che vengono cacciati lì dentro? I genitori pagano per cosa? Per la carta igienica nei bagni o per far entrare assassini, piuttosto che per questioni veramente importanti?
I personaggi: superficiali di nuovo.
Harry è un donnaiolo convinto che, non appena rivolge la parola a Louis per la prima volta, diventa un bambino incontinente – e non parlo di urina – che sente il bisogno di svuotare “le tasche” troppo piene. Non può essere possibile che prima sbavi dietro a un paio di tette e due nanosecondi dopo si stia trastullando in bagno, pensando a genitali maschili. Così come non ha senso che pensi a Louis, che lo sogni di notte e che si diletti nella doccia e poi affermi con convinzione di non essere gay. Non ha senso! Perché okay non accettarlo, ma da lì a negare un’evidenza ben più che chiara c’è una differenza abissale.
Subisce una violenza ed esaurisci il suo trauma in un “oh cavolo, mi sembra di sentire le mani di Nick dentro di me” (che poi Nick dentro di lui nemmeno c’è stato, ma okay) e due secondi dopo a gemere in un modo osceno per Louis e il piacere che gli dà. Cioè, viva la coerenza.
Poi non ha personalità; va dove soffia il vento, in pratica. Quindi non ha una caratterizzazione che rimane impressa o che emozioni.
Stesso discorso Louis, che sembra più un ragazzino viziato con la voglia di avere il mondo ai suoi piedi e gli istinti di una donna col mestruo. È bipolare, forse? Perché, in quel caso, lasciatelo dire, hai trattato la questione veramente, veramente male. Non le hai dato il giusto peso e sembra che sia un ragazzino nel pieno della crisi ormonale che tutti attraversano entrando nell’adolescenza.
In pratica, un momento è felice e nella riga dopo piange disperato, in quella successiva è incazzato con l’universo intero. Ma decidersi? No, eh?
La sua storia, poi? Non dici una parola su di lui se non che è un assassino – e se dai suoi discorsi volevi lasciare intendere che si sente in colpa per la morte di Daniel, che è stato solo un incidente o chissà che altro, allora mi spiace deluderti ma ci sei riuscita male.
La sua famiglia lo odia; perché? La sua morosa che fine ha fatto? Com’è possibile che anche lui, da etero convinto, passi a essere gay in un battito di ciglia – dal momento che è quello che succede se si toglie tutto il superfluo, ogni singolo evento messo per occupare inutilmente spazio e allungare una storia già di per sé secolare?
Oltre a crisi di identità, anche crisi di identità sessuale.
Poi alla fine si riduce tutto al sesso.
Soprattutto a quella violenza particolarmente scadente che ha perpetrato Nick nei confronti di Harry. Un evento che potevi risparmiarti, soprattutto perché un imbecille continua a provarci con qualcuno che non se lo fila e che ha tre bestie come amici – perché Josh, Niall e Zayn mi hanno dato questa impressione. Cuccioli un po’ troppo stupidi o incazzati. Insomma, il giusto mezzo esiste per qualcosa; nelle fanfiction serve per mantenere una coerenza di fondo e con la realtà, senza scadere nella fantasia banale e inutile che non sta né in cielo né in terra.
Oltretutto la grammatica è decisamente pessima. Mi ha fatta rabbrividire e non mi capacito del fatto che una fanfiction la cui autrice non sa distinguere una preposizione dal verbo avere sia finita tra le scelte e le più popolari del sito. O che, più in generale, sia così tanto apprezzata. Perché credimi, non sono l’unica che pensa questo.
Ed è imbarazzante quando la persona dall’altra parte si è diplomata pochi giorni addietro. Soprattutto perché le basi dovrebbero essere fornite alle elementari, consolidate alle medie e perfezionate alle superiori; ma evidentemente il lavoro di lima non è roba per tutti.
La punteggiatura è messa completamente a caso; credo si allinei con la struttura della storia in generale, e così anche i verbi.
Ed è imbarazzante anche non saper distinguere quando serva un congiuntivo, un condizionale o un qualsiasi altro tempo verbale, esattamente come il non riuscire a mantenere una stessa linea temporale nello spazio di due frasi.
Cinque verbi, otto tempi diversi.
E spesso nemmeno azzeccati. Soprattutto i passati remoti, molti inventati.
Concludendo, la storia su una scala da 1 a 10, da parte mia – quindi qui siamo alla parte soggettiva della recensione – si merita un tre, forse un quattro, per tutte le motivazioni fornite poco più sopra. E sono gentile, perché per i miei standard di lettura, sarebbe anche fuori scala.
A me dispiace usare questi toni duri, ma dovresti seriamente rivedere il tuo scritto, magari con l’aiuto di una betareader – qualcuno che di grammatica sappia qualcosa e che la sappia bene e nel modo giusto – che possa correggere quegli errori che tu non hai visto (tutta la storia) e che possa darti una mano a dare spessore ai personaggi, alla trama e alla coerenza di fondo.
Purtroppo questa storia non meriterebbe nemmeno la metà degli elogi che riceve, perché oggettivamente parlando è pessima sotto ogni punto di vista. Magari una volta revisionata non sarà così, sarà migliore, ma per ora il mio commento è questo.
Non è giusto trattare determinate tematiche con cotanta superficialità e proseguire senza l’aiuto del senno su una strada spianata da persone che non riescono a essere obiettive e che non riescono a vedere quanto tu abbia bisogno di metterti in discussione e rivalutare con maturità quanto hai postato in questi capitoli.
Spero di non averti offesa, ma purtroppo non sono solita a raccontare bugie o a seguire la massa, quindi prendila come una critica costruttiva che possa essere utile per eventuali scritti futuri. Ricorda che non sempre lavorare da sola è un vantaggio e che la popolarità e le recensioni non fanno di una storia una bella storia, una valida che valga la pena leggere e amare.
Un bacio.
Annie. |