Recensioni per
Il cielo sopra la scacchiera
di Laylath

Questa storia ha ottenuto 21 recensioni.
Positive : 21
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
19/05/13, ore 10:12

Il momento della privazione delle anime dai loro corpi è la parte di Fma che mi ha più sinceramente colpita. Ho sempre immaginato quelle anime che cercavano una via d'uscita a quel dolore. Sarà per questo che ho anche pensato che le anime di Hohenheim fossero meno 'tormentate' di quelle del Padre e degli homunculus.
Il resoconto degli eventi che Kain formula a letto sono davvero come mille immagini che passano nella sua testa chiedendosi se davvero fossero accadute davvero e che un piccolo barlume di luce sia rispuntato da tutti quei bui accadimenti. Si guarda allo specchio e si sente rinnnovato, ed il merito va anche a quell'abbraccio carico di felicità che scambiò con Breda e Falman. Così come la riunione con Hwakeye ed il colonnello, il quale non ha perso niente di quella grinta che tanto lo caratterizza. Questo ottimismo credo lo tiri fuori anche per loro.
E la scena fra Black Hayate e Riza? *-*
Unica, considerando che anche lui fa parte della squadra e di quel caloroso affetto che li lega. Era chiaro che fosse Breda a sorvegliare la dieta 'rigenerativa' di Kain. Spero solo che un po' più avanti negli anni non diventi come lui! -.-
La parte comica della paura dei cani del sottotenente e il piccolo incidente con l'infermiera erno davvero carini e ci stavano benissimo per smorzare i toni dei precedenti capitoli. Mi ha fatto molto piacere che tu abbia infilato l'episodio del fidanzamento di havoc con la piccola Armtrong della prima serie. Uno dei miei preferiti, l'ho visto chissà quante volte! XD
Riguardo alla questione 'Falman e la donna di ghiaccio': non penso che il generale l'abbia avuta a male davanti al rifiuto di Vato di rimanere a Briggs. Se ci pensiamo bene, anche lei ha instaurato con i suoi uomini un rapporto stretto ,anche se è completamente eclissato dal suo carattere! ahaha
'Il cielo è sempre lo stesso'. magnifica.Riassume tutto il significato della ff, dando quel senso di appartenenza che a loro è stato negato per mesi.
Quando Havoc guarisce (evvai!! *-*), mi ha intenerita quello scambio di silenziosi sguardi, dove vi ho trovato una nuova consapevolezza, fiducia, amicizia, e tutto ciò che c'è di buono in loro. Peccato che l'attimo viene spezzato, ma forse meglio così altirmenti avremmo trovato un Jean con il rigurgito di Kain addosso! XD Bellissima anche la parte subito dopo la guarigione di Mustang. :)
I dialoghi fra Havoc e kain sono senza dubbio i migliori. Quelle personalità così diverse che si avvicinano l'un l'altra dimostra che tutto quello che hanno passato separatamente l'hanno in qualche modo condiviso. havoc è fiero del suo marmocchio che non si arreso alla pazzia e addirittura che piange, spendo bene che dopo quelle esperienze il cuore s'indurisce, un po' come in un certo senso è successo a lui, e che con il passare del tempo non si diventa altro che semplici statue di pietra che nemmeno l'acqua riesce a modellare.
Figlia unica, vorrei anch'io un fratellone come Havoc!! T-T
"“Uno a nord, uno ad ovest, uno a sud…e uno che poi è tornato ad est. Erano ai quattro angoli di Amestris, e hanno creato un cerchio di energia invisibile… una specialissima alchimia, solo per loro quattro. E noi due ne eravamo al centro, in qualche modo protetti e coinvolti"
Lo fai apposta a voler farmi sciogliere??
Comunque questa teoria è davvero bella. Loro erano un cerchio ininterrotto, si completavano a vicenda. L'uno era il prolungamento dell'altro, e così per tutti.
E tutti gli elementi tipici di ciascuno mi hanno fatta sorridere. la sigaretta per havoc, la radio per kain.... tutto al proprio posto, così come ora sono loro.
Quando Fury dice che di dover fare una cosa importante l'avevo già capito che si trattava dei genitori. RIvederli dopo un anno dev'essere di enorme conforto per lui.
Ho notato una stranissima (?) somiglianza fra falman e la mamma di Fury. Entrambi poetici, dolci, protettivi. sarà stata la storia della stella polare che li accomuna.
Davvero FANTASTICA! Probabilmente è quella che mi è piaciuta di più delle tre (non che le altre non mi piacciono, anzi. Ma in questa hai davvero scavato fino al midollo le situazioni ed i personaggi :D).

Sai cosa mi è venuto in mente? che se hai un po' di ispirazione potresti scrivere una one-shot che parli del pranzo a casa di Kain con gli altri membri del team. Sarebbe divertente! :)

Straordinaria!

Recensore Master
18/05/13, ore 21:37

Un ragazzo che gli ricorda vagamente havoc eccezion fatta per i capelli e Breda che finalmente riesce a mettersi in contatto con lui. "Purtroppo è la realtà della trincea: la morte prende alcuni e lascia altri. Non cercare una giustizia in questo." parole che ti toccano e ti fanno sentire quanto intenso fosse il tono del sottotenente. Non c'è giustizia per la guerra, niente giustificazioni. Tutte quelle morti non sono causate da lui, è successo e basta. Poteva esserci lui al loro posto, ma è andata a suo favore. Era questo che volevi dire. E scopriamo che non ha detto niente a sua madre. come dovrebbe essere terrificante per una madre sapere del proprio figlio in mezzo alla morte, lo sanno solo loro.
Direi che è stata come una rinascita per Kain sentire la voce di un amico. :)
Di quei libri contenenti liste su liste di soldati deceduti ne ho visti una marea, quando ero in Inghilterra per il B2. Vengono custoditi in luoghi chiamati "Città dei morti", delle strutture classicheggianti dove vi sono di questi volumi. I militari nominati lì sono di tutte le epoche, e credimi, ti viene da piangere quando ti rendi pienamente conto che sono morti per mano di altre persone come loro. Quel libro enorme che il suo compagno apre per controllare mi ha fatto rammentare quell'esperienza.
L'ambiente di un ospedale di trincea mi ha fatto ricordare il film "Pearl harbour". eheheheh scusa se ti faccio così tanti riferimenti. ^-^'
Il soldato a cui racconta la storia di Falman mi ha fatto commuovere. Già vede la morte in faccia e ne ha una giusta paura. Ma Kain loha aiutato a trapassare serenamente, anche se ha suscitato in Fury un ennesimo contraccolpo agli orrori della guerra. Quel gesto non l'hanno fatto nemmeno gli infermieri, forse perchè c'è un senso di tetra routine che ormai non ci fanno più caso.
Disertore. Una parola che dovrebbe farto mettere all'erta, ma che qui suona come un sollievo. Senza contare la scena fra Riza e KAin! *-*
Successivamente sposti l'attenzione quasi unicamente sulla scena che tutti abbiamo visto. Il furgone sotto mentite spoglie carico di armi e munizioni. IL dettaglio della spilla, il paragone con sua madre e la successivo dialogo sono davvero belli. Fury Pensa che sia stata soltanto una vittima inconsapevole nelle mani di due homunculus. Naturalmente con tutto il paese avrebbero sacrificato anche lei, e la cosa più brutta è proprio questa: lei si fida di quella stessa persona (il marito) che organizza la fine del mondo infischiandosene che lo stesso destino sarebbe toccato anche lei.
Non credo riuscirò a proseguire per stasera. Dovrei continuare la mia ff.
A domani, e ancora complimenti! :)

Recensore Master
18/05/13, ore 12:33

Eh, già. Fury è troppo onesto, tanto da non riuscire nemmeno a mascherare il suo timore. E Mustang gli fa capire che sebbene siano meno importanti del resto dei pezzi, i pedoni possono agire comunque in difesa del loro signore. C'è un'aria molto più in tensione: si sente che ROy sia molto, molto più preoccupato di Kain. NOn che gli altri non lo siano, ma ho notato questo. Boh, forse sono io... XD
Riza non è spaventata finchè non scopre che 'padre' e 'figlio' sono degli homunculus. Fino a quel momento non credo abbia avuto momenti di paura in senso stretto. Ora che Fury stava per centrare l'obiettivo, l'ha fatto tacere per proteggerlo. Se non dalle granate e dai proiettili di Aerugo, almeno da quella consapevolezza scomoda. Quando Hawkeye dice che non potrà sorvegliarlo mi sembra che tu abbia, inconsapevolmente o meno, fatto riferimento a Siddharta di Hesse.
C'è scritto: Anche se tu morissi cento volte per lui, non riuscirai mai a preservarlo dal suo destino.
Niente, me lo hai fatto ricordare. :)
La paura di morire è più forte della paura di uccidere. Era questo che hai lasciato intendere alla fine del capitolo con Riza. Ed è questa la spinta che lo inciterà a rimanere in vita. Ma normalmente, fra dire ed il fare...
Ha cominciato a farsi assalire dal terrore non appena mette piede in trincea. Alcuni hanno il supporto di un conoscente, mentre per lui, come molti là in mezzo, sono tutte facce nuove, estranee. Proprio come quel luogo, così diverso dall'Accademia, diverso dagli uffici del colonnello.
"Topi di laboratorio che corrono impazziti nel labirinto di cartone" non ometti di inserire questi paragoni raccapriccianti. Per non parlare dei dettagli nelle fosse prolungate: non sapere di essere feriti perchè il fango ti impedisce di distinguere il colore del sangue, il terreno reso scivoloso dalla pioggia, i compagni morti proprio sotto i suoi occhi... tutte scene che nessuno dovrebbe vedere e che, per qualche strana ragione, toccano anche delle persone che sono lontanissime da quella realtà. Mi piacciono molto i riferimenti alle parole dei suoi amici che sente rimbombare in testa ed al tempo stesso i ricordi lontani di solo un paio di giorni diventino quasi del tutto sfocati, come se fossero passati anni.
Se io ti ho ricollegato a Hesse, tu hai preso molto da Ungaretti. Si vede! :)
Le ultime scene di questo capitolo mi hanno scossa. Ed è un po' quello che proviamo noi quando una persona viene a mancare. Vorremmo tanto scambiare la nostra vita con quella di colui che l'ha appena persa. Lui non li conosce bene, eppure sente che c'è qualcosa di tremendamente sbagliato in tutto quel massacro.
Ancora complimenti. Riprenderò dopo o stasera. :)

Recensore Master

Ho continuato a leggere, ma ora staccherei davvero. Continuo domani. Il fatto è che mi piace leggere, tanto. Se poi si tratta di FMA, tanto meglio! :D
Cogli la psicologia dei personaggi praticamente con il cucchiaino, prendendo anche quelle che potrebbero sembrare banalità ma che invece ci aiutanto a scoprire più a fondo la natura dei personaggi. :D
Gli addii sono sempre molto shockanti. E me lo l'immagino la violenza con cui Fury ha sussultato non appena si rende conto di dover salutare prima che riuscisse ad assorbire la nuova situazione. L'abbraccio di breda e le successive raccomandazioni di tenere saldo il suo animo hanno acceso la speranza di kain di riunirsi tutti insieme come una volta.
Il culmine della tenerezza secondo me è sfociato durante il colloquio con Havoc.
"Trova l’affiatamento con te stesso, le tue gambe, il tuo istinto. Se senti che ti devi buttare a terra non chiederti perché, ma fallo.”

Gli sta chiaramente dicendo di affidarsi allo spirito di sopravvivenza, di non dipendere da nessuno se non da lui stesso e dal suo attaccamento alla vita. Di non mollare, perchè, in un modo o nell'altro, riusciranno a concludere quella dannata storia di divisione che si stanno accingendo a rendere reale, seppur a malincuore.
Anche lui comincia ad intuire la vera identità di Bradley, non arrivando naturalmente alla conclusione che sia un homunculus. e chi non lo saprebbe (ok, noi lo sappiamo, però... XD).
Anche io considero Briggs una sorta di mondo a parte. Sembra davvero una zona sperduta dell'artide, o una al confine russo, come dici tu! :P
Per quanto riguarda falman lo credo anch'io un uomo a se stante. così diverso, geniale e sentimentale allo stesso tempo. Per lui non ci sono necessità di chiacchiere prolungate o schiamazzi targati Havoc o Breda: in lui manifesti una rassegnazione molto più malinconica. Anche il modo in cui cerca di ironizzare sul clima delle montagne sembra pesantemente forzato, tanto da non permettere ad altre parole inutili di scorrere. Si lasciano con un tacito e composto saluto. :')
Complimentoni!!

Recensore Master
17/05/13, ore 21:10

Ok, sono arrivata anche qui, invadendo il tuo territorio e lasciando tracce ovunque! muahahahah!! Mi sono anche accorta che l'hai cominciata il giorno del mio ventesimo compleanno! *o*
Allora, per cominciare mi è parso davvero da Fury allestire un vero e proprio laboratorio (mi ha ricordato il cartone animato 'Dexter', il bambino con i capelli rossi che indossava sempre e comunque il camice.Penso che te lo ricordi. :)
La sistemazione di Fury dev'essere quella che si vede anche nell'anime per quakche secondo se non sbaglio. e lì dentro Kain si sente spaesato, ovviamente. Però quello che gli manca di più è il caos dei suoi compagni, non tanto la sua routine.
hai ritratto qui un periodo delicato per il team. L'infermità di Havoc (che io ho trattato nella flash che ti ho dedicato :P), la scoperta della corruzione dei piani alti dell'esercito, l'attacco che Mustang subì da parte di Lust e via dicendo.
Il tutto condito con un tasso di tensione e tristezza contenuti quasi volessi rispecchiare la formalità dell'esercito. per non parlare dei trasferimenti.
Mi ha davvero colpito il significato che hai dato al titolo del secondo capitolo "La scacchiera rovesciata" (così come tutti gli altri, davvero brava): la scena in cui la fa cadere per terra simboleggia il loro stesso team che, con quegli ordini tanto assurdi quanto sconvolgenti, si sgretola davanti a loro, impotenti di fronte alle volontà dei loro superiori. Nemmeno Mustang ha potuto fare qualcosa. La magia della stella (un'altra curiosità su di me: io mi chiamo stella! XD) ora che le cose stanno andando davvero male non funziona più. Fury sembra essere in sintonia con il movimento degli astri. In momenti di felicità gli appare la stella, mentre adesso sembra che lei si sia ritirata in segno di disperazione. anche se è in una grande città, dove le stelle non si vedono bene, tu hai comunque lasciato intendere così. Quello non è il SUO luogo, senza la sua squadra, per di più in mezzo ai proiettili vaganti, dove ci sarebbero state decine di possibilità in più di rimanere ucciso. Altro che Gluttony!
Hai reso davvero bene il senso di desolazione di KAin! :)
Brava!
PS: continuerò a leggerla, don't worry.

Recensore Veterano
03/05/13, ore 17:34

Ho respirato a pieni polmoni l’atmosfera campagnola che circonda il nostro soldato al suo ritorno a casa. Ancora una volta, i piccoli dettagli hanno dato alla tua storia quell’ “in più” che raramente si vede nelle fanfiction. Mi dispiace che la proprietaria della merceria abbia cambiato l’insegna, mi piaceva così tanto (pensi che solo perché l’hai scritta, non sia stata in grado di vederla?). Ogni parola che scorre sotto ai miei occhi ha importanza, per quanto non possa essere di vitale importanza ai fini della trama.
Il verde poi, è il mio colore preferito, quindi…
Stesso discorso si può fare in riferimento al breve scambio di battute tra Fury e il suo vecchio maestro. Un’inserto che può sembrare banale, ma serve a farci sentire a casa; a farci inalare fino in fondo quell’atmosfera fresca e nostalgica, priva di orrori e ricca soltanto di dolci ricordi.
So che probabilmente è molto scontato da parte mia, ma non posso non dirti quanto mi abbia commosso l’incontro con il papà… “un anno… un anno intero!” l’ho sentita in gola, per quanto l’emozione del momento è stata forte. Nostalgia e felicità sono le due emozioni che più si respirano in questo degno epilogo, a cominciare dagli odori che si sentono nel momento in cui il sergente mette piede in casa, e anche ai suoni, come il canto di una mamma che ti riporta dritto dritto all’infanzia. Perché, come hai giustamente sottolineato più volte, gli orrori della guerra per quanto brutti non potranno mai cancellare i bei ricordi di un infanzia piena di gioie, o i volti di chi ci ha sempre amato e continua a farlo anche quando siamo lontani.
“Kain. Oddio tesoro, come sei bello.” Immagino che lo sia stato ancora di più per lei in quel momento. Perché oltre alla sua naturale bellezza, suo figlio porta con sé la bellezza di essere di nuovo lì, in quella cucina dove tante volte sono stati insieme, dove tante volte lei gli spiegava le ricette o raccontava favole…
“Rimasero stretti per diversi minuti […] godendo di quel legame che mesi prima aveva portato un soldato a invocare la madre […] e per il quale una donna aveva pregato le stelle di proteggere la creatura che aveva messo al mondo” Scusa se ho tagliato questa bellissima frase, ma dovevo citartela per forza. Mi sono rivenute in mente le scene dei capitoli precedenti, e questo mi ha fatto capire fino in fondo l’emozione che devono aver provato madre e figlio nel momento di quell’abbraccio così desiderato.
“Non riesco proprio a immaginare un cielo senza stelle”. Wow, questa frase è arrivata così all’improvviso; trovo che sia stupenda! E con lei, tutto il discorso che ne deriva.
Mi piace come hai deciso di concludere la questione della guerra che Fury non ha mai rivelato alla madre. È vero che le mamme riescono a guardare nella nostra anima senza il bisogno di farci domande. Inoltre, trovo molto razionale la decisione di Kain nel non mettersi a parlare di homunculus, sangue o anime, perché per quanto il rapporto con una madre possa essere bello e privo di segreti, ci sono cose che è meglio non dire. Non è per farle un torno, al contrario: sono semplicemente dettagli non necessari che messi allo scoperto potrebbero indurre solo inutili preoccupazioni.
Ancora una volta ho avuto il piacere di leggere una storia interessante e scritta bene, e questo è solo merito tuo! Spero di riuscire presto a rispondere alla recensione che mi hai lasciato mille anni fa su “Anime di passaggio”. Perdonami, rimedierò il prima possibile!
Vorrei poterti indirizzare alla lettura di una delle storie che sto attualmente scrivendo, ma non avendola ancora pubblicata c’è ben poco da consigliare :’D Appena l’avrò finita e pubblicata ti farò sapere!

Un bacio,

Strato.

Errata corrige: la recensione a cui devo risponderti è su "Dinner in Resembool" -.-' Scusa, sono un po' rincoglionita!
(Recensione modificata il 03/05/2013 - 05:37 pm)

Recensore Veterano
03/05/13, ore 16:57

Come si sul dire, tutto tornò alla normalità! Per quanto breve, il dialogo iniziale tra Falman e Fury mi ha trasmesso molta dolcezza. Il fatto che parlino del cielo ci fa intuire quanto ormai l’atmosfera sia tornata quella tranquilla di un tempo. "Un soldato piccolino come te farebbe fatica con tutta quella neve: è meglio tenerti al caldo." Non c’è niente da fare, quell’uomo sa come rapirmi il cuore; è meraviglioso.
La risposta del tenente alla domanda di Fury è decisamente da lei. Riza è una donna equilibrata e ragionevole; sa che la Pietra Filosofale non è un oggetto dal potere infinito e credo che l’eventualità di poterla usare per sé non le fosse neanche saltata in mente prima che il sergente tirasse fuori sull’argomento.
Pensa sempre al bene degli altri, un po’ come fa il colonnello. È quasi comico come entrambi cerchino sempre di dire all’altro di pensare prima a se stesso. Succede spesso nel manga, e questo ci fa capire quanto sia forte il loro legame. Non mi sorprende che la Royai sia una coppia molto popolare in questo fandom. Quando la relazione fra due personaggi è tanto perfetta offre moltissimi spunti per scriverci una storia, sono io che vado a complicarmi la vita inventando legami a cui forse neanche l’autrice stessa avrebbe mai pensato xD Che ci posso fare? Io scrivo per rendere protagonisti i personaggi secondari, è questo il mio ruolo!
Tornando alla storia, sono morta dal ridere leggendo questa frase: “Mi dispiace per te – esclamò Breda – ma con il colonnello in pigiama non hai nessuna possibilità” mi dispiace caro Havoc, ma il sottotenente ha ragione. Per quanto bello tu possa essere in divisa, nessuna donna potrebbe resistere al fascino di un Roy Mustang in tenuta da notte! :P E andiamo su! Ti rifarai con la bella Rebecca (ne sono convinta, eh!).
La parte che sicuramente mi ha colpito di più è il dialogo tra Fury e Havoc. Ho apprezzato moltissimo la sincerità di quest’ultimo nel dire quanto fosse preoccupato per il suo piccolo amico “La possibilità che ti chiudessi malamente in te stesso era la cosa che mi spaventava di più”, sono proprio le parole di quel fratello maggiore a cui il sergente pensa poco dopo, quando attribuisce ai membri della sua squadra un ruolo diverso all’interno di quella che lui vede come una famiglia. Allo stesso modo, non ho potuto resistere di fronte al ricordo dell’ingresso di Fury nel team “Fury non disse niente […] Sapeva che Havoc stava cercando di esprimere i suoi sentimenti e la cosa ovviamente gli riusciva difficile”, è vero, è un momento che va gustato il più possibile, prima che il sottotenente torni a dimostrargli il suo affetto con le battute. Ma l’apice della tenerezza lo raggiunge quando parlando dell’esperienza di Fury in trincea, e Havoc lo chiama “fratellino”. Caspita, si è davvero lasciato andare, altroché! Il rossore sulle guance del sergente era il minimo che potesse derivarne.
Infine, lascia che ti faccia i miei più sinceri complimenti per aver paragonato la squadra al cerchio alchemico. Nonostante di alchimia se ne sia vista poca (in quanto hai giustamente dato più spazio alle armi tradizionali) è sempre dell’universo di Fullmetal Alchemist che stiamo parlando, quindi che vi sia qualche riferimento al tema principale non è giusto, ma doveroso. E tu hai saputo dargli il giusto spazio, senza tuttavia distaccarti dal tema che hai scelto.
Povero Fury, spero che per il prossimo capitolo la sbornia gli sarà passata! Pensa che bello: va a trovare la sua mamma tutto barcollante “Ccccciao mammina!!11 *hic* mi sei taaaanto mancata!!11! *hic*”
Oh povera donna xD

Strato.

Recensore Veterano
01/05/13, ore 13:25

Già dal titolo ero convinta che avrei adorato questo capitolo! *-*
Che bella l'idea di Fury di portare Black Hayate dal tenente. Anche lui, dopotutto, è un membro della squadra e ha diritto di andare a trovare la sua padrona. Mi fa piacere che tu abbia deciso di riprendere la scena presente in Brotherhood: nel manga la parte in cui il dottor Marcoh propone al colonello di usare la pietra avviene fuori dal Quartier Generale, un luogo decisamente più freddo e privo del calore che invece c'è nell'anime, quando tutti vanno a trovarlo. Come al solito vedo che non mancano le citazioni di episodi presi dalla prima serie animata, come la storia di Havoc e la piccola Armstrong xD Oddio, quella puntata mi ha fatto morire! Che poi le altre due sono identiche a Alex :'D
In generale, la parte in cui mangiano tutti insieme mi ha trasmesso tanta tenerezza: è proprio il genere di scena quotidiana che ti piace tanto scrivere, e che io adoro leggere. Ero convinta che Vato rimanesse a supportare il Colonello, sono trpppo fedeli l'uno all'altro, una vera squadra, come Fury ci tiene a sottolineare. "La stella polare non sempre porta a nord.” sei un maledetto GENIO! Non esiste affermazione più azzeccata. Questa storia della stella riesci sempre a inserirla nel momento giusto, a farla riemergere quando meno me lo aspetto, facendomi sorridere.
Credo di aver capito qual è la cosa che Fury deve fare nei suoi due giorni di congedo; dopotutto... ha una promessa da mantenere :P

Strato.

Recensore Veterano
01/05/13, ore 12:49

Ariciao!
Mi scuso per l'immane ritardo, ma come vedi alla fine sono di nuovo qui ^^
Quello che hai descritto nella prima parte del capitolo è uno dei momenti che mi ha messo più angoscia, sia nell'anime che nel manga. "Una goccia in mezzo all'oceano" è la metafora che più sa rendere l'idea di cosa il sergente abbia provato: perché oltre ad essere uguale a tutte le altre, una volta caduta nell'oceano una goccia diventa parte di esso; di una massa indistinta che non ha forma. Perde la sua individualità, proprio come è successo agli abitanti di Amestris.
Molto verosimile la descrizione del risveglio, il fatto di accorgersi pian piano di non essere morto, grazie anche alla presenza dei ricordi che riaffiorano nella sua mente. Mi ha fatto molta tenerezza la frase finale "[...] Vorrei svegliarmi e scoprire che questi mesi sono stati solo un folle incubo… troppo grande per tutti noi.” stellina, qui si capisce che, benché sia maturato tanto, il nostro Fury rimane sempre il nostro piccolo, dolce soldatino :)

Strato.

Recensore Veterano
13/04/13, ore 14:06

Dunque, qui accadono davvero parecchie cose. Cominciamo per ordine:
Mi piace come tu non abbia lasciato niente al caso; come ci tenga a spiegare ogni cosa lasciando il lettore privo di domande. All'inizio, mi sono subito chiesta come avesse fatto Fury a raggiungere Central City, quali mezzi avesse adottato per non farsi scoprire. E tu non mi hai neanche dato il tempo di pormi la domanda, che la risposta era già lì, su un piatto d'argento.
La scena con Riza è dolcissima come sempre. La sua "seconda mamma" l'ha finalmente raggiunto, e così anche Breda, che subito si preoccupa nel vederlo coperto di cerotti. Una frase che tengo a citarti è presa dal dialogo con il tenente: "Non è giusto rinunciare a me stesso… solo perché nella trincea è più facile dimenticare e lasciarsi andare." è questa la prova definitiva che il sergente ha capito; l'affermazione che dimostra quanto sia cresciuto rispetto ai primi tempi (e qui faccio riferimento non solo ai primi capitoli di questa storia, ma anche a "La squadra è la famiglia" grazie alla quale sono riuscita a vedere questo racconto da un punto di vista più completo).
Il ricongiungimento al suo gruppo è sicuramente un evento toccante, ma si può dire la stessa cosa anche della radio: ho potuto sentire l'emozione che provava il giovane soldato nel maneggiare dopo tanto tempo il suo amato apparecchio, la soddisfazione nel vedere come la trincea non abbia avuto la meglio sulle sue passioni: sulla sua vita. “Mi ricordo che tempo fa un sergente stava piagnucolando sull’utilità che poteva avere un esperto di comunicazione in una storia così grande” eh! Sapessi, caro Mustang, me lo ricordo anch'io! xD
Il dialogo finale con la signora Bradley è davvero un'idea azzeccata. "Sono sicuro che suo marito e suo figlio vorrebbero che fosse forte [...] glielo dico perché non vorrei mai vedere mia madre in queste condizioni" già, non vorrebbe. E in più c'è il fatto che, a differenza della donna, Fury è consapevole della vera identità dei due homunculus, e credo che sia stato anche questo a spingerlo verso di lei, a farlo parlare con tanta dolcezza. Non ho dubbi che alla fine della storia vedremo compiersi anche la promessa fatta con lei.

Infine, ho solo un piccolo appunto da farti su una frase detta dal tenente quando Fury si trova nel furgone. Riza dice "È quello che sei nato per fare". L'ho riletta un paio di volte prima di capirne il senso. Non so, forse sono io, ma mi suona un po' strana. Forse sarebbe meglio "È quello per cui sei nato", tanto si capisce che sta parlando della radio.

Basta, non voglio romperti con noiosissime correzioni, anche perché gli errori sono rarissimi se non completamente assenti, quindi ti lascio in pace!
Al prossimo capitolo!

Strato.

Recensore Veterano
13/04/13, ore 13:02

Wow, complimenti. Sei riuscita a farmi piangere per tutto il tempo...
Non mi aspettavo questo salto temporale, ma devo dire che è stata la scelta migliore. Abbiamo già visto il peggio che si poteva vedere al sud, e ora ci prepariamo alla guerra più grossa, quella contro l'esercito stesso. Certo che è strano: rischiare la vita per salvare il proprio paese, per poi rivoltarglisi contro con un Colpo di Stato. Povero Fury, sta passando un'esperienza davvero orribile, forse la peggiore mai prospettabile.
Mi è piaciuta molto la metafora della sala d'ospedale paragonata all'Inferno, dove i malati si lamentano, bestemmiano e muoiono per il dolore, come i peccatori che subiscono le conseguenze delle azioni compiute in vita. Con la "sottile" differenza che questi hanno solo compiuto il loro dovere, ammazzando sì, ma per difendere la patria. Ma la scena più bella è stata sicuramente quella del dialogo con Will... alla fine, di nomi da ricordare Fury ne avrà eccome, è una cosa che non si può evitare, purtroppo. A proposito: chissà che fine ha fatto Alan, cominciava a starmi simpatico xD
Infine, ci tengo a dirti che mi fa tanto piacere vedere come la storia della Stella Polare venga citata tanto spesso <3 Falman è un tesoro, in un modo o nell'altro è sempre presente!

Strato.

Recensore Veterano
13/04/13, ore 12:17

Ciao! Eccomi qui finalmente!
Ancora una volta hai reso benissimo le sensazioni di questo personaggio, che si risveglia completamente spaesato dopo la terribile esperienza vissuta nello scorso capitolo. Ho apprezzato molto l'idea del compagno di stanza che ricorda Havoc; è un buon modo per farlo sentire al sicuro, in un'atmosfera che sa di fumo e disinfettante al tempo stesso: in un'atmosfera che sa di famiglia. La telefonata con Breda non me l'aspettavo, ma ci sta tutta. In particolare, mi ha colpito molto questa frase del sottotenente: "la morte prende alcuni e lascia altri. Non cercare una giustizia in questo", un'affermazione amaramente vera che sa infondere nel nostro protagonista una forza maggiore, quella che lo convincerà una volta per tutte che non è una "pedina sacrificabile" ma un soldato che ha fatto una promessa, e che intende mantenerla soprattutto per le persone che lo amano e che attendono il suo ritorno. Il dialogo con la mamma poi, che te lo dico a fare? È quasi commovente, anche se non riesco a capire come faccia quella donna a non sospettare che il figlio le stia nascondendo qualcosa. Fury non è molto bravo a mentire, quindi mi sembra un po' strano che, sentendo il suo tono e sapendo in quante guerre sia coinvolta Amestris, non le sia venuto neanche il dubbio di una sua possibile spedizione al fronte. Forse è talmente abituata all'onestà di suo figlio, che sa che non le mentirebbe mai? Oppure, la gioia nel sentire la sua voce è tale da non accorgersi del suo tono incerto?
Ok, ti ho rotto abbastanza con le mie domande xD Quello che m'interessa ora è sapere a cosa andrà incontro il nostro eroe, e soprattutto... Alan non ti azzardare a morire! (so che quando vuoi sai essere crudele, perciò ti confesso che ho un po' paura di leggere i prossimi capitoli... ma lo farò subito perché ho troppa ansia di sapere cosa accadrà!).
Un capitolo bellissimo come sempre, mi fiondo sul prossimo!

Strato.

Nuovo recensore
07/04/13, ore 17:43

Ho appena letto, tutti d'un fiato, i capitoli di questa ff. Complimenti davvero. Intanto èperchè il periodo che prendi in considerazione nella ff è uno dei miei preferiti, cioè quando la squadra del colonnello viene divisa; poi complimenti perchè affronti la questione da un punto di vista inaspettato: attraverso il personaggio di Fury (in effetti è perfetto perchè è un personaggio molto sensibile con il quale puoi descrivere i vari stati emozionali a cui tutti i componenti della squadra sono sottoposti). Mi piace un sacco, continua così, continuerò a leggera la ff!
Sara

Recensore Veterano
31/03/13, ore 13:04

Oddio, che sollievo l'ultima frase. Mi sono improvvisamente liberata da un peso opprimente.
Questo capitolo non è stupendo, di più. Hai saputo trasmettermi tutta la paura, l'ansia e la tristezza di un soldato rimasto solo con se stesso, "con la morte accanto" e in preda al delirio della febbre. La scena in cui descrivi i cadaveri dei compagni mi ha colpito moltissimo, in particolare quando parli del secondo: mi ha ricordato "Veglia" di Giuseppe Ungaretti, una delle mie poesie preferite.
La parte finale è micidiale. I ricordi che sfrecciano nella mente del tenente sono in quel momento le immagini più dolorose che possa vedere; l'incubo che tanto temeva è ormai realtà e le parole dei suoi amici suonano quasi fastidiose. Il richiamo alla mamma è insieme la cosa più dolce e triste che ci sia: fa capire quanto in certi momenti il tipo di amore di cui si ha bisogno è quello che ti tiene al sicuro fra le sue braccia; quello che vede te come un essere indifeso e il mondo come qualcosa di spietato da cui si vorrebbe soltanto fuggire.
Sono tremendamente ansiosa di vedere come andrà avanti la storia. Intanto, faccio gli auguri di buona Pasqua a te e alla tua famiglia :) Passa una buona giornata!

P.S.: Mi piace molto il tuo nuovo nickname, e anche l'avatar (ormai mi ci sono affezionata anch'io!)

Strato.

Recensore Veterano
26/03/13, ore 17:59

Ecco che riesco finalmente a recensire un altro bellissimo capitolo. Mi dispiace di non averlo potuto fare prima, ma gli impegni universitari non mi vogliono bene (appena posso rispondo anche alla graditissima recensione che mi hai lasciato).
Ma veniamo al capitolo adesso. Questo saluto me lo immaginavo molto toccante, ma non avrei mai pensato che potesse coinvolgermi così tanto. E' davvero molto bella la scena in cui Fury prende le mani del tenente fra le sue, ricordandosi di come quello stesso gesto aveva saputo confortarlo nel momento che finora è stato quello più difficile della sua vita. Di grande effetto la reazione che Riza ha in quell'istante: la sua mano è inizialmente rigida, come se una scia di ricordi e di sensazioni attraversassero la sua mente, facendole capire quanto sia maturato il suo "piccolo soldato" e quanto anche lei ora abbia bisogno di conforto, fose più dello stesso Fury. E infatti, non passa molto tempo prima che anche lei si abbandoni a quel contatto, "così umano e così necessario". Mi piace molto questa parte, perché emerge tutto il suo essere donna, con tutte le sue debolezze e timori (cosa che difficilmente questo personaggio ci concede di vedere).
Spero di leggere presto i capitoli successivi, ora scappo a lezione, alla prossima!
 
Strato.

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