Recensioni per
Prima di dormire
di midnite_

Questa storia ha ottenuto 207 recensioni.
Positive : 207
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
04/06/13, ore 21:37

<< «Quello è Styles… finché ci sarà lui in giro, beh… noi non avremo mai fortuna con le ragazze!» >> chiaro!

<< «Perché ti interessa tanto sapere qualcosa su di lui, eh? Miriamo in alto?» domandò, >> ahahahaha! in alto!

<< «Cerca i suoi occhi» disse. La fissai frastornato e cercai di capire cosa intendesse. «Cosa?» chiesi, confuso. La donna mi si avvicinò e un’aria gelida mi congelò le ossa. «Cerca i suoi occhi» >> LI HAI TROVATI LOUIS!

MI GUSTA MI GUSTA MI GUSTA!

Recensore Junior
04/06/13, ore 20:09

mi piace tanto anche questo capitolo,spero di leggere il continuo presto perchè non vedo l'ora che louis e jordan si riconoscono(in un certo senso)

Recensore Veterano
04/06/13, ore 19:27

oh mio dio!la tua ff è stupenda,non ho mai letto cose simili!complimenti scrivi bene...riguardo al capitolo già non vedo l'ora che Lou scopra che Charlie è in realtà Jordan.Spero aggiornerai presto e se lo fai ti prego di avvisarmi,ciao bella:)

Recensore Junior
04/06/13, ore 16:56
Cap. 1:

cioè,è bellissima.
Sinceramente non so cosa scrivere perchè boh,mi piace tanto.
E' inquietante il fatto che Louis si sveglia con quella scottatura,ma okay.
Non vedo l'ora di leggere il continuo c:

Recensore Veterano
04/06/13, ore 14:58
Cap. 1:

Ciao, sono la rompicoglioni che ti sta stalkerizzando le FF (compresa quella di Erin) e che si é innamorata di te. Mi vuoi sposare? *occhi da cucciolo* bene, passiamo alla storia!
Io la asoro. Riesci sempre a conquistarmi fin dal primissimo capitolo! Ghdhccg ** sono felice di leggerla dall'inizio, è verramente fantastica! Complimenti! Un bacio

Recensore Veterano
01/06/13, ore 21:05
Cap. 1:

Oh mio dio. Oh mi sono tutta tipo *feellikea...feellikea qualcosa, vabbene*
Scrivi da paura, e la trama mi ispira davvero troppo
Non so chi sia questo gran genio che non capisca che Jordan e Charlie sono anche nomi femminili, ma io può dire queste cose perchè sono un ginius ceh ceh xd xd xd !!!!!!1!! IT'S BM STYLE EEEEEEEEEH SEXY BM OP OP OP OP OP ITìS BM STYLE

Sssssi Sveva, si. Ceh io può come avrai capito, ma ritornando a parlare da persona normodotata, MI PIACI. E mi piace la storia, sou, continua perchè la needo

Sve xxx

Recensore Veterano
01/06/13, ore 20:07
Cap. 1:

L'inizio di questa storia è meravigliosa!Sei bravissima!
Aggiorna presto!La trama è davvero interessante!

Nuovo recensore
28/05/13, ore 16:28
Cap. 1:

Ehi ciao! Inizio col dire che la tua FF (anche se hai messo solo il primo capitolo) mi piace tantissimo!!! Questo mistero che Jordan sia viva ma che Louis l'abbia vista dentro la casetta che bruciava mi affascina!!! :D Comunque mi piace nel modo in cui scrivi, davvero!! E' ben scritto questo capitolo e immagino saranno cosi anche gli altri!!! :) Se ti piace scrivere, si vede!! Sembra che tu abbia un dono per la scrittura!!! :) Beh spero che continui presto con la storia perché sono curiosa... anzi... curiosissima!!!! Ciao e al prossimo capitolo!!! <3 :*

Recensore Junior
27/05/13, ore 14:58
Cap. 1:

Bellissima *-* all'inizio mi sembraa una one-shot peró poi mi sono resa conto che nn lo era lol comunque ridico è bellissima spero continui presto perchè sono curiosa e giá so che mi piacerá questa storia :DD baci xx

Recensore Master
27/05/13, ore 13:12
Cap. 1:

<< «Harry? Che ci fai qui?» domandai frastornato.
«Ci vivo!» mi rispose laconico, >>
simple but effective!

<< tornare a Doncaster non era stato un modo per dare un taglio definitivo al passato, ma piuttosto il contrario. “Cambiare vita”, per me, significava recuperare le mie origini >>
stavo pensando la stessa cosa u.u

<< Doncaster per me era una semplice equazione con un’unica soluzione: Louis Tomlinson. >>
giusto!

monellaccia scrivi una nuova storia e non me lo dici???
tra le seguite, subito!

Recensore Veterano
26/05/13, ore 17:02
Cap. 1:

*_* Questo primo capitolo é asdfghjkl! Continua al più presto possibile!! Comunque se volevi fare l'effetto mistero ci sei riuscita alla grande!! Ahahah Sei riuscita anche a fare l'effetto suspense !! :D

Recensore Veterano
26/05/13, ore 15:23
Cap. 1:

«Louis!» L’urlo di Jordan richiamò la mia attenzione su di lei, la mia amica Jordan, il mio piccolo angelo. Aveva ancora 5 anni, quei grandi occhioni verdi, troppo vispi, e un sorriso che contava meno denti di qualunque altro. Gliene erano caduti tanti, troppo in fretta, e tardavano a spuntarle gli altri. Ma era dolce così. E vedere il suo viso per l’ultima volta era un buon modo per andarsene, dopotutto. Era dall’altra parte della casa, distante da me lo spazio di quella crepa gigantesca, nascosta dal fumo e dalle fiamme. La voragine sotto di me stava per inghiottirmi. Stavo per cadere in un profondo e vuoto baratro senza ritorno, ingoiato dalle fiamme, le stesse fiamme che mi avevano cambiato la vita 11 anni prima. E ora stavo per morire anche io. Guardandomi intorno riconobbi la casetta dove giocavo da bambino, quando avevo solo 10 anni e un’insana voglia di divertirmi, che era sparita come tutto il resto in quell’incendio. La voragine si allargò ulteriormente e una forte fitta al petto mi ricordò che lo squarcio non era solo quello del pavimento. Ero ormai pronto per l’inevitabile, quando la vidi, di nuovo. Non potevo nemmeno raggiungerla. La casetta diroccata faticava a reggersi in piedi e presto io e lei non saremmo stati che un ricordo, sommersi dalle travi di legno e dai mobili distrutti. Saremmo caduti giù. Magari insieme. Allungò la manina verso di me e sorrise, mostrandomi l’orsacchiotto che le avevo regalato. Volevo raggiungerla, volevo prenderla quella volta.
«Jordan… sono qui, sono venuto a prenderti.»
«Louis!»


«Louis!» Sobbalzai, richiamato da quell’urlo. Era stato Harry a gridare il mio nome, non Jordan. Mi guardai intorno confuso e mi resi conto di essere ancora nella mia stanza, sdraiato nel mio letto. Quello davanti a me era il mio migliore amico, sotto di me c’era un pavimento che al momento pareva solido e stabile. Niente voragini, niente fiamme. Intorno a noi le pareti non vibravano nascoste dal fumo. Soprattutto, però, davanti ai miei occhi c’era Harry, non Jordan. Non c’era la mia piccola Jordan. Eppure, come sempre, quel sogno era sembrato perfettamente, fottutamente reale.
«Harry? Che ci fai qui?» domandai frastornato.
«Ci vivo!» mi rispose laconico, prima di continuare, avvicinandosi con aria preoccupata al mio letto: «Ti sei svegliato urlando… mi hai fatto prendere un colpo, cazzo! Mi vuoi spiegare cosa c’è che non va?» Da un po’ di tempo io e i miei migliori amici condividevamo un appartamento nel centro di Doncaster. Non era stato difficile procurarselo, era bastato fare il carino con mio padre e lui aveva sborsato. In realtà non era il mio vero padre, ma lo chiamavo così perché era come se lo fosse. Quello di sangue, quello che mi aveva concepito e di cui non ricordavo nemmeno l’esistenza, era scappato quando io ero ancora piccolo. Ero così innocente da non aver nemmeno avuto il tempo di affezionarmi a lui, ecco perché non lo ricordavo con dolore. Mia madre aveva avuto la fortuna di risposarsi con un uomo ricco, che, in qualche modo, ci aveva salvati.
«Nulla… solo un altro incubo» risposi, consapevole che ormai fosse una routine. Harry uscì dalla stanza e tornò qualche attimo dopo, porgendomi un bicchiere d’acqua.
«Lou… va tutto bene?» domandò.
«Ti sembra che vada tutto bene?» domandai retorico, indicando le occhiaie che scavavano il mio viso, rendendo i miei occhi un po’ meno attraenti. Harry scosse la testa. Stava per ribattere, quando anche Liam, Zayn e Niall fecero capolino nella mia stanza, preoccupati.
«Che succede? Ti abbiamo sentito gridare» esclamò Niall, recuperando fiato. Si erano alzati tutti nel cuore della notte solo per vedere come stavo. Da un po’ di tempo erano preoccupati per me, perché non dormivo. Ogni volta che chiudevo gli occhi, in effetti, era sempre la stessa storia: fuoco, macerie, voragini, il cuore che batteva più del dovuto e Jordan. Jordan era la mia migliore amica dell’infanzia. Io avevo solo 10 anni quando l’avevo vista morire, lei 5. Se n’era andata in quell’incendio, portandosi via tutto quello che conoscevo. Con lei era morto il vero Louis. Avevo perso sogni, speranze, la mia giovinezza e l’innocenza. Ero semplicemente rimasto a guardare le fiamme divorare la casetta, mentre i pompieri facevano di tutto per spegnerle, inutilmente. Ero certo di poter correre a salvarla, ma mia madre mi aveva trattenuto, mi aveva chiuso gli occhi sussurrandomi che sarebbe andato tutto bene. Ben presto avevo capito la verità: non avrei mai più rivisto Jordan. Lei era morta. Mi ero ripromesso di non dimenticare, ma con gli anni avevo sperato di poter rimuovere il pensiero. Solo che ora, gli incubi erano diventati più frequenti e molto più spaventosamente reali.
«Solo un altro incubo» mormorai, fissando i miei amici nella speranza di poter liquidare così la faccenda, ma ero certo che loro volessero sapere cosa mi tormentava. Harry si sedette sul mio letto, di fianco a me. Sospirai lasciando vagare lo sguardo, finché Harry non sobbalzò e mi prese il braccio, con aria preoccupata.
«Che cos’è questo, Lou?» chiese, additando un livido nero che non avevo mai visto. Sussultai, perché al contatto con le sue dita cominciò a bruciare.
«Io non… non lo so…» risposi, sinceramente stupito. Non sapevo da dove fosse arrivato, ma ero certo che fosse fresco. Prima di andare a dormire non c’era.
«Te lo sei fatto mentre dormivi?» chiese Liam, osservandolo. Io scossi la testa. All’improvviso avevo paura. Quando sognavo, la notte, riuscivo a sentire l’odore di fumo, la voce di Jordan e anche… anche le scintille di fuoco che mi cadevano sulle braccia. Le sentivo bruciare. Esattamente come bruciava quel segno in quel momento. Ritrassi il braccio, spaventato.
«Louis… parla per favore. Dicci chi è Jordan!» esclamò Harry, puntandomi contro i suoi occhi, con fare serio. Spalancai la bocca, sinceramente stupito. Io non avevo mai parlato di Jordan con loro!
«Non fare finta di nulla, Lou! Ormai è un sacco di tempo che dici il suo nome mentre dormi, ti sentiamo. E poi oggi questo… ti sei svegliato urlando “Jordan”. Tu… sai chi è?» continuò Zayn. Sospirai, annuendo debolmente. La mia testa divenne improvvisamente più pesante e lo stomaco mi si rivoltò, come se volesse ribellarsi, facendomi sentire il forte impulso di rimettere all’istante. Faceva male ricordare, più del previsto. Faceva male emotivamente e anche fisicamente.
«Non so se sono pronto» ammisi. Harry sollevò un sopracciglio con fare interrogativo.
«Siamo i tuoi migliori amici, Louis. Se non ti aiutiamo noi… chi altro dovrebbe farlo?» mi ricordò, accennando con la testa anche agli altri.
«Voi… ricordate che mi sono trasferito quando ero piccolo, vero?» cominciai, cercando di non apparire turbato. Loro annuirono in silenzio, attendendo che continuassi. «Prima abitavo poco distante dal centro, nella villa del mio patrigno. Io e mia madre eravamo andati a vivere lì quando si erano sposati. E il mio patrigno aveva una servitù abbastanza consistente.» Mi fermai, alla ricerca delle parole giuste. Non avevo mai raccontato a nessuno quella storia prima di allora. Era la prima volta che parlavo del mio passato.
«E questa Jordan cosa c’entra?» domandò Zayn, per incitarmi a continuare.
«Due dei domestici di mio padre erano una coppia parecchio eccentrica. Erano stranieri e anche se il marito faceva Davis di cognome, non ho mai capito da dove arrivassero. Erano strani, ma erano veramente due brave persone, sempre gentili e con un grandissimo senso del dovere. Mio padre li adorava e loro adoravano papà, perché li trattava sempre benissimo e non faceva mancare loro nulla. Aveva anche fatto costruire per loro una dependance in cortile, una microcasetta poco distante dalla nostra villa, non solo perché fossero più vicini al lavoro, ma anche perché non avevano un altro posto dove stare. I Davis vivevano lì con la loro bambina.»
«Jordan?» domandò Niall, facendosi più interessato alla storia. Annuii. Sentivo gli occhi pizzicare, come se dopo 11 anni minacciassero di lasciar uscire di nuovo le lacrime. Per tutti quegli anni mi ero imposto di non essere debole, di non piangere.
«Sì. Jordan Davis era la mia migliore amica. Io e lei eravamo inseparabili. Lei aveva solo 5 anni, io 10, ero molto più grande di lei, ma… ma adoravo raccontarle storie, prenderla in giro, farle imparare a leggere e a scrivere. Jordan mi era molto più amica di quanto non lo fossero i bambini della mia età… le volevo bene e i nostri genitori erano felici del nostro rapporto» continuai, lasciando vagare lo sguardo da un punto all’altro della stanza.
«E poi cos’è successo, Louis?» domandò Harry, stringendomi la mano. Loro quattro, Harry, Zayn, Niall e Liam, erano le uniche persone al mondo di cui mi potevo fidare ciecamente e che mi apprezzavano per quello che ero, non per i milioni di mio padre. Avevo davvero bisogno di loro, in quel momento.
«Non so se ricordate, se ne è parlato molto, in quel periodo… la sera del 04 Novembre 2001 ci fu un incendio che sconvolse l’intera cittadina di Doncaster.» I ragazzi sgranarono gli occhi, fissandomi per qualche secondo.
«Parli dell’incendio misterioso? Quello di cui tutt’ora non si sa nulla?» incalzò Niall, improvvisamente turbato.
«Sì, esatto. Quell’incendio scoppiò nel cortile della nostra villa. La casetta della servitù prese fuoco e in meno di un istante fu sommersa dalle fiamme. Io nemmeno mezz’ora prima ero lì a giocare con Jordan» ricordai tristemente. A quel pensiero sentii una lacrima scendere lenta e indisturbato sul mio viso, immediatamente seguita dalle altre. «Jordan era lì dentro, con i suoi genitori e con il resto dei domestici. I miei genitori hanno chiamato i pompieri, mio padre ha provato ad entrare, ma non è riuscito a trovare nessuno. I pompieri ci hanno costretto a stare alla larga. Io… volevo solo proteggerla. Volevo salvarla, ma mi hanno costretto a stare lontano. Non ho potuto fare nulla. Ho visto quella casetta bruciare sotto i miei occhi e… Jordan morire. Non si salvò nessuno, in quell’incendio. E non se ne scoprì mai la causa» conclusi, riconoscendo la mia voce spezzata dal pianto. Ero divorato dai sensi di colpa. Dovevo esserci anche io in quella casetta. Dovevo salvarla o morire con lei. E invece non l’avevo fatto. Quegli incubi erano per me, per costringermi a non dimenticare, a mantenere vivo il mio costante senso di colpa. Erano per me, per ricordarmi che Jordan era morta. Harry sospirò, poi, prima che potessi anche solo aggiungere altro, mi abbracciò prontamente, lasciando che continuassi a piangere.
«Perché non ce l’hai mai detto?»
«Io volevo solo dimenticare.»
«Louis… non è colpa tua, chiaro? È stato semplicemente il destino. Tu non c’entri nulla! Se continuerai a pensarlo… gli incubi ti uccideranno!» mi rimproverò Harry, stringendomi. Io annuii. Ma nessuno di noi riusciva a spiegarsi perché quella notte mi fossi svegliato con una scottatura sul braccio. E nessuno di noi, voleva affrontare l’argomento. Era meglio così, sicuramente avevano ragione loro: quegli incubi erano causati solo dal senso di colpa.
«Grazie ragazzi! Ora conviene che torniate a dormire, domani c’è scuola!» ricordai loro, che sbuffarono contrariati. Quanto meno i miei amici non avevano problemi a scuola. Loro frequentavano il quinto anno e stavano per finire. Io… ero al quinto anno, come loro, ma molto fuori corso. E non sapevo se sarei riuscito a passare, nemmeno quell’anno. Non mi piaceva studiare e, forse proprio a causa di quell’evento che mi aveva cambiato la vita, non ero molto interessato a nulla in particolare. Ero un tipo noioso, probabilmente. Però a scuola mi veneravano, persino i professori. Forse perché mi ero creato una reputazione impeccabile, grazie ai soldi di papà e grazie alle mie pluri bocciature. Beh, la Hall Cross Academy era diventata la mia seconda casa, in poche parole.
«Se hai bisogno chiamaci, va bene?» Io annuii e loro tornarono nelle loro stanze, dopo avermi promesso che mai e per nessuna ragione avrebbero parlato con qualcun altro di quella storia. Provai a riaddormentarmi, con scarsi risultati.

***


JORDAN’S POV
Consegnai in segreteria tutti i documenti che mi servivano per accedere alla nuova scuola. Contrariamente a quanto potessero pensare altri studenti, a me piaceva andare a scuola e studiare. La donna che stava dietro lo spesso vetro della segreteria mi squadrò con un sorrisetto arcigno sulle labbra.
«Qui dice che il suo primo nome è Jordan Davis, signorina» mi apostrofò, rigirandosi tra le mani l’attestato di nascita che le avevo consegnato. Avevo portato tutti i miei documenti per l’iscrizione, anche quelli vecchi.
«Ho cambiato nome quando ero molto piccola» spiegai, porgendole la mia carta d’identità. La donna la afferrò e controllò la validità del documento.
«Dunque lei ora è Charlie Parker, 16 anni, da Manchester…» bofonchiò, esaminando la mia foto.
«Sì… mia madre è venuta a fare l’iscrizione ieri pomeriggio» mormorai.
«Perfetto. Mi sembra tutto a posto. Allora le do il benvenuto alla Hall Cross Academy di Doncaster, signorina Parker!» annunciò euforica, indicandomi il lungo e desolato corridoio. Mi strinsi nelle spalle, quando pronunciò il nome della città, della mia città. Ancora non mi sembrava possibile. Non riuscivo a credere di essere di nuovo lì. Mi guardai intorno e mi domandai come mi sarei trovata, ora che avevo cambiato vita. In realtà non potevo parlare precisamente di “cambiare vita”, pensandoci. Tornare a Doncaster non era stato un modo per dare un taglio definitivo al passato, ma piuttosto il contrario. “Cambiare vita”, per me, significava recuperare le mie origini. Origini di cui sapevo ben poco, a dirla tutta. E quel lungo processo lo avrei cominciato proprio da lì. C’era solo un problema che non riuscivo a superare: per me Doncaster non significava solo casa, famiglia, radici, origini e nuova vita. Doncaster per me era una semplice equazione con un’unica soluzione: Louis Tomlinson.

Adoro questa storia, ho letto anche la prima versione, ma devo ammettere che così è molto più bella!! Continua presto ti scongiuro!! E soprattutto dimmi quando aggiorni!! Aspetto il capitolo con ansia!! Ciao =)

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