Recensioni per
Vampires
di beljectjoner

Questa storia ha ottenuto 244 recensioni.
Positive : 238
Neutre o critiche: 6 (guarda)


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Veterano
12/08/13, ore 21:06
Cap. 10:

ALICE’S POV
Mentre sono distesa sul letto a leggere un libro, sento il campanello suonare. Incuriosita scendo le scale, e vedo mia madre che saluta qualcuno, che non riesco a vedere, perché lei ha già chiuso la porta.
-Mamma, chi era?
-Era un ragazzo, che cercava te..
-Me?
-Si. Però gli ho detto che tu sei in punizione per una settimana, e che quindi non può vederti.. sembrava dispiaciuto.
-Ah, capito.
Un ragazzo. Poteva essere solo Justin. Per era venuto a casa mia? Forse voleva chiedermi scusa.. che dolce.. Entro in camera mia e chiudo la porta.
-In punizione, eh?
Sobbalzo dalla paura, e girandomi, vedo Justin steso sul mio letto, col sorrisetto da divertito sul volto.
-J-Justin!? Che cavolo ci fai qui? Come sei salito?
-Dal balcone. Visto che non posso vederti ufficialmente, sono salito di nascosto.
-E perché saresti qui?
Improvvisamente si alza dal letto, e lentamente viene di me. Dopodiché prende le mie mani, e le intreccia con le sue, facendo battere forte il mio cuore.
-Una settimana era troppo.. volevo chiederti scusa, per quello che è successo ieri sera. È.. complicato da spiegare..
-Complicato? Portavi gli occhiali da sole nel cuore della notte, quando ho cercato di toglierteli sei sparito!
-Si, lo so. Non mi sarei dovuto comportare in quel modo. Mi perdoni?
Perdonarlo.. o no? Era stato un completo maleducato la sera precedente. Ma è venuto fino a casa mia per scusarsi. E dato che non poteva entrare dalla porta, è entrato per la finestra.. Come faccio a non perdonarlo?
-Va bene, scuse accettate..
Sul suo volto scompare lo sguardo preoccupato, che fa spazio ad un enorme sorriso, quelli che piacciono a me. Ricambio con un sorriso, il più bello che riesco a fare.
-Senti, ora devo andare, c’è Alex che mi aspetta giù.
-Andate da qualche parte?
-Bhè.. sono.. dieci anni che ci conosciamo, e lei vuole festeggiarlo. Andiamo a fare un giro fuori città.
-Capisco.. divertitevi!
-Grazie.. Posso tornare domani?
-Certo!
Sorride ancora, e prima di andarsene, mi lascia un bacio sulla guancia. Poi in un secondo esce dalla finestra, e si sente un rombo di macchina, o moto, che parte, e si allontana.

JUSTIN’S POV
-Sei salito dal balcone?
-Avevo bisogno di vederla, e di chiederle scusa per ieri..
-Capisco.. Ora possiamo andare?
-Ora possiamo andare!
Salgo in sella alla moto, e dopo averla accesa, parto. In circa tre ore, arriviamo a Milano. Prima che il concerto cominci, facciamo un giro per Milano. Erano cinque anni che non ci mettevo piede. Mentre giriamo per i negozi, dove Alex compra un mucchio di roba, noto in una vetrina di una gioielleria, un braccialetto, con un pendete a forma di stella. Mi ricordava tanto Alice, quindi decido di comprarglielo. Sicuramente gli sarebbe piaciuto. La sera andiamo al concerto, e ci divertiamo come pazzi, e dopo la fine del concerto ci mettiamo in viaggio, non prima di aver mangiato.
-Dai Justin, ho fame!
-Puoi mangiare quando arriviamo a casa.
-Tra tre ore!? Tu sei pazzo! Senti, io ora trovo qualcuno da uccidere, se tu vuoi unirti bene, se no mangerai quando andrai a casa!
L’ultima frase la imita con la mia voce. Ha ragione, anche io ho fame, e per stare vicino ad Alice, devo nutrirmi abbastanza, oppure potrebbe succedere qualcosa.. di cui potrei pentirmi. Mi unisco a lei, e, mentre facciamo un breve giro della città, troviamo in un piccolo vicolo due barboni. Perfetti, nessuno noterà la loro assenza. Ci nutriamo velocemente, e dopodiché bruciamo i corpi, senza farci notare da nessuno. Saliamo in moto, e partiamo per tornare a casa.

IL GIORNO DOPO..
ALICE’S POV
Justin è tornato anche il giorno dopo, e il giorno dopo ancora, restando con me per tutto il resto della settimana. Veniva appena gli era possibile, e rimanevamo stesi sul mio letto abbracciati, e parlavamo del più e del meno. Non gli ho chiesto nemmeno una volta perché si era comportato in quel modo quella sera, ma prima o poi l’avrei fatto. Mi ha raccontato qualcosa su di lui, dicendomi che i suoi genitori sono morti quando era piccolo, e di lui si è preso cura un lontano zio, e che appena è diventato maggiorenne ha cominciato a viaggiare un po’.. ed ora eccolo qui, davanti a me. Il ragazzo più bello.. e strano che io abbia mai conosciuto. Gli racconto anche qualcosa di me, e mentre gli spiego gran parte della mia vita, mi guarda come se rimanesse affascinato.
-Non hai nemmeno un amico?
-No, finché non sei arrivato tu..
-Sono degli stupidi, se non vogliono fare amicizia con te!
Mi faceva sentire.. libera. Anche se ero in punizione! Ma stare tutta la settimana chiusa in camera, col ragazzo che mi piace.. Si, perché passare del tempo con lui, mi ha fatto capire. Justin mi piace, è l’unico che mi capisce, e poi è cosi bello, dolce, gentile.. anche con le sue stranezze. Il problema è capire se i sentimenti che provo, li prova anche lui..

Recensore Veterano
12/08/13, ore 21:05

bellissimi personaggi anche se molti non sono ancora appersi peròok

Recensore Veterano
12/08/13, ore 21:04
Cap. 8:

no ma dai non in punizioned contia
ALICE’S POV:
Apro gli occhi lentamente, e vedo che ormai le stelle non ci sono più. Il cielo è azzurro, ed il sole è quasi al centro del cielo. Ormai è mattina, e ho dormito tutta la notte qui fuori. Mi alzo, mentre con una mano copro gli occhi, infastiditi dalla luce accecante del sole. Mi sento completamente indolenzita, e ci metto qualche minuto a mettermi completamente in piedi. Mentre ritorno velocemente a casa, per non far preoccupare i miei, penso a quello che è successo la sera prima: Justin si era comportato in un modo molto strano. Troppo, dato che portava gli occhiali di notte, e che appena mi ha visto è scomparso in pochi secondo. Letteralmente.
Sono arrivata davanti casa, e appena apro la porta, trovo mia madre in lacrime, con mio padre al suo fianco, e un paio di poliziotti. Ben otto occhi mi fissano, col terrore e allo stesso tempo sollievo.
-Mamma, Papà.. che succede?
Il suono dello schiaffo di mia madre rimbomba in tutta la stanza. Che dolore, sicuramente mi uscirà la forma della sua mano.
-Si può sapere dove sei stata? Eravamo così preoccupati per te!
Mio padre poggia le sue mani sopra le spalle della mamma per confortarla. Ho quasi le lacrime agli occhi; non ho mai visto la mamma in quello stato.
-Scusate.. sono andata sulla collinetta, e ho perso la condizione del tempo. Mi sono addormentata, solo ora mi sono svegliata..
Il viso della mamma si calma leggermente, per poi venire verso di me e abbracciarmi.
-Eravamo così preoccupati per te. Scusa per lo schiaffo.
-Non fa niente.. Però non pensavo che arrivaste al punto di chiamare la polizia!
-Non sono qui per te tesoro, sono venuti a parlare con tuo padre.. Vieni, andiamo in cucina. Facciamo colazione.
-Va bene.
I poliziotti, dopo aver parlato con papà, salutano educatamente, e vanno via.
-Tu, signorina, sei in punizione. Per tutta la settimana non uscirai, così impari a sgattaiolare fuori di casa nel cuore della notte.
-Va bene papà.. e scusa ancora.
Una settimana intera chiusa in casa.. sai che novità. Già ci rimanevo la maggior parte del tempo. Anche se oggi dovevo andare da Justin. Ma non ne avevo più tanta voglia, dopo il modo che si era comportato la sera precedente. Mi tuffo nella tazza di latte al cioccolato che mi ha preparato la mamma, prima di domandare qualcosa a papà.
-Cosa volevano i poliziotti?
-Hanno trovato il corpo di una donna, nella cava, poco lontano da qui. Era morta da circa due o tre settimane. Non sappiamo la data precisa.
Era morta una donna? E come?
-Sapete com’è morta?
-Ancora no. L’ospedale sta cercando di capirlo.. quello che sappiamo è che era completamente dissanguata.
-Wow, mette i brividi.
-Quando sono andata a vedere che non c’eri nel tuo letto, ho subito chiamato tuo padre. E poi l’arrivo della polizia.. Ho avuto così tanta paura..
-Scusa mamma, non lo farò più. Ora vado in camera mia.
Mi alzo dal tavolo e vado verso la porta.
-E non uscirne capito?
-Va bene, papà!
Salgo le scale, e appena sono in camera mia, mi distendo sul letto. Anche se ero un po’ arrabbiata con Justin, mi dispiaceva non andare da lui. E non avevo nemmeno il suo numero per avvisarlo. Non fa nulla, cosa sarà una settimana senza di lui? Una sola parola: tragica.

JUSTIN’S POV
Mi sveglio dal mio sonno profondo. Anzi, è Alex che mi sveglia.
-Forza dormiglione! Oggi è il nostro giorno! E dobbiamo festeggiare!
-Mmmh, Alex..
-Se non ti alzi, ti metto la casa sotto sopra..
-No! No.. mi sto.. alzando..
A malavoglia, mi alzo, e vado verso il bagno. Mi sciacquo la faccia, e preparo la vasca da bagno. Dopo essermi lavato, indosso i boxer, e vado verso l’armadio. Prendo una maglietta bianca e un paio di jeans stretti. E come scarpe, le mie Supra. Scendo al piano di sotto, ma non trovo Alex, e noto che la porta che si trova sotto le scale è aperta. Entro e scendo in profondità, fino alla cantina.
-Alex, così mi finirai tutta la scorta!
Stava bevendo, come al solito. Ormai le sacche di sangue che avevo conservato nella cella frigorifera, che avevo posizionato in cantina, dove nessuno poteva vederlo, stavano finendo. Di lì a poco, avrei dovuto fare una nuova scorta all’ospedale, sperando che nessuno se ne accorgesse.
-Scusa Justin, ma non avevo fatto colazione.. Va bene, andiamo!
-Allora, dove mi porti?
-Al concerto della nostra band preferita.!
-I Green Day?
-Esatto, faranno un concerto proprio stasera a Milano! Noi andiamo lì, passiamo la giornata insieme aspettando che cominci, e poi stasera ritorniamo.
-Va bene.. e che Green Day sia!
Aspetta.. Alice aveva detto che sarebbe venuta. Però dopo quello che era successo la sera prima. Dovevo andare a casa sua e chiederle scusa.
-Senti Alex, però prima dobbiamo fare una deviazione.
-Da Alice? Non ci sono problemi!
-Tu si che mi capisci subito!
-Ovvio, se no che amica sarei?
Ci avviamo verso la mia moto, comprata una settimana dopo essere arrivata a Volterra. Era la prima volta che la usavo, anche perché non è ho proprio bisogno. Dopo aver chiesto a qualcuno dove fosse la casa del sindaco, arrivo. Alex rimane vicino alla moto, mentre mi avvio verso la porta. Busso, e aspetto che qualcuno mi apra, sperando che sia Alice.
-Chi è?-, sento dire mentre la porta si apre. È una donna, sulla quarantina circa, con gli occhi azzurro cielo e i capelli castani ricci. Gli occhi sono gli stessi di Alice.
-Buongiorno, signora. Sono un amico di Alice, è in casa?
-Si, ma purtroppo è in punizione, e non può ricevere nessuno.
-Ah, capisco. E.. per quanto sarà..?
-Per una settimana.
-Va bene, grazie comunque. Arrivederci.
-Arrivederci.
La donna mi sorride, ed infine chiude la porta. Una settimana. Troppo per me. Guardo in alto, e decido di fare una cazzata.

Recensore Veterano
12/08/13, ore 21:03
Cap. 7:

u continua
JUSTIN’S POV
Passare la giornata con Alice, mi ha fatto bene e non ho pensato minimamente al fatto che… volevo ucciderla. Le è piaciuta la mia casa, e anche Alex. Le è sembrata simpatica. E quel giro della città, anche se la conosco ormai a memoria. Per poi portarmi sulla collina… Dopo aver vissuto per ben diciannove anni in quel posto, non avevo mai fatto vedere a nessuno quel luogo, e nessuno lo aveva mai scoperto. Alice deve essere stata la prima, dopo di me, a conoscere quel mini-paradiso. Ma in fondo cosa posso saperne io.
Decido di uscire un po’, ma prima bevo un po’ di sangue, perché è da un po’ che non mi nutro. Quello nelle sacche che rubo nell’ospedale, non è buono quanto a quello bevuto da una vena; se mordi una persona, il sangue è molto più fresco, e buono. Ma odio uccidere le persone, e non posso nemmeno rimanerle in vita, perché se le mordo e non le uccido, diventano dei mostri come me. E non voglio che facciano la mia stessa fine. Prima di uscire di casa, come è mio solito, mi guardo allo specchio, per guardare i miei occhi, che si tingono di rosso. È come una specie di rito per me, guardarli ogni volta che si ‘trasformano’ in quel modo. Anche se sono gli occhi di un mostro. Esco di casa, con quegli occhi, ma indossando gli occhiali, casomai incontrassi qualcuno per strada. Potrebbe prendermi per pazzo vedendomi con gli occhiali, ma sempre meglio che farli morire di paura a causa dei miei occhi. Ricordo ancora quando li vidi per la prima volta.

*flashback*
Luce. Finalmente dopo tutto quel buio, e quel dolore allucinante in tutto il corpo, mi sono svegliato. Per quanto ho dormito? Uno, due giorni? Mi guardo intorno. Vedo tutto.. migliore. Come se il mondo si fosse pulito. Vedo ogni foglia degli alberi, anche quelle più nascoste. I granelli di polvere nell’aria, e i piccoli animaletti che mi camminano intorno. Sono disteso su un prato verde, alla luce del sole.
-Ti senti bene?
Mi giro, e c’è.. Bonnie, la domestica di Clelia.
-Che cosa sta succedendo? Perché sono qui? L’ultima cosa che ricordo è..
-È Clelia. È stata lei a trasformarti, dopo che tu l’hai vista, ha deciso di morderti e di ucciderti. Ma le tue urla hanno svegliato tuo padre, e lei non ha avuto il tempo di farlo. Ed ora, eccoti qui.
-Trasformarmi? Mordermi? Ma che stai dicendo?
-Vieni con me, ti spiegherò ogni cosa.
Mi alzo, in una velocità pazzesca, e decido di seguirla. La gola mi brucia terribilmente, e non ne capisco il perché. Dopo qualche minuto, ci ritroviamo davanti ad una piccola casa. Entriamo nella sala da pranzo, e mi fa accomodare su una delle sedie.
-Torno subito, vado a prenderti qualcosa.. da mangiare.
Annuisco, e lei esce dalla stanza. Forse è per questo che la gola brucia. Devo aver dormito molto, ed ora ho sete. Bonnie ci mette circa un paio di minuti per ritornare, con un bicchiere in mano. È pieno di uno strano liquido rosso. Vino? Oppure..
-Che cos’è?
Le chiedo mentre annuso. Ha un buon odore.
-Sangue. Forza, bevi. Ti farà bene. Sei pallido.
-Che cosa? Sangue?
-Bevi. E ti spiego tutto
Avvicino il bicchiere alla bocca, l’odore è troppo buono, e non riuscendo a resistere, mi disseto di quel liquido. È buono, così tanto da berlo tutto in un sol sorso.
-Buono, vero? Ora, e per sempre, ti nutrirai principalmente di questo.
La mascella incomincia a farmi male.
-Che mi succede?
-Ti sei trasformato. Ora sei un vampiro.

Pensare mi ha fatto perdere tutto il cammino verso la mia meta. Sono arrivato alla collina, dove quella stessa mattina, mi aveva portato Alice, e dove, a parte questo giorno, non venivo da ben centovent’anni. Mi mancava questo posto. Mi stendo sul prato e, come facevo prima che la mia vita cambiasse, guardo verso l’altro a guardare le stelle.

ALICE’S POV:
Non riesco a dormire. Questo giorno è stato così perfetto, che voglio farlo finire in bellezza. Esco dalla mia stanza, dopo aver indossato semplicemente una maglietta e un pantalone, con le mie immancabili Converse bianche. Senza farmi sentire dai miei genitori; apro la porta di casa, e sgattaiolo fuori. Mi avvio verso il mio luogo preferito, dove stamattina ho portato il ragazzo del quale credo di avere una cotta. Salgo, e c’è qualcuno disteso sul prato. E può essere solo una persona.
-Justin?
Si alza di scatto, con la bocca spalancata. Porta gli occhiali? A quest’ora? In un attimo si alza e viene verso di me.
-Alice, che ci fai qui?
-Bhè, potrei chiederti la stessa cosa!
-Sono venuto a fare un giro, ma me ne stavo per andare…
Mi sorpassa e se ne sta per andare, quando lo prendo per il braccio.
-Aspetta se vuoi puoi rimanere, con me..
-Scusa, ma devo tornare a casa…
-Oh andiamo, non puoi rimanere, ancora un pò.. E poi perché hai gli occhiali, andiamo togliteli..
-No!
E un secondo dopo… non c’è più. Mi guardo intorno, ma c’è troppo buio.
-Scusa.
La sua voce melodiosa mi fa sobbalzare, ma non riesco comunque a vederlo.
-Ma come hai.. fatto? Eri davanti a me, ed ora.. dove sei?
-Devo andare ora.. Ciao.
-No Justin, aspetta!
Un filo di vento, e poi nulla.
-Justin?
Lo chiamo a vuoto, ormai, e non so come cavolo abbia fatto, se n’è andato. È stato velocissimo. Non riesco a capire. Mi stendo sul prato a guardare le stelle, dove esattamente qualche minuto prima c’era Justin. E mentre vedo il cielo scuro, vedo il buio

Recensore Veterano
12/08/13, ore 21:02
Cap. 6:

wow cioè wow
Finalmente siamo arrivati sulla collinetta. Adoro quel luogo, credo che sia il mio preferito. Da lì si vede l’intera citta. Dal comune a casa mia, alla casa di Justin.
-Wow è bellissimo!
Gli piace, i suoi occhi sono più accesi del solito, e non ha il colorito pallido dell’ultima volta. Ora la sua pelle è più rosea. È così bello. Non ho mai conosciuto uno come lui…
-Devi vederlo di sera, quando è buio. Tutte le luci delle case accese, e i lampioni con la loro luce splendente.. sembrano delle tante piccole stelle.
-È magnifico.
‘Proprio come te, Justin’ avrei tanto voluto dirgli. Ma era troppo, lui avrebbe pensato che sia pazza.
-Ora voglio portarti io da una parte.
Lo guardo, non capendo che intende. Mi prende per mano, come io avevo fatto precedentemente con la sua, e scendiamo dalla collina. Ci avviamo fra le strade di Volterra liberamente, sembrava che le sapesse a memoria, come se ci fosse sempre abitato, ma era lì da solo un paio di settimane.
-Justin, dove mi porti?
-A casa mia!
-E perché mi porteresti a casa tua?
Nemmeno il tempo di farlo rispondere che già siamo davanti casa sua. Apre la porta, e mi invita ad entrare. All’inizio sono un po’ titubante, ma dopo aver visto il suo sorriso, decido di entrare. La casa non sembra più quella abbandonata. Ora le scale che portano al piano superiore sono pulite, e al centro del tetto c’è uno di quei lampadari antichi con al centro la luce, e tutt’attorno piccole pietre, che la luce illumina. Sembrano diamanti. è molto luminosa, rispetto all’ultima volta che ero entrata in quella parte di stanza. Guardo Justin che mi fa cenno di seguirlo; mi porta dove prima c’era quel divano ormai non più utilizzabile. Ora ci sono due poltrone fatte di legno scuro, con i rivestimenti azzurri, come il colore delle mura. A sinistra della stanza ci sono delle enormi biblioteche, con centinaia, se non migliaia, di libri. Il posto ideale per me.
Usciamo da quello che risulta essere il salotto, ed entriamo nell’altra stanza a sinistra. La cucina; lo capisco dal frigo che si trova alla mia destra appena entro. Al centro della stanza c’è un bancone, dove sicuramente Justin farà colazione. Una piccola cucina attaccata al muro, un lavandino proprio lì vicino, e dei piccoli banconi dove appoggiare qualcosa. Sulla parete sinistra c’è un enorme finestrone, dove si può vedere il giardino all’esterno. Non ci avevo mai fatto caso. Il giardino è tutto verde, con qualsiasi tipo di fiore: rose, calle, margherite, viole.. e tanti altri che non ne conosco il nome.
-Vuoi vedere anche il piano di sopra?
-Certo.
Ci avviamo verso le enormi scale, e noto che più in profondità, quasi sotto le gradinate c’è una piccola porta. Cosa ci sarà all’interno? Forse è solo la cantina..
Saliamo le scale e mi guardo intorno. A sinistra ci sono tre porte, mentre a destra ce ne sono ben cinque.
-Wow, quante stanze! E le usi tutte tu?
Fa un lieve sorriso e poi mi guarda, aspettando la sua risposta.
-Non proprio..
All’improvviso sento il rumore di una porta che si chiude, facendomi sobbalzare. Mi giro, e vedo una.. ragazza? E questa da dove esce?
-Alice, lei è Alex, la mia migliore amica. È arrivata stamattina in città, e rimarrà un po’ qui con me.
Alex.. è bellissima. I capelli biondi e lisci che sembrano seta, le arrivano fino alla metà della schiena. I suoi occhi sono di un verde acceso, sembrano quasi smeraldi.. ed è stranamente pallida, molto di più di quella volta che ho visto Justin in quello stato. Era alta quanto me, se non qualche centimetro in più, ed era molto magra.. quasi come una foto modella, o una ballerina di danza classica.
-Tu sei Alice? Justin aveva ragione sei proprio carina!
Abbasso lo sguardo, per non dare a vedere che sto arrossendo.. Davvero Justin le aveva detto che sono carina? Già, potevo anche essere anche carina, ma mai quanto quell’angelo biondo che avevo al mio fianco.
-Grazie.. Comunque si, sono Alice. Piacere!
Dopo la presentazione.. silenzio imbarazzante. È lei infine a rompere il ghiaccio.
-Va bene, mentre voi, finite di vedere la casa.. io vado a mangiare!
L’ultima frase la sottolinea, guardando divertita Justin. Cosa c’è di divertente nel mangiare?
-Non fare guai!
Non fare guai? Cosa potrebbe succedere mentre mangia chissà cosa? Lo guardo con uno sguardo interrogativo, aspettando che capisca, che voglio una spiegazione, credo.
-Ehm, potrebbe mettermi sottosopra la cucina. È magra, ma mangia un sacco!
-E cosa potrebbe mangiarsi? Le patatine che hai comprato due settimane fa? Ce ne sono ancora?
Cerca di cambiare discorso, trascinandomi verso le altre stanze, per farmele vedere. La prima che mi fa vedere, è una stanza enorme, dove appena entri , ti ritrovi un letto matrimoniale di faccia, mentre a sinistra c’è il bagno, senza nemmeno una porta, completamente aperta.
-Questa è la mia stanza.
-Wow, è..
-Enorme?
Mi scappa una risata, e lui si unisce a me.
-Si, enorme!
-Bhè è quella più grande, e mi ci trovo bene!
-Ah, capisco..
Usciamo da quella stanza, e continuiamo con il nostro ‘tour’ della casa. Il resto sono tutte stanze come quelle di Justin, ma più piccole, e più luminose. Uno è il bagno, che è più grande della stanza di Justin, con le piastrelle bianche e azzurre, una vasca enorme, e tutto il resto.
Scendiamo le scale, ormai si è fatto tardi, ed è ora per me di tornare a casa. Prima di uscire vedo Alessandra uscire dalla porta che ho visto prima, quella sotto le scale.
-Te ne vai di già? Spero di rivederti presto. Ciao!
Mi si avvicina, e mi abbraccia. Ricambio, educatamente, dopodichè sale di nuovo al piano di sopra, e scompare.
-Cosa c’è dietro quella porta?
-Nulla, è la cantina.
-E perché Alex è appena uscita da una cantina se aveva fame?
Ci mette un po’ per rispondere, come se stesse cercando una scusa plausibile.
-Li ci ho nascosto le bottiglie di vodka che ho comprato l’altra volta.
-Ah, ho capito. Si è fatto tardi, sarà meglio che io vada, prima che mamma, chieda alle persone che fine abbia fatto. Ci vediamo.. domani?
-Certo, domani.
-Ciao
-Ciao
Si avvicina a me, e mi lascia un dolce bacio sulla guancia, facendomi arrossire come un peperone. Esco velocemente da casa sua. Il mio cuore batte a mille. Ho passato un’intera giornata con lui, e non mi sono mai sentita meglio. Mi avvio verso casa, pensando che questo è stato uno dei miei giorni migliori.

Recensore Veterano
12/08/13, ore 21:02
Cap. 5:

-Benvenuta signorina Clelia.
Mi porgo in avanti, e le poso un leggero bacio sulla guancia.
-È un piacere conoscerla, signor Bieber. Una cosa che mi sono sempre domandata, è come fate ad avere questo particolare cognome…
-La mia famiglia, i mei bisnonni precisamente, non erano di qui, ma del nuovo mondo. Dopo un po’ decisero di scoprire i magnifici luoghi del vecchio mondo. Quando arrivarono qui, furono così ammaliati da questo luogo, che vollero rimanere qui. Dove mio padre è nato, e dove è nata mia madre, ed infine me.
-Che storia interessante..
-Invece voi di dove siete, se permettete..
Ormai eravamo rimasti solo io e lei, la domestica ci aveva lasciati soli, per andare a posare le loro valigie, e mio padre era andata a controllare se le camere per le nostre nuove ospiti erano pronte. Ci incamminammo verso il giardino.
-Io vengo dalla vecchia Londra, mia madre è morta in un incendio, e mio padre non lo vedo quasi mai a causa del lavoro. Posso dire che la mia unica famiglia, ormai, è la mia domestica Bonnie. Anche lei è di Londra. La trovai a vagare per strada, mi fece pena. Le andai incontro, e decisi che da quel momento in poi sarebbe stata la mia domestica, e dama di compagnia. Lei ovviamente accettò subito. Sempre meglio che restare per terra a morire di fame e di freddo.
La sua storia mi ammaliava.. il suo sguardo, il suo sorriso, la sua voce…

Un colpo mi fece sobbalzare dal letto, dove avevo preso di nuovo sonno. Scesi le scale, e sentivo che non ero solo. C’era un altro odore nella casa, ma non era nuovo per me. Sembrava tanto l’odore di..
-Hey, Justin, da quanto tempo!
Mi girai per vedere chi era..
-Alex? Che ci fai tu qui?
Mi avviai verso di lei, e le diedi un caloroso abbraccio. Alex la conobbi quando io ero un novellino. Dopo essermene andato da Volterra, e girovagato per un po’, nella lontana Bulgaria conobbi lei. Anche Alex era alle prime armi, e quindi decidemmo di aiutarci a vicenda, per capire le nostre nuove capacità e la nostra nuova vita. Lei sapeva tutto di me: la mia storia, come mi sono trasformato, ed io sapevo tutto di lei. Era la mia migliore amica, ci vedevamo ogni volta che potevamo, ma quasi sempre ad intervalli di cinque o sei anni. Ma se avevamo bisogno di aiuto, non ci avremmo pensato due volte per chiamarci a vicenda.
-Bhè sono venuta a vedere come sta il mio migliore amico.. e poi domani è una data speciale..
-Domani?
-Dai non dirmi che te ne sei dimenticato? Domani è il venticinque agosto. Esattamente..
-Cento anni che ci conosciamo
-Ecco! Allora non te ne sei dimenticato!
-Scusa Alex, è che ho così tanti pensieri per la testa..
-Che c’è? La tuo ‘nuova’ vita, nella città dove sei nato, e da dove sei scappato per circa un secolo e mezzo, non va come speravi?
-Ho conosciuto una ragazza.
Mi guarda con aria interrogativa, poi si avvia verso il salotto, e sprofonda su una delle poltrone che ho fatto mettere, al posto del divano.
-Raccontami tutto.
Mi siedo sull’altra poltrona, affianco ad Alex, e le racconto tutto quello che mi è successo nelle ultime settimane.
-C’è questa ragazza.. Si chiama Alice, ha circa diciassette anni.. E.. ama le storie di vampiri..
-Wow.. ti piace una ragazza.. e questa ama i vampiri. Siete perfetti insieme.
-Già, sembra facile per te. Ma ho paura.. di farle del male, all’improvviso. E se scoprisse cosa sono. Prima o poi lo scoprirà.. Se non l’ha già capito. Non è stupida, è molto intelligente, e io adoro questa cosa di lei.
-Stammi a sentire Justin. La ami?
-Non lo so.. So solo che mi attira molto, e che voglio conoscerla.
-Allora ti piace?
-Si, ma..
-E vuoi conoscerla?
-Si, ma..
-Niente ma, Justin! Stalle vicino, conoscila meglio, e cerca di capire cosa provi davvero per lei! Tu hai un sacco di ‘anni’. Riuscirai a trattenerti. Ti conosco bene, non le farai mai del male.
-E se venisse a sapere che cosa sono? Un mostro..
Sprofondo nella poltrona, alzando la testa e guardando verso il soffitto. Non voglio che Alice sia in pericolo per colpa mia.
-Quando lo scoprirà.. e se lo scoprirà.. Penseremo cosa fare. Ma per il momento stalle vicino e divertiti. Sei stanco più di cento anni a viaggiare senza mai fermarti, senza mai conoscere nessuno, a parte me. Nemmeno una donna che hai visto ti interessava. Ora hai visto lei, e potresti trovare finalmente la tua compagna. E poi potrai finalmente dimenticarti di quella stronza di Clelia. Non dimenticarti cosa ti ha fatto quella..
Già, ero perdutamente innamorato di Clelia, finchè non scoprii cosa era davvero. E cosa voleva.

*flashback*

Recensore Veterano
12/08/13, ore 21:01
Cap. 4:

macarena nananananananananananan e macarena e la storia è bellissima
casa?
Entro nel supermercato, e cerco velocemente lo scaffale dove si trova il caffe. Cazzo. Troppo in alto, e non c’è nessuno nelle vicinanze che può aiutarmi. Guardo un po’ in giro, per vedere se qualche buon’anima mi aiuta, ma niente. Che, sono scomparsi tutti?
-Cercavi di prendere questo?
Sobbalzo, e girandomi noto Justin, con un pacco di caffe in mano. Da dove era sbucato?
-Dove sei uscito tu? Non c’era nessuno.. e ora.. sei qui.
-Ero proprio laggiù, ti ho vista che cercavi di prendere questo e che non ci riuscivi, e sono venuto in tuo soccorso.
-Strano, io non ti avevo visto.. Comunque grazie per l’aiuto.
-Grazie a te, per ieri.. e scusa per come mi sono comportato alla fine. Non avrei dovuto cacciarti da casa dopo l’aiuto che mi avevi dato.
-Non fa niente anche se non capisco perché ti eri comportato in quel modo.. ma non fa niente.
Il carrello al suo fianco non è molto pieno. In effetti ci sono solo qualche busta di patatine e qualche bottiglia di vodka.
-Wow, questo è quello che hai comprato? Che fai una festa e non mi hai invitata?
-Ah, no.. questo è quello che mangio..
-Questo? Mai sentito di pasta.. o carne?
-Non mi piace molto.. e poi sono uno che mangia poco..
-Bhè si vede..
Il suo fisico è molto piccolo, per la sua altezza, ma anche se è magro, sembra abbastanza forte da prendere un auto e lanciarla in aria. E poi è cosi.. pallido.
-Sicuro di stare bene?
-Si.. perché?
-Ti vedo più pallido del solito.. ieri non eri così.. sicuro di mangiare abbastanza?
Cerca di trattenere una risatina isterica, e senza rispondermi, si avvia verso la cassa. Paga tutto velocemente ed esce di corsa. Anche io faccio tutto velocemente e esco fuori dal supermercato, per cercarlo. Ma non c'è più..

Recensore Veterano
12/08/13, ore 20:59
Cap. 2:

riesco a vederli, ha gli occhiali da sole, neri, come il colore del resto dei suoi vestiti.
-Bhè, sono appena arrivato in città, e..
-E vuoi registrare la tua residenza.. certo, seguimi.
Mi alzo dalla scrivania, ed effettivamente è più alto di me, di una decina di centimetri. Mentre camminiamo verso lo studio di mio padre, lo guardo con la coda dell’occhio. È molto carino, e non capisco perchè uno come lui venga a vivere proprio qui. Con la sua bellezza dovrebbe vivere a New York e fare un lavoro importante, come il modello ad esempio. All’improvviso si gira verso di me, e di scatto abbasso lo sguardo, imbarazzata. Avrà pensato sicuramente ‘perché questa mi fissa?’..
-Non sei troppo giovane per lavorare in un posto come questo?
Nessuno mi aveva mai fatto una domanda del genere, forse perché se ne fregavano..
-No, quando tuo padre è il sindaco della città..
Aspetta, perché glielo avevo detto? Odiavo far sapere alla gente quella mia particolare informazione personale.. e poi non lo conosco nemmeno questo!
-Ah, capisco..
Volevo chiedere qualcosa su di lui, ero curiosa. Ma.. troppo tardi, sono già davanti alla porta dell’ufficio del sindaco. Busso, ed entriamo, dopo aver chiesto il consenso.
-Pap..ehm, signor Sindaco, questo ragazzo è appena arrivato in città, vorrebbe registrarsi.
-Ah, capisco. Vieni Alice, aiutami.
Fantastico, ora lui conosceva anche il mio nome. Ma di lì a poco anche io avrei saputo qualcosa su di lui..
-Allora, come ti chiami ragazzo?- chiede gentilmente mio padre a quello nuovo. Io seduta alle spalle del giovane sconosciuto, aspetto che lui risponda, per annotarlo.
-Justin, signore. Justin Bieber.
Che strano nome. Non è per niente di queste parti. Secondo me non è nemmeno italiano questo qui.. anche se parla molto bene la nostra lingua. Annoto tutto quello che dice: diciannove anni, capelli biondo scuro, occhi.. castani. Da uno come lui mi sarei aspettato dei bei occhi azzurri. Forse è per questo che non fa il modello… Non che non mi piacciano i ragazzi con gli occhi azzurri. Però preferisco quelli con gli occhi castani, perché li trovo.. normali. Quelli azzurri, sono troppo appariscenti. Ecco un altro mio difetto, però mi piacciono troppo i miei occhi, l’unica cosa decente in me. A parte la curiosità.
-Bhé, Justin, benvenuto in città!
Mio padre si alza e porge una stretta di mano al ragazzo, che ricambia. Si gira verso la porta e dopo avermi fatto l’occhiolino, esce dalla porta, e se ne va.

Recensore Veterano
12/08/13, ore 20:59
Cap. 1:

Non ricordo molto, anzi, l’unica cosa che ricordo è quel stupendo mare blu che si vedeva dalla terrazza della casa dei miei nonni. Volterra, a differenza grande Napoli, è piccolissima. Ormai conosco ogni pietra di questa città. È stupenda, non c’è dubbio, ma a volte vorrei scappare. La cosa che mi piace di più di questo luogo è la storia. È ricca di storia antica, antiche costruzioni. Grazie a dio sono curiosa, ed ho fatto un sacco di ricerche di questa città, e una cosa che ho scoperto è la presenza, o almeno l’esistenza, dei Vampiri. Questi demoni della notte che sopravvivono con il nutrimento di sangue umano.. mi affascinano. Ho studiato così tante cose su di loro, vere o false che siano, che se ne vedessi uno davanti a me, forse riuscirei a captare la sua diversità con gli umani. Io credo nei vampiri, loro esistono. Forse un giorno ne incontrerò uno, oppure le persone penseranno se sono pazza, e mi rinchiuderanno in un manicomio..
Secondo molte ricerche che ho fatto personalmente, i vampiri esistono, e ce ne sono anche qui, proprio a Volterra. Forse quella scrittrice, che aveva scritto un libro dove parlava di vampiri a Volterra aveva ragione. Ma qui a Volterra non accade mai nulla, che mi abbia mai minimamente fatto pensare della presenza dei demoni della notte. Almeno fino al suo arrivo. O ritorno.
stupendoooooooooooooooooooooooooooo

Recensore Veterano
12/08/13, ore 20:58
Cap. 16:

-Justin non avere paura.. Apri gli occhi.
Li apre in un attimo, e.. i suoi occhi. Non sono più di quel color caramello che io amo tanto. Sono rossi. Rossi come il sangue. Ma non ho paura, perché so che quella persona è sempre Justin. Il mio Justin. Lo bacio, e lui ricambia. Il bacio diventa più passionale, finché in un attimo non ci ritroviamo nella stanza di Justin. I nostri vestiti volano sul pavimento, uno dopo l’altro.. e la serata non poteva finire meglio di così..
moriamo insieme la storia e bellissimaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa continua presto
by lettrice silenziosa

Recensore Master
12/08/13, ore 19:35
Cap. 16:

continuaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa ti prego, non vedo l'ora di leggere il prossimo capitolo, perché questo è davvero stupendo

Recensore Junior
11/08/13, ore 21:48
Cap. 15:

ho letto tutto.
mi piace tanto, e scorrevole e ben scritta.
good job!

suprauhl23 from twittah.

Recensore Veterano
10/08/13, ore 19:23

ehilà, sono @harryspjzza c:
mi piace molto questa ff e il tuo modo di scrivere è ok.

non amo justin, ma mi piace in versione vampiro ahah
ciao ciao xx

Recensore Junior
10/08/13, ore 19:08
Cap. 15:

dire che ho divorato tutti e 15 i capitoli è poco lol c':

mi piace davvero tanto come scrivi, sei bravissima.
è una storia interessante.

aaaw,che carino justin in questo capitolo. i suoi messaggini ad alice :3

continua presto :)) xx

p.s sono @n__directioner di twitter :) x
(Recensione modificata il 10/08/2013 - 07:09 pm)

Recensore Junior
10/08/13, ore 19:02
Cap. 15:

Mi. Sono. Appena. Innamorata. Della. Tua. FF.
Cè scrivi benissimo, e sapere che Justin è un vampiro... Alsjdjdsjsjdjshs.
Proprio lo amo!
Aspetto il tuo prossimo capitolo ❤