wow cioè wow
Finalmente siamo arrivati sulla collinetta. Adoro quel luogo, credo che sia il mio preferito. Da lì si vede l’intera citta. Dal comune a casa mia, alla casa di Justin.
-Wow è bellissimo!
Gli piace, i suoi occhi sono più accesi del solito, e non ha il colorito pallido dell’ultima volta. Ora la sua pelle è più rosea. È così bello. Non ho mai conosciuto uno come lui…
-Devi vederlo di sera, quando è buio. Tutte le luci delle case accese, e i lampioni con la loro luce splendente.. sembrano delle tante piccole stelle.
-È magnifico.
‘Proprio come te, Justin’ avrei tanto voluto dirgli. Ma era troppo, lui avrebbe pensato che sia pazza.
-Ora voglio portarti io da una parte.
Lo guardo, non capendo che intende. Mi prende per mano, come io avevo fatto precedentemente con la sua, e scendiamo dalla collina. Ci avviamo fra le strade di Volterra liberamente, sembrava che le sapesse a memoria, come se ci fosse sempre abitato, ma era lì da solo un paio di settimane.
-Justin, dove mi porti?
-A casa mia!
-E perché mi porteresti a casa tua?
Nemmeno il tempo di farlo rispondere che già siamo davanti casa sua. Apre la porta, e mi invita ad entrare. All’inizio sono un po’ titubante, ma dopo aver visto il suo sorriso, decido di entrare. La casa non sembra più quella abbandonata. Ora le scale che portano al piano superiore sono pulite, e al centro del tetto c’è uno di quei lampadari antichi con al centro la luce, e tutt’attorno piccole pietre, che la luce illumina. Sembrano diamanti. è molto luminosa, rispetto all’ultima volta che ero entrata in quella parte di stanza. Guardo Justin che mi fa cenno di seguirlo; mi porta dove prima c’era quel divano ormai non più utilizzabile. Ora ci sono due poltrone fatte di legno scuro, con i rivestimenti azzurri, come il colore delle mura. A sinistra della stanza ci sono delle enormi biblioteche, con centinaia, se non migliaia, di libri. Il posto ideale per me.
Usciamo da quello che risulta essere il salotto, ed entriamo nell’altra stanza a sinistra. La cucina; lo capisco dal frigo che si trova alla mia destra appena entro. Al centro della stanza c’è un bancone, dove sicuramente Justin farà colazione. Una piccola cucina attaccata al muro, un lavandino proprio lì vicino, e dei piccoli banconi dove appoggiare qualcosa. Sulla parete sinistra c’è un enorme finestrone, dove si può vedere il giardino all’esterno. Non ci avevo mai fatto caso. Il giardino è tutto verde, con qualsiasi tipo di fiore: rose, calle, margherite, viole.. e tanti altri che non ne conosco il nome.
-Vuoi vedere anche il piano di sopra?
-Certo.
Ci avviamo verso le enormi scale, e noto che più in profondità, quasi sotto le gradinate c’è una piccola porta. Cosa ci sarà all’interno? Forse è solo la cantina..
Saliamo le scale e mi guardo intorno. A sinistra ci sono tre porte, mentre a destra ce ne sono ben cinque.
-Wow, quante stanze! E le usi tutte tu?
Fa un lieve sorriso e poi mi guarda, aspettando la sua risposta.
-Non proprio..
All’improvviso sento il rumore di una porta che si chiude, facendomi sobbalzare. Mi giro, e vedo una.. ragazza? E questa da dove esce?
-Alice, lei è Alex, la mia migliore amica. È arrivata stamattina in città, e rimarrà un po’ qui con me.
Alex.. è bellissima. I capelli biondi e lisci che sembrano seta, le arrivano fino alla metà della schiena. I suoi occhi sono di un verde acceso, sembrano quasi smeraldi.. ed è stranamente pallida, molto di più di quella volta che ho visto Justin in quello stato. Era alta quanto me, se non qualche centimetro in più, ed era molto magra.. quasi come una foto modella, o una ballerina di danza classica.
-Tu sei Alice? Justin aveva ragione sei proprio carina!
Abbasso lo sguardo, per non dare a vedere che sto arrossendo.. Davvero Justin le aveva detto che sono carina? Già, potevo anche essere anche carina, ma mai quanto quell’angelo biondo che avevo al mio fianco.
-Grazie.. Comunque si, sono Alice. Piacere!
Dopo la presentazione.. silenzio imbarazzante. È lei infine a rompere il ghiaccio.
-Va bene, mentre voi, finite di vedere la casa.. io vado a mangiare!
L’ultima frase la sottolinea, guardando divertita Justin. Cosa c’è di divertente nel mangiare?
-Non fare guai!
Non fare guai? Cosa potrebbe succedere mentre mangia chissà cosa? Lo guardo con uno sguardo interrogativo, aspettando che capisca, che voglio una spiegazione, credo.
-Ehm, potrebbe mettermi sottosopra la cucina. È magra, ma mangia un sacco!
-E cosa potrebbe mangiarsi? Le patatine che hai comprato due settimane fa? Ce ne sono ancora?
Cerca di cambiare discorso, trascinandomi verso le altre stanze, per farmele vedere. La prima che mi fa vedere, è una stanza enorme, dove appena entri , ti ritrovi un letto matrimoniale di faccia, mentre a sinistra c’è il bagno, senza nemmeno una porta, completamente aperta.
-Questa è la mia stanza.
-Wow, è..
-Enorme?
Mi scappa una risata, e lui si unisce a me.
-Si, enorme!
-Bhè è quella più grande, e mi ci trovo bene!
-Ah, capisco..
Usciamo da quella stanza, e continuiamo con il nostro ‘tour’ della casa. Il resto sono tutte stanze come quelle di Justin, ma più piccole, e più luminose. Uno è il bagno, che è più grande della stanza di Justin, con le piastrelle bianche e azzurre, una vasca enorme, e tutto il resto.
Scendiamo le scale, ormai si è fatto tardi, ed è ora per me di tornare a casa. Prima di uscire vedo Alessandra uscire dalla porta che ho visto prima, quella sotto le scale.
-Te ne vai di già? Spero di rivederti presto. Ciao!
Mi si avvicina, e mi abbraccia. Ricambio, educatamente, dopodichè sale di nuovo al piano di sopra, e scompare.
-Cosa c’è dietro quella porta?
-Nulla, è la cantina.
-E perché Alex è appena uscita da una cantina se aveva fame?
Ci mette un po’ per rispondere, come se stesse cercando una scusa plausibile.
-Li ci ho nascosto le bottiglie di vodka che ho comprato l’altra volta.
-Ah, ho capito. Si è fatto tardi, sarà meglio che io vada, prima che mamma, chieda alle persone che fine abbia fatto. Ci vediamo.. domani?
-Certo, domani.
-Ciao
-Ciao
Si avvicina a me, e mi lascia un dolce bacio sulla guancia, facendomi arrossire come un peperone. Esco velocemente da casa sua. Il mio cuore batte a mille. Ho passato un’intera giornata con lui, e non mi sono mai sentita meglio. Mi avvio verso casa, pensando che questo è stato uno dei miei giorni migliori. |