Recensioni per
Policromia
di zappolo70

Questa storia ha ottenuto 142 recensioni.
Positive : 141
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Master
30/09/19, ore 14:34
Cap. 10:

La resa dei conti è arrivata.
Durante gli anni in cui Fersen è stato lontano, nove lunghi anni, è stato più facile per Oscar continuare a mentire. Perché l'altro inconsapevole protagonista dell'inganno inscenato da Oscar era assente.
È stato più facile esternare una tristezza, un dolore assiduo e costante per un amore che si è deciso di non vivere fingendo che tutto quel dolore fosse per un uomo lontano. E non per chi è così vicino, eppure irraggiungibile.
Il ritorno di Fersen spezza quel fragile equilibrio che si è creato tra Oscar e André. Entrambi si accontentano, fingono di accontentarsi di indossare i panni logori degli amici di infanzia.
Amici di infanzia non sono più, e Oscar spera ancora di poter allontanare per sempre André da lei. Perché, a volte, amare e proteggere una persona può anche portare a mentire.
Mostrare un entusiasmo e una felicità senza pari per il ritorno di Fersen, non è servito se non a ferire ancora di più André.
Un ultimo estremo, folle, disperato tentativo porta Oscar ad indossare un abito da donna. Vedere il dolore negli occhi di André mentre lei, sola, va al ballo...
Sperare che Fersen possa desiderare lei, che quel desiderio possa salvare tutti loro dalle spire di un amore impossibile, che possa cancellare quell'amore dai loro cuori...
Oscar capisce subito che è un altro inganno, non è il desiderio che vede negli occhi di Fersen ciò a cui anela. Non è il suo tocco sulla schiena che può farla vibrare.
Ed è proprio Fersen, ora davvero un vero amico con cui poter dividere il peso di un amore impossibile, a farle comprendere che, forse , ha sbagliato tutto condannando André a una non vita.
La resa dei conti con André è iniziata, le ultime ferite sono state inflitte.
Rosso o nero?

Anna
(Recensione modificata il 30/09/2019 - 02:41 pm)

Recensore Master
30/09/19, ore 09:51
Cap. 9:

Inganno e disperazione.
Tredici lunghi, disperati anni sono trascorsi da quando Oscar decise per sé stessa e per André.​
Tredici anni trascorsi tra inganni e disperazione.

Inganni. Oscar ha trascorso quegli anni inscenando il più crudele degli inganni. Ha cercato con lo sguardo un altro uomo, lo ha seguito con la malinconia nello sguardo, sperando e temendo che l'amore di André si esaurisse.
Ogni finto sguardo da donna innamorata, ogni finto sospiro per Fersen sono una ferita nel cuore di André e nel suo.
Il dolore che si infligge è doppio perché deve assistere impotente alla sofferenza di André.​
Una sofferenza che non si attenua o svanisce​ nel tempo, perché Oscar non poteva sapere quando ha preso la sua decisione, che si ama perché si ama, e che se anche non si otterrà mai l'amore di chi si ama,​ si continuerà ad amare senza chiedere nulla in cambio.
Oscar ha potuto vedere come un altro amore abbia preso una strada diversa.
In una sera lontana, dopo un ballo, Fersen ha scelto il rischio per sé e per la donna che ama. Ha scelto di vivere quell'amore impossibile seppur nell'ombra e nell'inganno.
Fersen ha deciso che il rischio è il prezzo delle opportunità. E Oscar inizia a dubitare della sua scelta.
Finché il rischio e l'inganno non diventano un prezzo troppo alto da pagare per l'opportunità che può dare un amore vissuto nell'ombra.
Disperazione. È ciò che deve fingere Oscar per la partenza di Fersen.
Un dolore senza fine è ciò che Oscar vede negli occhi di André in una notte dove entrambi cercano di soffocare lo stesso inconsapevole dolore.
E in un bacio furtivo, rubato, Oscar può assaporare, ma non ricambiare, tutta la disperata tenerezza di un amore ingannato.
Rimasta sola, ad Oscar non resta che la disperazione di un inganno senza fine.

Anna

Recensore Veterano
29/09/19, ore 19:02
Cap. 11:

E la verità finalmente viene fuori lenta ma ineluttabile, come se il tempo non avesse importanza e quei tredici anni passati contassero poco o nulla.
“L’amour est un oiseau rebelle” cantava la Carmen di Bizet e poi ancora: “l’amore è figlio di zingari e non ha mai conosciuto leggi”, esso è un uccello ribelle che nessuno può addomesticare, poiché si sottrae anche al richiamo più insistente e dolce!
Oscar le ha tentate tutte da quell’unico primo bacio ricambiato,  reciproco dall’inizio e pertanto troppo pericoloso da vivere o semplicemente da essere ripetuto.
Ha imposto prima a se stessa e poi ad André un monito severo ed inappellabile, avvertimento dolce e al contempo amaro e che la trasforma in un condensato complesso di forti passioni e razionalità: “se tu non m’ami, io ti amo; ma se io t’amo, sta attento a te!” 
André l’ama da sempre, l’ha sempre amata, ma non importa, il pericolo non è mai scaturito dall’amore di lui, perché il semplice dichiararsi e il provare quel sentimento non obbliga (non ha mai obbligato nessuno!) e nemmeno minimamente implica all’altro di ricambiare il medesimo sentimento. 
Oscar avrebbe potuto non ricambiarlo, Oscar sarebbe stata al sicuro e, di conseguenza, lo sarebbe stato pure André se solo lei non avesse provato nulla, non avesse provato il brivido!
Si sa, poi, che quando la paura delle conseguenze diventa reale, la buona razionalità soverchia il mal  “governo” delle passioni riducendo la vita ad un periodo ad interim dove tutto si ferma e condanna le loro anime a vagare in una vita scandita solo dagli obblighi e della quotidianità degli impegni, salvo qualche lampo sporadico di condivisione momentanea, e a soffrire comunque in silenzio come due anime tenute in vita soltanto dal battito spontaneo ed incontrollato del cuore.
Ecco allora che, in quelle bellissime lacrime che scorrono sulla schiena di André, Oscar scioglie il sale del vecchio sortilegio della ragione ammettendo ragionevolmente  che tutto non ha mai avuto senso e mai potrebbe averne senza Andrè e soprattutto senza ciò che lui è, è sempre stato ed incarna, cioè amore assoluto e passione.
Il loro tempo è arrivato, il nero ha accolto definitivamente il rosso, i colori dello “spettro” si sono amalgamati tutti in un unico sentire.
Bello vederli così, peccato che l’epilogo sia solo una pagina più avanti.
Grazie ancora, 
Minaoscarandre 

Recensore Veterano
29/09/19, ore 13:43
Cap. 10:



Ciao Zappolo, scusa il ritardo, (quello sì, è sempre puntuale!) con cui ti lascio altre due righe a questa avvincente storia, ma a volte parole e pensieri sembrano voler vivere di una vita tutta propria e che quasi indugino in un tempo tutto loro. Meglio tardi che mai! 

Arriviamo quindi alla spiegazione di quello che sarebbe potuto essere il prologo del primo capitolo, l’antefatto che fa da cornice ai pensieri di Oscar che si susseguono, anch’essi crepati, sulla mappa immaginaria creatasi sul muro, non solo della sua stanza ma, della propria anima. 

Oscar rompe gli indugi vuole capire se l’inganno, se la bugia che ha raccontato a se stessa, ad André e a Fersen e per la bellezza di tredici lunghissimi anni, può trasformarsi in verità cioè se può trasformarsi in amore vero per Fersen e che lei stessa diventi amore per lui.
Lo spera e ce la mette tutta, abbiglia l’inganno del suo miglior abito e lo mette in scena sul palcoscenico più grande, il teatro di Versailles, e pure su quello più piccolo e più importante della propria stessa vita, a casa sua su quella scalinata davanti agli occhi increduli e sgranati di André.

È decisa! Oscar spera di mostrarsi a Fersen sotto una luce diversa, lei vuole che lui la veda per la prima volta, cerca forse in lui conferme che non ha trovato in se stessa, ma Fersen, che allora tanto ingenuo non è, si spinge oltre e la denuda completamente.
Ingenuamente Oscar pensava di poter rivelare solo una parte di sé, quella piena di speranza ingannevole, ma sa troppo poco dell’amore, e così finisce per far male i calcoli e per perde la battaglia.
Non si può giocare ( anche inconsciamente si intende) e vincere con chi ci è già passato, Fersen lo ha fatto, è arrivato ad esiliarsi, ha vissuto l’amore sulla propria pelle e ha deciso e capito da tempo che non si può ingannare il proprio cuore.
Ma Oscar è Oscar,  non sarebbe lei se non fosse una  testona e decide così di perseverare nell’inganno non più del proprio cuore ma nascondendo esso ad André.
Peccato perché ne soffriranno ancora.

Grazie come sempre per lo spunto e per le belle parole che min hai riservato nella tua risposta alla mia scorsa recensione, sei troppo buona davvero, il merito è tutto della storia che vale veramente tanto. Brava! 

Alla prossima,

Minaoscarandre 

Recensore Master
29/09/19, ore 07:15
Cap. 8:

Luce e ombra
La notte non ha portato consiglio ad Oscar.
Non riesce a prendere una decisione, perché in gioco c'è la sua vita e, soprattutto, quella di André.
Una sola certezza alberga nel suo cuore, " non sarà mai il mio amante". Le parole dette a Hortence sono l'unico punto fermo.
Luce e ombra.
Luce. Nella luce la loro vita trascorre tranquilla, come decisa da suo padre, e pienamente accettata da Oscar. Nella luce Oscar è la nobile, anzi l'erede del casato, il figlio maschio mai nato. Nella luce André è stato il suo amico d'infanzia, il compagno di giochi infantili, il compagno d'armi che doveva prepararla al suo ruolo. Nella luce sono un nobile ufficiale e il suo attendente.
Ombra. Nell'ombra sono due anime destinate ad amarsi, condannate al silenzio. Nell'ombra sarebbero due amanti destinati a rubare istanti di felicità, nella costante paura di essere scoperti, di subire il castigo del generale. Nell'ombra sarebbe condannare André ad una sofferenza peggiore di quella di un amore non corrisposto.
Luce e ombra.
E Oscar decide che la felicità di André vale qualunque sacrificio.
Lo ingannerà in modo crudele, userà un uomo il cui cuore è già condannato alla sofferenza.
Rinuncia ad André per sempre.
Ma Oscar ancora non sa che sempre si costruisce ogni giorno.
Sempre non si può promettere.
Sempre è per lei, per lui, un dolore che scorre lento come la sabbia in una clessidra.
Sempre è una condanna per entrambi

Recensore Master
28/09/19, ore 23:55
Cap. 3:

Cara Zappolo,
Questo tuo terzo capitolo è per me quello che si usa dire una "croce e delizia" e, in egual misura, vice-
versa. Questa tua meravigliosa scrittura, di cui mi sono già innamorata, e due protagonisti che solo per
aspetto esteriore somigliano agli originali Oscar ed Andrè.
Troppa foga in lui, troppa prevaricazione in lei...
Eppure, nonostante tutto, tu sai dare al racconto una "credibilità ulteriore".
Avrebbero potuto essere anche così, magari giusto un pochino meno estremizzati.
Si, potrebbero essere proprio loro. Si, ma anche no.
E' solo un miraggio, provocato dalle tue non comuni doti di narratrice.
Nessuno può contestare questa tua personale visione dei fatti e nemmeno io intendo farlo.
Però, specialmente al tempo in cui è ambientato il racconto, l' animo di Andrè non avrebbe mai conce-
pito l' enormità di avere un rapporto carnale con Oscar e lei non avrebbe mai "concepito" a quel modo
il corpo di lui. Se si fossero incontrati più tardi, se lei non avesse dovuto credere di essere un maschio,
se non si fossero sostenuti a vicenda fin da piccini, se non si fossero conosciuti fin nel profondo in un
altro modo, tra di loro avrebbero potuto essere simili ai due sconosciuti tratteggiati in questo capitolo.
"Messi" come erano messi, invece, avrebbero potuto essere tali solo con altri partner. In realtà essi
si amavano già, ma con manifestazioni d' affetto di tutt' altra natura e aspetto, come ci insegna bene
la storia canonica. Ora io dovrei cliccare su "critica", ma, oltre a non volerlo, non lo posso fare. E' su
quello sguardo che si basa tutta la tua narrazione... (se non ho frainteso) Una incantevole narrazione
per la quale si può anche venir meno ai "sacri principi" della recensione.
Un caro saluto

Recensore Master
27/09/19, ore 23:46
Cap. 2:

Cara Zappolo,
Ahhhh... Allora stai proprio "tessendo" per conto tuo...
Un po' di vecchio e molto di nuovo. Interessante!
Nell' attesa di apprendere quanto accadde nel passato dei tuoi e nostri beniamini, mi trovo costretta a
richiamare la tua attenzione su di una tua inesattezza.
Nei palazzi nobiliari non è mai accaduto che la servitù arrivasse ai propri alloggi passando per gli ap-
partamenti padronali o per le loro adiacenze.
Però qui la materia si fa immediatamente confusa e fuorviante... Nella storia canonica, manga/anime,
il Generale pretende che Andrè stia a palazzo per aiutare Oscar a crescere come un maschio. Come
aiutarla/o se non vivendo a stretto e continuo contatto con lei/ui? All' inizio dell' anime, infatti, Andrè
pare soggiornare in una bellissima e ampia camera, situata a una finestra da quella di Oscar.
Ma tale camera poi scompare per sempre. Nel manga tale stanza non appare nemmeno.
Le autrici di ff, quasi per tradizione, pongono la camera di Andrè sempre nell' area riservata alla
servitù. Storia canonica e autrici ff fanno interagire i Nostri sia nei soloni del Palazzo che nelle stanze
di Oscar, oppure li fanno duellare all' esterno.
Non credo che i miei siano soltanto inutili cavilli, perchè se la camera di Andrè fosse stata ubicata
accanto a quella di Oscar egli avrebbe realmente dovuto passare davanti alla sua camera e la tua
scena sarebbe la più veritiera riproposizione dei fatti mai scritta fino ad ora. Nel caso invece lui aves-
se soggiornato con la servitù, magari alla porta accanto a quella di sua nonna, mai egli avrebbe
potuto fare il percorso descritto da te. Dietro ai dettagli si nascondono sempre un sacco di cose.
Permettimi di complimentarmi sinceramente con te. La tua scrittura è stupenda. Il tuo narrare, data
la forma non semplice e lineare con cui hai scelto di esporci i fatti, pur andando incontro alle imman-
cabili piccole crisi di scarsa fluidità del caso, "risuona" comunque potente.
Un caro saluto

Recensore Master
27/09/19, ore 21:23
Cap. 1:

Cara Zappolo 70,
Mi sono imbattuta in questo tuo racconto e nella tua scrittura, per la prima volta, questo pomeriggio.
Non ti conoscevo. Sono arrivata su questo sito nel 2016 e non ho certo ancora letto tutti gli scritti
degli anni precedenti. Però ho visto che sei ritornata da poco...
Questo mi dà la speranza di poter ricevere ancora una risposta da te. Lo spero veramente tanto.
Grande inizio, ti assicuro che i risultati che raggiungi sono strabilianti!
Non mi era mai accaduto di "stare" così intensamente nell' appartamento di Oscar.
Forse solo di un elemento d' arredo ti sei dimenticata: un bel vaso di fine porcellana, ricolmo di magni-
fiche rose recise di fresco. Ma ti assicuro che non si tratta di una dimenticanza fondamentale.
Anche la tesi a cui inizi a dare forma nel finale è qualcosa di stupendo. Certamente doveva esserci
anche in Oscar una predisposizione e una predilezione per un' esistenza fuori dagli schemi. Un qualco-
sa che avrebbe potuto essere colto già nel suo pianto di neonata. Tutto magnifico, eppure c'è in quello
che hai scritto un punto oscuro, almeno per me. Tu narri di un episodio in cui qualcuno avrebbe rega-
lato ad Oscar lo stesso tipo di sguardo che Fersen rivolge a Maria Antonietta. Nelle altre recensioni è
stato dedotto che esso appartenesse ad Andrè, cosa che però tu non hai precisato. Ma se si trattasse
veramente del suo sguardo... tu staresti procedendo a modo tuo, dato che fino alla notte dello "strap-
po", nella storia canonica, Andrè ha sempre custodito in silenzio il suo amore per Oscar e che tale
notte all' epoca in cui è ambientato il tuo racconto non è ancora avvenuta.
Come ho scritto prima, spero tanto in una tua risposta.
Un caro saluto

Recensore Veterano
23/09/19, ore 18:21
Cap. 8:

“E mi resi conto che fu proprio questo ad avermi fatto tentennare, perché non si trattava semplicemente di rinunciare a lui, ma di rinunciare a lui per sempre. Per sempre è una misura troppo grande persino per essere concepita dalla mente umana” 
E così il “tempo” e la percezione di esso investono Oscar per la prima volta costringendola a prendere atto della propria paura e della propria illusoria speranza, terribili entrambe, di “cancellare” André nel tempo e dal proprio tempo negando il passato e così di fatto annullando anche il futuro. 
Quel tempo meccanico dell’orologio che scorre inesorabile e lineare in modo indefinito e che sempre, indifferente a tutto, pretende di dettare legge sull’uomo anche se è quest’ultimo, cioè l’uomo, che ha “stabilito” nello spazio lo stesso tempo per poter spiegare tutto, una semplice convenzione e che forse il tempo trascende fissandosi nell’eterno.
Il “tempo di Andrè”  così non può essere cancellato perché lui c’è sempre, non è collocabile nel finito, è una sorta di eterno presente. In un certo senso è immobile ed immutabile, c’è,  semplicemente c’è sempre stato ed Oscar si illude che, per permettere a lui un barlume di felicità, coscienza, memoria e “eternità” si annullino. 

Davvero una gran bella storia.
Ciao e grazie, alla prossima.
Minaoscarandre.

Recensore Master
23/09/19, ore 14:44
Cap. 7:

Il tormento di Tantalo.
Oscar si trova ad affrontare un vero tormento ogni istante passato con André. Sapere di essere l'oggetto del desiderio di André, sapere di voler essere tutto per André e non poterlo essere.
Desiderare di rendere ogni piccolo gesto quotidiano, ogni parola che fino a ieri erano un semplice comunicare, un momento di amore. Tutto ora è cambiato.
Oscar indossa in ogni momento una maschera, recita un ruolo che fino a pochi giorni prima era la sua realtà. E il peso di quella maschera diventa ogni giorno più pesante.
Il tormento di Tantalo.
L'arrivo di quella che, fino a ieri, era la sorella a cui è più legata, porta molto scompiglio e molte verità che Oscar non vuole accettare.
Hortence, la sorella che desiderava André, diviene una spina nel cuore per Oscar. Un tormento il pensiero che Hortence abbia potuto portarle via, anche se solo per una notte, André.
E per sfuggire ad un confronto che non desidera, Oscar cede per una volta sola al desiderio per e di André. Un bacio, famelico, selvaggio, che sa di proibito, di amore e desiderio soffocati per anni.
Oscar è costretta a negare quei sentimenti, ad imporre a se stessa e soprattutto ad André un oblio impossibile da sopportare.
Prima di fuggire da lui, può vedere, quasi toccare, il dolore che la decisione a cui non può dare spiegazioni, provoca in André.
Il tormento di Tantalo.
E non può fuggire ad un confronto con Hortence, Oscar. Scoprire che sua sorella, ha cercato realmente di poter rubare una notte con André è un colpo al cuore. Scoprire che André non ha voluto cedere a Hortence perché lei, Oscar, era già tutto il suo cuore è ancora più difficile da sopportare.
Hortence sa, ha saputo prima che André dicesse due semplici parole, che André è sempre stato innamorato di Oscar. Che la vuole proteggere e amare.
Un semplice disegno ha rivelato una verità evidente come la luce del sole.
Nonostante le esortazioni di sua sorella, nonostante tutto Oscar decide per sé e per André. Condanna se stessa e lui ad un tormento senza fine.
Il tormento di Tantalo.
(Recensione modificata il 23/09/2019 - 03:16 pm)

Anna
(Recensione modificata il 23/09/2019 - 06:39 pm)

Recensore Master
18/09/19, ore 06:42
Cap. 8:

E sono arrivata qui😉. Sperando che tu non sia più dove ti ho lasciata qualche capitolo fa, faccio un commento ''cumulativo''.
Innanzitutto mi ha colpito il cambio narrativo dalla terza alla prima persona: sicuramente aumenta il pathos e il coinvolgimento del lettore, comunque non disdegnavo neanche il precedente registro, che non mancava di queste caratteristiche (non era la classica narrazione fredda e oggettiva) e soprattutto aveva un tocco di malinconia. Ció non toglie che, così facendo, enfatizzi la scelta di Oscar. Proteggere André a costo dell'infelicità di entrambi, trovare quel compromesso tra il rosso e il nero che altro non sarà che il limbo che li inghiottirà per più di un decennio, diventa la sua priorità e così decide di ''usare''Fersen. Davvero una rilettura originale della sua infatuazione: se è vero che per molti fans Oscar s'innamora di Fersen perché a livello inconscio non poteva accettare di amare André né alcun altro, qui è una scelta consapevole, una scelta che però si rivelerà disgraziata, perché André arriverà a odiarla e a sentirsi usato. Non è dato sapere ancora cosa gli abbia detto Hortence, ma quei pugni stretti con rabbia mi lasciano pensare.
Continuo dunque la lettura. Vorrei commentare ogni singolo capitolo, ma il tempo è tiranno e preferisco lasciarti il mio feedback di tanto in tanto. Bellissimo però il capitolo dei colori, che costituisce il fulcro della tua narrazione con quell'esplosione di emozioni da parte di Oscar, ognuna con la sua sfumatura;struggente il ricordo narrato da Hortence. Bravissima e a presto.
Silvia
(Recensione modificata il 18/09/2019 - 06:44 am)

Recensore Master
15/09/19, ore 04:55
Cap. 5:

Nell'attesa che Morfeo mi riprenda con sé, ho ripreso la tua storia da dove l'avevo lasciata ( è un periodo disastroso per quanto riguarda il mio tempo libero!) e devo dire che la sua parte finale mi è piaciuta molto. Un flashback nel flashback, che irrompe con l'immediatezza di una scena cinematografica: mi è sembrato quasi di vederlo, André, mentre spiega a Oscar il concetto di policromia e le sue implicazioni filosofeggianti.
Dunque, ecco spiegato il senso del tuo titolo e forse anche questo vagare tra passato e presente: in fondo, ognuno di questi frame ci mostra una sfaccettatura del loro legame unico e particolare. Un legame a cui nel 1775 Oscar pensa di aver dato un nome, ma la conversazione spiata incrina ogni sua certezza e non a caso le torna in mente questo ricordo. Capisco ora il suo atteggiamento ambivalente nei confronti di André soltanto un mese dopo: da una parte, per la prima volta, lo vede con occhi diversi e prova a lasciarsi andare, dall'altra la paura delle conseguenze funeste evocate dalla nonna la porta al brusco ripensamento finale nel tentativo, probabilmente, di proteggere entrambi.
Concludendo, è un capitolo scritto magistralmente, ormai è assodato che sei bravissima nel ricostruire scene e dialoghi e mi chiedo come abbia fatto a perdermi questa storia all'epoca; unico, piccolo appunto, forse Therese (e anche Marie, ma le do il beneficio di essere sempre vissuta in una casa nobiliare)in alcuni punti parla un po' troppo forbito per essere una popolana senza istruzione (mi viene in mente, ad esempio, la ''sintassi dei fatti''), ma è un dettaglio abbastanza trascurabile in cotanta perfezione!
Detto questo... alla prossima (Morfeo sembra tornato a prendermi 😉)
(Recensione modificata il 15/09/2019 - 05:02 am)

Recensore Veterano
09/09/19, ore 21:48
Cap. 6:

“Il colore è valore d’ombra” “ il giallo è luce che è stata attenuata dalle tenebre; il blu è un’oscurità indebolita dalla luce” Goethe.

Oscar vede tutti i colori dell’arcobaleno, dal giallo al blue al grigio e pure le mille  sfumature di rosso pulsante e vivo che è lei  stessa, coglie quella mela rossa del capitolo precedente quella che Andre le aveva indicato, ma la policromia/ cacofonia di voci e sentimenti la distrae dall’unico colore veridico, il verde, come  quello degli occhi di André in cui pure si perde! Non accetta il suo proprio personale “indigo” e lo elimina dal novero dei colori dello “spettro”. 
Non sa che nello spettro “luminoso” i due poli del colore tendono a congiungersi nel verde. Oscar non vede che i colori non sono “contenuti” nel bianco o nel nero e che nascono dall’interazione della luce col buio.
È davvero troppo “presto” per Goethe, ed Oscar, così, si mette a “calcolare” come avrebbe fatto Newton. 
Non si accorge, non accettandolo, che  il “rosso magenta”, la più alta manifestazione di colore, risulta sempre dalla composizione di due estremi opposti che sono il bianco ( luce, giallo, polo positivo) ed il nero ( buio, blu e polo negativo) che si sono gradatamente preparati ad unirsi formando il verde ed il rosso si “produce” per una loro intensificazione.
Eppure la fattura tra luce ed ombra che sembra già colmata nel verde si sana completamente solo nel rosso porpora, credo che  questo, in cuor suo, Oscar lo sappia già, voglio dire che la policromia  di sentimenti non confonde il suo cuore  ma solo la sua mente.
Il nero ha la meglio sugli altri colori non perché è più forte o ha una volontà propria ma perché la cacofonia di colori glielo permette.

Ciao e grazie.

Minaoscarandre
(Recensione modificata il 09/09/2019 - 09:51 pm)

Recensore Master
08/09/19, ore 14:59
Cap. 6:

Scoperta la verità su ciò che prova André per lei, ora Oscar deve affrontare ciò che prova lei per lui.
E il suo rapporto con André si può descrivere con una policromia di colori.
Ogni colore è associato ad André e al loro rapporto, i colori che predominano nella mente di Oscar sono due : il rosso e il nero.
Il rosso simbolo di amore, desiderio, passione, felicità. Sarebbe facile lasciare che il rosso predomini, abbandonarsi ad esso.
Ma un altro colore è più potente, il nero. Simbolo dell'oscurità che li inghiottirebbe se venissero scoperti, se il loro amore vedesse la luce.
Con occhi nuovi, con nuova consapevolezza, Oscar osserva André. E, purtroppo, può constatare che la ragazza che aspira al cuore di André è ben diversa da lei, potrebbe dare un senso alla vita di André, una vita dove il colore predominante sarebbe il rosso.
In questo giorno di rivelazioni, Oscar può finalmente percepire il timore celato con tanta cura dalla nonna. Può vederlo e condividerlo.
Per una volta si allontana da André, ne vede la delusione, ma il colore nero ha cancellato tutti gli altri colori nella sua anima.
Nonostante tutto cede e cerca André. Celata nel buio della notte, può far entrare il rosso nel suo cuore e permettere alla sua mente di "vedere" come sarebbe cedere al desiderio.
Per la prima volta, vede André in tutta la sua bellezza maschile, sente che il rosso tra le sue braccia sarebbe un colore accecante, devastante, più caldo del sole. L'arrivo della nonna riporta il nero, perché se fosse stato suo padre a sorprenderla li a rubare un sogno non ancora sognato, tutto sarebbe stato perduto.
Per una volta nella vita, Oscar si arrende e si ritira senza combattere. Senza dare la possibilità ad André di essere complice di quel momento che lei gli ha segretamente rubato.
Oscar si arrende alla paura che il nero le porti via per sempre André.
Oscar dovrà cancellare il rosso dalla loro vita.

Recensore Master
06/09/19, ore 09:30
Cap. 5:

I ricordi di Oscar viaggiano indietro nel tempo.
Ad una mattina come tutte le altre, che mai avrebbe fatto presagire che tutta la sua vita sarebbe cambiata per sempre.
Quella che si preannunciava come un tranquillo momento di solitudine prima di incontrare il suo amico di sempre, viene stravolta da una conversazione ascoltata per caso.
È dalle parole piene di dolore e paura della nonna che Oscar scopre una verità conosciuta da tutti ma a lei ignota. Celata da un velo che improvvisamente si squarcia.
André vuole lei, non desidera altre donne perché c'è sempre stata lei nel suo cuore.
Questa rivelazione è più devastante del famoso assalto a Saint Antoine perché rivela un sentimento più pericoloso e più difficile da affrontare.
Oscar sa e non può non comprendere la paura della nonna. Perché l'amore per loro non può esistere.
Amarsi significherebbe vivere nell'oscurità, nella paura. Vivere il loro amore significherebbe morire un po' dentro.
Per André significherebbe rinunciare ad una vita fatta di piccole gioie, significherebbe essere considerato " il giocattolo" della sua padrona. Significherebbe anche rischiare la vita perché il generale non accetterebbe un tale tradimento.
La scoperta di Oscar la mette di fronte al suo stesso cuore. E tutto il suo mondo è travolto da ciò che inizia a capire.
Perché come le ha detto una volta André, la vita è piena di sfumature di colore.

A rischio di ripetermi, complimenti per questa storia.