Recensioni per
Make me bad - Lazarus: 7 anni di storie
di Melanto
Ok, lo ammetto: tutte le volte che riprendo in mano questa storia lo faccio con un po' di ansia, perchè so già che mi aspetta una valle di lacrime. |
L'uomo in fin dei conti è un essere adattabile. |
Niente. Mae proprio non ce la fa a provare un sentimento diverdo dal disprezzo per Yuzo, nemmeno di fronte alla tragedia della morte di Baiko, e siccome per Sen Yuzo e' un fratello tale e quale a Mamoru, una persona importante a cui sente di dover stare vicino in un momento tanto drammatico, ribellandosi a lei, per la donna equivale a una cosa: Sen ha scelto Yuzo. E la rottura e' definitiva per lei. Vuoi andare da Yuzo? Allora dimenticati di avere una madre. Se quando mori' Taikan riuscii a comprendere l'atteggiamento di questa donna, ora no. Il tempo dovrebbe aiutare a capire, a vedere le cose con piu' lucidita', e invecenlei rimane ferma nella sua posizione: se Yuzo si fosse consegnato a Egon Anderson suo marito sarebbe ancora vivo. A nulla serve ricordarle che un uomo spietato come Anderson non avrebbe risparmiato nessuno, che avrebbe eliminato anche un bambino come Hayate in quanto testimone scomodo se ci fosse stato, che non avrebbe visto tornare ne' marito e ne' figlio, che Yuzo non ha esitato in passato a rischiare per salvare suo figlio dagli uomini di Dango... Ma almeno e' grata a Shingo e Koshi, o al dottor Nakata, che hanno protetto e salvato Sen? O alla memoria di Theo, che ci ha rimesso la pelle? Io penso che se questa donna avesse scoperto che gli Wakabayashi sono responsabili dell'Apocalisse e di cio' che ne e' conseguito, non avrebbe esitato a odiare anche Genzo in quanto uno di loro. Mariko come sempre e' una grande donna, che cerca di mettere pace fra madre e figlio, lei che ha perso il marito a causa degli zombie e che non porta rancore. Un bel personaggio la madre di Ryo: sembra una specie di colonnello col figlio, ma tenerissima in fondo. La mamma che tutti, credo, invidiano a Ryo, e tu contribuisci a renderla unica, perche' l'hai inquadrata. |
Sapevamo che sarebbe successo, ma e' triste lo stesso immaginare le scene in cui Yuzo implora il padre morente di restare con lui, in cui lo abbraccia disperato, in cui Baiko gli dice addio e lo prega di riunirlo ad Haruko, che per lui non sara' mai Lazzaro ma Yuzo, e che si fa promettere dal figlio che smettera' di drogarsi, e in cui Yuzo lo riporta a casa, dopo averlo liberato dalla "seconda vita", lo lava, lo veste e lo stende accanto alla moglie, unendo le loro mani, e meditando poi se tornare dagli altri e comunicare la notizia o raggiungere i genitori togliendosi la vita. Certo, perdere un medico e' l'ultima cosa che ci voleva ai nostri, tenendo conto del fatto, come ha detto giustamente Maria, che l'altro dottore e' molto anziano. Purtrippo Baiko ha peccato di leggerezza, non solo avventurandosi nella foresta da solo, ma abbandonando le armi. Un errore che gli e' costato molto caro, e non solo a lui. |
E per fortuna che Yuzo c'e' sempre nel momento del bisogno, perche' la Yoshiko dell'epoca era ben lungi da quella che conosciamo, in grado di difendersi. Impaurita e rassegnata a fare la fine del topo, si e' aggrappata disperatamente alla schiena di Yuzo che, grazie al suo odore ha confuso il suo, e gli zombie sono stati fregati. Anch'io come Taro penso che Nankatsu sia casa per tutti: questi ragazzi possono essere anche andati all'estero per diventare giocatori professionisti, ma la citta' in cui si e' vissuti da bambini rappresenta la spensieratezza e i momenti felici. |
Nauseanti. Ecco come i cani definiscono gli zombie. I Cani Wakabayashi li chiamano "lazzari", Mamoru e i reduci della Corea "morenti", la dolce Fjonn "nauseanti". Ma quanto e' tenera questa cagnolina affamata che deve difendersi dagli zombie che afferrano tutto cio' che si muove, animali compresi, soprattutto quando pensa che i morti-viventi sono stupidi, in quanto non capiscono la minaccia celata dal suo ringhiare. Mi sono immaginata la scena dell'abbraccio della piccola Yoshi che non voleva separarsi dalla sua adorata cagnolina, e non ho potuto fare a meno di pensare che i genitori della bambina sono stati degli egoisti e degli infami decidendo di fuggire abbandonando la bestiola perche' ritenuta debole. Spero che la famiglia sia sopravvissuta, per la bambina che e' l'unica innocente, ma io, che ho una gatta di tre anni, anche in una situazione disperata come questa, me ne sarei andata con Dorothy, lei fa parte della famiglia (quando l'anno scorso ci fecero evaquare dal paese per alcune ore per rimuovere un ordigno della seconda guerra mondiale me la sono portata dietro. Col cavolo che la lasciavo!). Finalmente l'incontro con Yuzo, che le salva la vita, quel nauseante diverso che grazie all'animale ritrova un pezzo della vecchia vita e del vecchio se stesso. |
E cara Mariko sarebbe bello restare in quel giardino... ma 'qualcuno'0 ha decido che i tuoi figlioli dovevano morire. Sotto l'attacco dei beccamorti, per far fuggire gli altri. C'è stato il loro giorno migliore, e sono stati eroi, e sono stati bravi. |
oddio Mel meraviglioso. Ecco la parola che mi è venuta in mente alla fine di questa shot. |
Non avevo alcun dubbio sul fatto che Sen sarebbe corso da Yuzo. |
Ho trovato Baiko una contraddizione vivente in questo capitolo. |
Cara Melanto, |
Sapevamo che sarebbe successo ma il saperlo non elimina lo stesso il dispiacere. E ora Yuzo è rimasto totalmente solo, nessuno della sua famiglia e nessuno vicino a lui con il quale formarne una nuova con Mamo lontano, nessuno che lo ami al di là di tutto e nonostante tutto. Un altro mattone nella costruzione di quel muro che è Lazzaro, un altro mattone per racchiudere Yuzo. Ma Yuzo non se ne andrà mai sul serio e il non riuscire a premere quel grilletto lo dimostra. |
Che posso dire... è un capitolo tristissimo e bellissimo al tempo stesso. |
Posso dire che sto capitolo mi fa incazzare abbestia??!?! |
Yuzo ha fatto carriera: da giocatore a sopravvissuto, poi lazzaro ed ora...Uomo Nero! L'incubo di tutti i bambini. Yoshiko è un po' cresciuta per averne paura, ma, poveretta, è così spaventata che ormai non distingue la realtà dall' immaginazione. |