Recensioni per
Il silenzio dei dannati
di fumoemiele

Questa storia ha ottenuto 169 recensioni.
Positive : 168
Neutre o critiche: 1 (guarda)


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Master
05/01/20, ore 11:09
Cap. 4:

Oddio, ma cosa ti ho fatto per meritarmi questo orrore? Una roba del genere dovrebbe essere vietata dalla Convenzione di Ginevra! Preferirei qualunque altra cosa, anche i cactus infuocati nel culo, ma la pizza all'ananas proprio no!

Cerco di fare un pò di ironia per stemperare l'atmosfera cupa del capitolo. La povera Bonnie sta davvero iniziando ad assaporare le parti peggiori della prigionia (non che ce ne siano di migliori, eh). La consapevolezza di non poter scappare, se non per un miracolo. Il senso del tempo che passa. La frustrazione per non riuscire a cambiare le cose. E lo psicopatico ci mette del suo, con quell'eresia alimentare (sia dannato chi l'ha inventata!) e l'orologio, che voleva essere un dono ma si è rivelato una mazzata sui denti. Povera, povera Bonnie. La vedo nera per lei.

Al prossimo capitolo!

Recensore Master
04/01/20, ore 15:46
Cap. 2:

Ciao, buone feste e perdona il ritardo.
Un capitolo in cui non succede niente ed in cui accadono tante cose. Più che altro Bonnie le prova tutte per uscire da quella situazione assurda e non riesce minimamente a comprendere i motivi per cui ci si trova. C’è qualcosa che sembra deve ricordare, sepolto nella memoria. Solo il particolare di una cicatrice dimenticata sulla schiena e di cui non le hanno mai spiegato i motivi. Che c’entri qualcosa con la sua balbuzie? Del resto il suo aguzzino è muto: sempre di disturbi della voce si tratta… Coincidenza? Vedremo nel seguito…
Ci hai descritto bene la dilatazione temporale che nasce dal trovarsi in una situazione che non si comprende. La noia che colpisce quando c’è solo il vuoto dentro se stessi a fare da compagnia.
In questo, Bonnie non fa eccezione. Peccato che il suo sia un silenzio incerto, privo di logica e motivazioni. Anche se il sospetto che sia proprio un bisogno di chiarezza dentro se stessi, un ritrovarsi nei propri ricordi, in questo capitolo permea sempre. Pur se c’è un tentativo di fuga ed un braccio slogato (rotto?) in mezzo.
Dopotutto, è più che lecito cercare una via di fuga in una situazione del genere. Anzi, sarebbe stato assurdo non provare. L’istinto di sopravvivenza, in un modo o nell’altro, è sempre una forza primordiale che, in una certa misura, appartiene ad ognuno di noi e ci porta ad azioni sconsiderate o che comunque mai compiremmo in situazioni normali. Purtroppo, a Bonnie non è andata bene. Speriamo che i chiarimenti che presto dovrebbero arrivare gettino poi luce sul misterioso ed enigmatico rapitore.
Complimenti ed alla prossima cara :)

Recensore Master
02/01/20, ore 18:54
Cap. 3:

Eccomi qui!
Comincio subito col dirti che amo la copertina da te realizzata per questa storia, adoro le immagini utilizzate ( anonime e inquietanti, così da non rivelare nessuna fattezza dei protagonisti ) e il contrasto dei colori scelti.
Ho sempre apprezzato l'accostamento del rosso e del bianco, metafora del sangue che macchia un qualcosa di puro e immacolato ( o forse sono io che ci ho sempre letto troppo ).
Passando al capitolo, la storia si fa sempre più serrata, e il rapporto tra Bonnie e il killer diventa man mano più stretto e coinvolgente. Parlando del killer, in questo capitolo abbiamo appreso molte cose sui suoi riguardi, tra cui ( almeno apparentemente ) il nome. Un nome che non proverò manco a scrivere, a causa di quella lettera iniziale.
Sembra norvegese, come quello di Soren, immagino tu abbia un debole per questo tipo di nomi ( almeno quando si tratta di serial killer o personaggi potenzialmente instabili e omicidi ).
Inoltre, appare ormai chiaro che questo psicopatico ha osservato Bonnie per molto tempo, abbastanza a lungo da apprendere un fattore così personale come un'allergia alimentare, informazione che utilizza per torturarla psicologicamente.
Il killer appare come una persona disponibile, ma con questi piccoli gesti mostra un sadismo degno della sua classificazione.
Nel mentre, i continui tentativi di Bonnie di fuggire si rivelano futili o vengono sventati ancora prima che possano essere attuati, grazie alle capacità deduttive del suo rapitore.
In compenso, la ragazza sembra essere sulla strada giusta per ricordare l'identità dell'aguzzino...ma sarà la fine dei suoi tormenti? Ne subito assai...

Recensore Master
02/01/20, ore 18:45
Cap. 2:

Ciao cara! ♥
Eccomi qui per l'ABC del Giardino, lo sai che ormai quando posso ti prenoto con il coltello tra i denti e non guardando in faccia nessuno (IM A BAD GUY... DUH), ma è perché ti adoro veramente come scrittrice, sei una di quelle che leggerei a prescindere dagli scambi perché le tue storie meritano davvero. Lo so che sono noiosa e ripetitiva ma hai un modo di scrivere che mi coinvolge totalmente, le tue storie poi NON SONO MAI BANALI, e dicendo questo non intendo denigrare gli altri, per carità, ma quando leggo qualcosa di tuo, non so mai che cosa aspettarmi, e ciò mi gasa da morire perché fino alla fine mi domando con l'ansia addosso dove cacchio vuoi andare a parare, e schiatto male ogni volta alla fine.
Questa nuova storia m'intriga già parecchio, mi sono sempre piaciute le tue protagoniste femminili e non perché siano perfette o altro (anzi, molto spesso sottolinei le loro fragilità e i loro demoni interiori senza problemi), ma perché riesci a scavare a fondo nella loro mente, nei loro pensieri e nelle loro paure, in questo caso ho sentito fino alle ossa quel senso di angoscia che prevale nei thriller psicologici, ho amato come hai descritto l'ambientazione perché l'hai fatto in modo da rispecchiare quel senso di claustrofobia che prova la stessa protagonista essendo stata rinchiusa e rapita da un perfetto sconosciuto (?), insomma, normalmente i primi capitoli servono più a introdurre, ma già da questo secondo capitolo c'è molta carne al fuoco, e diversi punti di domanda che mi portano già a fare diverse teorie. 
Io, al posto di Bonnie avrei reagito allo stesso modo, la scena del primo tentativo di fuga è totalmente credibile, nonostante quella finestra fosse troppo piccola, la protagonista ha tentato di uscire da lì ignorando la logica, e restando infine incastrata (ammetto che mi è scappato un sorriso anche se non dovrei, ma solo perché me la sono immaginata incastrata e tirata fuori poi dal rapitore con una facilità impressionante), e alla fine il suo senso di scoraggiamento è più che comprensibile. 
La caratterizzazione del rapitore m'intriga un casino, di lui si sa ancora poco e niente, e il fatto che sia muto e lei balbuziente mi viene da pensare che non sia un caso (anche perché tu non fai mai nulla al caso), e mi domando per quale motivo lui l'abbia rapita e che cosa quest'ultima si dovrebbe ricordare. L'unica tesi plausibile che mi viene al momento è che possano essere parenti o collegati a qualcosa di brutto, per esempio un omicidio (?), ma non lo so, se lei non si ricorda di lui è probabile che sia dovuto ad un trauma che ha voluto rimuovere inconsciamente, ma non lo so, sono confusa quanto Bonnie al momento e non so dove sbattere la testa perché tu come scrittrice sei una maledetta sadica (♥) e sono convinta che qualsiasi teoria possa riuscire a tirare fuori dalla mia testa bacata, non sarà certamente neanche vicina alla verità che lega questi due personaggi. Inoltre ho apprezzato anche la parte finale incentrata sull'ateismo di Bonnie, personalmente sono d'accordo sulle sue convinzioni, ha quel tono di cinismo che me la fa apprezzare anche di più. E il protagonista maschile non me la racconta giusta, anche se ce lo presenti abbastanza calmo nei primi capitoli ho paura che ad un certo punto inizierà ad ammazzare gente a random. E niente, ADORO. Scusami per la recensione un po' trash, ma le tue storie mi fanno delirare male, consideralo un complimento cara perché significa che ho apprezzato davvero la storia. E niente, non vedo l'ora di proseguire, alla prima occasione lo farò certamente, quindi bravissima come sempre e alla prossima!
E non noto mai errori di battitura o grammaticali, quindi vai tranquilla!

Shakana

Recensore Master
01/01/20, ore 16:21
Cap. 3:

Ma ciao fumoemiele!
Buon anno! Nonostante fin troppo alcool mi scorra nelle vene passo a recensirti. Il dettaglio della farfalla inserita sotto la pelle è reso in maniera disgustosamente perfetta e leggendolo la cosa che più mi ha fatto impressione non è stato l’inserimento della farfalla, che comunque è veramente bleah, quanto il coltello sporco e le dita sporche che sottolineano l’azione del profanare un corpo umano con una sorta di firma rituale. Io non credo che Oystein sia l’assassino delle farfalle. Sono quasi portata a credere che sia una vittima che ha condiviso con Bonnie qualcosa e che forse non ha più la lingua – volo di fantasia, probabilmente.

Nel capitolo si sottolinea come Bonnie non voglia ricordare e stia sforzandosi di mantenere una sorta di rigido controllo sulla sua memoria, sebbene dica al suo carceriere che non riesce a ricordare. La lentezza con cui questa verità viene a galla si condisce di tanti piccoli dettagli – come il ritratto fatto con precisione, il mutismo imposto da qualche cosa, il mistero che ha quasi connotazioni sovrannaturali tanto è spaventoso. Bonnie prova a fare la furba, ma non le sta riuscendo di scappare. Le hai tolto quell’elemento di fortuna che permette generalmente alle protagoniste di sopravvivere nonostante la scarsità di mezzi e questo sinceramente mi intriga perché rende la storia interessante. Continuo a pensare a certe tue raccomandazioni riguardo questa coppia di personaggi. Oystein mantiene in vita Bonnie perché vuole che lei ricordi spontaneamente. Avrebbe potuto raccontarle in mille modi (scrivendoglielo o mostrandoglielo) cos’è successo, ma desidera che ci sia una rielaborazione propria della ragazza, vuole che lei riviva quei momenti e sappia perché è lì.

Questo comportamento cervellotico e anche il dettaglio delle fragole sono volte a rivelare come il carceriere sappia della prigioniera davvero tutto e sappia anche che lei ricorderà, in qualche modo. Questa storia è particolarmente coinvolgente e l’analisi quasi clinica alle emozioni di Bonnie svolta egregiamente. Il fatto che il pov sia esclusivamente quello di lei indirizza necessariamente la lettura verso ciò che lei sente ed elabora, infittendo ancora di più il mistero… bravissima, come sempre! La storia mi sta intrigando un casino <3
Buon anno cara, che il 2020 sia pieno di storie stupende come questa.
Shilyss :)

Recensore Master
30/12/19, ore 18:59
Cap. 3:

Ciao!

Questa Bonnie comincia veramente a piacermi: ha dimenticato quanto tendenzialmente depressa fosse e ha deciso che vuole vivere a tutti i costi, anche uccidendo ora che si è accorta che semplicemente scappare non è sufficiente. Disgraziatamente, il suo rapitore ne sa una più del Diavolo; le serve fragole a cui è allergica per farle capire che sa tutto, centellina le risposte senza dire praticamente nulla e capisce, anche a causa della tensione provata dalla sua vittima, le intenzioni della ragazza riguardo quel vaso. Così ecco che se ne viene fuori con un vaso; e certo che Bonnie non deve impazzire, diverrebbe sempre più imprevedibile e lui deve mantenere il controllo su di lei. Mi auguro solo che il destino della fanciulla non sia già segnato e che avrà una seria possibilità di scappare. Adoro questa parte molto thriller e mi auguro che non vada mai persa nel corso della narrazione.
Un saluto e a presto
Will D.

Recensore Master
30/12/19, ore 16:37
Cap. 3:

Ciao, cara!
Io questa volta mi aspettavo un nome meno complicato, ma quando ho letto Øystein ho pensato che non dormi la notte per pensare a nomi sempre più complicati.
Ho apprezzato tantissimo questo capitolo e la prima parte della bambina mi è sembrato molto un sogno da parte di Bonnie.
Mi chiedo come fa Øystein a sapere cosi tante cose sulla protagonista e anche io all'inizio ho pensato che dentro la ciotola ci fosse qualcosa di orrendo e ci sono rimasta malissimo quando ho letto fragole.
Tre domande mi sembrano molte poche per capire la situazione. Da come si comporta non mi sembra molto cattivo nel senso che comunque cerca di accontentare la sua prigioniera.
Ho trovato anche molto geniale l'idea del diario.
Ti faccio tantissimi complimenti e alla prossima :)

Recensore Master
29/12/19, ore 20:04
Cap. 2:

Si, il capitolo termina in modo decisamente brusco almeno per me.
Sull'ateismo... se ti piace creare personaggi atei sono i tuoi gusti, personalmente non mi fa caldo ne freddo. Prendo atto che è ateo e vado avanti con la storia.
Venendo al capitolo è scritto bene come sempre, ma quello che non mi è piaciuto del personaggio di Bonnie è che mi sembra troppo arrendevole.
In poche ore, come si scopre in seguito, il desiderio di scappare l’ha abbandonata. Un minimo di voglia di lottare per la propria vita?
Infatti le parti che ho apprezzato di più sono quelle in cui ha mostrato della risolutezza, come cercare di scappare dalla finestra e pestare il piede al suo rapitore. In quei momenti mi è proprio piaciuta.
Mentre ho trovato inquietanti gli ambienti che descrivi, sono normali ma sembrano fuori dal mondo. Lo confesso, è quel genere di descrizioni che odio in generale perchè non mi fanno capire dove sono, ti sembra che l'universo si sia ridotto in una stanza andato contro ogni logica e non capire mi crea inquietudine. Cosa che tu puoi considerare senz'altro un successo e un complimento dato che sicuramente inquietare il lettore è almeno uno degli obiettivi che credo che vuoi raggiungere.

Recensore Master
29/12/19, ore 11:33
Cap. 3:

Ciao cara :)
Questo è più che altro un capitolo di passaggio/a scopo informativo, ma in una storia come la tua, ricca di mistero, è giusto prendersi del tempo per spiegare determinate cose, in modo che noi lettori possiamo pian piano mettere a posto i pezzi del puzzle. Mi piace molto come stai descrivendo lo stato emotivo di Bonnie, è lì per lì per impazzire e cerca disperatamente di mantenere il contatto con la realtà. Ovviamente a guidarla è un forte istinto di sopravvivenza, che le fa dire: "Devo trovare un modo per scappare". Ti dirò poi che a me il nome Øystein piace, piacendomi anche la Norvegia come paese e che la sua figura è sempre più interessante: non sembra neanche un umano, pare più che altro un contenitore vuoto senz'anima. Eppure sono certa - e ne è certa anche Bonnie - che un cuore ce l'ha eccome e che deve essergli successo qualcosa di terribile che l'ha portato al mutismo. Io credo che in qualche modo Bonnie c'entri, ma in modo indiretto, anche perché lei non lo ricorda totalmente, non so se potrebbero c'entrare amnesie o cose del genere, ma tutto è possibile. Lei vuole davvero capire, tra l'altro pensa di avere già il destino segnato quando si rende conto che Øystein ha rapito e ucciso ragazze simili a lei nell'aspetto, è proprio una sorta di rabbia e di ossessione che ha. Che la sua sanità mentale sia intaccata non ho dubbi, ma penso anche che non è solo per follia che agisce. Bonnie ha anche cercato un modo per scappare, un colpo di vaso in testa o un'accoltellata avrebbe fatto al caso suo, ma Øystein è furbo e sa che lei non può scappare. Non l'aiuta a ricordare, però le da un quaderno in cui scrivere per cercare di non impazzire. Per ora non mi pare intenzionato ad ucciderla, anche se certo la situazione non è delle migliori.
Questa storia è sempre più avvincente, ci sentiamo al prossimo capitolo :)

Nao

Recensore Master
28/12/19, ore 14:42
Cap. 3:

Che dire l'incubo iniziale vorrà dire qualcosa non penso che tu lo abbia messo così a caso conoscendoti un motivo ci sarà.
Il fatto della prigionia e tutto quanto è troppo da film horror e thriller è fantastico come l'hai ambientato e così come anche il solo fare tre domande e che lei sputtana in pratica.
Che ti hanno fatto di male le farfalle??? E' già la seconda volta che le usi poverine ahahah.
La vedo messa malissimo chissà che cazzo avrà combinato a sto pazzo.
Ciaoo alla prossima.

Recensore Master
27/12/19, ore 16:37
Cap. 3:

Auguri di buon Natale anche a te, anche se in ritardo.

Dunque, la permanenza forzata della povera Bonnie nella casa dello psicopatico prosegue (purtroppo per lei, per fortuna per noi lettori). Mi sta dispiacendo sempre di più per lei, povera piccola. Già essere balbuziente non deve essere facile (e a proposito: non mi era proprio venuto in mente che avere a che fare con un muto potesse essere un sollievo per lei. Una volta tanto, può parlare liberamente, senza qualcuno che la interrompe), se ci aggiungiamo pure lo psicopatico col nome strano (sembra il nome di un mobile dell'Ikea) otteniamo proprio un bel mix. In più, i pensieri di fuga stroncati sul nascere, l'invito costante a ricordare qualcosa, e ora anche il diario...povera, piccola Bonnie. La vedo brutta per lei.

Al prossimo capitolo, e buon anno!

Nuovo recensore
27/12/19, ore 13:25
Cap. 3:

Ciao ;)
Mi intrippa sempre di più la storia, è forte. Non posso far a meno di provare una leggera compassione per il protagonista maschile, perché già il fatto che sia diventato muto nel corso della sua vita vuol dire qualcosa. Sul piano della trama nulla da dire, crei suspense e non vedo l'ora di leggere il resto. Ti faccio un appunto su una cosa: l'ultimo paragrafo (cioè l'ultima parte dopo il segno rosso) si apre in una maniera un po' contorta sul piano grammaticale, cioè non è lineare quella frase e forse hai messo un punto dove non ci stava. Ti consiglio di rivederla ;)

Buone feste

Recensore Veterano
26/12/19, ore 22:12
Cap. 2:

Carissima, eccomi!! Finalmente, ECCOMI! 
Penso che questo ritardo non me lo perdonerò mai (tu non preoccuparti, invece, ultimamente non entro nemmeno molto su EFP a controllare le mie storie), ma ho questa sensazione che le festività abbiano lanciato questo strano incantesimo su di me che intensifica terribilmente la mia già estrema pigrizia. 
Quindi, spero che questa recensione possa considerarsi una specie di regalo di Natale, seppur con una giornata di ritardo. Il capitolo, in compenso, per me lo è stato assolutamente e uno di quelli non solo belli ma che proprio soddisfano le aspettative sotto tutti i fronti. 
E torniamo con Bonnie in quella stanza, così spoglia che le manca perfino l'ombra di una brandina su cui sdraiarsi, in una situazione claustrofobica capace di far perdere il senno anche alla persona più addestrata a fronteggiare le difficoltà. La cosa che più amo delle tue storie è come riesci a far avvertire così bene e chiaramente l'angoscia che si respira a tutto spiano: non è solamente come entrare nella testa del personaggio, è come essere lì con Bonnie, ad attendere insieme a lei una sorte o un giudizio non meglio imprecisato, in una stanza spoglia, senza finestre né il ticchettio di un orologio a scandire le ore. Cinque minuti sembrano cinque giorni senza la misura del tempo e tutto ciò contribuisce a intensificare l'inquietudine, complici anche le meravigliose descrizioni di scenari apparentemente così semplici e delle introspezioni di personaggi sempre interessantissimi. 
Per quanto riguarda l'aguzzino di Bonnie, al momento davvero non so cosa pensare. Sinceramente, non ho idea se si sbilancerà in sevizie fisiche, la violenza che al momento sta dimostrando nei confronti di Bonnie è perlopiù psicologica ma, al tempo stesso, è intrisa di attenzioni e premure. Credo stia aspettando un momento propizio per "attaccare", ma al momento è solo concentrato sul fatto che Bonnie debba ricordare qualcosa (anche se, diciamocelo, non le sta decisamente dando una mano). La presenza di un crocifisso che colpisce così tanto la ragazza, malgrado il suo ateismo dovrebbe lasciarla indifferente, mi fa credere che lui sia un fanatico religioso con in testa l'idea che Bonnie debba espiare qualcosa. Quel qualcosa che ancora non ricorda, che forse avrà a che fare con una cicatrice sul suo corpo, forse addirittura al mutismo del ragazzo. 
Impazzisco per questi importanti quesiti e misteri che sei tanto brava a far sorgere, per questo mi sembra scontato dirti che OVVIAMENTE aspetterò con trepidazione il prossimo capitolo. Not gonna lie, sai che adoro praticamente tutti i tuoi scritti perché, nonostante seguano spesso un filone che tanto ti piace e ti riesce, hanno sempre una vena particolarmente originale e personale. E questa ha tutte le possibilità per divenire uno dei miei preferiti in assoluto (per adesso il primo posto ce l'ha ancora Sofferenza e Sparachiodi, ma si vedrà, si vedrà). 
Alla prossima, cara, e scusami ancora davvero tanto per il ritardo osceno, spero veramente che non accada mai più perché sono alquanto imbarazzata ahahah. 
Un baciones enorme <3 <3 
Lion. 

Recensore Master
26/12/19, ore 19:15
Cap. 2:

Eccomi qui, puntuale per il giovedì!
Tra l'altro, ho appena finito Tell Me A Story, serie tv che reinterpreta le fiabe classiche in stile moderno, e la storia della Bella Addormentata è stata riadattata con un serial killer che rapisce una ragazza, la addormenta e la rinchiude in una stanza dalla quale non può uscire, molto in tema con la suddetta fan fiction. Inutile dire che mentre guardavo la serie ho pensato subito a te, è proprio il tuo genere, te la consiglio!
Questo capitolo è stato particolarmente intenso, il fatto che osservassi tutto quello che accadeva dal punto di vista della vittima mi ha permesso di provare la sua ansia, le sue emozioni durante i tentativi di fuga falliti, quando il misterioso killer entrava nella stanza e la toccava ecc...
Parlando del killer, è un tipo molto paziente, spesso gli psicopatici che rapiscono le loro vittime e le rinchiudono sono molto più emotivi e aggressivi, mentre qui è quasi come se comprendesse le azioni della propria vittima, che intuisca siano inevitabili data la situazione...insomma, mi sembra un individuo molto lucido e calcolatore, non certo un principiante. Quante volte avrà già fatto sta cosa? E soprattutto...è davvero un killer? Oppure stai cercando di trarci in inganno e prepararci per un bel plot twist?
Tra l'altro, sembra proprio che vittima e "carnefice" siano in qualche modo collegati, ma che Bonnie non abbia idea ( o, almeno, non ricordi ) quale sia questo collegamento.
Non vedo l'ora di scoprirlo!

Recensore Master
23/12/19, ore 18:04
Cap. 2:

Bonnie ci ha provato...e credo che chiunque messo nella sua stessa situazione almeno un tentativo lo avrebbe fatto.
Forse un po' maldestro o azzardato, ma d'altronde non è che uno si mette a pensare cosa fare esattamente in certe circostanze, l'istinto di sopravvivenza si muove in autonomia e cerca di trovare una via di fuga.
Come se non bastasse la rovinosa caduta ha aggravato ulteriormente la non già semplice situazione.
Adesso il terrore, l'ansia e il dolore la fanno da padrone e Bonnie cede al pianto e allo sconforto, cullandosi nella speranza che qualcuno sia già sulle sue tracce avendone notato l'assenza.
Le premure del suo carceriere contrastano molto con quello che ci si aspetta da una persona che ne tiene prigioniera un'altra. Perché, ovviamente, si presume che le sue intenzioni siano tutt'altro che piacevoli o confortanti.
Devo dire che questo secondo capitolo è stato piuttosto ansiogino, e non che questo sia negativo, anzi...tutt'altro. Significa che stai rendendo benissimo il contesto generale, è che l'idea della detenzione forzata già di per sé mette ansia e terrore. Non sai cosa ti aspetta, non si conoscono motivi di ciò che ti sta accadendo...e oltretutto stai avendo a che fare con una persona muta, non in grado di interagire verbalmente e della quale devi accontentarti di semplici espressioni facciali per interpretarne le intenzioni. Molto frustrante davvero.
Bonnie non sembra ricordare nulla riconducibile a questa persona, non vuole o non può questo è difficile da stabilire. Una persona soggetta ad una tale pressione psicologica può chiedersi mentalmente rifiutando la realtà e non riuscendo a trovare collegamenti.
Arriverà il peggio? Per i tuoi protagonisti è probabile, anzi quasi certo. Per me no di certo visto che ormai le tue storie sono la mia "droga letteraria". Questo 2019 è stato un anno esaltante sotto questo punto di vista. Ho conosciuto tanti personaggi, letto storie che mi sono rimaste impresse nella mente e sulla pelle. E comunque sia resti una delle poche scrittrici in grado sempre di sorprendermi. Continua sempre così, te lo auguro di cuore.
Buona feste tesoro...alla prossima