Recensioni per
Il silenzio dei dannati
di fumoemiele

Questa storia ha ottenuto 169 recensioni.
Positive : 168
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Master
13/01/20, ore 15:18
Cap. 5:

Ciao, cara!
Questo capitolo mi ha davvero sorpresa. Il capitolo inizia con Bonnie ancora fuori all'aria fresca, ma si sente morire, visto che ha la consapevolezza che nessuno andrà a salvarla.
Øystein è un personaggio molto ambiguo ovvero quando la vede tremare, l'abbraccia e poi il bacio.
Io pensavo che il mutismo di Øystein fosse psicologico, ma non avrei mai pensato che non avesse la lingua e la cosa mi ha incuriosita e la mia domanda è Come è successo?
Il fatto che lui la lasci libera vicino all'ospedale mi incuriosisce e mi aprono tantissime domande: perché? Ha qualche cosa in mente? Lui sicuramente ha voluto salvarla perché non voleva che morisse e infatti più volte ha ribadito che Bonnie deve ricordare delle cose, ma è anche ossessionato da lei.
ora è libera, ma anche lei si sente frustata, non parla e penso che sia una cosa normale e le riempono la testa con storie del tipo che lui le ha fatto del male. Nelle tre settimane che è rimasta prigioniera il suo aguzzino era l'unico umano con cui poteva avere un contatto anche se non parlava.
Il ritorno a casa per lei è traumatico visto che lei si chiede il motivo per cui l'abbia liberata e comincio a pensare che Bonnie cominci a provare qualcosa di Øystein e che lui abbia calcolato tutto, visto che liberarla sarebbe stato perderla, ma è lei che in qualche modo vuole tornare da lui, anche perché vuole risposte e si sente sola in un mondo che ora non le appartiene più e anche i suoi genitori per lei sono in nulla.
Torna dove tutto è iniziato nel lago sperando che Øystein torni, ma di lui nessuna traccia.
Io ora sono davvero molto curiosa di sapere cosa accadrà e se Bonnie riuscirà ad avere le sue risposte.
Alla prossima :)

Recensore Master
12/01/20, ore 16:00
Cap. 4:

Da amante compulsiva della pizza, direi che più horror di quella con l'ananas (che non mangerei nemmeno sotto tortura di Oystein) non c'è ne.
Detto questo...io no, proprio non li shippo, e devo dire che un po' mi sta sui nervi quelli che in una storia devono per forza trovare 'la coppia' a tutti i costi, fossero anche un tavolino e una sedia. Qui si tratta di preda e cacciatore, di vittima e carnefice, e anche se ci fosse una sorta di legame tra i due dopo tutto quello che Bonnie sta passando di certo non sarebbe amore.
Il fatto che lui le abbia fatto festeggiare il compleanno e concesso qualche gentile premio di - magra - consolazione non fanno di lui un soggetto migliore. Qualsiasi cosa voglia dimostrare o insegnamento voglia impartire a questa ragazza di sicuro ha le rotelle fuori posto, e per quanto io possa adorare gli psicopatici ciò non toglie che tenterei comunque di fargli la pelle alla prima occasione.
Intanto il tempo scorre...e quando passa in modo spiacevole sembra davvero infinito, nonostante questo a Bonnie sembra che sia trascorso molto meno di quei fatidici cinque giorni. E allora tanti auguri a noi cara Bonnie perché il 20 Dicembre è anche il mio compleanno (una piacevolissima coincidenza)
Il diario serve a poco, solo a mettere nero su bianco, la solitudine, l'ansia e il terrore di non avere la più pallida idea di ciò che le accadrà.
Del perché lei sia più speciale rispetto alle altre non l'ho ancora capito, ma di sicuro se è sopravvissuta il caro Oystein avrà altro in serbo per lei (l'ottimismo non è una mia caratteristica predominante)
Il senso claustrofobico di angoscia è presente in ogni capitolo, sembra davvero di essere in quella sorta di gabbia insieme a lei. Anche stavolta riesci a coinvolgere il lettore nelle ansie dei tuoi protagonisti, ciò che sentono loro è ciò che avvertiamo anche noi. L'oscurità e il ticchettio pressante e snervante che Bonnie avverte, sembra di sentirlo qui accanto a me. Gli orologi sembrano scandire un tempo che non passa mai, o forse servono a ricordare che di tempo non c'è ne molto in fondo...
Interpretazione soggettiva questa, che rende la follia di Oystein ancora più oscura ed enigmatica. Restiamo incollati a questa storia e vediamo le 'investigazioni' mentali di Bonnie dove ci condurranno.
Ci risentiamo presto mia cara, complimenti come sempre.

Recensore Master
12/01/20, ore 15:27
Cap. 1:

Sapevo che mi sarei imbarcata in un progetto complicato.
Nulla è scevro da critiche, ma non mi rendi la vita facile, diciamo.

Punto primo: Bonnie è una ragazza di 19 anni, giovanissima, e da come la descrivi è un po’ l’adolescente problematica. Credo che molti adolescenti si sentano incompresi e abbiano la pretesa, se così vogliamo chiamarla, di stare male perché sì. In questo forse è un po’ stereotipata, nonostante io creda che la maggior parte poi dei giovani artisti abbia in effetti qualcosa dentro che li porta ad essere davvero fuori dalla media. In compenso, mi piace che lei sia silenziosa, che preferisca la quiete ai rumori cittadini: questo la rende davvero speciale, ai miei occhi.

Punto secondo: non mi piace la scelta di uno dei termini che hai usato. In linea di massima non commento mai su queste cose, ma qui mi tocca spigolare. “Abbarbicarsi” mi fa pensare a qualcosa che mette radici in modo fisso, stabile, mentre qui avrei scelto un qualcosa di più serpeggiante. Forse avrei usato “arrampicarsi”.
Il cattivo, sfortunatamente per me, visto che dovrei criticarti, mi risulta invece assolutamente credibile. Inoltre il fatto che sia muto aggiunge una nota inquietante che apprezzo. Anche il fatto che non sia brutto, lo preferisco al classico mostro: il male può essere banale, o anche seducente… e il mostro è un concetto decisamente superato.
Una cosa che mi rende un po’ difficile la lettura è non tanto la scelta di centrare il testo (questa è una scelta stilistica, non ho nulla da dire in merito), ma quella di non mettere quasi spaziature tra i paragrafi: ce n’è una soltanto, e mi rende un po’ più difficile la lettura. Non tanto da PC quanto da cellulare (ho controllato anche quello, sono veramente infame, perdono), perché per esempio, se lo metto in verticale mi sfora lievemente lo schermo, e lo riempie completamente, rendendomi difficile seguire bene.

In generale la storia comunque parte bene, è interessante, mi viene subito voglia di continuarla. Dare un giudizio su un capitolo soltanto non è semplice, perché chiaramente è un prologo e dei personaggi non si sa ancora nulla. Quindi le mie “critiche” sono ancora passibili di modifiche. O rettifiche.

Sono felice di iniziare con te questo scambio diverso dal solito, perché credo che affini le capacità di giudizio, e soprattutto penso che non sarai troppo buona con me ;)

Recensore Master
12/01/20, ore 10:30
Cap. 5:

Noto con piacere che la povera Bonnie sta discendendo sempre di più nella follia. Del resto, non poteva essere altrimenti. Sarà un vero e proprio miracolo se, per la fine della storia, conserverà un briciolo di salute mentale. Alla sofferenza sia fisica che psicologica infertale dal muto Øystein (ancora tremo di terrore al pensiero della pizza all'ananas), ora si aggiunge anche la sindrome di Stoccolma, a mio avviso una delle robe peggiori che possano capitare a un essere umano. Adesso, anche se è stata liberata, continuerà a cercare un contatto con il suo rapitore. E quando lo ritroverà, perchè ormai è certo che ciò accadrà, saranno razzi amari per tutti.

Al prossimo capitolo!

Recensore Master
12/01/20, ore 10:12
Cap. 5:

Buongiorno tesoro.
Intanto ti rassicuro subito dicendoti che il capitolo non è affatto frettoloso, anzi, secondo me ti sei soffermata il giusto. È stato forte, emotivamente, e mi è piaciuto tantissimo, probabilmente il più bello che tu abbia scritto fin ora. Leggendo la prima parte, penso che se avessi dovuto scriverla io, non sarebbe stato facile. È un insieme di sensazioni difficile da far capire al lettore, però tu ci sei riuscita. Personalmente ho avuto tante sensazioni, il terrore, il senso di estraneazione, la dolcezza quando c'è stato quel bacio. A proposito, in effetti non avevo pensato al fatto che Oystein potesse non avere la lingua. Io te lo dico, li ho shippati come non mai 😂
Ad ogni modo, a questo punto Bonnie mi pare completamente spezzata: viene lasciata andare, eppure anche quando ottiene la tanto agognata libertà, non perde tempo per cercarlo. Mi piace che tu abbia inserito il tema della Sindrome di Stoccolma, saprai meglio di me che è un argomento stra-abusato, ma nelle tue mani si può stare tranquilli. Bonnie non si fa pace, non potrà farlo finché non ricorderà, finché non capirà. È ironico pensare a come inizialmente non lo volesse e, adesso che non c'è, non desideri altro che vederlo.
Adesso ovviamente bramo un sacco un altro loro incontro, le cose hanno perso una piega interessante 😍
A presto,
Nao

Recensore Master
12/01/20, ore 09:54
Cap. 3:

Davvero bella l'idea della farfalla cucita all'interno delle persone, è veramente qualcosa che mi aspetterei da un serial killer. Questo collegamento involontario mi ha fatto pensare a un'anime vecchio di qualche anno, un serial killer spingeva le persone a suicidarsi per prendere poi dai loro cadaveri l'osso sfenoide che ha la forma di una farfalla. So che non centrano niente l'uno con l'altro, ma questo collegamento alla "farfalla" mette parecchia ansia anche se immotivata. Ho trovato molto interessante apprendere che la città è stata preda di questo pericoloso assassino ancora a piede libero. Ma non credo sia il suo muto rapitore quella persona, in questo momento sospetto dei suoi genitori...non sarebbe la prima volta che i serial killer sono due invece che uno.
Riguardo alla psicologia da balbuziente di Bonnie rinnovo i complimenti che ti ho fatto in privato, perchè veritiera e aderente alla realtà.
La parte sulla misteriosa bambina mi lascia dubbioso sul fatto che fosse realtà o un sogno. Era tutto molto "sfumato", ma al momento direi realtà.
Andando in bagno Bonnie ha perso un occasione, se voleva qualcosa di appuntito doveva rompere lo specchio avvolgendosi la mano nei vestiti per non ferirsi. Avrebbe fatto rumore, ma avrebbe avuto un'arma.
Su Øystein non so ancora cosa pensare, potrebbe anche essere veramente un pazzo...magari si diverte a far riempire un quaderno alle proprie vittime per leggerne i pensieri dopo averle uccise. Trovo però interessante che sappia della sua allergie alle fragole, mi vengono in mente solo tre modi su come possa saperlo: ha avuto accesso a informazione mediche, era un evento accaduto in passato e con lui presente o trattandosi di qualcosa anche ereditario c'è una persona imparentata con Bonnie con la stessa allergia.
In definitiva un capitolo interessante che ho letto con piacere.

Recensore Master
07/01/20, ore 22:54
Cap. 4:

Ciao fumoemiele!

Generalmente ti recensisco sempre verso le otto di sera, ma oggi sto letteralmente congelando e ti scrivo in simbiosi con la stufa. Cadere nel tranello di dare per vere le teorie di Bonnie sarebbe un errore tremendo, concordo. Certo, quella della ragazza è una disamina abbastanza verosimile. Sta cercando di capire se in Oystein ci sia uno schema e contemporaneamente ha deciso che il ragazzo è l’assassino delle farfalle. In questo capitolo in tal senso ha quasi convinto anche me, soprattutto nella scena inquietante della pizza con l’ananas, pardon, degli orologi. E già che ci sono, confermo. Il mio bellissimo Nokia 3330 cadde nell’acqua e continuò a funzionare, sebbene i tasti rimasero per sempre accesi, ma questa è un’altra storia (dell’orrore).
Che in Oystein ci sia un intento rituale mi pare evidente. Che l’abbia portata sul tetto ha il solo scopo di farla rinunciare a ogni velleità circa un’eventuale fuga, dato che l’ha portata letteralmente in mezzo al niente di niente.

A essere indicativa è sempre la scena dell’orologio, anche perché in diverse parti della storia si sente questo ticchettio, segno che comunque si tratta di una cosa importante. Oystein dice che temeva di non avere tempo, tiene conto del compleanno di Bonnie, la asseconda in determinate richieste. Vuole che ricordi prima di un determinato momento? Penso di sì, altrimenti non le regalerebbe un diario, che è uno strumento che invita all’autoriflessione e a tenere traccia delle giornate. Anche il dettaglio del ritratto è particolare, così come la reazione di ghignante soddisfazione di Oystein nell’osservarlo. Non ho ancora nessun tipo di teoria su questa storia anche perché se doveva capitare qualcosa a Bonnie sarebbe stato perfetto che succedesse la sera del suo compleanno, no?

Le introspezioni sul tempo sono splendide. È proprio quella la cosa peggiore – non avere idea di quanto tempo passa e non sapere come calcolarlo. Aliena totalmente dalla realtà e questa storia in cui i personaggi comunicano in maniera mozza (lei balbetta e lui scrive e basta) è alienante, splendidamente alienante. Ora che ci penso, la comunicazione così difficile tra loro potrebbe essere anch’essa un indizio? Bravissima come sempre :*, quanto mi “intrippano” le tue storie ^^
Un abbraccio,
Shilyss

Recensore Master
07/01/20, ore 21:13
Cap. 4:

Eccomi qui!
Un capitolo in cui sono riuscito a percepire il declino della sanità mentale dalla protagonista, mi è piaciuto un sacco.
Sarà che di recente mi sono rivisto Joker, ma sono in vena di personaggi che si lasciano andare lentamente, influenzati dalle disgrazie a loro capitate.
Il primo pezzo del capitolo è stato abbastanza divertente, a causa dell'ironica situazione derivata dal fatto che Bonnie si lamenta dello scrivere su un diario...scrivendolo sul suddetto diario.
Il resto dell'aggiornamento, invece, è stata una repentina caduta verso la follia, con la ragazza che cerca in tutti i modi di aggrapparsi agli ultimi brandelli di una speranza che si fa via via più lontana, per poi scomparire definitamente nelle ultime parole.
Il tutto mentre cerca di comprendere cosa spinge il suo assalitore a fare ciò che fa, immaginando teorie abbastanza sensate e perfettamente inerenti con il profilo di un serial killer. Ma saranno ipotesi fondate? Sinceramente, l'idea che il killer scelga le proprie vittime basandosi su persone che lo hanno ferito e che avevano le stesse caratteristiche potrebbe sembrare banale, ma il 90% degli assassini seriali realmente esistiti si basa proprio su questo tropo.
Mi ha sorpreso che abbia deciso di farle respirare l'aria aperta, è stata una mossa molto rischiosa. Ma suppongo che l'arroganza e l'egocentrismo siano un po' i tratti distintivi di tutti i serial killer, ragione per cui vengono quasi sempre catturati. Non possono fare a meno di giocare con la propria preda, di mostrare il proprio controllo.
Perchè in fondo i serial killer sono questi, dei predatori travestiti da pecore, ed è ciò che li rende spaventosi.
Ho grandi aspettative per il prossimo cap, mi sa che il crollo emotivo di Bonnie avrà delle conseguenze notevoli per la trama...

Recensore Veterano
07/01/20, ore 00:46
Cap. 1:

Ciao cara!
Eccomi qui finalmente a leggere questa tua nuova long. Devo ammettere che in queste settimane, tra post in giro su facebook che tuoi racconti in privato, avevo tanta curiosità e desiderio di gustarmela, quindi ho preso la palla al balzo per gustarmela.
Nella prima parte di questo capitolo ci presenti Bonnie, una ragazza di diciannove anni, che vive in un paese del nord e che ama disegnare, tanto da voler diventare un’artista. A prima vista può sembrare come tutte le sue coetanee, ma dentro di lei è inquietata, tanto da sentirsi proprio ‘incompleta’. Ovviamente cerca di nascondere questo suo lato, infatti cerca di utilizzare colori sempre più vividi nei suoi disegni in modo da non insospettire nessuno. Questa infatti è una costante di molte persone che vivono un disagio, soprattutto con se stessi: assumono delle maschere che facciano sembrare agli altri che nulla vada in loro, che la loro vita è tranquillissima e che non vi sia nessun problema da affrontare.
Tutto questo fino a un pomeriggio di dicembre quando, mentre sta disegnando il paesaggio in una zona isolata, percepisce un’ombra che la sta osservando. Piano piano, quest’ombra si avvicina sempre di più, fino a quando non si rende conto che si tratta di un uomo.
Mentre di solito uomini del genere vengono descritti come esseri immondi per il loro aspetto esteriore, mi colpisce che utilizzi persino l’aggettivo ‘perfetto’ per descriverlo. Infatti sembra che Bonnie sia ‘affascinata’ da lui, proprio perché sembra come aprirle un cassetto chiuso a chiave nella sua memoria.
Cerca persino di avere una conversazione con lui, ma questo non risponde a nessuna delle sue domande. Ovviamente questo è un elemento che fa crescere maggiormente il pathos della scena, mettendo il lettore quasi sull’avviso che presto accadrà qualcosa.
Infatti, dopo che la ragazza si congeda da lui e si avvia per raggiungere la sua auto, l’uomo la colpisce violentemente alla testa, tanto da farle perdere i sensi.
Quando si risveglia, si ritrova in una stanza al quanto sporca e messa male, che non promette nulla di buono. Non voglio nemmeno provare a immaginare il terrore che si può trovare in una situazione simile, dove non sai dove ti trovi, non hai modo di scappare e non puoi chiamare aiuto.
Quando l’uomo la raggiunge, lei inizia a chiedergli perché si trova lì e, soprattutto, perché non le risponde. Rimane molto colpita quando lui prende il suo album da disegno e le scrive che lei sa già perché si trova lì e come mai fa finta di nulla. Ovviamente lei non può far a meno di chiedersi perché stia scrivendo invece di dirle quelle cose a voce, questo fino a quando lui non scrive “Sono muto, Bonnie.”
Devo ammettere che le frasi finali “La risposta le fa paura. Ha il sentore di lingue asportate, corpi mutilati e cicatrici” evocano delle immagini macabre e drammatiche, che ci fanno presagire che la storia avrà degli sviluppi piuttosto forti.
Ovviamente alla fine di questa lettura la mia mente ha partorito un’infinità di domande: come mai Bonnie balbetta? Che cosa le è successo? A qualcosa a che fare con la cicatrice che ha sulla schiena? Come mai quell’uomo la rapita? Come fa a sapere il suo nome? Può essere stato lui a procurarle la cicatrice? Perché i suoi genitori sembrano così evasivi nel rispondere alle domande di Bonnie?
Quindi puoi benissimo capire il mio desiderio di andare avanti con la lettura di questa storia per trovare risposte.
Quindi posso dirti che hai scritto un primo capitolo favoloso, capace di incuriosire il lettore e farlo desiderare di continuare a leggere questa long e per questo non posso non farti i miei complimenti.
Come sempre, sei riuscita a creare un personaggio femminile che mi a conquistata dalle prime righe e che desidero conoscere meglio e scoprire l’immenso mondo che ha dentro di sé.
Ovviamente ho amato tutte le citazioni a pietre miliari del genere horror che hai inserito nella storia, come quella a Bill ‘Tartaglia’ o l’omaggio al mio amatissimo ‘Il silenzio degli innocenti’.
Spero di tornare prestissimo qui perché questa storia merita davvero tanto e, sono certa, che alla fina non ne rimarrò delusa perché ormai so che, se qualcosa scritto da te, ho la garanzia che sarà qualcosa di imperdibile.
Alla prossima mia cara,
Jodie

Recensore Master
06/01/20, ore 21:06
Cap. 4:

Ciao, cara!
Mi piace moltissimo questo capitolo. La prima parte Bonnie scrive sul diario, anche se a lei non piace scriverlo, ma forse mettere nero su bianco i suoi pensieri, non è del tutto sbagliato. Io penso che quel diario andando avanti ho la sensazione che possa diventare qualcosa di importante.
Bonnie preferisce disegnare che scrivere, ma penso che neanche il disegno possa aiutare la ragazza che ora si trova prigioniera in quel luogo e non riesce a capire cosa abbia in mente Øystein (Io continuo a pensare che tu non dorma la notte per decidere i nomi dei personaggi specie i villians)
La cosa che mi ha lasciato perplessa è sapere tutte le cose che Øystein sa di Bonnie oltre la sua allergia alle fragole conosce anche il suo compleanno quindi le fa una specie di regalo chiedendole cosa vuole e Bonnie giustamente le chiede un pò d'aria, mentre lui pensava che chiedesse un gioco o un nuovo album per disegnare.

C-che diavolo d-dovrei farci con u-un g-gioco? M-mi metto a-a giocare a s-scacchi da s-sola? No. V-voglio uscire...In effetti ha ragione è sola cosa ci fa con un gioco non può di certo giocare in solitaria, già stare rinchiusa è una tristezza, pensa stare da sola a giocare.
Sono cinque giorni che è prigioniera e per lei sembra passata di meno.
Io non so se festeggiare il compleanno con il proprio rapitore non è il massimo, ma mi ha colpito anche la conversazione tra i due quando lei chiede al rapitore perché è ossessionato dal tempo e la sua risposta mi ha lasciata perplessa oltre che mi ha fatto rabbrividire.
Sono d'accordo con Bonnie quello non è un compleanno, ma un incubo.
Ti faccio tantissimi complimenti e sono davvero curiosa di sapere come andrai avanti.

Recensore Master
06/01/20, ore 20:15
Cap. 4:

La pizza con l'ananas è un crimine culinario meriterebbe lui di essere torturato a morteee.
Chiusa sta parentesi il capitolo l'ho trovato stupendo. Sta povera disgraziata sta iniziando a perdere contatto con la realta sia a livello mentale che fisico visto come la nutre e le lunghe ore senza poter fare davvero qualcosa. Che stia sviluppando anche un'po di Stoccolma? Può darsi chissà. Sappi che il regalo che le hai fatto è bello e inquietante perché, in questo modo, sa che non può fuggire per davvero.
Ciaoo alla prossima e continua così

Recensore Master
05/01/20, ore 22:38
Cap. 3:

Ciao cara! ♥
Eccomi qui ancora per l'ABC del Giardino e lo so, cerco sempre di prenotarti, ma questa storia è davvero coinvolgente, e quindi non vedevo l'ora di proseguire la lettura. Siamo al terzo capitolo ed è stato davvero interessante, perché hai dato tanti piccoli indizi, che hanno permesso a noi lettori di avvicinarci alla verità oltre a farci formulare altre domande.  
Ci sono un sacco di cose strane che hanno alimentato i miei dubbi, per esempio il fatto che l'assassino fosse a conoscenza dell'allergia alle fragole di Bonnie, insomma. Penso che se uno sa una cosa così personale ci deve esserci una conoscenza non superficiale dietro (?). E poi questa storia dell'assassino delle farfalle mi ha fatto davvero restare di stucco, nel senso, che è tutto troppo strano, e il fatto che Oystein (non trovo la O dimezzata sulla tastiera, non farci caso e non so manco dove trovi la voglia di andare a cercare nomi così particolari, ma ADORO) sia più concentrato a farle ricordare qualcosa del passato piuttosto che ammazzarla come un qualsiasi serial killer mi rende ancora più confusa. 
Nel senso, che sicuramente c'è qualcosa dietro, che spinge Oystein a comportarsi in questo modo. Ma cosa? Bella domanda Francesca, tu sei veramente brava a farmi fare dei trip mentali, che in confronto le canne non mi fanno niente. Tornando seria, la storia del serial killer, soprannominato l'assassino delle farfalle mi ha fatto venire i brividi, ciò mi porta a pensare che probabilmente Bonnie è stata una delle vittime di questo assassino, ma Oystein, in tutto ciò che cosa c'entra? Probabilmente è diventato muto con qualcosa che è accaduto in passato con Bonnie, ma non ho la minima idea di che cosa immaginare. 
Forse Oystein e Bonnie sono stati entrambi vittime di questo serial killer, oppure è Oystein stesso ad essere questo assassino, ma se fosse davvero così, perché non l'ha ancora uccisa? 
Come pensa Bonnie alla fine potrebbe tranquillamente essere un modo sadico dell'assassino per manipolarla e farle credere che alla fine sarà salva da questa situazione, ma io sinceramente non credo, conoscendoti come autrice è molto probabile però che Bonnie finisca a morire malissimo. Anche se spero di no, e non so che cosa pensare, ho solamente tanta paura di vedere che cosa succederà nei prossimi capitoli. Come al solito ho apprezzato anche questo capitolo, sei un'autrice che amo e lo sai, è inutile farti sempre gli stessi complimenti, e già che ci sono ti dico anche che durante la lettura non ho trovato una virgola fuori posto, quindi non preoccuparti e goditi tutte le belle recensioni che ricevi, perché te le meriti. Ti lascio una recensione positiva come al solito, complimenti e alla prossima!

Shakana

Recensore Master
05/01/20, ore 20:50
Cap. 4:

Ciao!

So di non essere originale facendo questo commento ma ehm, la pizza all'ananas? Øystein è veramente uno psicopatico di altissimo livello per servire una simile schifezza alla sua vittima nel giorno del suo compleanno. Se il diario, nelle sue intenzioni, doveva avere l'effetto di non farla impazzire, ora con questa mossa ha annullato completamente l'efficacia del suo gesto. Altro che l'orologio che le regala alla fine! La tortura psicologica comunque si conferma di alto livello visto che non si riesce ancora minimamente a capire che cosa il rapitore cerchi da Bonnie; se è veramente il killer e sta aspettando un momento catartico per fare la sua mossa, quale sarà mai? Ammetto di essere nella nebbia più fitta, staremo a vedere.
Un saluto e a presto,
Will D.

P.S. Io non riesco proprio a vederli come coppia questi due, non so come facciano su Instagram a vederli in questo modo XD
Un saluto e a presto

Recensore Master
05/01/20, ore 15:36
Cap. 3:

E qualcosina in più la scopriamo anche noi. Devo dire che questo "presunto killer", e il presunto è d'obbligo perché non sappiamo ancora le sue reali intenzioni, quindi perché accusarlo ingiustamente?
Dicevo, Oystein risulta quasi garbato e gentile, il suo atteggiamento contrasta tantissimo con il rapimento e la detenzione di Bonnie. Tutto però lascia supporre che lui sia proprio il tizio che il telegiornale identifica come "l'assassino delle farfalle".
L'aspetto delle vittime e i tratti in comune non sembrano lasciare adito a dubbi, e devo dire che dopo i primi e comprensibili scleri anche Bonnie si sta pian piano adattando ad una realtà difficile da accettare, ma con la quale deve convivere se vuole sopravvivere.
Tra i suoi momenti di lucidità e quelli un po' offuscati dal dolore fisico e dalla stanchezza, ci addentriamo anche noi nel suo viaggio mentale fatto quasi tra sogno e realtà. Imprigionata in quella sua gabbia ovattata e lontana dal mondo esterno sembra difficile anche per il lettore capire cosa sia vero e cosa una proiezione del subconscio di Bonnie. L'apparizione di questa misteriosa ragazzina ad esempio, è una casualità oppure anche lei è tenuta prigioniera in quella casa? Fa parte della vita di Oystein o ne è vittima?
Neppure lei spiccica una parola...e lascia sia noi che la tua protagonista con mille dubbi. Intanto però la ragazza gira per casa, bendata sì, però a modo di guardarsi intorno e valutare possibili sistemi per liberarsi da quel misterioso carceriere. Che tra l'altro le offre un diario? Per buttar giù pensieri e ricordi forse...
È sì, perché Bonnie deve ricordare, lui vuole che lei ricordi...ma cosa in particolare non è dato sapere. Si starà avvicinando a parte della verità con le sue supposizioni? Difficile capirlo... perché tu da abile narratrice ci lasci dei piccoli indizi che noi dobbiamo sapientemente seguire. Non resta che vivere insieme a Bonnie questa sua detenzione forzata, e sperare che il suo futuro non sia così oscuro come lei lo immagina. Ci risentiamo al prossimo capitolo, in abbraccio.

Recensore Master
05/01/20, ore 11:12
Cap. 4:

Ciao cara e buon 2020!
Mi è piaciuto tanto questo capitolo e mi dichiaro colpevole perché io sono tra quelli che shippa Bonnie e Øystein (finirà malissimo, lo so, ma è più forte di me). Il senso di ssmarrimento di lei e il suo credere di star impazzendo è davvero ben descritto, e mi piace ciò che ha scritto nel suo diario, il fatto che abbia disegnato un ritratto di Øystein. Lo scorrere del tempo, scandito dal ticchettio delle lancette (a proposito, che fastidio! E' un rumore che non sopporto, non oso immaginare Bonnie come faccia) rendono tutto più insopportabile e difficile. Øystein rimane ancora un mistero grande quanto una casa, addirittura adesso pare voler fare qualcosa per celebrare il compleanno di Bonnie... davvero troppo gentile per un rapitore, cosa gli passerà per la testa? Le offre perfino la possibilità di chiedere qualcosa in cambio e ovviamente lei cerca in questa un'occasione per scappare. Hai ragione quando dici che la vera nota horror della storia è la pizza con l'ananas (io odio l'ananas a priori, quindi guarda un po'), e mi rendo conto che tutta questa situazione è molto surreale: Bonnie si ritrova con un enigmatico rapitore che preme affinché ricordi qualcosa, un rapitore a quanto pare fissato col tempo, che aveva premeditato di rapirla... il perché ancora mi sfugge, ma tutto questo mistero mi piace. Il finale è di un'adrenalina assurda, quella che sembrava come una giornata quasi "piacevole", adesso sembra starsi trasformando in un incubo.
Complimenti e in bocca al lupo per i tuoi progetti, di scrittura e personali :)

Nao