Recensioni per
Il silenzio dei dannati
di fumoemiele

Questa storia ha ottenuto 169 recensioni.
Positive : 168
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Master
19/03/20, ore 22:05
Cap. 1:

Ciaooo! Eccomi qui finalmente per l'ABC del giardino di Efp!
Prima di tutto, volevo dirti che adoro la frase che hai nella bacheca del tuo profilo autore di Efp: Ragazze Interrotte è il mio film preferito e ho avuto modo di leggere anche il libro da cui è tratto!
Dieci e lode per la scelta veramente!
Ma bando alle ciance e occupiamoci subito della tua storia!
Nonostante si tratti soltanto del primo capitolo, posso dirti che mi è piaciuta davvero tanto e mi ha messo addosso una suspence e una curiosità assurdi (infatti, non sai quanti salti di gioia ho fatto quando ho scoperto che si tratta di una storia già conclusa, che potrò seguire fine alle battute finali! xD).
Il titolo scelto si ricollega benissimo a quello che scopriamo essere la chiave di volta della trama, il dettaglio che caratterizza il nostro misterioso rapitore e, in certo senso, anche la protagonista Bonnie con la sua balbuzie. Ciò mi porta a pensare che magari ci sia un segreto nascosto dietro questo mutismo, un segreto che potrebbe ricollegarsi anche al rapimento di Bonnie, non certo avvenuto casualmente, come scopriamo grazie alle battute finali.
Ti faccio i complimenti anche per la copertina che hai scelto! È veramente bellissima e molto d’impatto, mi ha ricordato un po' certi poster di American Horror Story e ti dico che, se mi fosse capitata davanti in una qualsiasi libreria della città, mi sarebbe saltata all’occhio immediatamente! Credo sia un tratto basilare per una storia xD
Per quanto riguarda i protagonisti, almeno per quello che ho avuto modo di leggere in questo primo capitolo di introduzione, posso dire che mi hanno colpito assolutamente in positivo. Li ho trovati molto particolari, soprattutto Bonnie!
Hai saputo trasmettere benissimo come questa ragazza sia un’anima inquieta, non per qualche tragedia che ha stravolto la sua esistenza, ma semplicemente perché questa sorta di malinconia, di disagio, le scorre nel sangue e fa parte di lei, da sempre. La sua è una buona famiglia, i suoi amici sono cari e gentili, probabilmente vive in una casa benestante e in una cittadina tranquilla, eppure sente il bisogno di staccarsi da tutto il resto, dal troppo rumore che la circonda, per prendere ciò che ha intorno (questo paesaggio freddo ed innevato, che un po' mi ha ricordato le ambientazioni dei gialli scandinavi che tanto amo!) e riscriverlo a tinte forti, le stesse tinte che probabilmente sente dentro di sé.
Non è facile riuscire a riprodurre su carta un’introspezione del genere, ma tu ci sei riuscita davvero bene, attraverso uno stile scorrevole, ma soprattutto tagliente, che arriva diritto al punto e delinea nel migliore dei modi le immagini che vuoi trasmettere.
Per quanto riguarda il nostro psicopatico, invece, posso dire che la sua descrizione mi ha altrettanto incuriosita, ma ancora non sono riuscita a farmi un’idea precisa di lui, ecco. La sua freddezza, rafforzata da questo silenzio che lo avvolge, contrasta un po' con il suo modo di esprimersi, piuttosto pacato alla fine, attraverso le parole sul foglio. Non ho ben capito le sue intenzioni e soprattutto non ho capito ancora se parliamo di un sadico bastardo che cercherà di fare a fettine Bonnie o magari il suo gesto nasconde qualcosa di più!
Ok, come avrai capito, io non vedo l’ora di continuare questa storia! Spero davvero di trovarti in qualche altro scambio!
A presto, un abbraccio virtuale, Violet!

Recensore Master
19/03/20, ore 15:08
Cap. 4:

Ciao ^^
Piano piano stiamo scoprendo nuove informazioni su Oystein, come il fatto che è fissato con il tempo e ha pessimi gusti in fatto di pizza - anche se probabilmente l'ha fatto a posta di prendere la pizza con l'ananas ^^"
Leggere questo capitolo adesso mi ha fatto un po' strano, vista la situazione che stiamo vivendo e che, per certi versi, è simile a quella di Bonnie. Anche lei vuole uscire all'aria aperta e vedere il mondo esterno, ma quando lo ha chiesto come regalo e lui ha accettato, mi aspettavo che si sarebbe stata la "fregatura". E infatti lui la porta sul tetto - così non può nemmeno provare a correre via - e le fa notare che è da sola con lui in mezzo al niente.
I pensieri di Bonnie mi sono piaciuti molto, il modo in cui senta la mancanza anche di ciò che prima, quando era libera, le dava fastidio e il suo tentativo di ottenere la salvezza da un Dio che, tanto per cambiare, la ignora.
Quello che dice Bonnie riguardo al divertimento nel risolvere i misteri in tv è una cosa che penso spesso anch'io, di solito quando insulto i personaggi dei film horror: finché sei al sicuro a osservare gli altri è facile capire quale sia la cosa intelligente da fare, ma quando lo si vive in prima persona è tutto un altro discorso.
E ora più che mai Bonnie dovrà cercare di mantenere la calma e risolvere l'enigma che è Oystein per riuscire a fuggire. Io faccio il tifo per lei e spero che se la cavi.
Se ti può interessare, non ho ancora iniziato a shippare Bonnie e Oystein, però chissà che non mi convincerai nei prossimi capitoli XD
A presto!
Baci, pampa

Recensore Master
17/03/20, ore 20:36
Cap. 5:

Ciao!
Sempre più lentamente di quanto vorrei, piano piano proseguo nella lettura.
Come ormai ti ho già ripetuto tante volte, mi piace moltissimo come stai gestendo la trama, e devo dire che questa svolta, per me arrivata del tutto inaspettata, mi è piaciuta ancora di più: chissà perché, mi ero convinta che tutta la storia si sarebbe svolta solo nella casa dello psicopatico (un po' alla "Bunker Diary", non so se lo hai letto: le tematiche sono abbastanza diverse, ma per certi versi la tua storia me lo ha ricordato - e si tratta di un libro che a me è piaciuto molto, quindi per me è un complimento XD), e invece questo cambio di ambientazione e di tempo dà un bello scossone al tutto.
Devo dire che la cosa che mi ha scossa di più non è stato tanto lo scoprire che il mutismo dello psicopatico fosse dovuto all'assenza della lingua (sebbene non possa fare a meno di chiedermi come gliel'abbiano strappata, e se questo abbia a che fare con ciò che Bonnie dovrebbe ricordare prima che sia tardi), ma il fatto che per tutto questo tempo si sia preso gioco di lei, facendole credere che fossero passati solo pochi giorni, drogandola e , soprattutto, abusando di lei. Non so, forse sono stata sciocca, perché ovviamente che non si potesse considerare "gentile" una persona che rapisce una ragazza è ovvio, ma mi ero crogiolata in un falso senso di sicurezza, pensando che, almeno per il momento, in lui non fosse ancora scattato quell'interruttore che avrebbe messo davvero in pericolo Bonnie, e invece no, ero completamente fuori strada, perché l'orrore era già cominciato.
Lei ora mi fa davvero tanta tenerezza: elaborare quanto le è accaduto dev'essere durissima, e credo tu abbia reso molto bene la sua instabilità, ora.
Mi preoccupa molto questo suo ritorno al lago, ma sono anche curiosissima, perché oltre a tutte le domande che mi rigiravo in testa dagli scorsi capitoli hai saputo fornirmene di nuove, aumentando ancor di più la curiosità di continuare a leggerti.
Brava davvero!

Recensore Master
16/03/20, ore 16:27
Cap. 4:

Tesoro!
E torno finalmente da te ** La storia inizia davvero a farsi intricata e sempre più misteriosa, specie per quanto concerne Oystein e la sua personalità. Non mi sembra comunque ambiguo o incoerente, fa esattamente quello che vuole e lo fa con una tranquillità che mette i brividi. Lui e Bonnie sono il caos e la calma, qualcosa che insieme crea quel senso di angoscia e paura che tu e pochi altri riuscite a descrivere.
Anche lo scritto nel diario, quel breve frammento, è la descrizione perfetta di una mente che scrive di getto ogni cosa che le passa per la testa; uno sfogo emotivo e emozionale di cui Bonnie ha bisogno, anche se lei dice di no. In più la sua mente è in lenta caduta verso l'oblio, convinta che lui sia l'assassino delle farfalle, ma è davvero così? È vero che da quello che dice Bonnie l'assassino è schematico, uccide ragazze con determinato aspetto e Oystein ha appunto dimostrato di seguire degli schemi, di ricercare l'equilibrio, come per gli orologi. Tutti perfettamente sincronizzati. Una scena raccapricciante, che ha smosso in me non poche domande, ricollegata poi a quella frase che lui le dice, sul fatto che lui era ossessionato dal tempo, prima di trovare lei.
E tutte le premure, anche se poche, che le dedica mi fa pensare che il loro in passato fosse un legame forte che Bonnie in qualche modo ha dimenticato per via di un trauma o di qualcosa che è successo (da qui la balbuzie di cui cerca ancora i motivi); me lo fa pensare il fatto che sappia del compleanno (anche se avrebbe potuto leggerlo in un documento), e appunto la morbosità che dedica al tempo. Al fatto che le fa dei doni, ma questi hanno sempre dentro qualcosa che lei odia (tipo l'ananas, o le fragole di cui è allergica), come se volesse sempre imporre il proprio controllo su di lei.
Insomma, chiudi poi il capitolo con una consapevolezza: che Bonnie anche se fuggisse da lì non avrebbe dove andare. Persino urlare è inutile. La morte della natura li circonda e, la salvezza, pare non esistere.
Che capitolo intenso e adrenalinico! Davvero, l'ho amato e non vedo l'ora di scoprire di più su Oystein e sul legame tra lui e Bonnie perché sì, ci deve essere un legame, per forza!
Complimenti come sempre, tesoro ** Alla prossima!
Miry

Recensore Master
15/03/20, ore 18:06
Cap. 5:

Ciao cara!
Eccomi qua per lo scambio :3
Beh, direi un colpo di scena niente male, quello del mutismo causa rimozione della lingua! Sinceramente devo dirti che ci avevo pensato, ma come ho detto sotto un post di "indovina l'autore" nel giardino, sono una vera pippa nei giochi di deduzione, quindi non ho ipotizzato nulla e mi sono limitata a leggere il nuovo capitolo u.u
Comunque, sarà, ma io adoro la premura (malata, ok, ma sempre premura) di Øystein nei confronti di Bonnie. Capisco la nausea, l'orrore, il senso di panico di lei, sia chiaro, però poteva andarle peggio no?
Poteva capitarle uno che le tagliasse il corpo a pezzi, un pezzettino dopo l'altro.
Per quanto mi riguarda, i loro pochi contatti sono permeati da un sottile erotismo che rende il tutto molto più intenso e bello.
Mi sono sentita abbandonata, come Bonnie, da Øystein che l'ha lasciata in ospedale, anche se questo denota il profondo amore che il ragazzo nutre per Bonnie, pazzo o meno.
La Sindrome di Stoccolma è un qualcosa di fetente, che ti fa sentire sporco e sbagliato, che ti fa amare, mancare, desiderare chi, alla resa dei conti, non ha fatto altro che farti male. Tu l'hai resa molto bene, delineando quel senso di incompletezza, di tristezza, di rottura interna che è l'essere separati (e non salvati) dal proprio aguzzino.
Questo capitolo mi è piaciuto davvero tanto, soprattutto nell'ultima parte, quella in cui Bonnie è persa, estranea a tutti coloro che un tempo erano i suoi familiari, i suoi amici, le persone che facevano parte della sua vita.
Davvero molto interessante la tua capacità di descrivere il malessere e il senso di estraneità di Bonnie rispetto al mondo.
Ci sentiamo presto mia cara, perchè questa storia mi piace davvero davvero tanto!
Lagertha

Recensore Master
15/03/20, ore 12:31
Cap. 7:

Ciao! La tua storia mi coinvolge sempre di più... Io personalmente penso che al posto di Bonnie non sarei riuscita a guardare i filmati e penso anche che avrei vomitato, al contrario suo. Ma credo che il fatto che Bonnie non provi dispiacere per quelle ragazze, sia in linea con il resto della storia che fino a qui ci hai raccontato. Oystein senza dubbio ha commesso dei crimini atroci, ha ucciso le sue vittime con atroci sofferenze o forse no, perché sinceramente proprio come Bonnie, non so se hanno provato dolore mentre veniva private dei loro organi; ma una cosa é certa, é l’unico che le ha detto la verità. Al contrario dei suoi genitori e non so cosa sia peggio. In tutta questa storia tutti hanno i loro peccati, i loro atroci segreti e scheletri nell’armadio. Nessuno é innocente.
“Si sente un controsenso, uno scarabocchio disordinato, eppure lì, in quella casa sperduta in mezzo al nulla, Bonnie si sente al suo posto.” Questo passaggio é in più significativo di tutti. Penso che ancora una volta con una semplice frase sei riuscita a racchiudere Bonnie, la storia raccontata fino ad ora. Si capisce perfettamente che preferisce rimanere con lui, nonostante sappia la verità e ciò che ha fatto, pur di tornare a casa e affrontare i suoi genitori, che le hanno taciuto la verità per anni e anni. Si sente più tradita da loro, che da Oystein. “Pende dalle sue labbra che non dicono mai niente” altro passaggio fondamentale e significativo, che racchiudono la storia e la fiducia che Bonnie ripone in lui. Ha davvero perso la testa per l’uomo. É disposta perfino a rivedere altri omicidi, altri dolori inferti a quelle ragazze... Significativo anche per la rivelazione che ci fai alla fine del capitolo.
Ma ciò che mi è piaciuto di questo capitolo é che finalmente ci si inizia ad avvicinare alla verità. E a conoscere meglio Øystein cosa ha dovuto affrontare, la sofferenza che ha dovuto subire per anni. Sempre solo. Con nessuno che gli ha dato un po’ di affetto, di calore, d’amore. A partire dai suoi genitori, persi troppo presto, nella più classica delle tragedie: omicidio per tradimento con conseguenze suicidio. Viene quasi da capire come mai lui sia cresciuto così tormentato e pieno di incubi, sfociando anche lui nell’essere un assassino.
Fino alla parte finale, loro che si lasciano guidare dalla passione, si lasciano condurre in una via di non ritorno e poi... la batosta finale: “Sei mia sorella, cazzo, come puoi averlo dimenticato?" ECCO, ciò non me l’aspettavo proprio. Non avrei mai creduto che Bonnie potesse essere sua sorella. Pensavo che i due avessero condiviso parte delle loro vite insieme, che fossero legati come fratelli, ma che non lo fossero veramente, che non fossero fratelli di sangue.
Ecco, tutto ciò è ciò che amo del tuo racconto. Ci fai credere una cosa, ci fai capire che i due sono legati, ma non ci sveli subito in che modo... Fino a che tiri fuori questi colpi di scena che davvero non ti aspetti. E io rimango sempre più affascinata e colpita. Davvero, complimenti.
Scrivi benissimo e soprattutto sai come tenere incollato il lettore alle tue storie capitolo, dopo capitolo.

Recensore Master
14/03/20, ore 23:18
Cap. 4:

Ciao!
Al contrario di Bonnie, io credo che il diario sia un ottimo modo per, come dire, tenersi svagati in una situazione come quella che lei sta vivendo.
Un po' come noi, che in questa quarantena forzata (dopo cinque giorni io sono uscita oggi per un'oretta e solo per andare a fare la spesa!) ci troviamo ad avere un sacco di tempo per scrivere, leggere, recensire, dipingere e sicuramente pianificare mille e più modi per uccidere qualcuno e non essere scoperti.
Dio non esiste e Bonnie lo scoprirà presto, o almeno spero, smettendo di illudersi riguardo a una salvezza dall'alto che non arriverà mai.
Il suo aguzzino, che poi alla fine dei conti non la tratta neanche troppo male, è quello che è: un assassino, uno psicopatico, un rapitore.
Prima se ne farà una ragione, prima accetterà quelle piccole attenzioni che lui le riserva, beh, prima la situazione migliorerà.
Mi piace molto come dipingi la situazione, come rendi bene il sentirsi spezzata di Bonnie. Mi è piaciuto un sacco il pezzo iniziale, l'estratto del diario, soprattutto quando parla del ritratto che gli ha fatto (in particolare questa frase: "Ricordo i suoi tratti a memoria eppure non li ricordo affatto.").
Mi piace la frammentazione del testo che rispecchia i protagonisti e adoro il loro modo di interagire.
Penso tu sia molto brava a descrivere come Bonnie si sente, soprattutto rispetto alla totale mancanza di qualsivoglia emozione del suo psicopatico (che mi sta entrando, nonostante tutto, nel cuore).
La tua storia è stata una vera, piacevolissima sorpresa ed è un piacere poter tornare qui, non appena posso.
A presto cara,
Un bacio, Lagertha

Recensore Master
14/03/20, ore 11:31
Cap. 4:

E' difficile trovare qualcosa che non vada in questa storia, devo essere sincera. Leggo del tuo invito a trovare refusi, ma non ne vedo. E soprattutto, la trovo davvero ben scritta, intrigante, mi cattura. Se questo fosse un libro, lo comprerei, per intenderci.

Hai un talento per creare queste atmosfere cupe e soffocanti, per far sentire il rimbombo dei pensieri che sfociano nella paranoia, per far crescere il desiderio di conoscere di più, leggere di più, sapere di più.

Non serve che io ti commenti pezzo per pezzo, perché fare la parafrasi della tua storia è inutile... credo sia meglio dirti le sensazioni che mi ha lasciato. Mi sento chiusa anche io in quella stanza, mi fa sentire claustrofobica e paranoica. L'alternanza dei pensieri di Bonnie con le sue difficoltà nel parlare mi incantano, perché è una persona tutta in potenza: il suo mondo è dentro, non fuori, perché non lo può esprimere. E il suo essere rinchiusa così non fa che inscatolarla ulteriormente. E' prigioniera di se stessa e adesso anche di qualcuno che la sta tormentando. Una sorta di "inception", per così dire. Ed è forse per questo che trova il coraggio di chiedere a Øystein quello che le passa per la testa. Perché in quel mondo fatto di silenzi, è l'unica a poterlo rompere. In un certo senso (malato, perdonami per quello che sto dicendo), questa esperienza per quanto terribile la costringe a forzare i suoi stessi limiti e a crescere.

La cosa che in assoluto mi ha fatto più impressione di tutto il capitolo è il terrore che le da il vuoto. Il fatto di essere minuscola nel nulla, di non vedere altro che alberi e valli e spazio intorno a sé. Quasi una sensazione di agorafobia, dopo quella di claustrofobia che l'ha invasa per tutti i giorni precedenti. Ti sembrerà strano, ma è un tipo di sensazione che conosco, in parte. Ho lavorato molto sulle navi (sono geologa marina) e ho passato tanto tempo in mezzo al mare senza vedere altro che acqua. La sensazione che io ne ricavo è stranamente rassicurante, perchè mi sento un puntino sospeso nel nulla, con sotto centinaia di metri di mare e migliaia di km di cielo sopra. Mi da la misura della mia dimensione infinitesimale, e non mi dispiace sentirmi piccola e passeggera. Ma all'inizio c'è una sorta di agorafobia, che in seguito ai corridoi claustrofobici delle navi è abbastanza normale. Quindi Bonnie la capisco, in parte. Sei stata davvero molto brava a definire queste emozioni!

P.S. menzione d'onore per la conclusione: un momento che poteva essere bello, di respiro, che invece le uccide le speranze. Sei bravissima!

Recensore Master
13/03/20, ore 18:13
Cap. 11:

Eccomi qui!
è sempre triste quando si conclude una storia, specialmente una bella come questa, che mi ha accompagnato nell'ultimo mese come una serie tv horror settimanale.
Ho amato tutto di questa fic. Ho amato il personaggi, ho amato la protagonista e il suo sviluppo caratteriale, ho amato il villain, ho amato la trama, il finale scioccante e agrodolce, e i moltissimi ( e stupendi ) colpi di scena.
Per non parlare del modo con cui è stata scritta, ma ormai lo sai che io adoro la tua prosa e l'impegno che ci metti nella resa grafiche delle scene horror, di cui sei un'indiscussa maestra.
Questo epilogo, ironicamente, funge anche da prequel del primo capitolo, completando un cerchio di sangue e morte che, a tratti, sembrava quasi una fiaba stile fratelli Grimm.
Penso che tra le tue originali questa sia diventata la mia preferita, e non vedo l'ora di vedere cos'altro tirerai fuori dal cappello.
Grazie per la bellissima esperienza, e alla prossima!

Recensore Veterano
13/03/20, ore 14:31
Cap. 6:

Ciao, cara ♥
Sto cercando di recuperare questa storia il più velocemente possibile perché inutile dire che sono anche attratta dal tuo ultimo lavoro -ma per una volta voglio assolutamente finire ciò che ho iniziato anche perché finalmente il tutto si sta facendo sempre più entusiasmante (e ancora non vedo l'ora del caro, vecchio gore a cui mi hai abituata *-* ) 
Anche questo è un capitolo assolutamente magnifico, dove finalmente qualche nodo comincia a venire al pettine, ma andiamo con ordine. 
Bonnie sta affrontando un situazione assolutamente terribile e la sua psiche ne è ormai gravemente compromessa. La cosa peggiore è che il suo è, in qualche modo, un trauma ancora più pesante perché velato di bugie, di segreti forse atti a doverla proteggere, ma pur sempre menzogne. La frase Øystein non l'ha liberata. Per come la vede lei, l'ha solo messa in punizione, le ha aperto gli occhi e fatto capire che tentare di opporsi ai ricordi è inutile, una volta aperto anche solo un po' il vaso colmo di orrori non è più possibile rimettergli il coperchio credo riassuma un po' il tutto: Bonnie, adesso, ha bisogno di Øystein ed è una cosa terrificante, che ormai il suo unico barlume di speranza sia un assassino seriale, il suo aguzzino, l'uomo che ha abusato di lei. Il mondo di Bonnie è ormai contorto, il suo contatto con la realtà precario semplicemente perché quella in cui è rinchiusa non è la realtà, ma una bolla illusionaria dov'è cresciuta per quasi tutta la vita. Una bolla da cui solamente Øystein si è "premurato" di liberarla. Al tempo stesso, il cercarlo di sua spontanea volontà, il pensiero di poter avere questa volta il coltello dalla parte del manico (ma sarà così?) convince Bonnie di non dover più essere la vittima di un rapimento. Effettivamente, faccio una previsione che, difatti, Bonnie non sarà più vittima ma carnefice di qualcuno che le ha tenuto nascosto troppi segreti: credo che Øystein abbia avuto ciò che desiderava, una sorta di fiducia da parte sua nonostante i modi ignobili (ma d'altronde ehi, stiamo pur sempre parlando di un assassino che si diletta sui cadaveri delle sue vittime!)
Avevo sospettato che Bonnie fosse stata adottata, visto il completo blackout sulla propria infanzia. Ma ancora molti quesiti sono aperti, primo fra tutti il mistero della lingua di Øystein -vuoi vedere che, a una certa, si scopre che se l'è strappata da solo, insomma, non me ne sorprenderei, visto il tipo. Anyway, ormai è risaputo che faccio schifo a fare congetture, quindi a questo punto desidero solamente farmi sorprendere (e lo dico sempre, ma poi non posso fare a meno di arrovellarmi il cervello alla ricerca di possibili soluzioni e chiavi di lettura quando una storia mi prende dannatamente ahahah). 
Ti mando un bacio enorme, alla prossima!! 
 

Recensore Master
11/03/20, ore 07:24
Cap. 8:

Possiamo dire di aver scoperto il vero mostro, questa donna del passato ancora anonima che chiaramente dava primaria importanza alla sua apparenza, una donna che doveva aver fatto di tutto per dare un'immagine per bene alla società e che per mantenerla era disposta a coprire un assassinio.
Avendo lei tagliato la lingua al ragazzo avrà probabilmente avuto timore che questo si venisse a sapere, anche se è una possibilità che non mi convince del tutto. Credo che se la sarebbe cavata essendo lui uno psicopatico e lei una donna "onesta".
Mentre ho trovato naturali le reazioni di Bonnie alle ultime realtà, la rabbia iniziale e forse un minimo di delusione direi che è giustificata visto il piccolo dettaglio di cui ha dimenticato d'informarla. Dai suoi pensieri aver ridotto tutto a un legame di sangue mi sembra che l'abbia delusa almeno un po' anche se mi potrei sbagliare ed essere stata solo la reazione del momento.
Le scuse di lui, su varie questioni, mi sembrano abbastanza opinabili.
Mentre, finalmente, si scopre di cosa vive. Era dall'inizio della storia che mi chiedevo cosa facesse per campare una persona senza lingua. L'inserimento di questo dettaglio mi ha fatto molto piacere, perchè temevo che avresti lasciato questo buco narrativo.
Øystein però sembra sapere di aver poco tempo e mi chiedo il perchè, la polizia non è riuscito a trovarlo per anni. Quindi perchè dovrebbe riuscirci adesso? Che per Bonnie abbia commesso qualche imprudenza?
Devo dire di non riuscire proprio a immaginare come questa storia potrebbe finire. Anche adesso, Bonnie cosa dovrebbe fare della propria vita? Era davvero così brutto avere dei genitori adottivi? Lei è sicuramente un personaggio che mi lascia molto perplesso, almeno di Øystein posso dire che è pazzo e chiudere così la questione su di lui.

Recensore Master
10/03/20, ore 17:06
Cap. 11:

AAAAAAH MA DAI, CHE MAZZATA AL CUORE. 
MALEDETTA. ♥
Non mi aspettavo tutto questo angst nell'epilogo, ma è stato perfetto, davvero, scoprire che la cicatrice di Bonnie fosse stata fatta da Oystein in effetti c'era da aspettarselo dato il personaggio in questione, ma ammetto che nei capitoli passati ho creduto che quella cicatrice fosse stata fatta dalla proprietaria dell'Orfanotrofio o da qualcun'altro comunque. La cicatrice fatta da Oystein fa capire quanto lui fosse già deviato da piccolo, è stato macabro e triste allo stesso tempo, perché nonostante leggere di come una bambina di sei anni venga marchiata da un futuro psicopatico serial killer è abbastanza orribile, in realtà ho più provato un senso di malinconia, perché ho avvertito di come Bonnie lo lasci fare perché profondamente legata al fratello (cavolo, sono fratelli, è ancora inquietante persino ammetterlo). 
Sono due protagonisti con uno sviluppo psicologico assurdo, terribilmente coerenti per ciò che hanno subito, riesci a sorprendermi ogni volta e leggerti è sempre un enorme piacere per me. Quindi non posso che augurarti di pubblicare un sacco di libri, perché te lo meriteresti per il palese talento che hai, oltre ad essere un'ottima scrittrice le tue idee non sono mai piatte o banali. Alla prossima!

Shakana
(Recensione modificata il 10/03/2020 - 05:07 pm)

Recensore Master
09/03/20, ore 12:57
Cap. 11:

Ciao, cara <3
Eccoci qui all'epilogo della storia e troviamo in passato di Bonnie e Øystein.
La protagonista in quel periodo ha solo sei anni e si trova nella chiusa quella andata in fiamme a pregare perché da li a poco abbandonerà l'orfanotrofio, ma sopratutto suo fratello Øystein.
Lei è una bambina piccola e dovrebbe essere felice di lasciare quel luogo per cominciare una nuova vita, ma è come se trovasse un modo per restare e stare li da sola a pregare forse è un tentativo della bambina di ricevere una qualche risposta.
L'arrivo di Øystein che promette che sarebbe andato via anche lui da li e l'avrebbe trovata per stare insieme.
Le fa un taglio in modo che saprà riconoscerla grazie alla cicatrice. Øystein sapeva che Bonnie si sarebbe dimenticata di lui, in fondo è solo una bambina, ma non si sarebbe dato pace, finchè non l'avrebbe trovata.
Ti faccio tantissimi complimenti per questa bellissima storia.
Ho notato che hai già pubblicato altro e non vedo l'ora di leggere.
Alla prossima :)

Recensore Master
09/03/20, ore 11:15
Cap. 3:

Buongiorno cara, eccomi qui per lo scambio libero.
Dunque, da dove cominciare?
La bambina fantasma è di un inquietante pazzesco, ma al momento mi pare innocua, quindi la relegherò in un angolo (che non si offenda e mi venga a tirare i piedi nel sonno eh!) e mi dedicherò ai due che invece sono sicuramente il filo conduttore di questa storia decisamente intrigante.
Bonnie e Øystein (del quale finalmente sappiamo il nome!) si conoscono, è evidente, chiaro come il giorno e ti giuro che anche io sono snervata dal non ricordare di Bonnie (sì, sono decisamente più empatica nei confronti di Øystein che verso Bonnie) e ho esultato soddisfatta quando Bonnie ha capito che sia l'inquietante e problematico tipo che l'ha rapita.
Assassino delle farfalle: intanto, la mia mente è corsa a Il silenzio degli innocenti. In realtà mi piace molto questo nome e la caratterizzazione che fai di Øystein, il suo essere muto, bello e affascinante, tanto quanto è crudele e spietato, anche se è evidente quanto non lo sia con Bonnie (voglio dire, le porta un cuscino e una coperta e del cibo - a cui è allergica ma su, è il pensiero che conta - e dell'acqua: in una situazione simile è difficile ottenere di più). Adoro come, lentamente, con timore, come due bestie che si incontrano per la prima volta e si annusano, Bonnie inizi ad avvicinarsi a Øystein (che invece, è evidente, cerca un contatto).
Molto interessante anche il diario come mezzo per mantenere la sanità mentale (cosa che manca sia all'uno che all'altra, per quanto mi riguarda, perchè ho l'impressione che Bonnie tutta tutta non ci sia, ecco).
Voglio proprio vedere come si svilupperà il rapporto e anche se ogni volta mi dico "Basta!" ormai la ship è partita quindi aspetterò di vedere come finirà tutta questa storia, anche se sospetto male.
Per lo stile, non ho nulla da dire: pulito, chiaro, senza fronzoli. Adatto a quello che racconti e gestito mostruosamente bene. Non posso che farti i complimenti.
A presto e un bacio,
Lagertha

Recensore Master
08/03/20, ore 15:34
Cap. 11:

Ah...il "non vi libererete mai di me" mi piace assai. Mi suona troppo alla Freddy Krueger e io adoro Freddy. E adoro te, perché quando finisco di leggere una tua storia mi sembra come se chiudessi i tuoi protagonisti in un angolino nascosto della mia mente, quel angolino torbido...dove tengo le cose più preziose e importanti. Quelle che sono solo mie e che mi piace tirare fuori quando sono sola. Oystein e Bonnie andranno ad arricchire la già folta schiera che da mesi ormai si è formata.
Che dire di questa storia, e di questo epilogo, che poi suona molto come un preludio in effetti, ma chiarisce comunque un punto importante e fondamentale della narrazione che spesso hai tu stessa citato.
Una storia talmente viscerale, a volte paradossale e malata da poter essere benissimo reale. Attenzione, quando uso il termine 'malata' non lo faccio in senso dispregiativo, non oserei mai. Lo faccio riferito al comportamento di Oystein, perché a quell'età le promesse sanno di innocenza, sono come una sorta di protezione che facciamo più a noi stessi che agli altri. Un rifugio che ci creiamo per sopravvivere al dolore del momento. E invece lui se le legata al dito questa promessa, caspita se l'ha fatto!
Quella che ha resettato tutto è stata lei, e forse per questo, dei due, è quella con più amarezza dentro di sé. Non solo per aver lasciato il fratello in quel postaccio, ma per essere stata a sua volta (anche se inconsapevole) colei che anche a distanza ha alimentato la sua follia ossessiva.
Adesso il sipario sulla disgraziata vita di questi due cala, non ci sono né vinti né vincitori. Tutti hanno perso qualcosa, non solo la vita. Forse l'infanzia, forse il diritto ad essere felici, forse semplicemente la verità. Fatto sta che tu ci hai raccontato una vicenda che ti rimane, rimane addosso e nella mente. Perché il silenzio di Oystein che ci ha accompagnato per dieci capitoli ha fatto più rumore di qualsiasi frase ad effetto.
Bravissima, impeccabile ed unica nel narrare le storie più originali e particolari. Non vedo l'ora di buttarmi in altri deliri letterari. A presto