Marti, finalmente lo posso dire: QUESTO E' IL GIORNO!
Devo stare calma e non fomentarmi, altrimenti questi appunti saranno un'accozzaglia di squittii elettrizzati senza senso (okay, che poi li risistemo ma è giusto per dare l'idea delle reazioni che ho avuto nel momento in cui ho letto la storia).
Procediamo con calma.
*Eli prende un respiro profondo*
La storia si apre con Walburga che tenta di mettere fuori combattimento il marito per poter uscire e dedicarsi all'amante (no, no, non sto squittendo. Non ancora, per lo meno!). Ora, a me Orion fa un po' pena perché – qualche capitolo prima – lo hai descritto come un uomo debole, completamente alla mercé della moglie.
In questo caso, non è solo un uomo che si è annullato a causa di un matrimonio infelice e di una moglie prepotente ma anche qualcuno che ha perso poco per volta la sua lucidità (cosa che era stata già accennata due capitoli prima, quando Sirius se ne va di casa.
Non parliamo di lui, perché questo non è il suo momento).
Per questo mi ha molto sorpresa il guizzo di energia che Orion ha avuto nel momento in cui ha afferrato Walburga per un polso, intimandole di fare quello che desiderava.
Lei lo segue, lo asseconda. Vuole solo che questo supplizio finisca. Vuole solo andarsene ed essere stretta da altre braccia, baciata da altre labbra, per tutto il tempo che le serve.
Però, Marti, fammelo dire: tu sei proprio infame! Io ci provo a rimanere calma e razionale ma tu mi infili queste frasi così a tradimento! Dimmi come diavolo faccio a mantenere la calma! DIMMELO!
Seconda parte.
No, no, io devo fare dei respiri profondi o impazzisco.
Okay, ci sono. Andiamo.
“Chi è stato?”
No, vabbè, qua si parte alla grande. Oh, Damien, io non so – cioè, lo so: sei un Rosier e io ho un debole per la tua famiglia – come fai ma qualunque cosa dici o fai, mi fa sciogliere come neve al sole, trasformandomi in una poltiglia estasiata.
(Forse ha anche contribuito la descrizione di lui, sdraiato a letto, che fuma. Guarda che io mi sono soffermata sul quel “corpo tonico”. Sono una che bada ai dettagli!)
“È strano sentire Damien parlare così appassionatamente, lui che non mostra mai se stesso, che non si scopre mai. Proprio come lei.”
Sì, ci ho fatto caso anch'io. Damien è uno che ha fatto dell'autocontrollo una seconda pelle.
Con l'ultimo sprazzo di lucidità – perché sto andando, sappilo – vorrei fare un attimo una riflessione seria. La tua Walburga è una donna più inflessibile: ha sempre comandato, sia i fratelli sia la famiglia che ha costruito con Orion. E' una che detta le regole, che non accetta altri pareri al di fuori del suo e che non si piega mai.
Eppure con Damien, la vedo diversa. Lui sembra riuscire a... non sottometterla, perché è assurdo associare questa parola a Walburga, ma a limitarla. Riesce in qualche modo a farsi strada in lei e porle dei paletti. Ho la sensazione che, tra i due, sia lui a comandare.
(Poi non si tratta di un vero e proprio comando. Però io vedo Walburga andargli incontro, senza rinunciare alla sua sua vera natura. Non so se ti ho fatto capire quello che intendo)
Momento serio terminato.
Comunque Damien è un figo assurdo!
“Lascia perdere, non ne vale la pena. Ti sporcheresti le mani per niente.”
“Sono già sporche, Walburga.” I suoi occhi neri lampeggiano. Sono voraci. “Sono già sporche di sangue, non lo sai?”
No, vabbè, io sto volando altissimo.
Questa è colpa di Sev, è lei che mi ha fatto scoprire il fascino del Lato Oscuro!
Prima di lasciarti, ti dico un'ultima cosa. Questa coppia mi piace tantissimo – ma davvero tanto – e secondo me ha un sacco di potenziale. Tutto questo per chiederti: scriverai mai del loro primo incontro? Di come si sono conosciuti e diventati amanti?
No, perché io sto impazzendo dalla curiosità.
Mi prendo tutta la responsabilità di averti spinta a scrivere questa seconda parte. Davvero, dai, sarebbe stato un peccato altrimenti! Loro sono una coppia che merita di essere letta e amata.
E poi vorrei sapere di più su Damien (che rapporto ha con sua moglie? E soprattutto con Evan!).
Un bacione e alla prossima,
Eli
Ps: *Eli che ha cercato di far finta per tutta la recensione di non essere quel “qualcuno” senza riuscirci* |