Recensioni per
Abelardo e Eloisa
di Rodelinda

Questa storia ha ottenuto 217 recensioni.
Positive : 213
Neutre o critiche: 4 (guarda)


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Recensore Master
16/11/11, ore 19:37

E alla fine ho divorato tutti i capitoli di fila, tanto da decidere di lasciarti un commento finale che spero possa riassumere tutto.
Dunque.
ADORO la figura di Ricci.
Leggere alcuni passaggi è stata una emozione particolare, non so probabilmente per il fatto che sia così giovane e così colto continua a ricordarmi il mio prof del ginnasio e mi fa strano leggere di un personaggio così simile ad una persona che conosco (e del quale ho stima a dieci anni dall'anno terribile che ci fece passare... era un nazista tipo Ricci :P).
Il fatto che lo adori però non significa che in alcuni momenti non l'abbia odiato.
Il suo problema fondamentale è il non sapere insegnare.
Cioè, più che non saper insegnare, credo che si sia trincerato dietro la convinzione che quasi i ragazzi non fossero degni della sua sapienza e per questo s'è fatto la nomina di Bastardo.
E non so, questo porsi su un piedistallo è stato controproducente per lui e anche per i ragazzi. Ma adesso vedo che comunque un piccolo spiraglio si è aperto, considerato che ha accettato di far recuperare il francese alla classe.
Credo che sia l'inizio di un percorso in salita ma che potrebbe portarlo a diverse soddisfazioni (cioè, in realtà ho un triste presentimento, ma cerco di ignorarlo :P).
In un certo senso, come Abelardo, è stato castrato, forse.
Non fisicamente, ma intellettualmente, credo. E anzi si è castrato da solo, come a volersi impedire di condividere le sue emozioni con chiunque, meno che con Federica.
Passando al loro rapporto, devo dire che ci vedo un pizzico di egoismo in questa sua condivisione. Nel senso: è chiaro che considera Fede una spanna sopra gli altri e quindi vuole condividere con lei tutto il suo sapere, ma più di una volta mi è sembrato che fosse vittima della sindrome di Pigmalione. Un po' come se volesse plasmarla a suo piacimento, in un desiderio egoistico di contemplazione.
Probabilmente sto solo sparando cavolate, ma queste sono le opinioni che mi sono fatta, più o meno.
Poi.
Andrea mi piace. Le sue scene erotiche con Fede (fra l'altro ben scritte ^^ e credimi, ultimamente apprezzo pochissimo le storie etero) sono il perfetto contrappunto al rapporto essenzialmente cerebrale che Fede ha con il professore.
Lei sembra alla costante ricerca della sua strada, un po' donna e un po' adolescente. Di certo questa storia la segnerà molto, sarà ben più di un lato oscuro nella sua vita, ne sono certa.
Sai, pur se da un lato aspetto di vedere se la loro relazione diventerà anche fisica, dall'altro temo quel momento. Non so spiegarti essenzialmente perché. Fra l'altro non sono nemmeno sicura che questa fisicità fra loro ci sarà e non so nemmeno se sperarlo.
Comunque, ho lasciato un delirio enorme, ma davvero, sto amando questa storia, spero di leggere presto un aggiornamento.
Aika.

Recensore Master

Sto letteralmente divorando questa storia, come ti accorgerai dal fatto che fra ieri sera ed oggi sono già al sesto capitolo. Non riesco a staccarmene, mi sta piacendo davvero tanto.
Credo - come ti ho già detto - di aver intuito un po' il parallelismo con Abelardo ed Eloisa e devo dire che, forse alla luce di questa metafora, trovo che il rapporto fra Federica e Leonardo sia già pregno di un forte erotismo. Sembra esserci quasi una tensione sessuale non indifferente fra i due, anche se per adesso la vedo come un'intesa puramente platonica.
La figura di Ricci mi affascina, decisamente. L'idea di questo intellettuale deluso dal non essere riuscito a trovare qualcuno all'altezza di amare come lui la cultura. Probabilmente, se incontrassi una persona del genere per strada direi che "se la tira" e lo etichetterei come antipatico, ma devo ammettere che all'interno della storia emana un certo fascino. Sembra che voglia dire qualcosa, fra le righe, come una sorta di metafora, ecco.
Andrea è invece la sua perfetta contrapposizione, per così dire. Lo vedo più "terreno", più "fisico" in un certo senso, più umano, ecco. E credo che mi faccia un po' di tenerezza, anche se non so esattamente il perché. Ho l'impressione che la storia fra Ricci e Federica non gli verrà mai svelata, però okay, qui potrei mai sbagliarmi (anche perché molto raramente indovino gli avvenimenti di qualcosa che leggo/vedo).
Federica mi piace pure (sì beh, questa recensione è piena di ripetizioni, lo so -.-). Il suo modo di approcciarsi a Ricci e contemporaneamente rimanere aggrappata alla sua realtà di adolescente diciassettenne-ormai-diciottenne è affascinante, quasi si trovasse in bilico fra sogno e realtà.
Ho apprezzato tantissimo il regalo e l'improvvisata che le ha fatto Ricci per il suo compleanno, l'ho trovata molto romantica come cosa.
Non ho letto le tue risposte alle recensioni altrui, altrimenti avrei finito per sentirmi *influenzata* nell'opinione che mi sto facendo della storia, quindi se magari trovi qualcosa in contrasto con quanto già magari hai detto/spiegato il motivo è questo.
Aika.

PS come mai nella serie in cui hai raggruppato le storie in alto dice che ce ne sono tre, ma quelle effettive sono due?
(Recensione modificata il 13/11/2011 - 06:53 pm)

Recensore Master
12/11/11, ore 22:02

Ho ADORATO questo primo capitolo!
Per certi versi mi ha coinvolta più di Istituto Torquato Tasso, non so esattamente per quale motivo! Sono certa che questa storia mi darà davvero tanto, già l'inizio mi attira parecchio.
Conoscendo la storia di Abelardo ed Eloisa ho più o meno una vaga idea di come andranno le cose fra Fede (un personaggio stupendo e poetico) e il professore e mi danno l'idea di un amore struggente, di un rapporto che forse li porterà a farsi del male (credo sia la mia propensione all'angst a farmi parlare XD)
Fra l'altro Ricci mi affascina tantissimo, mi ricorda la figura carismatica del mio professore del quarto ginnasio (allora ventottenne che teneva la classe nel terrore XD adesso, a dieci anni di distanza, rimpianto tantissimo!) e l'idea che forse parli il dialetto medievale non può non renderlo meraviglioso ai miei occhi ^^
Alla prossima recensione,
Aika ^^

PS non garantisco di recensire capitolo per capitolo, sto leggendo la storia sull'ebookreader, poi quando mi metto al pc vengo a recensire, ma non è detto che riesca a farlo a intervalli regolari!

Recensore Junior
23/09/11, ore 10:12

Ciao Rodelinda,
Sono incappata in questa storia cercando tra le "scelte" di EFP, e sono subito stata incuriosita dal titolo.
Abelardo e Eloisa sono una delle coppie "romantiche" della letteratura per eccellenza, però io ho sempre pensato che Abelardo fosse un po' uno stronzo. Nelle sue lettere, Eloisa, poveretta, sembra davvero innamorata, lui invece è una merdaccia fatta e finita (vabè, concediamogli qualche punto compassione per la sua triste vicenda, ehm, intima).
In effetti un po' dell'ambiguità dell'Abelardo originale la trovo anche nel personaggio corrispondente della tua storia, e questo è sicuramente interessante.
Ma veniamo alla recensione. Sinceramente io ci penso sempre non una, ma dieci (mila) volte prima di lasciare una recensione non positiva a una storia che prima non stavo seguendo, però ho letto tutti i tuoi commenti alle altrui recensioni e, visto che chiedi spesso pareri sul tuo stile, ho pensato che forse potesse interessarti sentire un'altra voce.

Innanzitutto, il tema della storia è molto interessante. La vicenda di una ragazza che cerca più stimoli intellettuali di quelli che la sua famiglia e i suoi amici possono darle, e infine trova un'inaspettata guida in un individuo apparentemente privo di calore ma pieno di cultura, che spesso mostra un lato un po' instabile ma indubbiamente umano, appassiona di per sé; il lettore è intrigato dallo svolgersi degli avvenimenti e vagamente inquietato dal personaggio di Ricci.
Molte vicende di "vita quotidiana" sono descritte con dovizia di realistici particolari e rimandano alle esperienze del liceo, in cui, credo, quasi tutti noi possiamo identificarci.
I personaggi di contorno sono quelli, a mio parere, meglio resi, proprio perchè descritti con poche parole ma efficaci.
Il tuo stile, un po' barocco ma scorrevole, immerge il lettore in questo istituto torquato tasso, dove fin dall'inizio ti sembra di conoscere un po' tutti.
L'unico appunto che ti faccio è: ma come è possibile che ogni singola persona lì abbia un soprannome? Quasi tutti sono presentati come "Tizio Caio" detto "qualcos'altro"... per un paio di personaggi va bene, dopo un po' secondo me diventa stucchevole.
Che Federica sia soprannominata "Cantastorie" inoltre è un po' improbabile ma al limite ci può stare... che però i suoi compagni si rivolgano a lei chiamandola proprio così ("hey cantastorie!") è davvero poco verosimile.

Andrea è un personaggio ben reso secondo me: unisce la simpatia all'ingenuità tipica della sua età (particolarmente azzeccata secondo me l'osservazione sulla sua partecipazione a qualsiasi manifestazione di protesta, indipendentemente dall'argomento)... insomma, penso che incarni bene il ragazzino del liceo come quello che tutti abbiamo incontrato almeno una volta.
Non comprendo però l'insistenza sull'eccezionalità del suo rapporto con Federica... l'"altro da sé" etc. Boh, a me sembra che siano due ragazzini sui 18 anni, innamorati, come ne vedi ogni giorno a scuola, sull'autobus, sulle panchine dei parchi, a cui piace la stessa musica, andare a mangiare la pizza nello stesso posto eccetera... Non si capisce perchè la loro relazione dovrebbe essere in qualche modo diversa. Anche le scene di sesso sono un po' monotone, secondo me ne basterebbe una, e via.

Passiamo al problema principale (almeno secondo me): la caratterizzazione di Federica.
Visto che questa storia è lo spin off di "Istituto Torquato Tasso" sono andata a leggere anche quella, e ti dirò, secondo me era resa meglio lì: infatti in quel caso il suo personaggio era filtrato dagli occhi di Francesco, il ragazzo "normale" che guarda con ammirazione e una punta di invidia i personaggi più conosciuti (se fossimo in un film americano diremmo popolari) della scuola, e li vede come delle creature quasi leggendarie. Ci sta quindi che la sua presunta maturità sia vista in un modo un po' idealizzato.
In "A&E" (posso abbreviare così?) il punto di vista è interno a Federica: benché in terza persona, la voce narrante è la sua, o almeno così appare.
Però riprende subito il discorso sulla sua "eccezionale capacità di comprendere il mondo"... sul "potere della sua immaginazione" etc... da come viene presentata, sembra che sia lei stessa a pensare queste cose, e subito ciò la rende abbastanza antipatica.
Oltretutto perchè di questa straordinaria abilità lei non dà prova alcuna nel corso della storia: per esempio, in 13 capitoli non si è ancora resa conto di ciò che ogni lettore ha intuito dal secondo capitolo, cioè che si sta prendendo una cotta per 'sto Ricci.
E' soprannominata "Cantastorie" e spesso si disserta sul potere della sua immaginazione, che la fa vivere in un sogno... però nella storia non ha ancora fatto una fantasticheria che sia una! Né su storie inventate né (come mi aspetterei da una persona così creativa) su Ricci stesso: non mi riferisco a fantasie vere e proprie, ma anche solo a semplici ipotesi sulla sua vita, la sua infanzia, la sua casa, cose su cui nel corso della storia abbiamo ricevuto molti indizi... Insomma, da una che vive in un mondo di fantasia come minimo me lo aspetterei: invece Federica si limita a ricevere informazioni in modo abbastanza bovino.
Il fatto è che tutti non fanno altro che lodare o commentare la sua straordinarietà, il suo essere completamente diversa da tutti gli altri ("Sei troppo cerebrale" o addirittura "sei sconvolgente", uellà!) quando alla fine non è che sia molto diversa da milioni di altre ragazze... il più delle volte non fa che pensare a quanto sia speciale, oppure a quanto ami il suo ragazzo (che mi sembrano pensieri abbastanza tipici per un'adolescente).
Insomma, secondo me l'hai messa un po' in una situazione difficile, la tua protagonista: il presentarla subito come essere saggio e speciale, con una perfetta comprensione del mondo, rende poi difficile caratterizzarla in modo efficace. La sua "specialità" dovrebbe trasparire dalla storia, non essere decantata senza fondamento.

Quanto al co-protagonista, il fantomatico Ricci... boh, mi riservo il giudizio.
Non è molto credibile come insegnante di liceo, specialmente per il modo in cui si rivolge a Federica durante i primi colloqui... mi ricorda molto il Piton delle fanfiction (attenzione, non quello della Rowling), specie quanto le parla di insolenza... Mi sembra davvero un po' forzato. Non è molto affascinante (specialmente quando piange... OMG!), il più delle volte si comporta in modo molto più immaturo dei suoi studenti e la sua caratteristica più apprezzabile sembra essere la collezione di thé (la cui descrizione mi fa sempre venire l'acquolina).
Il suo intercalare ("Deo Gratias") spesso è usato un po' a sproposito, quando lui magari è innervosito e perciò non ha proprio nulla per cui ringraziare o rallegrarsi.
Il tema della crescita attraverso la scoperta di un universo culturale più ampio è sempre un tema molto affascinante, però non si capisce bene quale sia il ruolo di Ricci. Federica in realtà è già "aperta" a questo mondo; sembra la maggior parte degli argomenti che trattano lei li conosca già.
L'insegnante si sconvolge per le sue "straordinarie" intuizioni (che purtroppo a volte sono un po' banalotte, vedi Rimbaud), però non c'è (quasi) mai da parte di Federica un vero entusiasmo, un vero stupore di fronte alla scoperta, come mi aspetterei. Più che altro sembrano due che parlano di argomenti che interessano ad entrambi... inoltre la figura di Ricci nella sua vita è più destabilizzante che arricchente dal punto di vista intellettuale. Insomma, come mentore secondo me potrebbe fare un tantino di meglio.
Però se invece volevi creare un personaggio inquietante, con evidenti problemi psichici (il suo atteggiamento è quantomeno schizofrenico), allora credo che sia decisamente promettente.

A questo punto, dopo questo poema, ti chiederai "ma allora 'sta stronza come mai si è presa la briga di scrivermi tutto sto papiro di critiche?".
La risposta è molto semplice: dopo 13 capitoli sono ancora qui.
Su internet è facile chiudere la pagina e passare ad altro, ma non l'ho fatto.
Ci sono storie con caratterizzazioni perfette, forma impeccabile, ambientazioni precise che però non "prendono"; la tua invece, in qualche modo, sì.
Non so se sia in qualche modo ispirata alla tua vita, ma nella lettura si percepisce qualcosa di vero, di sentito, di genuino, qualcosa di intenso che non puoi raggiungere se già non c'è dall'inizio.
Nonostante creda che sia perfettibile, ha comunque quel non so che che contraddistingue le storie avvincenti, in cui ti chiedi cosa succeda dopo, e quindi secondo me vale la pena passare del tempo per limarla, perchè la "sostanza" è buona!

Spero che tu non mi stia odiando troppo.

Ciao
(Recensione modificata il 23/09/2011 - 10:28 am)

Recensore Veterano
12/09/11, ore 23:24

Come già sai,per me sei la perfezione.Il tuo stile continua ad essere perfetto...nei confronti della tua storia,almeno secondo me,non possono esistere commenti negativi.
Baci :D

Recensore Veterano
11/09/11, ore 22:15

Carissima Rodelinda,
non mi stupisce che la casa del Ricci (ma proprio questo cognome doveva avere? Sto sorridendo da quando ho letto il primo capitolo e la sua laurea) si chiami Paraclito (anche se me lo sarei aspettato di arbusti). Per caso è divenuto anche un convento nel medioevo e dono a qualche sua allieva?

Il capitolo è ben scritto, questo non c'è dubbio, ma mi sono permessa di mandarti un messaggio in privato.
Grazie per aver aggiornato, infondo, sto prendendo a cuore Fede e Ricci.
A bien tot.
E.

Recensore Veterano

Hey ! Ciao :D Stavo un po’ girovagando per le storia di efp e ,guarda caso,i miei occhi si sono soffermati sulla tua storia..eh beh: CHE FORTUNA ! E’ una storia gradevole e carina,a me è piaciuta molto.Non vorrei divulgarmi oltre….quindi alla fine ti faccio i miei complimenti :D Baci da Lady Nick :D

Recensore Junior
17/06/11, ore 23:27

[Recensione per la Writers Lotteria]
Federica è una ragazza diversa dai suoi coetanei, sente come un muro che la distingue dagli altri per la sua sensibilità e il bisogno di leggere e conoscere quanto più possibile. Inaspettatamente trova un individuo a lei affine nel più terribile dei professori nel suo liceo, con il quale comincia ad allacciare un rapporto dai confini indefiniti che passa spesso dall'odio alla comprensione, dal rispetto alle confidenze, dall'insegnamento al confronto. Si crea così una doppia vita per lei: in una continua a stare con i suoi coetanei mostrando quella Federica che loro conoscono e credono di capire, nell'altra sfama il suo bisogno di sapere in compagnia di un adulto che passa più volte il confine del ruolo del mentore. E con la maturità che incombe, questo delicato equilibrio potrebbe presto saltare...
Probabilmente mancandomi la prima storia del Torquato Tasso non ho potuto apprezzare pienamente il personaggio di Federica.
La sua caratterizzazione mi sembra in diversi passaggi molto forzata, una dicotomia esasperata forse in maniera non necessaria (ma magari perché mi viene spontaneo il confronto con me stessa, che ho sempre avuto quello stesso bisogno di leggere, di sapere, di conoscere di più) e che a volte mi ha infastidito nella lettura. Inoltre, la voglia di trasmettere la sua cultura superiore a quella del liceale medio secondo me viene rovinata in due modi: il tono saccente con cui spesso si elencano le sue letture o i gusti in fatto di poesia e certi termini che credo vorrebbero alzare il livello stilistico ma ottengono l'effetto contrario (la fronde aggrondata e non aggrottata è un esempio che mi è rimasto in mente).
Sarà forse che per me il tempo del liceo è già lontano, sarà che i triangoli lui-lei-il prof non mi convincono, salvo rare eccezioni, però purtroppo la tua storia non mi ha preso molto. Generalmente è scritta bene, salvo quegli errori che ti dicevo e un uso un po' abusato della punteggiatura, ma a volte lo stile è appesantito da certe descrizioni troppo statiche e dettagliate che tendono alla ripetizione (il rito del tè nello studio, per dire, o il vestito di Federica alla sua festa di compleanno).
In generale ci sono delle potenzialità per una buona storia, forse stornando alcuni passaggi eccessivi e rivedendo il tutto, però mancando proprio l'empatia con i personaggi non sono riuscita ad appassionarmi. Proverò a continuare la lettura quando aggiornerai, magari riuscirai a farmi cambiare idea.

Rowena

Recensore Veterano

Vacanze estive, come mi mancano *_* Non vedo l'ora che finisca questo lunghissimo primo anno universitario!! T_T

Vabbè, a parte le nostalgie!xD Questo capitolo, se devo essere sincera, mi è piaciuto meno degli altri. Non so, forse l'ho trovato troppo frammentato... però ho avuto la sensazione (che non so se fosse voluta o l'ho semplicemente interpretato io così) che Fede durante il mese di vacanza si sia sentita come... alla deriva. Insomma, persa nel suo sottomondo di emozioni e pensieri e impossibilitata a condividerli. Certo che, anche le persone che si trova attorno, non aiutano poi molto...

Sicuramente ha una madre se non stronza quantomeno retrogada e poco empatica. Facendo un paragone con me stessa, tanto per, quando il mese scorso ho finito di leggere 1984 ne ho parlato per varie ore (non tutte di fila però!xD) con mia madre, senza sentirmi dire che sono strana o diversa... va bene, è vero che ho potuto parlarne solo con lei, perchè se ci avessi provato con i miei amici mi avrebbero guardata veramente male, ed è anche vero che mia madre mi ha ascoltata solo e non ha mai "partecipato" attivamente alla conversazione, però peso che qualunque genitore debba incoraggiare , nei limiti del possibile, i propri figli ai ragionamenti e all'intelligenza... Perchè (anche se poi ci sarebbero tante altre cose da dire e non è questo il luogo) è vero che stiamo andando sempre di più verso il modello di società teorizzata da Orwell (ora ancora di più che nel '94!!)  e l'unico modo per salvarsi è ribaltare quella malefica sentenza, L'ignoranza è forza, e questo è possibile soltanto incoraggiando chi si dimostra capace di attente analisi e strampalati voli pindarici mentali.... ecco, infatti mi sono persa!xD Dicevo dei genitori che guardano male i figli che ragionano troppo: boh, probabilmente esistono tipi umani e tipi umani e la Cantastorie è stata decisamente sfortunata in questo :(

Anche con i cugini poi pare che non vada tanto meglio, eppure in quel caso ho sentito come se la colpa non fosse loro, ma interamente di Fede.
Che non si accontenta più, e non riesce più a vivere come ha sempre fatto. Negli anni e con la crescita, Fede ha trovato un certo equilibrio tra il suo mondo interiore e la società fuori ma questo compromesso è stato spazzato via da Ricci che, magari implicitamente, le ha trasmesso il messaggio, inculcato l'idea di non accontentarsi.
Non so fino a che punto questo sia un bene; in generale ma per Fede in particolare. Perchè lei è una ragazza che si è dimostrata capace di adeguarsi, di essere socievole e di stare bene col prossimo, anche se questo non è alla sua altezza. Ricci al contrario ha preferito isolarsi nella sua superiorità ma... ma, allo stato dei fatti, quale situazione è preferibile? Quella di Ricci o quella di Fede? Io, forse per indole, risponderei istintivamente quella di Fede, ed è da qui che penso che lei stia sbagliando a lasciarsi convincere da Ricci del contrario. O forse boh, mi ha fatto solo tanta simpatia la compagnia di cugini. Io darei davvero non so cosa per avere una famiglia simile, è sempre stato il mio sogno *_*

Ed infine Andrea che, stranamente, come personaggio resiste. Voglio dire, forse ad una prima impressione potrebbe quasi sembrare il primo ad essere spazzato via. Perchè dovrebbe essere (ed in effetti è) il più vicino a Fede e, ciononostante, non riece, come tutti gli altri, ad entrare completamente nel mondo della sua ragazza. Però, e quì è la parte che preferisco, ci prova e, anche se non ci riesce, non sempre e non completamente, Fede se ne accorge, apprezza il tentativo. E poi Fede lo ama. Non so, senza romanticismi e orpelli di sorta, mi piacciono davvero tanto queste parti in cui Fede riflette su Andrea.

Bene, scusa per le analisi, probabilmente fantasiose e imprecise, sui tuoi personaggi, ma leggere quello che scrivi mi ispira a commentare in questa maniera!xD
Al prossimo capitolo :D

Recensore Veterano
13/03/11, ore 22:59

Ciao! Probabilmente sarai sorpresa di trovare questa mia recensione, immagino che non te l'aspettassi più!xD Ma io, come te (l'ho letto nel capitolo successivo), a settembre ho iniziato l'università, mi sono trasferita in un'altra città e... beh, mi ci è voluto un po' più di tempo che a te per elaborare il tutto e ho abbandonato del tutto (anche se magari solo temporaneamente) EFP. Oggi sono tornata per caso e, andando a fare pulizie tra le storie seguite, la tue è l'unica che ho deciso di salvare :D (sìsì, sto cercando di farmi perdonare i mesi e mesi di silenzio, e tu mi avevi anche dedicato il capiolo, sono stata proprio maleducata T_T).

Comunque, arrivando finalmente alla storia, è stato davvero piacevole ritrovare personaggi e situazioni che mi avevano fatto compagnia quest'estate! Probabilmente ho perso un po' il filo, così questa recensione non sarà approfondita e cervellotica come le altre, ma conto di "rimettermi in carreggiata" con i prossimi capitoli (che leggerò a breve, te lo prometto :D).
Per prima cosa, anche se è piuttosto personale, mi ha fatto strano vedere quanto, in pochi mesi, io sia cresciuta. Solo quest'estate, avevo la stessa maturità di Fede (sìsì, io mi confronto continuamente con i personaggi u.u) anche se, mentalmente, la ragazza mi superava di gran lunga! Ora invece culturalmente Fede continua a superarmi ma mi rendo conto pienamente di quanto lei sia... un'adolescente! E la scoperta mi ha in un certo qual senso fulminata e mi ha dato una visione diversa della tua storia, forse una visione più distaccata (e, neanche a ripeterlo, me l'ha fatta apprezzare ugualmente, se non di più!)

Arrivando al capitolo, leggo che Fede comincia a farsi delle domande e, anche se in maniera confusa, a capire la situazione e a riconoscere la propria inferiorità in questo rapporto squilibrato nel quale, suo malgrado, si è infilata. Perchè, stranamente ma nemmeno tanto, vede quanto questa frequentazione le sia necessaria per essere se stessa. Per esplorare e coltivare una parte di se che credeva destinata a rimanere nascosta a tutto e tutti. Sono davvero curiosa di leggere i prossimi capitoli, a prestissimo! :D

p.s. Tanto per curiosità, che facoltà frequenti?

Nuovo recensore
13/03/11, ore 16:23

Well, sì, come al solito mi lascio desiderare, e te ne chiedo scusa, ma i leggendari "ultimi mesi dell'ultimo anno di liceo" sono infernali!, non trovo termine migliore per descriverli. Approfittando della vicina partenza per la gita, finalmente trovo il tempo che meritano questi ultimi due capitoli... Allora. Innanzitutto, grazie mille per la risposta alla recensione! L'ho stampata e adesso la conservo nel quaderno di filosofia, così, per tenere bene a mente chi è la persona che, quando lo apro, si trova di fronte a me. Un Ricci. E chiamalo poco! Sono molto d'accordo con te quando dici che siamo in una situazione di fortuna, poichè abbiamo incontrato insegnanti come i nostri. Con la situazione in cui versa in generale l'istruzione, con l'atteggiamento che la maggior parte dei ragazzi riserva allo studio (e che la maggior parte dei docenti, lasciamelo dire, spesso e volentieri non contribuisce a migliorare -vedasi prof. simil-Sciorruzzu- o che pensano che Baudelaire sia inglese... No, non sto scherzando), è molto difficile poter dire: ho incontrato l'insegnante che ha cambiato il mio modo di pensare. Forse perché per farsi "plasmare" è necessaria una grande predisposizione al dialogo, e, anche se mooooolto difficile da ammettere, una certa sana arrendevolezza. Non voglio assolutamente farmi gli affaracci degli altri, ma penso che la recensione di ladyvonmark (spero di non essermi sbagliata, nel caso, scusami!!!) esprima senza alcun filtro il succo di questa storia, che sta prendendo così tante persone, oltre a me: stai dando voce a una volontà che ormai sembra essersi sopita, quella di imparare, per, successivamente, arrivare a riconoscere la bellezza con i propri occhi, fare le proprie scelte, senza condizionamenti dettati da paure, dubbi, insomma dall'ignoranza, autentico mostro che in tutti i modi dovrebbe essere combattuto. 
Tuttavia c'è l'inghippo: bisogna anche lasciare che chi ci accompagna lungo questo sentiero non si prenda qualcos'altro, oltre alla nostra mente, e causi così la dipendenza di cui parli. Per un animo giovane non è semplice, soprattutto quando mancano i punti di riferimento esterni della stessa forza intellettuale, incapaci di trovare corrispondenza con una parte della personalità della protagonista, che la definisce più del semplice soprannome di Cantastorie. Tutto questo pippone per dire che, sì, hai creato un personaggio di estrema ma potente semplicità, una ragazza passionale, curiosa, intelligente come ce ne sono tante (checché ne pensi il mondo intero), che vive nascosta, per paura di non essere accettata, con un ancor più importante dilemma: mi mostro per quella che sono, col rischio di perdere ciò che in fin dei conti costituisce il mio mondo di diciottenne, oppure mantengo le distanze da ciò che potrebbe... darmi da mangiare (splendida metafora) ma richiedere più di quel che posso dare? Non so come si evolveranno i rapporti tra Ricci e la Cantastorie, come non so se si evolverà ulteriormente la mia situazione col mio prof., semplicemente perché quando leggo ci sono talmente dentro che mi è quasi impossibile distinguere dove si ferma il mio pensiero e dove comincia quello di Federica e tuo.
Ho pensato, non dico tutto ciò che pensa Federica ma so esattamente cosa significhi: la voglia di farsi ascoltare, e al contempo la paura di disturbare, di stare facendo qualcosa di sbagliato, il peso che ha ogni singolo secondo, l'incredibile capacità che si acquista di decifrare parole e gesti sotto una luce particolare. Detto così, sembra quasi amore. Manca qualcosa, c'è un Andrea dall'altra parte della porta della biblioteca, ma ci siamo veramente vicini.
Hai parlato di e a chi ti legge. Sia questo per te fonte di sempiterno orgoglio :)
Nello specifico, questo Etere telefonico è quasi riuscito a farmi piangere. Sentivo la tensione, insomma, ero lì, ascoltavo la ramanzina di Ricci con un peso sul cuore, la stessa rabbia, volevo alzarmi in piedi, interromperlo, e soprattutto temevo. Temevo per il giudizio che avrebbe dato a lei, che la scagliasse via, lontano da sè, rinnegasse tutto, se ne fosse dimenticato, tornasse a considerarla come brava-ma-senza-importanza. L'indifferenza è peggiore dell'odio.
E mentre il commento alla Lisistrata veleggiava nell'aria, anche quel peso, quella tensione lo ha fatto. Puff, dissolto. E poi, nelle tracce dei temi, ogni traccia un messaggio criptato, una confessione che legge soltanto chi ha avuto il cuore di ascoltare e imparare. Una perfetta quadratura del cerchio, I guess. Inutile dirti quanto attenda con ansia poi, la correzione dei compiti, peggio che se fossero miei..............!
Ok. Non sono del tutto soddisfatta di ciò che ho scritto. Ma in fondo lo sarò mai? Potrà mai arrivarti tutto quanto il mio bagaglio di gratitudine......? Io lo spero davvero. Forza.
P.S. Sì, amo sempre più la letteratura russa, man mano che approfondisco l'argomento. Pensavo addirittura di farne il mio futuro :)


P.S.2. ... c'è una particolare congiunzione astrale per cui la madre di Ricci si chiama proprio Eloisa...? Gli autobus sono forieri di grandi illuminazioni XD Ciao e buon lavoro!!!
(Recensione modificata il 14/03/2011 - 05:01 pm)

Recensore Veterano
11/03/11, ore 21:20

Mi sono imbattuta in questa storia ieri sera, credo. Mentre dovevo studiare economia, e invece vagavo in EFP.
La premessa che faccio ad ogni recensione è che sono troppo pigra per recensire e quindi inserisco la storia in questione tra i preferiti o qualcosa del genere. Poi però ci sono queste che non posso ignorare.
è bella, bellissima. La tua storia è bellissima.
Intanto mi chiamo Federica. Pur non essendo dotata neanche lontanamente di quell'intelletto che ha la tua protagonista, ammetto che la letteratura mi piace. La letteratura che mi entra dentro. Sorrido, quando leggo della Lisistrata -studiata un anno fa, quando ero sotto maturità e Aristofane lo dovevo anche tradurre-, o ho uno sguardo sognante quando leggo dei Fiori del Male, o di uno dei miei libri preferiti, 1984.
Un po' mi ci riconosco, in questa mia omonima.
E poi sono arrivata all'università e mi sono trovata in una situazione simile alla sua, in cui ho trovato un professore -che però è molto dolce come persona- con cui ho desiderio di instaurare il rapporto che la Fede della storia ha con Ricci. Per un curioso caso del destino, leggo questa storia proprio quando sto per fare un qualcosa di concreto per instaurare quel rapporto con il mio professore.
Ma non è una cosa che t'interessa, mi sto dilungando.
Complimenti. Continuerò a seguirti, perchè questo tipo di scrittura colta è l'unico che credo valga la pena di essere letto.
Federica

Recensore Junior
09/03/11, ore 21:20

Premetto che ho letto i capitoli precedenti a quest'ultimo un mese fa (cioè quando era uscito il capitolo scorso) quindi abbi pazienza se non riuscirò a lasciarti una recensione minuziosa o dimenticherò qualcosa.
Anyway! Non so se la sensazione di sgomento e leggera, timorosa, reverenza che ho provato io leggendo questa storia è stata condivisa da altri lettori/trici (ma ho il sospetto di sì, perché sarebbe una possibile causa delle pochine recensioni che ti vengono lasciate, fenomeno che altrimenti non so spiegarmi), ma fuori da ogni dubbio dimostri - attraverso le testoline di Federica e Ricci, ma anche di Gibbi, se vogliamo=P - una cultura invidiabile (leggi anche: che invidio;) per avere appena iniziato l'Università! Bene, ora che ho sottolineato l'evidenza lo rifaccio complimentandomi con te anche per lo stile di scrittura impeccabile, e l'ottima capacità di resa delle diverse atmosfere (sia legate al "lato A" della protagonista, con Andrea, amici e famiglia, dove c'è una concretezza e una quotidianità quasi tattile, che al "lato B", negli incontri più trascendenti e fascinosi con Ricci), due elementi che così ben abbinati permettono ad una storia che punta sull'intensità e profondità della narrazione - assieme a qualche spruzzatina di erudizione -, più che su una trama adrenalinica o drammatica, a non annoiare affatto (come invece starà facendo questa recensione;). Ritornando al "lato A e B" lo so che non è corretto da parte mia paragonare Federica ad una cassetta audio: evidentemente il suo io svolazza consapevole su entrambe le sue proiezioni e lei non sembra affetta da una qualche sindrome bipolare (semmai Ricci!), però devo dire che mi ha un po' sconcertato questo suo accettare, pur con disagio e sofferenza, una separazione netta tra due parti così grosse di sé (questo sempre se non consideriamo la Cantastorie solo una maschera, solo che a me non sembra, perché è come un uncino che la tiene agganciata ad un'umanità che Ricci, da solo - senza libri, senza Federica - non sembra più afferrare). Nel senso che provare ad inserire piccoli pezzetti di Francesca nella Cantastorie per riuscire a trovare un punto di contatto... non so, credo le persone che la circondano e la amano (genitori ottusi esclusi) avrebbero meritato qualche tentativo in più al riguardo. Soprattutto perché (vedi l'ultima sfuriata con Ricci) non sembra esserci un senso di superiorità (magari motivato, eh) tale da farle considerare alcuni dei suoi compagni/amici così irraggiungibili. Ci aveva provato con Andrea, è vero, ma poi è arrivato Ricci a rompere le uova nel paniere con il "siamo unici al mondo"! Scherzo=P No seriamente, il disagio di Federica, ad esempio nel non mostrarsi completamente ad Andrea (tranne che nei momenti in cui prevale il "è più comodo così") e che in un certo senso le fa mantenere un modus operandi che obiettivamente è scorretto, o quanto meno discutibile, nei suoi confronti, si percepisce bene. Lo si vede anche quando Federica è titubante all'idea di parlare agli altri le lezioni in biblioteca, non solo perché non le capirebbero nel senso che capterebbero maliziosamente puzza di bruciato, ma anche perché di quelle scalate intellettuali non saprebbero gioirne quanto lei. Quindi è stata solo la sua resa alla situazione, più che altro, ad avermi lasciato un po' dubbiosa.
D'altra parte è evidente che questo suo essere "sorprendente" sintetizza un'unicità di valore che Ricci non può non voler coltivare. Anzi dev'essere una specie di canto della sirena, per un animo affamato come lui, che lo fa procedere in equilibrio precario sul filo del rasoio, un filo su cui scorre, tra l'altro, la sua correttezza professionale. (Ebbene sì, anch'io pecco di malizia, e tu sai, ovviamente, che la maggior parte di noi lettrici in segreto spera che tu decida e riesca a trovare un modo aggraziato per farlo capitolare giù un pochetto=P) Comunque al momento non mi addentro oltre nel suo cervello torbido di uomo che si trova professionalmente fallito (grande autostima di sé, non c'è che dire) perché sono sicura di non averlo compreso ancora.
Concludo dicendo che trovo il personaggio della Cantastorie/Federica, con tutte le sue sfaccettature - titubante insolenza tra le prime posizioni;) - e umane incongruenze assolutamente affascinante! E qui la diarrea verbale si conclude (a rifletterci bene potevo limitarla, considerando la nuova imprescindibile funzione di "recensione positiva, neutra, critica" alla "mi piace" di Facebook che mi risparmiava il lavoro ... ignora il momento di sarcasmo grondante). Come al solito ho paura che il filo conduttore di questa recensione sia aggrovigliato o troppo zigzagante, ma insomma, se non ci sei inciampata sopra (facendo cadere Ricci da quell'altro filo, neh) avrai capito che questa storia mi ha senz'altro preso e che attendo curiosa di vedere come la continuerai. Per cui buon lavoro e alla prossima!

Ps. un appunto davvero idiota, ma hai presente dove nella telefonata dici che si sente la “ch” di chi parla aspirato? Beh, io ho avuto questo prof toscano di Storia della Lingua Italiana che mi ha quasi ipnotizzato a forza di salmodiare che la gorgia toscana delle velari bla bla avviene in posizione intervocalica, cioè si aspirantizza tra due vocali, non ad inizio parola, dove semmai i toscani raddoppiano (e suonerebbe come una specie di “cchi parla”). Ovviamente te controlla se è così, che conoscendomi posso essermelo sognato;)!

Recensore Junior
09/03/11, ore 20:58

Ahahaha grazie =D Ci rivedremo presto e.e
Impressione a caldo? Hm, io direi che la storia prende, più che altro mostra un certo sentiero e rapporto che i due stanno costruendo e che potrebbe evolversi in qualsiasi cosa. Io poi adoro Federica sin da quando l'hai creata nell'Istituto Torquato Tasso, ergo non può che piacermi questa storia.
Non penso di poterti dare consigli =w= dovresti darli tu a me, altrochè. 
Attendo con impazienza le tue recensioni (?).
Ah, ultima cosa, informarmi quando vieni giù dalle mie parti e__________e

Recensore Junior

Pensavi che non l'avrei più commentata, AMMETTILO.
Eppure me la son ricordata u____ù e mi piace sempre di più *^*
Nonostante i mille complessi che mi sta facendo venire (Dannata la tua abilità ottima nello scrivere) bramo il proseguimento. U_U <3