Non sono brava a presentare un mio lavoro. Preferisco che a parlare sia la Storia e non l'autrice della Storia. Forse per voi sono la medesima cosa, ma lasciate che vi spieghi il mio punto di vista. Quando la Storia esce dalla mente dell'autrice e arriva a voi attraverso le sue dita, accade la magia. La Storia assume vita propria, con una propria capacità di presentazione. E' lei che, alla fine, dialoga ed instaura una rapporto con il lettore. Tutto ha inizio con la classica formula del LUI, Jared, incontra LEI, Engie Porter. Un uomo e una donna, due vite, due mondi, s'incontrano, collidono, diventano "qualcosa" insieme. Qualcosa di bello? Di brutto? Indubbiamente qualcosa di nuovo. Così si parte: con un incontro.
"Gli incontri più importanti sono già combinati dalle anime prima ancora che i corpi si vedano"
Lasciamo che queste due anime ottengano ciò che vogliono, allora.
Potrebbe essere Guerra. Potrebbe essere Amore.
Ma qualunque cosa sia,è viva tra le vostre mani, sotto ai vostri occhi. Che sia anche questo un incontro predestinato?

Il primo capitolo partecipa come Shot indipendente al Contest "Spargilacrime" indetto da veronic90 e giudicato da superkiki92. L'intera fic partecipa al contest "Due Cuori e Un Abito da Sposa" indetto da Hariken e Silyia_Shio e partecipa al Trentaduesimo Turno del forum Never Ending Story Awards indetto da Lady Vesi, nelle categorie "Best Long-Fiction", "Best Angst", "Best Post-Series Finale Fic", "Best Male" e "Best Scena" nel capitolo uno. La fic (deprimente fino al midollo ._.) tratta il rapporto tra Holmes e Watson in seguita alla conclusione del caso Moriarty e del matrimonio del dottore e il rapporto tra Holmes e il fratello.

“Non voleva montarsi la testa: solo perché Frank, ogni tanto, se lo mangiava con gli occhi, che vuol dire? E lui, che poteva fare? Con che faccia, gli si sarebbe potuto mettere davanti e dire “Ehy, senti, ti amo, lo sai?”.”
Ma quando hai un fratello che, quando si ubriaca, diventa un dannato logorroico, che mette gli affari tuoi in piazza, quando c’è suddetto Frank, allora puoi solo chiudere gli occhi e pregare di sparire.

Frank temeva i discorsi con Gerard. Erano sempre un po’ strani, e ora era troppo assonnato per difendersi brillantemente da ogni possibile attacco che Gerard avrebbe potuto sferrare alla sua autostima.
Quindi decise di chiudere gli occhi, rannicchiarsi di più in modo che il suo piede non sfiorasse minimamente Gerard e impedirgli di ricordargli di essere al suo fianco.
Ma si sentiva tremendamente osservato, quindi aprì di nuovo gli occhi e incrociò inevitabilmente quelli di Gerard.
Bene, si era dato una pedata sui coglioni da solo. Ora erano cazzi suoi.
- Che c’è? – sospirò, guardando Gerard con gli occhi gonfi di sonno e non del tutto aperti.
- Sono sotto stress. – confessò Gerard, esageratamente cupo. Problemi da diva. - Ho bisogno di un modo per scaricare la tensione. – mormorò. A Frank passarono davanti agli occhi l’ultima decina di concerti, spesi a flirtare con Gerard sul palco come se fossero decisamente poco etero. Non se l’era mai domandato, ma forse a Gerard non bastavano gli strusciamenti.

Ecco una differenza sostanziale tra lui e Gee. Gee era un uomo, maturo, adulto, che ragionava come tale. Frank invece era al primo anno, era ancora un ragazzino infantile che non sapeva da che parte girava il mondo, che aveva ancora paura del giudizio degli altri. Che aveva ancora paura di essere guardato come se non fosse all’altezza di niente.
E forse era vero.
Io ti...

-Ti amo,lo sai?- disse Jared,candidamente,e Colin portò istintivamente una mano ad accarezzarsi le labbra.Il suo gesto universale per ‘vorrei che fossi qui,bastardo,vorrei baciarti.’
Una lunga telefonata tra Jared e Colin,e qualcosa di più. ♥

Dal secondo capitolo: Da quel momento Jared Joseph Leto mi mostra sempre una parte contorta della sua personalità. Quella che riesce a demoralizzarmi dentro, nel profondo, toccando i miei tasti dolenti

Finire in questa situazione è stato come scivolare lungo un pendio: improvviso e sempre più veloce, pericoloso. Perseverare in essa è come schiacciare l'accelleratore sempre di più, fino al limite, verso l'inevitabile schianto. N.d.A: riposto questa storia perché si era persa nei meandri del sito, e magari qualche nuovo lettore potrebbe essere curioso...