[...] «Quando glielo dirai?» Song Dam fece un passo avanti, verso il letto. «Se vuoi fare qualcosa di serio con lui, non puoi nasconderglielo.»
Aveva paura. E i motivi per cui l'aveva non erano nemmeno stupidi; questa consapevolezza riusciva solo a farlo sentire più spaventato. Si alzò, scendendo dal letto, e poi andò verso l'armadio per prendere dei vestiti puliti.
«Mai. Non c'è modo di dirglielo. E' impossibile. Mi lascerebbe.»
Song Dam si sedette sul bordo del letto di Jonghyun. «Dai, Bum ti ama. Non penso proprio che ti lascerebbe solo per questo.»
«Solo per questo? Non gli sto dicendo che ho un brufolo sulla schiena. Non è una cosa che puoi ignorare o che non ti condiziona radicalmente la vita. Tu lo sai meglio di chiunque altro.» [...]

Gentilmente, Jinki gli aveva detto che no, non avrebbe dovuto lavorare per strada ma su un palco, dimenandosi su di esso e spogliandosi.
Aveva iniziato cinque anni fa, quando ancora era un ragazzino timido che stava cercando di cambiare il proprio aspetto fisico; in tutto quel tempo, aveva acquistato più sicurezza, si era ingrossato i muscoli ed aveva scolpito gli addominali, tutto perché aveva capito come avere l’attenzione della gente.
Jinki gli aveva affidato un coreografo per permettergli di migliorare le proprie prestazioni da ballerino, che fin dall’inizio non erano state delle migliori, ed uno scenografo che lo aveva aiutato a sviluppare le sue performance. [JongKey]

≪Una volta, hai detto che la paura della morte guida tutti gli uomini. Non ci sono altre forze? Non c'è amore nella tua vita, Alessandro? A volte, mi domando se non sia tua madre quella da cui fuggi. Così tanti anni, così tanta distanza fra voi due. Di cosa hai paura?≫
≪Ah, a chi posso dirlo… Quando ero bambino, mia madre mi credeva divino; mio padre debole. Quale dei due sono, Efestione? Debole o divino? Io so solo che l'unico di cui mi fido a questo mondo sei tu. Mi sei mancato. Ho bisogno di te. Io amo te, Efestione. Nessun altro.≫
≪Tieni ancora la testa inclinata. Così…≫
≪Ho smesso di farlo.≫
≪No, come un cervo che ascolta nel vento, tu mi ferisci ancora, Alessandro. E hai gli occhi come nessuno al mondo. Ah, ti sembrerò un discepolo stolto, ma… Sei tutto quello a cui tengo. E per il dolce respiro di Afrodite, sono geloso di perderti a causa di questo mondo, che desideri così fortemente.≫
≪Tu non mi perderai mai, Efestione. Io sarò con te sempre. Fino alla fine.≫
-Alexander.

Le prime gocce scivolarono silenziose sul viso, infastidendolo. Sbuffò, mentre cercava rapidamente rifugio oltre l’uscio di quel vecchio stabile ubicato alla periferia di Seoul. Gli piaceva la pioggia, ma non quando i capelli gli si schiacciavano sulla fronte e sulle guance, donandogli un aspetto insicuro e trasandato. Aveva lasciato l’ombrello a casa prima di partire, ricordò con un pizzico di irritazione sul bel volto. Attraverso il fitto incedere del temporale osservò la sua nuova città. L’ultima pioggia. L’estate stava arrivando.

Kim Kibum un angelo custode? Ma ce lo vedete? Bhé io si!
E infatti ho scritto questa fanfiction...chissà cosa combinerà la nostra diva con l'aureola?

-Bumie~- lo chiamò ancora una volta, ostinato a farsi ascoltare.
-Cosa?- chiese distrattamente.
-Toccati per me.. voglio sentirti gemere-

Come aveva potuto non rendersi conto di quello che stava accadendo attorno a lui? Il lento incedere delle onde che si infrangevano sugli scogli, la luna alta nel cielo e la morbida voce di un ragazzo dai lineamenti spigolosi e lo sguardo carico di tristezza. Se in quel preciso istante i miei occhi non avessero incontrato i tuoi... forse oggi non avrei potuto vedere il tuo sorriso...

-Puoi smettere di fissarmi? Mi fai sentire a disagio-
Jonghyun distolse lo sguardo, mordendosi un labbro ma non nascondendo un piccolo sorriso.
-Sei così bello Kibum-ah, come faccio a non guardarti?

Sorridendo, prese la polaroid che teneva nel cassetto di fianco al letto e sogghignò prima di scattare un paio di foto al suo ragazzo.
Jonghyun continuava a dormire beatamente, la canotta nera che lasciava scoperte le sue spalle e braccia muscolose, il neo al centro del petto che sembrava voler attirare l’attenzione del pilota e quelle labbra che Kibum avrebbe voluto possedere in quel momento.
Erano giorni che non si vedevano, il viaggio lo aveva tenuto lontano da casa per un’intera settimana e quel piccolo dinosauro gli era mancato all’inverosimile..
Il titolo non c'entra niente con il film o altro, l'ho solo preso in prestito per mancanza di fantasia XD

WARNING:broken!2Min
“Perché Taemin perché?”gli sussurrò all’orecchio con voce spezzata,prima di sollevarsi in fretta e rivestirsi
Vi avviso che è un pò violenta credo e c'è una separazione...
ps:l'altro è Kai degli EXO
[riveduta e corretta]

- Vorrei che qualche volta fossi tu a gridare il mio nome.
- Abbandona le speranze. Sai benissimo che non succederà mai, Jongh.
L'ennesima JongKey, mi sono innamorata di questo pairing *-*
Spero vi piaccia :*