Lui: sadico, incontrollabile, perverso, cupo, perfido, quasi bestiale.
Lei: autolesionista, insicura, timida, quasi totalmente passiva.
Fratelli.
Gemelli.
Innamorati.
***
«Che differenza fa, come lo definisci? In qualunque modo lo chiami, è comunque un legame. Il nome è una convenzione».
***
Sono uniti per la mente, è vero, ma sono diversi.
Lontani.
Divisi.
***
In realtà lui lo sa che non è nella sua natura replicare, ribattere – perché non è nella sua natura contrastare, ribellarsi.
Lui la conosce bene, meglio di chiunque altro.
Eppure, lei gli è completamente incomprensibile.

Nicole, una ragazza che desidera soltanto confondersi nella massa e farsi notare il meno possibile, restando in tutta tranquillità nel suo piccolo mondo personale, al sicuro dai pericoli della vita. Ma il prof di matematica comincia a stuzzicarla, tenta di farla uscire allo scoperto. Qual è il motivo del suo comportamento? Nicole ancora non lo sa. L'unica certezza è che non riesce in nessun modo a toglierselo dalla testa.

Una non-infanzia comune. Sapeva di violenza, ma era sempre stato così.
Erano cresciuti in cattività, ma nessuno dei due era mai cresciuto davvero: due animali in gabbia, preda e predatore; ma quell'essere venuti su insieme, concomitanti come due pezzi d'un cuore zigrinato, li aveva declassati definitivamente. Non erano in grado di distruggersi, e in realtà non volevano; vivevano nell'incapacità di sopravvivere l'uno senza l'altra, e nell'incapacità di smettere di farsi del male a vicenda.
***
Alec e Angelica, gemelli. Opposti. Complementari.
Una piccola raccolta di One-shot sulla loro infanzia, ripercorsa a ritroso, a sprazzi, anno dopo anno, sin dai quattordici anni e da lì a ritroso. Una side di Unanima scandita a racconti brevi, giusto per dilettarmi un po' e - si spera - per intrattenervi.
ATTENZIONE: alcuni capitoli hanno un altro contenuto di violenza. Se non tollerate non leggete. ♥

Dal testo: "Rabbia bruciante scorreva nelle loro vene, esortandoli a vicenda a muoversi e liberarsi dal calore crescente nei loro corpi. Erano stati sufficienti trenta giorni. Un solo mese fianco a fianco e, alla fine, si erano letteralmente saltati alla gola".
Questa storia NON MI APPARTIENE. L'ho trovata su Fanfiction.net e l'ho solo tradotta, cercando di fare il meglio che ho potuto. Spero comunque che vi piaccia e di aver fatto un lavoro perlomeno discreto.

Cosa è successo dopo tanti anni passati, a Duckburg?
Le cose sono rimaste uguali, o il tempo ha fatto il suo dovere?

[dal quarto capitolo]
Vorrei poter comprare un vestito che nasconda tutto, che non mi faccia sembrare ridicola. La cosa più idiota che potessi fare era guardarne uno troppo a lungo, le altre mi hanno accerchiata, insistendo che dovevo provarlo.
Stranamente c’era una taglia che sembrava quasi la mia, mi trascinarono nel camerino, non avevo scelta. Mi spogliai e pregai che mi entrasse.
Mi era entrato, ma sembravo una mortadella. Mi sentivo sconfitta, quando aprii la porta del camerino e le ragazze mi riempirono di complimenti e me lo fecero comprare.
A casa ripresi il vestito che avevo comprato, lo indossai di nuovo davanti allo specchio. Sembravo ancora di più una mortadella, sconsolata mi sono seduta sul letto e il vestito si strappa. Mi sono abbandonata ad un pianto che ho cercato di trattenere tutto il giorno. Perché non posso essere come loro? Non dire fai la dieta perché ne ho già fatte troppe e con scarsi risultati.

una poesia nata dall'idea di dover consolare qualcuno e dovergli far capire che lui è forte anche da solo.

una poesia che dedico a chi si trova in delle difficili situazioni in cui solo con la propria forza di volontà ci si può convincere di essere forti.
buona lettura

Clara/Denise||Femflash|| words: 392
Dal testo:
"Ci sono cose che Denise non è mai riuscita a superare. Tipo il sapore di cioccolato sulle labbra di Simo, la mattina, poco prima di andare all'università, con il cuore leggero e l'anima piena."
Dedicato a Claudia, perchè sono in attesa del tuo lieto fine, mia piccola mol.

poesia nata in un momento di solitudine e di riflessione, non basata sull'esperienza personale. l'ho scritta solo perchè mi sentivo ispirata, buona lettura

"Non arrenderti mai mentre combatti la tua guerra perchè il momento in cui pensi che tutto sia finito è il momento in cui tutto ha inizio" queste furono le ultime parole che Brian mi scrisse prima di lasciarmi e non farsi sentire mai più.
E probabilmente non si sbagliava.

Dicono, e io di questo non posso darvi ulteriori sincerazioni, che una certa Elisabeth Boh (non so se fosse una strega, chiedetelo direttamente a lei) abbia fondato la psicotanatologia.
E io ieri avevo mal di testa.
Certo, direte voi, ma a che frega? Ci manca anche che mi svelino che Babbo Natale non esiste...
Beh, certo, a voi non importa, ma io quando ho mal di testa scrivo. Ok, ad essere sinceri scrivo sempre, ma questo è un dettaglio.
Cinque doubledrabble. Una per fase. Cinque fasi e una sola morte.
Dal testo:
“Vorrebbe urlare al mondo che non è giusto, che non vuole più vivere. Non così.
Invece l'unica cosa che fa è non andare al cimitero. Si sente parecchio stupido– un bambino con le sue inutili ripicche.”