C'è un Omega (G. Lestrade), c'è un Alfa (M. Holmes) e c'è il legame difficile tra di loro. E sullo sfondo, oltre a John e Sherlock, a loro volta legati c'è il ricordo inquietante di una relazione precedente.
(Mystrade) N.B. il rating è cambiato dal cap.4

“Quindi Robert, è per questo che non ti lasci corteggiare da me?”
Robert scoppia a ridere, quasi come se avesse appena sentito la più divertente delle battute cogliendolo di sorpresa.
Tiene la sigaretta tra le dita, la mano poggiata sul ginocchio.
Dio, è affascinante anche in questo piccolo gesto.
“Corteggiare non è proprio la parola che userei per definire quello che stai facendo, Jude. Cosa che, tra l’altro, non mi piace”
Oh, se suona bene il suo nome detto da quella bocca invitante.
“E cosa ti piace?”
Servita su un piatto d’argento, proprio.
E pensare che lui avrebbe un bell’elenco di cose che gli piacciono, e che gli piacerebbe fare con questo misterioso, schifosamente sexy, scostante Robert.
Oh si.
Su questo lettino, per terra, dove vuole…
“La sincerità, ad esempio”

Greg Lestrade, indefesso ed orgoglioso poliziotto al servizio di Scotland Yard vive per il suo lavoro. Seppur la sua carriera sia costellata di successi (anche grazie ad un certo consulente investigativo), la sua vita privata è un vero e proprio disastro. Ha da poco divorziato ed una volta fuori da quello che è stato un matrimonio orrendo, inizia a guardarsi intorno. Londra, d'altra parte, è piena di belle donne.

Da quella sera sono passati due anni di alti e bassi, di litigi, ripicche, riconciliazioni, incomprensioni, sesso riappacificatore e rari momenti di tranquillità che ultimamente si stavano facendo sempre più frequenti.
Q mette a tacere le proprie aspettative, così tante volte ferite, e attende. Attende James nel suo maglione, mentre gli prepara un bagno. Sa che gli piace trovare la vasca pronta ad accoglierli, e a dirla tutta piace anche a Q.
Il cuore gli batte forte quando sente la porta dell'appartamento aprirsi e richiudersi, i rumori dei suoi passi sul pavimento. Dopo due anni, con una routine ormai collaudata, non dovrebbe più emozionarsi in quel modo quando rientra.

"La pista di atterraggio dell’aeroporto di Heathrow gli venne incontro quasi volesse inghiottirlo.
Il boing dell’American Airlines completò la sua discesa a balzi e strattoni, prima che il pilota azionasse i freni per trattenere quell’enorme bestione ed impedire che andasse a schiantarsi contro un altro aereo o in uno dei campi che circondavano le piste.
L’uomo seduto nel posto A6,nonostante fosse accanto al finestrino evitò di guardare il panorama fuori dall’oblò; in fondo cosa ci sarebbe stato di diverso da tanti altri aeroporti, altri paesi che aveva visitato negli ultimi tre anni?
Forse qualcosa di diverso questa volta c’era… Quello sarebbe stato l’ultimo volo, l’ultimo atterraggio per un lungo periodo, forse per sempre.
Era ritornato a casa.
O meglio era ritornato a Londra, sarebbe veramente ritornato a casa soltanto quando avrebbe rimesso piede al 221B di Baker Street."

Tutto quel che rimane a John, è una manciata di monete e un cuore vuoto. Prima che qualcuno torni, a raccoglierne e ricomporne i pezzi.
"La moneta è visibile, adesso, stretta nella presa incerta tra l’indice e il pollice, così che l’uomo possa percepirne il contorno, l’argenteo bagliore riflesso dai vetri umidi fin sulla strada. Lo guarda osservarla, il bravo soldato, il buon medico, il pessimo uomo, aspettando che egli pronunci il suo verdetto, se non con le parole con lo sguardo, con un cenno, con un passo appena accennato nella sua direzione.
Si sente uno sciocco, un uomo irragionevole che indossa la follia come fosse un abito cucito a sua misura, vivendo in quella dissennatezza come se non ci fosse, al mondo, altro modo d’esistere.
Da bambino, qualcuno gli aveva detto che i frantumi di un cuore spezzato si tramutano in monete d’argento, quando perdono ogni traccia d’amore. Da ragazzino, qualcuno gli aveva detto che una moneta d’argento era il prezzo da pagare per riavere indietro un pezzo.[...]

[ Erik Lehnsherr x Charles Xavier. ]
La finestra di Charles ha un'ottima visuale. Sì, un'ottima visuale sulla camera del suo vicino, Erik Lehnsherr.
Scorge dita deliziosamente lunghe afferrare i bordi di quell'inutile T-shirt sudata e ormai sporca, liberando così dei fianchi stretti e delle spalle larghe e muscolose. Charles ha già visto quella scena un numero spropositato di volte, ma ogni volta è come la prima. I suoi occhi non riescono ad allontanarsi dai muscoli delineati, dalle scapole sporgenti, dalla schiena fin troppo limpida. Come può una creatura essere così assolutamente appetibile? si chiede. Charles vuole infilare le proprie unghie in quella carne matura e lasciare i segni del suo passaggio, ma sa che non succederà mai; per questo si limita a sognare.
Sogna delicate ma ferme mani sul proprio corpo, che lo accarezzano, lo riscaldano ancora di più; sogna quelle mani diventare artigli e strappare la sua pelle, segnare il corpo ancora giovane con ferocia animale. Guarda l'uomo davanti ai suoi occhi e si domanda se potrà mai anche solo parlargli.

Quindi eccolo qui, che prende dalle labbra di uomo mentre gli parla di cose che non potrebbero interessargli di meno ma che, al momento, gli sembrano la più bella delle melodie.
La gioia con cui il professore illustra ai suoi studenti il poema di Milton traspare chiaramente dalla sua voce, bassa e coinvolgente, e Q non può fare altro che ascoltare, pregando che questa lezione non abbia mai fine. Lui, che a mala pena sa chi sia John Milton.
Q è uno studente di matematica, James Bond un professore di letteratura: due mondi diametralmente opposti che si incontrano per caso, e sono destinati a cambiarsi la vita a vicenda.

Anno 2045.
Ronald J. Berger è un supervisore della sezione 00399 del laboratorio scientifico di Amburgo, Germania: gli scienziati stanno mettendo a punto un piano al fine di attaccare la Russia per mezzo di "uomini-macchine", ovvero uomini creati artificialmente il cui unico scopo è eseguire gli ordini. Ma Ronald non può restare a guardare: riuscirà a liberarli? 045 è uno di loro e sembra nutrire interesse per il nostro supervisore...

" A volte la spavalderia di Q lo irrita, anche quando Q ha ragione di essere spavaldo.
Che vantaggio apporterebbe a tutti loro, se ora fosse ridotto a una massa piagnucolante sulla sua spalla?
No, il suo ragazzo è bellissimo e spavaldo.
E lui lo ama disperatamente, e spera davvero che nessuno irrompa da quella porta... spera di non dovergli piantare una pallottola in mezzo agli occhi, prima di rivolgere l’arma contro di sé.
Guarda quegli occhi allungati come quelli di un cerbiatto, e presuntuosi come quelli di un’aquila, e ricorda.
Ricorda come è successo.
Non ricorda perché sia successo, ma suppone che la spiegazione stia in uno di quei proverbi da carta di cioccolatino che finiscono accartocciati sul marciapiedi senza essere letti.
L’amore non ha un perché.
E’ una frase stupidissima, ma vera."
- James Bond, Sherlock Holmes e John Watson devono riportare a casa Q. A qualunque costo. -

Mycroft Holmes, Gregory Lestrade.
Ci sono alcune persone che semplicemente entrano nella vita di altre, e non ne possono più uscire. Anche quando tutto si complica, anche quando "è meglio così", ci sono cose da cui non si può tornare indietro.
No matter what.

“Q ha un problema.”
John ruota leggermente i polsi per abbassare il giornale che stava leggendo e allunga lo sguardo verso Sherlock, comodamente seduto sulla poltrona davanti la sua, coi gomiti posati sui braccioli e le labbra adagiate sulle dita giunte. Quelle sono le prime parole che il suo compagno pronuncia dopo quasi quarantacinque minuti di silenzio assoluto, e John non ne capisce davvero il senso.
“Come dici scusa?”
Spera di non apparire eccessivamente confuso, ma dall’occhiata di Sherlock comprende di aver fallito miseramente. Il detective, infatti, sospira, e alza gli occhi al cielo, come sempre fa quando è costretto a spiegare ad altri un concetto per lui evidente e banale.
“C’è qualcosa che non va John: Q ha appena posato il piede destro sul tredicesimo gradino della rampa di scale e so per certo che è turbato. Per chissà quale motivo.”
Quando Q riceve un sms assai sorprendente, scoprirà che Sherlock non è del tutto estraneo alla cosa.
Note: Bond!Lock, Johnlock, 00Q

Raccolta di piccole one shot Johnlock ispirate da fanart e gif, unite tutte da un unico denominatore comune: l'amore in tutte le sue forme. Sensuale, romantico, dolce, ironico, sofferto e malinconico. Comunque amore.

Alpha/Omegaverse.
In un mondo fantascientifico dominato dagli alfa e fatto di leggi impietose e coercitive verso gli omega, Sherlock disprezza e occulta da sempre, e con ogni mezzo, la sua vera natura: nessuno può dominarlo, nessuno può reclamarlo.
Fino all'arrivo di un alfa diverso dagli altri, uno con gli occhi mansueti e un cuore luminoso che non può appartenere a nessun altro.