Mondiali di pattinaggio di Helsinki, anno 2017.
Sono passati tre mesi dalla Finale del Gran Prix di Marsiglia. Yuuri, Victor, Yurio, Otabek e gli altri sono arrivati nella capitale finlandese con molte aspettative e la speranza di portare a casa con sé la medaglia d'oro. Non tutto però è rose e fiori: a fine stagione, tra infortuni, litigi e problemi personali, la tensione è alle stelle e gli atleti si troveranno ad affrontare non soltanto la gara più importante dell'anno ma anche qualche demone personale. Riusciranno a provare il proprio valore e a ottenere ciò che più desiderano?
Seguito di "Marsiglia 2016".

Quella notte non erano che due ragazzi giovani, belli e ricchi.
Impiegarono una buona mezz'ora per raggiungere una stradina secondaria di Mosca, illuminata da un'insegna al neon che si rivelò essere la loro meta.
Otabek si guardò intorno, mentre l'altro si attardava nel taxi per pagare la corsa.
- Mi stai portando in un night club?! - Sputò fuori, non appena l'amico fu accanto a lui.
- Che ti aspettavi, un circolo di scacchi? Su, cammina. Sei giovane, belloccio e anche single, per il momento. Quindi vedi di non rompere e goditi la serata -

Rin doveva ammettere di aver investito una quantità di pazienza considerevole per conseguire quell'obiettivo. Quanti saluti ignorati, sospiri infastiditi, porte sbattute davanti al naso, occhiate arroganti aveva dovuto sopportare in risposta ai suoi tentativi – sempre allegri e garbati – di approccio? A palate.
Ma perché, poi? Eh. Qui si arriva al punto. Perché se lo fosse posto, l'obiettivo di andare d'accordo con Sesshomaru, era tanto semplice quanto sconcertante: Sesshomaru non era ignorabile.
Quando si chiude una porta si può aprire di nuovo
perché di solito è così che funzionano le porte.
Albert Einstein
PUBBLICATO EPILOGO A PARTE, RATING ROSSO!

Se persino i filosofi, a cui piaceva andare contro tutto e tutti, si arresero ad accettare la presenza del caso e di forze reali con le quali non siamo in grado di competere, perché negarle?
Rin, ad esempio, non ci aveva creduto sufficientemente; o almeno, non fino a quando sulla soglia d'ingresso dell'appartamento del suo nuovo vicino era apparso l'uomo più avvenente che lei avesse mai visto. A volte il caso può essere... Piacevolmente puntuale.
disclaimer: i personaggi presenti all'interno di questa storia appartengono al manga di Rumiko Takahashi, InuYasha.

È una raccolta di one-shot con protagonisti gli stessi Rin e Sesshomaru dell'altra storia che ho scritto, 'Star me kitten'.
Le one-shot si collocano in un generico 'poi' rispetto alla storia principale e saranno tendenzialmente a sfondo molto erotico, anche se non escludo che possano esserci dei racconti più fluff.
Non è strettamente necessario aver letto la storia principale ma è ovviamente consigliato, perché molti particolari andrebbero perduti o potrebbero risultare poco comprensibili.
Enjoy! ;)

Un giovane biondo percorreva il corridoio, turbando appena il silenzio con i suoi passi leggeri.
Tutto in lui pareva avere una naturale leggerezza, dal portamento ai lineamenti del viso, delicati come quelli di una bambola di porcellana: gli occhi verdi incorniciati da lunghe ciglia, le labbra sottili e ben disegnate.

Una movimentata rimpatriata familiare, qualche ricordo riemerso in superficie e una bruciante necessità.
---
“Adoro i tuoi, Iwa-chan, ma mi mettono un’ansia terribile…” si lamentò Tooru sommessamente, continuando a dare la schiena all’altro e percependo il getto d’acqua, ormai tiepido, dritto sul proprio dorso.
“Non abbiamo avuto nemmeno un attimo di tregua in questa settimana"
“Forse…” sussurrò Iwaizumi prima ancora di poter capire cosa stesse facendo, avvicinandosi al ragazzo e afferrandolo per i fianchi, causandogli un sussulto sorpreso.
“Possiamo prenderci adesso qualche minuto”

"Ho finito. Vado in letargo, ci si vede."
Si voltò per andarsene ma Sesshomaru in un secondo si trovò dietro le sue spalle. Rin non si scompose minimamente, era abituata a quegli scatti improvvisi. Sesshomaru spesso rimarcava il suo essere 'superiore' attraverso il rilascio di una parte dei suoi poteri, peccato che a lei non l'aveva mai terrorizzata. Nemmeno da piccola, anzi ne era completamente affascinata e soggiogata.
"Stasera non dormi da me?"
La guardò intensamente ma questo non la fece indietreggiare. Rin si sentiva totalmente padrona di quegli occhi oro liquido.
"Che c'è, hai paura di dormire da solo?"
I nostri protagonisti saranno catapultati in un’epoca attuale, legati da un rapporto intenso e naturale. Grazie a chi mi recensirà!

[Bokuto/Akaashi] [Kuroo/Kenma]
E’ solo il primo giorno e Akaashi già non ce la sta più facendo.
Di fronte a lui, la tragedia del secolo: Bokuto e Kuroo abbracciati stretti e con due espressioni contrite in volto. Bokuto viene addirittura scosso da qualche singhiozzo, ogni tanto.
Akaashi sospira per quella che è la centesima volta negli ultimi dieci minuti.
Kuroo si allontana da Bokuto e gli mette le mani sulle spalle. “Bro,” lo chiama, utilizzando quello stupido nickname che si sono affibbiati l’un l’altro durante il loro primo anno di università. “Devo andare.”
“Ma bro!” replica lui, imitando l’amico e prendendolo per le spalle. “Sappi che mi mancherai tantissimo.”
“Anche tu, bro… anche tu,” replica Kuroo con identica sofferenza.
“Ci sarà sempre un posto sul mio divano per te,” Bokuto si porta una mano sul cuore e Akaashi si schiarisce la gola. “Sul nostro divano,” si corregge, ma Akaashi fa un altro verso. “Basta che prima avvisi,” conclude, voltandosi verso il compagno per vedere la sua espressione. Akaashi si limita a far roteare gli occhi.

Iwaizumi e Oikawa erano anche questo. Erano i movimenti simili e fatti inconsciamente, erano le battute stupide e gli scappellotti sulla testa, erano i sorrisi impacciati, il rossore sulle guance e i lunghi sguardi carichi di amore. Erano il caffè e il tè.
[…]
«Bene, ci invertiremo i ruoli per una settimana: tu berrai il tè, e io il caffè. Il primo che molla, dovrà fare tutto quello che l’altro gli chiede!»
«Affare fatto!»
[…]
In effetti, Iwaizumi non si era mai fermato a riflettere sulla reale professione di Oikawa. Per lui, era solo il suo rompiscatole numero uno. Eppure, proprio in quel momento, si rese conto che Oikawa era un medico, che si era specializzato in medicina forense, tutte cose che probabilmente voleva sin da quando aveva fatto domanda per Harvard.
[…]
«Sei un medico legale. Lavori con i morti.»
«Beh, è un mondo affascinante, Iwa-chan, per questo mi sono specializzato in questo campo!» Fece un sorriso un po’ malinconico. «E perché ho capito che i morti meritano più giustizia dei vivi.»
~
[IwaOi] [Si torna a pubblicare per la serie ♥] [Tematiche delicate e P0rn molesto]

Cosa faresti se domani mattina, svegliandoti, ti rendessi conto di essere stata catapultata nel 1612? È il caso di Nadine, tirocinante in chirurgia, donna indipendente e femminista, che di punto in bianco si ritrova senza apparente motivo in un secolo dove le donne sono ancora considerate inferiori e di proprietà di mariti padroni e autoritari. Riuscirà a tornare nel 2015 senza finire bruciata al rogo? E le sue conoscenze mediche e storiche cambieranno il corso della storia? Ma soprattutto, riuscirà ad innamorarsi di un uomo di quell'epoca?
"Chi sei?", chiesi all'uomo che mi teneva prigioniera.
"Davvero non ti ricordi di me?".
Scossi la testa. La confusione mi impediva di pensare.
"Sono tuo marito. E per questo motivo, da adesso in poi, farai quello che ti dirò io".
Barcollai indietro. "Sei folle? Io non ti conosco. So solo che mi stai tenendo prigioniera in questa casa".
Fu a quel punto che la sua calma venne rimpiazzata dalla furia. "Tu mi appartieni. E non sei mia prigioniera. Sei mia moglie, e come tale uscirai di qua solo col mio permesso!".