“Vedo che vai d’accordo con Sehun-ah, eh?”
“Perché?”
“No, nulla.”
"Sputa il rospo"
“Dico solo che è strano, ecco tutto. Insomma, Sehun-ah non è proprio il tipo da… da-”
“Da me? Guarda che è molto diverso da come lo dipingete voi. Avete mai provato a parlarci seriamente?”
“Sì! Cioè, no, ma è perché lui non vuole parlare con noi.”
“Forse perché siete delle amebe, io invece gli vado a genio.”
“È quello che mi preoccupa.”
[HUNHAN] side:Baekyeol

Itai entra una sera in un bar affollato e si ritrova a rimpiangere la propria scelta. Inizia a ripensarci quando il cameriere del locale decide di mostrare il proprio interesse.

«E’ che ti vediamo sempre teso, ultimamente» annuisce Harry, affiancandolo.
Zayn è distratto, Harry e Niall se ne accorgono.
(Threesome.)

Larry Stylinson.
'Così Louis si vide deporgli un bacio dolce sulle labbra, quasi per trattenerne il sapore non ancora inquinato dal catrame, infilargli una sigaretta dove tante volte c'era stata la sua lingua e, una volta accesa, pronunciare un 'Aspira.' impaziente.
Perchè paradossalmente trovava la situazione eccitante. Quando era con Harry anche un documentario sulle baleniere diventava eccitante.
E cercò di ignorare il principio di erezione nei pantaloni quando le labbra di Harry si chiusero attorno alla sigaretta come se fosse il cazzo di Louis, e quando chiuse gli occhi mentre il fumo gli entrava nei polmoni.'

Era passato un giorno da quella sera, che Louis aveva brillantemente battezzato nella sua testa come "la" sera, ed il più grande aveva provato ad evitare in tutti modi Zayn, cercando di essere il più discreto possibile.
O almeno lo era stato fino a che, per non dividere il sedile posteriore con il pakistano nel tragitto verso la radio, non aveva chiesto a Paul se poteva sedersi in braccio a lui.
Ovviamente era riuscito solo a guadagnarsi uno sguardo omicida da parte del loro babysitter irlandese, risate generali da parte dei tre dementi più piccoli e quella domanda inopportuna da parte dello stesso Zayn.
(Slash; rossorossorosso; possibile 3some; voyeur: non vogliamo farci mancare nulla!)

- «Mamma crede che io stia impazzendo, Niall» bisbiglia Elizabeth, sedendosi a gambe incrociate e fissando la lapide di marmo bianco. Si tende e sfiora con le dita la scritta che ci hanno inciso sopra.
“Niall Horan. 13-09-1993 / 26-04-2012” recita. Sotto, non hanno scritto nient’altro, anche se io avrei voluto una bella frase ad effetto. Voglio dire, mi avrebbe fatto sembrare un tipo intelligente.

«Come mai qui?» chiesi dopo aver recuperato un po’ di fiato sedendomi accanto a lei. Il sole era tramontato già da un pezzo e il cielo iniziava ad essere più blu tendente al nero.
«E’ un posto speciale» rispose semplicemente gettando un sassolino nell’acqua spaventando le poche anatrelle «e anche un po’ triste»
«Perché?» le chiesi curioso notando che guardava in un punto fisso del fiume senza distogliere lo sguardo da esso, lo stesso punto dove aveva buttato il sassolino.
«Non lo sai veramente Malik?» mi chiese dopo qualche instante voltandosi verso di me. Scossi la testa fissando i suoi occhi blu, riuscivo chiaramente a distinguere la perfezione nei suoi occhi nonostante ci fosse poca luce.
«Allora non vedo il motivo per cui dovrei dirtelo io» rispose con la stessa semplicità che aveva usato prima buttando un altro sassolino nelle acque scure del Tamigi. Corrugai la fronte e poi allacciai le gambe con le braccia.
«Mi sei mancato» sussurrò appoggiando la sua testa sulla mia spalla. Riuscivo a percepire il freddo proveniente dal suo corpo anche con il cappotto addosso.
Attenti, potrebbe sconvolgervi!

«Quando ti abituerai all’aria inglese non vorrai più andare via, soprattutto se conoscerai qualche bel giovanotto. A me accadde la stessa cosa con tuo nonno, ricordo come fosse ieri la prima volta che lo vidi alla stazione centrale di Milano, per cinque minuti non mi fece pensare all’afa che c’era in quella calda giornata di Agosto.»
Bla bla bla. Ogni volta che veniva a prenderla all’aeroporto ripeteva la stessa cosa, però in sedici anni Emma di giovanotti inglesi che le hanno fatto perdere la testa non ne aveva trovati.
I ragazzi erano tutti uguali. Neri, bianchi, gialli, italiani, inglesi o eschimesi. Stronzi tutti.